Lumos - Nihil est ut videtur...

By Iron9208

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La felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda... di accendere la luc... More

I.N.I.Z.I.O.
-Copyright-
AVVISO
PROLOGO
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13 (PARTE I)
Capitolo 13 (Parte II)
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
NOTA DELL'AUTRICE
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
*AVVISO*
Capitolo 34 (PARTE I)
Capitolo 34 (PARTE II)
*SORPRESA!!*
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
*AVVISO*
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49 (PARTE II)
Capitolo 49 (PARTE III)
Capitolo 49 (PARTE IV)
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Shadow Awards ITA
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
Capitolo 65
EPILOGO (PARTE I)
EPILOGO (PARTE II)
EPILOGO (PARTE III)
RINGRAZIAMENTI? Non avete ancora capito che...
F.I.N.E.
Advisor Awards - Terza fase

Capitolo 49 (PARTE I)

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By Iron9208

Quelli che stai guardando sono ricordi. In questo caso riguardano un solo individuo. Questo è forse il ricordo più importante del mio raccolto, vorrei che lo vedessi.

Albus Silente -Harry Potter e il Principe Mezzosangue


Mi sveglio, ma questa volta apro subito gli occhi.

E con sorpresa, mi rendo conto di essere ancora qui.

Sono girata dall'altro lato, verso il camino ancora acceso e mi accorgo subito di una differenza.

Sotto la testa ho un cuscino.

Strabuzzo gli occhi, rendendomi conto che sicuramente è stato lui a procurarlo, sorridendo subito dopo per il pensiero che ha avuto.

Tiro un po' più su il mantello per coprirmi meglio, e mi rannicchio leggermente, per poi distendere di nuovo le gambe e decidermi a girarmi.

Forse riuscirò a vederlo dormire ancora una volta. Mi piacerebbe tanto.

Con delusione però mi rendo conto che lui non c'è.

L'altra parte del mantello su cui lui era disteso è vuota.

Mi sollevo leggermente su un gomito: -Draco?- chiedo guardandomi subito intorno e notando che non è neanche nelle vicinanze.

Inizio a preoccuparmi, mentre un pensiero veloce mi attraversa la mente: e se fosse scomparso?

No... Non devo pensarci. Non può essere.

Il caso non è ancora risolto.

Mi rimetto seduta, lasciando che il mantello scenda a coprire il mio grembo, ma non curandomi affatto del mio seno scoperto.

Recupero i vestiti che giacciono ai miei piedi e velocemente ricomincio a vestirmi, mentre il cuore inizia ad accelerare involontariamente.

Mi rimetto in piedi e dopo aver rimesso le scarpe, raggiungo l'uscita.

Apro il portone e vengo immediatamente accecata da un raggio di sole.

Strizzo gli occhi più volte, fin quando mi abituo al cambiamento di illuminazione e inizio a guardarmi intorno: è tutto totalmente diverso.

Il prato è verde e gli alberi sono pieni di foglie.

La vegetazione inizia a diventare più rigogliosa, proprio come se fossimo in primavera.

E infine....

Con sorpresa noto che il mandorlo è cresciuto ancora. E' diventato più grande, rendendo l'ambiente che lo circonda più vivo, nonostante a pochi centimetri di distanza si trovi quella maledetta pietra.

La lapide.

Ed è proprio ai piedi di quell'albero che lo vedo: Draco.

E' inginocchiato e mi da le spalle, per cui non riesco a vedere cosa stia facendo, ma tiro comunque un sospiro di sollievo: c'è ancora, non è scomparso.

Inizio ad avvicinarmi, rendendomi conto che fa caldo.

Ne rimango stupita ancora una volta, ma non mi fermo.

Lo raggiungo lentamente: -Cosa stai facendo?- gli chiedo, rimanendo in piedi alle sue spalle e allungandomi di lato per sbirciare.

Lo vedo stringersi qualcosa contro, nascondendolo alla mia vista, cosa che mi fa incuriosire ancora di più.

Faccio un passo di lato, a destra, ma qualsiasi cosa stia tenendo in mano, la sposta per impedirmi di vederla.

-Oh dai... Fammi vedere!- protesto, inginocchiandomi anch'io al suo fianco, ma senza protendermi verso di lui: per quanto sia curiosa, non voglio invadere davvero la sua privacy.

-Granger, per Salazar, aspetta!- mi risponde, ma nella sua voce non c'è realmente fastidio.

Sembra quasi che ciò che è accaduto tra noi... abbia realmente cambiato le cose.

La risposta raggiunge immediatamente i miei pensieri.

Si, le ha cambiate: adesso riusciamo a vederci per come realmente siamo.

Senza filtri e senza censure.

Ho la sensazione che potrei dirgli qualsiasi cosa, confidargli qualsiasi mio segreto senza più avere paura che lui possa prendermi in giro in qualche modo.

E mi piace pensare che lui creda lo stesso.

Perché anche se non lo dice... riesco a vederlo.

Riesco a sentirlo.

Devo ancora raccontargli la verità su Daphne, ma mi riprometto di farlo non appena avrò capito cosa stia combinando qui fuori.

Resto a guardarlo, mentre estrae la bacchetta dal fianco e chiude gli occhi.

Sento solo un piccolo "puff" ed ecco comparire un vassoio davanti a lui.

Aggrotto le sopracciglia: un vassoio?

Ma che?

Lui riapre gli occhi e stira le labbra soddisfatto.

Torno a guardare l'oggetto e inizio ad analizzarlo: è di acciaio, almeno così sembra e riflette il cielo azzurro e le nuvole che si trovano sopra le nostre teste. Ma il riflesso è un po' strano.

Mi abbasso un po' per osservarlo meglio e mi rendo conto che sembra ricoperto d'acqua. E' come se il cielo si riflettesse sull'acqua.

Sollevo un sopracciglio, mentre mi rendo conto che effettivamente dentro questo vassoio c'è dell'acqua, e che non è completamente piatto, bensì leggermente concavo.

Allungo una mano, attirata inevitabilmente da quel fascino leggermente sinistro.

-Ferma!-

Mi blocca la mano e stavolta il suo tono è più duro.

Mi risollevo e mi giro a guardarlo confusa: -Cos'è?- chiedo quindi.

-Un pensatoio-

Spalanco gli occhi: un pensatoio?

Non ne avevo mai visto uno così.

Ricordo solo quello in pietra nell'ufficio di Silente che somigliava per lo più ad una coppa molto grande, ma non ne ho mai visto uno così sottile e sicuramente molto più piccolo.

Ma soprattutto: che cosa vuole fare con un pensatoio qui dentro?

Torno a guardarlo: -Che... Che cosa vuoi fare?- chiedo quindi.

Ma lui si è girato leggermente, armeggiando con ciò che mi ha nascosto prima: adesso, forse, riesco a immaginare cosa sia.

Passano un paio di secondi: aspetto pazientemente, mentre la mia mente inizia già a pensare a quali siano le sue intenzioni.

Ma non può essere.

Se fosse vero...

No... Non può essere.

Se il mio pensiero fosse vero, vorrebbe dire che lui... si è arreso.

Vuole lasciarmi i suoi ricordi per lasciare una traccia di sé?

Perché sa che... tutto sta per finire?

-Draco...-

La mia voce esce in un sussurro strozzato, ma lui mi ignora, tornando finalmente a girarsi in avanti, portando con sé quello che speravo di non vedere: un'ampolla di vetro contenente tante volute di fumo bianco.

Ricordi.

I suoi ricordi.

Chiudo gli occhi, incapace di pensare al motivo che lo sta portando a compiere questo gesto.

Poi li riapro velocemente e allungo una mano, bloccando la sua che tiene in mano quella boccetta.

-No- gli dico disperata.

Si gira a guardarmi di nuovo e in quello sguardo vedo una cosa che non ho mai visto sinora: supplica.

Urgenza.

-Ti prego... Tu...- la mia voce si spezza.

Non posso dirgli che tornerà.

Non posso mentirgli ancora.

Non più.

Richiudo la bocca, incapace di dire altro e lo lascio andare.

Lo osservo mentre con l'altra mano, stappa l'ampolla e con un gesto veloce lascia cadere quei frammenti all'interno del pensatoio, come se fossero liquidi.

"L'acqua" diventa torbida per un secondo per poi, con mia grande meraviglia, iniziare a vorticare più e più volte.

Lui si gira a guardarmi: -Vai-

Lo guardo a mia volta, titubante.

Non voglio...

Non voglio vedere i suoi ricordi, perché farlo significherebbe che...

Significherebbe ammettere che non c'è più speranza.

Significherebbe ammettere che è finita.

-Draco... Io...-

Gli occhi mi diventano lucidi, ma la sua reazione mi sorprende ancora una volta.

Allunga una mano e afferra la mia, stringendo la presa e spostando di nuovo lo sguardo sul pensatoio.

-Ti prego- dice.

Due parole.

Due parole che racchiudono qualcosa che mai, mai e poi mai, avrei pensato lui fosse in grado di dire a qualcuno.

Lui che chiede per favore.

Lui che implora.

Qualcosa che mai avrei pensato lui avrebbe detto a me.

Allungo un'altra mano, sfiorandogli il viso per farlo girare verso di me.

Lui mi asseconda, ma tiene lo sguardo basso.

Mi avvicino, poggiando la fronte sulla sua, ma ancora non mi guarda.

-Guardami-

Lentamente risolleva gli occhi e quando li fissa nei miei torno a vedere l'intensità di quella supplica.

-Insieme- dico.

Lui stacca la fronte dalla mia immediatamente, con stupore.

-Insieme- ripeto.

E quando finalmente mi stringe la mano, ho la risposta che cercavo.

Ci giriamo di nuovo verso il pensatoio.

Devo abbassarmi e immergere il volto e verrò catapultata all'interno di tutto ciò che lui ha deciso di mostrarmi.

Ed è ciò che faccio, tenendo stretta la sua mano.

Trattengo il respiro come se stessi davvero immergendo il viso nell'acqua, ma quando infrango la superficie, la mia pelle rimane asciutta; tutto intorno si rovescia e il mio stomaco si stringe irrimediabilmente.

Ma lui è ancora accanto a me. La sua mano è ancora stretta nella mia.

Non devo avere paura.

Mi sento precipitare e vorrei urlare, ma mi trattengo, chiudendo semplicemente gli occhi e stringendo più forte la presa. Spero che finisca presto.

Non so quanto tempo passi prima che sotto i piedi avverta finalmente qualcosa.

Ci siamo fermati.

Riapro gli occhi e anche la bocca per cercare di incanalare quanta più aria possibile, ma prima di guardarmi intorno davvero, mi giro verso di lui per controllare che sia effettivamente accanto a me.

Sta boccheggiando come me, leggermente piegato in avanti, ma è qui.

Gli stringo ancora una volta la mano, per poi lasciare che il mio sguardo noti cosa abbiamo sotto i piedi: un prato. Siamo rimasti nel limbo?

Sollevo immediatamente lo sguardo e quando mi giro a guardare avanti, i miei occhi si spalancano: davanti a noi c'è la casa di Blaise.

Se... Se solo non sapessi che si tratta di un ricordo, penserei che siamo tornati nella realtà.

Mi guardo intorno.

Tutto è esattamente uguale: il prato, la casa, il lago, le colline in lontananza dietro di noi.

Il cielo è sereno e c'è il sole, ma essendo un ricordo, non ne avverto il calore.

Mi giro a guardare Draco dubbiosa, ma lui si limita a guardarmi brevemente, per poi spostare lo sguardo dietro di me e focalizzarlo su qualcosa in lontananza.

Sta guardando in direzione del lago.

Mi giro di scatto e noto immediatamente una figura avvicinarsi.

Sembra che stia correndo, ma data la lontananza non capisco ancora chi sia.

Inoltre sembra che per quanto si avvicini, rimanga sempre di dimensioni ridotte.

Mi acciglio, cercando di capire di chi possa trattarsi, ma dopo poco trattengo il fiato: i capelli sono biondi e lunghi fino all'orecchio.

Ed è... è un bambino.

E' Draco.

Draco da bambino.

La mia bocca si apre per lo stupore, mentre lo osservo avvicinarsi.

Lentamente inizio a mettere a fuoco più dettagli: indossa una maglia a maniche corte azzurra, e un paio di pantaloncini blu.

Dev'essere estate. La sua pelle è molto chiara, tranne che per il naso e gli zigomi, bruciacchiati dal sole, segno di molti pomeriggi o addirittura intere giornate passate all'aperto.

Gli occhi sono sempre grigi, ma risultano più grandi a causa del suo viso più piccolo. I lineamenti invece sono più dolci e le sue guance più paffute: non avrà più di sei o sette anni.

Sorrido intenerita.

L'espressione è corrucciata e cammina di gran carriera in direzione della casa.

E forse... Forse... Riesco ad intuire cosa sto vedendo.

Mi giro verso il Draco adulto, mentre la mia mente inevitabilmente si fissa su tutte le differenze che ci sono tra lui e la sua versione più piccola alle mie spalle: -E'...- inizio a dire, ma lui mi interrompe con un gesto del capo, come per suggerirmi di continuare a guardare.

Gli sorrido leggermente e mi giro di nuovo: il Draco bambino mi ha quasi raggiunta e noto che non supera il metro di altezza.

Mi passa accanto, naturalmente senza vederci e parla sottovoce velocemente.

E' arrabbiato, non c'è dubbio.

Si allontana da noi, ma rimango ferma sul posto.

Se Draco non si muove di qui, vuol dire che ci dev'essere altro.

Quando la sua versione bambino sparisce alla vista, inizio a guardarmi intorno.

Se ho ragione, a breve so già chi vedrò arrivare.

Gli stringo di nuovo la mano e rimango ferma con gli occhi fissi di nuovo sul lago.

E dopo un paio di minuti ecco in lontananza un'altra figura e anche stavolta non capisco immediatamente chi sia.

Poi improvvisamente, la consapevolezza mi investe in pieno.

Riconosco di chi si tratti, ma stavolta la sorpresa è maggiore, perché non è chi immaginavo che fosse.

E' una bambina.

Sta correndo a perdifiato.

I capelli, biondi anche in questo caso, scendono lunghi ai lati del viso, avvolgendosi più volte in morbidi boccoli e svolazzando nell'aria a causa della corsa sfrenata.

Anche il suo viso è più rotondo, gli occhi verdi sono grandi e la pelle è chiara anche sul naso e gli zigomi.

Le labbra infine sono sottili e rosee.

Indossa un semplice vestito color acqua marina che le arriva al ginocchio, con la gonna ampia, e le mezze maniche a palloncino e ai piedi ha delle scarpette nere.

Sembra quasi una bambola di porcellana.

E' Daphne.

E' impossibile non riconoscerla.

-Dracoo!- grida senza fiato continuando a correre in direzione della casa mentre io avverto un brivido lungo la schiena, dato dallo strano effetto della sua voce così infantile.

Così innocente.

Ci supera e io mi giro di nuovo: -C'era anche lei?- chiedo semplicemente, perché so che capirà cosa voglio dire.

Lui infatti annuisce, ma non posso non notare la tensione sul suo volto.

Posso immaginare come si senta in questo momento.

Era la sua migliore amica.

Devo dirgli la verità.

-Draco... Devo...-

-Aspetta- mi interrompe –Guarda- mi dice, facendomi di nuovo un altro cenno con la testa in direzione del lago.

Mi giro per la terza volta, ma stavolta anche se non lo vedo, so già di chi si tratta.

Blaise, anche lui bambino.

Lui però sta camminando lentamente, e tiene in mano qualcosa.

Lo osservo avvicinarsi: ha i capelli corti e la sua pelle color cioccolato è messa in risalto per via della maglia bianca che indossa. I pantaloncini invece sono neri.

Si avvicina ed ecco che finalmente riesco a vederlo bene: nelle mano destra tiene una scopa di dimensioni adatte a dei bambini, e ha l'espressione un po' tesa, ma non arrabbiata.

Anche da piccolo a quanto pare ha sempre avuto un carattere più mite di quello di Draco.

Arrivato quasi vicino a noi si ferma, con gli occhi fissi sulla casa, stira le labbra in una linea e sembra indugiare un attimo, indeciso sul da farsi. Dopodichè sospira, chiude gli occhi e quando li riapre riprende a camminare, allontanandosi.

-Vieni- mi sento richiamare.

Draco accanto a me inizia a camminare tirandomi con gentilezza per la mano, per invitarmi a seguirlo.

Lo assecondo e insieme seguiamo Blaise da lontano.

Raggiungiamo la veranda, identica a quella del presente, anche se non posso non notare come le assi di legno di tutta la struttura siano meno rovinate dai segni del tempo.

Blaise si è fermato proprio davanti la porta d'ingresso, che è socchiusa.

Dall'interno sento la voce attutita di Daphne che sta cercando il Draco bambino chiamandolo per nome.

Torno a prestare attenzione a Blaise: poggia la scopa accanto alla porta e si gira verso di noi.

Non riesco a trattenere un sussulto per la sorpresa, ma ricordo a me stessa che non può vederci.

Mi sposto di lato mentre si avvicina a me ed ecco superarci e ridiscendere gli scalini, iniziando poi a camminare verso il lato est della casa.

Lo seguiamo ancora, addentrandoci tra gli alberi che circondano il giardino.

Essendo più piccolo, Blaise riesce a muoversi agilmente, mentre io e soprattutto Draco alle mie spalle, abbiamo qualche difficoltà in più.

Riesco fortunatamente a non perderlo di vista e lo seguo, fin quando ecco che si ferma di nuovo.

Ci fermiamo anche noi e alzo gli occhi. Gli alberi si sono diradati, formando una piccola radura, in mezzo alla quale scorre un ruscello.

Sono stupita: per quante volte sia stata a casa di Blaise, non ho mai notato quel fiumiciattolo.

-Vattene!-

E di nuovo sussulto.

E' indubbiamente la voce di Draco, ma è infantile, innocente, bianca; mancano quelle note che la rendono irrimediabilmente mascolina.

Mi guardo intorno, ma invano.

Non riesco a vederlo.

Blaise fa un paio di passi avanti ed ecco che finalmente posso inquadrare quel bambino con la maglietta azzurra.

Se ne sta seduto su una roccia in riva al fiume: girato di spalle e tiene in mano qualcosa che credo essere una pietra. La soppesa un paio di secondi per poi lanciarla con rabbia nell'acqua.

-Daphne ti sta cercando-

E' Blaise a parlare.

-Vattene ho detto-

Blaise naturalmente si avvicina a lui ed ecco che il Draco bambino si gira a guardarlo male, ma lui lo ignora, afferrando un'altra pietra.

-Lo sai che ho vinto io- dice.

E io, stupita, mi giro a guardare il Draco adulto: -E' per questo che avevate litigato?- chiedo.

Lui annuisce, alzando leggermente gli angoli della bocca come se sorridesse.

La sua espressione è carica di qualcosa che non riesco a decifrare esattamente, ma che posso riassumere con due sole parole: nostalgia ed emozione.

Gli stringo la mano di nuovo e i suoi occhi, che si sono spostati ad osservare di nuovo la scena dietro di me, tornano a guardarmi.

Gli sorrido comprensiva e mi avvicino, stringendomi poi al suo braccio, cercando di trasmettergli sicurezza solo attraverso il contatto delle nostre mani.

Mi riconcentro sulla sua versione bambino: ha di nuovo in mano una pietra e la rilancia nel fiume.

Blaise osserva i suoi movimenti, forse aspettandosi una risposta, la quale però non arriva.

Stringe le labbra: -Non capisco perché devi arrabbiarti- si limita a dire sinceramente, ma questo fa scattare Draco del tutto. Si rialza in piedi girandosi verso di lui e il suo sguardo mi riporta alla mente ricordi spiacevoli: lo guarda con rabbia e disprezzo. Lo stesso sguardo che mi ha riservato per moltissimo tempo.

Cerco di non rabbrividire, anche se sono leggermente scioccata: non so cosa mi aspettassi, ma sicuramente non vedere gli stessi comportamenti che ha assunto per anni ad Hogwarts. Comportamenti di un ragazzo già più cresciuto.

-PERCHE' NON E' VERO!- grida.

-Hai visto anche tu che la mia scopa è arrivata prima della tua!- gli risponde Blaise arrabbiato ed ecco messa in risalto la differenza con la sua versione adulta: il controllo di sé.

Indubbiamente sono passati tanti anni da questo momento. Anni durante i quali loro due hanno imparato a conoscersi e maturando, Blaise ha iniziato a capirlo di più, riuscendo ad instaurare con lui un rapporto sincero, fatto di rispetto e anche di comprensione per quell'imprevedibilità che è parte del carattere di Draco.

Quell'imprevedibilità che adesso conosco anch'io e che anch'io sto imparando a gestire.

Sono diventati fratelli e adesso, soltanto adesso, mi rendo conto della grandezza del dolore che Blaise porta dentro di sé, nascondendolo sotto un'apparente tranquillità.

Mi do della stupida: se solo avessi riflettuto più a lungo sin dall'inizio, mi sarei resa conto che non avrebbe mai potuto commettere un'atrocità del genere, per nessun motivo al mondo.

Se solo mi fossi ricordata del giorno in cui abbiamo trovato il corpo di Draco e della sua reazione... forse non avrei mai lasciato che l'assassino mi manipolasse. Non lo avrei mai accusato.

Il senso di colpa mi attanaglia improvvisamente le viscere, mentre la mia mente torna a quel giorno e vengo sommersa dai miei ricordi.

"Una marionetta rotta"

"Il corpo di Draco con gli occhi spalancati a fissare il vuoto"

-Granger, cos'hai?-

La sua voce mi riporta alla realtà: sussulto, rendendomi conto che qualche lacrima è sfuggita al mio controllo. Mi affretto ad asciugarle, ma non mi giro a guardarlo. Non ci riesco.

Mi limito a stringermi ancora a lui: -Scusami... E' tutto apposto- dico in un sussurro.

Lui sposta il braccio dalla mia presa, e per un attimo mi sento peggio. Mi sento improvvisamente scoperta e abbandonata.

Ma rimango in silenzio perché in realtà il suo braccio si è spostato solo per salire a cingermi le spalle. Mi afferra saldamente e mi tira a sé, poggiando l'altra mano sul mio fianco. Non siamo realmente abbracciati, perché i nostri corpi sono solo per metà rivolti uno verso l'altro, ma questo mi basta. Mi basta per sentirmi al sicuro.

Passo anch'io le braccia intorno a lui, circondandogli la vita fin dove riesco ad arrivare e mi riconcentro sulla scena, senza alzare mai lo sguardo su di lui.

Non posso lasciare che veda la distruzione che alberga dentro di me in questo momento.

-BUGIARDO! Tu e Daphne vi siete messi d'accordo!- dice il Draco bambino, ancor più arrabbiato.

-NON E' VERO! Ti ho battuto e lo sai! Perché devi averla vinta sempre tu?-

-Perché si! Perché sono il migliore e un giorno diventerò capitano della squadra di Quidditch! Me l'ha detto il mio papà!- grida Draco in risposta.

Sento il cuore gonfiarsi di nuovo per l'emozione e mi giro a guardare Draco accanto a me: -Sempre modesto eh?- chiedo ridacchiando.

-Mi limitavo a far notare l'ovvio- mi risponde lui con aria solenne.

Gli do un piccolo buffetto sul petto continuando a ridacchiare divertita, per poi abbracciarlo totalmente girando la testa di lato per continuare a guardare.

-Sei uno stupido! Non ti parlerò più e non voglio essere più tuo amico!- risponde nel frattempo Blaise ancora più arrabbiato, voltandogli le spalle e tornando indietro da dove è arrivato.

Apro leggermente la bocca scioccata, scostandomi di nuovo indietro: -Davvero?- chiedo.

Annuisce.

Ci stacchiamo l'uno dall'altra e mi giro a osservare il Draco bambino.

Segue con lo sguardo Blaise che si allontana, continuando a guardarlo furiosamente, ma quando sparisce dalla sua vista, ecco che l'espressione cambia: un velo di tristezza gli passa sul volto e sembra quasi che si senta in colpa.

Mi si stringe il cuore: da quanto tempo è abituato a mantenere le apparenze?

Continuo ad osservarlo, mentre lentamente torna a girarsi e sedersi sulla pietra.

Torno a guardare Draco adulto che però non lascia trapelare nulla: la sua espressione è impassibile.

I minuti passano, mentre osservo il bambino rimanere fermo. Non posso vederlo in viso e sento che spostarmi per osservarlo più da vicino sarebbe un errore. Sarebbe come invadere totalmente quel poco spazio che Draco tiene ancora per sé e sento che non è la cosa giusta da fare.

Per quanto vorrei aver acceso a quello spazio, è giusto che non lo faccia.

Si è già aperto con me più di quanto potessi mai sperare, vista la situazione in cui ci siamo ritrovati e questo sento che mi basta.

Si...

Mi può bastare.

Dopo qualche altro minuto ecco che finalmente il Draco bambino si alza, rimane fermo un attimo a fissare il fiume e infine si gira verso di noi, iniziando a camminare.

Percorre la stessa "strada" fatta da Blaise poco prima e torna indietro anche lui.

Lo seguiamo, ma so già cosa sta per fare.

Di nuovo ci immergiamo nella vegetazione, per poi riemergere dall'altro lato. Draco bambino sale di nuovo in veranda ed entra in casa.

Noi siamo subito dietro di lui.

Appena entrata, noto che anche qui è tutto esattamente uguale al presente.

Draco raggiunge la cucina e una volta entrati anche noi, ecco che mi blocco: una donna è voltata di spalle e sta armeggiando davanti ai fornelli. Il colore della sua pelle è identico a quello di Blaise e allora capisco immediatamente: è sua madre.

Draco bambino rimane fermo sulla soglia a guardarsi intorno e lei, forse percependo di non essere più sola, si gira e ogni mio ultimo dubbio si dissolve. Lei e Blaise hanno gli stessi occhi, uguali sia per forma che per colore e lo stesso taglio del viso, incorniciato però da dei lunghi capelli neri, lisci, e tenuti fermi dietro la testa da un fermaglio.

-Oddio Draco! Mi hai fatta spaventare! Cosa c'è piccolo? Qualcosa non va?- gli chiede dolcemente.

-Non sono piccolo- risponde immediatamente lui accigliandosi e fissando lo sguardo sulla donna, cosa che mi fa irrimediabilmente sorridere –Dov'è Blaise?- chiede poi quasi con una nota d'urgenza, a stento mascherata.

Anche la donna si apre in un sorriso: -E' in camera sua con Daphne. Se li raggiungi, tra poco vi porto la merenda, d'accordo?- gli risponde sempre con lo stesso tono.

-Va bene. Grazie signora Zabini- dice Draco, mostrando comunque educazione, per poi girarsi e uscire. Lo seguo e con mia sorpresa lo vedo aggirare la scala, non salendo al piano di sopra, ma dirigendosi nel corridoio che conosco benissimo.

Stupita, continuo a camminare, con un leggero sospetto di dove possa trovarsi la camera di Blaise.

E infatti ecco che il Draco bambino si dirige proprio verso quella porta, allungando poi una mano verso la maniglia e aprendola: è la camera con il passaggio segreto.

Entra, lasciando la porta aperta: Blaise è seduto sul letto e sta osservando un modellino di scopa volare per tutta la stanza. Daphne invece è seduta su una sedia con l'aria imbronciata e a braccia conserte.

Sembra abbiano litigato.

-Draco!- esclama quest'ultima illuminandosi quando lo vede entrare.

Blaise invece si blocca ad osservarlo, ma non lascia trasparire alcuna emozione.

I miei occhi corrono subito alla parete con il passaggio e con sorpresa mi rendo conto che non c'è alcun quadro, e il muro è semplicemente ricoperto di carta da parati.

Non c'è ancora nessun passaggio segreto.

Probabilmente è stato creato solo recentemente.

Abbasso lo sguardo ad osservare Draco bambino, che ricambia lo sguardo di Blaise nello stesso modo, ignorando del tutto Daphne, la quale, forse avvertendo la tensione, non dice altro. Si alza dalla sedia e si avvicina a lui, superandolo e raggiungendo la porta: -Vado dalla tua mamma- dice rivolgendosi a Blaise.

Non riceve risposta, ma non sembra attenderla, perché si gira ed esce.

Rimangono da soli.

Draco ancora bloccato davanti la porta.

Blaise seduto sul letto come una statua.

Si osservano ancora, finchè Draco finalmente si muove: si avvicina all'amico, rimanendo sempre con la stessa espressione e quando gli giunge davanti si ferma.

Lo osserva per qualche altro secondo per poi parlare:

-Vergeben- dice, non riuscendo però a pronunciare la parola con il corretto accento, che risulta così terribilmente inglese.

Sorrido e guardo Draco accanto a me, che però tiene gli occhi fissi sulla scena e ciò che vedo mi spezza il cuore: nessun freno.

Nessun freno alla propria emozione.

Il suo viso è un libro aperto.

Le labbra sono tirate.

Dolore è l'unica cosa che vi leggo.

E so che se si girasse a guardarmi, vedrei molto altro.

Mi stringo di nuovo a lui, abbracciandolo senza dire nulla, avvertendo nel petto una sensazione bruttissima.

Avverto ciò che sta provando.

E ciò che sta provando è la stessa cosa che leggo sul suo viso.

Giro la testa a osservare di nuovo la scena.

Blaise ha alzato le sopracciglia, leggermente stupito ed ecco ricomparire di nuovo il bambino che è in lui: le labbra si aprono. Sospira e scende dal letto.

Adesso che sono vicini, noto che è leggermente più alto di Draco.

-Ich vergebe dir- risponde, con un perfetto accento tedesco.

Draco rimane fermo, dubbioso.

-Significa "Ti perdono"- gli spiega lui.

E Draco si apre in un sorriso sincero: lo abbraccia, cosa che mi lascia stupita, ma forse lo sta facendo proprio perché sono soli.

-Vuoi essere ancora mio amico vero?- gli chiede insicuro.

Blaise rimane in silenzio, fermo e senza ricambiare l'abbraccio, ma ben presto si apre anche lui in un sorriso e ricambia la stretta.

-Si, sono ancora tuo amico- risponde.

E io sorrido di nuovo, girandomi a guardare Draco accanto a me.

Da questa distanza mi è impossibile non vederlo: ha gli occhi lucidi e il suo pomo d'Adamo fa su e giù più volte.

Lo abbraccio ancora più stretto, senza chiedergli nulla, perché sarebbe inutile.

Il dolore che sto avvertendo dentro è più chiaro di qualsiasi parola potrei mai chiedergli di dirmi.

Chiudo gli occhi: -Va tutto bene... Andrà tutto bene... Lo prometto- dico.

Rimango ferma, incurante di ciò che sta accadendo attorno a noi.

Sento solo il battito impazzito del suo cuore.

Dopo qualche secondo mi sento circondare la vita dalle sue braccia.

Rimaniamo fermi per chissà quanto, finchè è lui a richiamarmi: -Granger-

La sua voce è sempre la stessa, segno che ha recuperato il controllo di sé.

Apro gli occhi e accanto a noi vedo un muro di mattoni.

Lui mi lascia andare, mentre io mi giro incuriosita.

Il fischio acuto di un treno a pochi passi da noi mi fa trasalire, ma dopo l'iniziale spavento ecco che capisco.

La scena è cambiata.

Il ricordo è cambiato.

Siamo a King's Cross.

Binario 9 ¾ .

Inizio a guardarmi intorno, mentre sciami di persone, formate da genitori e figli, corrono da una parte all'altra.

Una gran confusione ci circonda, ma non me ne curo.

Se siamo qui, ci dev'essere anche Draco, sicuramente molto più cresciuto, ma non so in quale anno ci troviamo.

Mi guardo intorno ancora e ancora, quando finalmente, leggermente a sinistra rispetto a noi, vedo dei capelli biondi.

Eccolo: è Draco a undici anni.

Mi è impossibile non riconoscerlo.

A differenza di tutti quelli che lo circondano, se ne sta fermo, vestito di tutto punto con pantalone nero e una camicia bianca, a fissare qualcosa in lontananza, con aria leggermente dubbiosa.

Passano pochi secondi e vedo qualcun altro avvicinarsi a lui: Lucius Malfoy.

Rabbrividisco istantaneamente, mentre Draco alle mie spalle, mi abbraccia da dietro, come se capisse ciò che sento.

Lucius si avvicina al figlio, poggiandogli una mano sulla spalla, ma Draco non reagisce, continuando a tenere fisso lo sguardo.

-Ho fatto sistemare i bagagli in uno degli scompartimenti. E' il secondo a partire dalla testa del treno. Tua madre si sta assicurando che...- gli dice, ma si interrompe, notando che il figlio non lo sta ascoltando –Draco- lo richiama.

Lui torna in sé e si gira: -Padre... Ti chiedo scusa...- inizia a dire e non posso non chiedermi quando... quando sia passato dal chiamarlo papà al chiamarlo padre...

L'innocenza che vedevo nel bambino di sei anni, adesso non c'è più.

La sua naturalezza nei gesti è sparita insieme alla spontaneità, lasciando il posto ad un freddo autocontrollo.

Rabbrividisco ancora e mi sento stringere di nuovo.

-Cosa c'è che non va?- gli domanda Lucius.

-Oh... Niente... Niente. Hai visto Blaise?- chiede ancora distratto, ma inizia a guardarsi intorno.

Lucius lo guarda dubbioso, lasciandolo poi andare e guardandosi attorno anche lui: -Si, eccolo- risponde guardando alla propria sinistra.

Blaise entra nel mio campo visivo. E' da solo.

-Buongiorno signor Malfoy- saluta educato. Anche lui è cresciuto e rimane sempre poco più alto di Draco.

-Mia madre ha incontrato sua moglie e mi hanno chiesto di dirle se può per favore raggiungerle- continua.

Lucius si limita a guardare per un attimo Draco, che ricambia lo sguardo senza dire nulla, per poi allontanarsi: -Grazie Blaise. A tra poco- risponde.

Appena Lucius sparisce dalla sua vista, Draco torna a guardare alla propria destra: -Secondo te perché non usa la magia?- chiede.

Blaise segue il suo sguardo, leggermente confuso dall'improbabile domanda: -Chi?- chiede.

-Quella- risponde lui alzando una mano per indicare qualcuno.

Non so per quale motivo, ma c'è qualcosa che mi solletica la memoria.

Seguo la sua mano, ma mi è impossibile vedere chi stia indicando.

Il Draco adulto dietro di me, mi lascia andare, così faccio un paio di passi in avanti, avvicinandomi alla sua versione ragazzino e per poco la mia bocca si spalanca.

Quella che stava indicando sono io.

Sono io a undici anni.

E improvvisamente ricordo perché il discorso mi è familiare.

Perché la mia versione undicenne sta cercando disperatamente di caricare il proprio baule sul treno nell'unico modo che secondo lei le è concesso: alla babbana. A mano.

Un baule molto più grande di me che con un semplice incanto di levitazione potrebbe entrare nel treno tranquillamente.

Ma ricordo perfettamente perché non usavo la bacchetta: "E' vietato fare magie fuori dalla scuola".

Mi giro a guardare Draco scioccata: -Tu... Tu mi stavi osservando?- chiedo.

Lui ghigna automaticamente: -Non sai quanto mi stessi divertendo in realtà- risponde incrociando le braccia e poggiandosi al muro dietro di lui.

Mi riavvicino a lui: -Brutto...- mi trattengo dal richiamarlo Furetto –Potevi darmi una mano!- protesto.

Lui solleva un sopracciglio: -E rovinarmi i vestiti nuovi?-

-Avresti potuto usare la magia!-

-E' vietato fare magie fuori dalla scuola, no?- ghigna di nuovo, prendendomi in giro. Conosce perfettamente il mio senso del dovere e del rispetto delle regole.

Mi incupisco, continuando a guardarlo contrariata, ma lui si apre in una risata divertita, scatta in avanti e mi intrappola di nuovo tra le sue braccia. Mi giro per continuare a guardare.

Blaise sembra aver individuato l'altra me, ma le sue labbra si stringono: -Figli di Babbani- si limita a dire. Fortunatamente evita di utilizzare quel maledetto termine.

Il Draco ragazzino però cambia espressione, lasciando che il suo viso si trasformi in una maschera di puro odio.

Distolgo lo sguardo immediatamente, ferita e abbasso la testa.

Devo essere forte, perché tutto ciò che vedrò d'ora in avanti sarà così.

Mi sento stringere ancora e i miei occhi si fissano sulle sue braccia strette intorno alle mie. Sulle sue mani che stringono i miei gomiti, cercando forse di darmi sicurezza, o forse, più semplicemente di chiedermi scusa.

E' così strano vedere questa enorme differenza.

Passato e presente che si fondono insieme.

Uguali e diversi allo stesso tempo.

Gli occhi diventano lucidi.

-Dra... Smettila- .

Stupita, rialzo lo sguardo: Blaise è arrabbiato.

Il Draco davanti a lui lo guarda scioccato: -Blaise! Che stai dicendo? Hai presente cos'è?- gli chiede con disprezzo.

Ancora una volta quelle parole mi fanno male: sono come pugnalate.

-Si... E non importa. E' una strega- gli risponde Blaise.

-Ma... E quello che ci hanno insegnato?! L'hai forse dimenticato?!-

-Sono un mucchio di stupidaggini. Quanto ci scommetti che quella sarà più brava di me e te messi insieme?-

Rido, rendendomi conto però che stavo piangendo.

Mi asciugo le lacrime e Draco mi stringe ancora di più, poggiando la testa sulla mia.

-Oddio... Non ci credo! Tu devi aver preso una botta in testa- dice nel frattempo Il Draco ragazzino, allontanandosi da Blaise e disperdendosi tra la folla. Blaise rimane fermo ad osservarlo per un attimo, per poi girarsi e tornare a guardarmi.

Un altro fischio, questa volta del capotreno ed ecco che tutto intorno a noi si trasforma in una nuvola di fumo.

Il ricordo sta cambiando di nuovo.

Siamo nel giardino di Hogwarts. In lontananza la casa di Hagrid.

Draco è accompagnato da Tiger e Goyle e se ne sta girato verso la casa con un ghigno divertito stampato in faccia.

Ricollego immediatamente.

Mi giro a guardare verso l'entrata del castello ed eccomi arrivare di gran carriera: sono furiosa.

Sorrido.

-Guardate chi c'è- dice Tiger.

-Aaah! Ti vedi lo spettacolo?- mi chiede un Draco tredicenne sghignazzando.

-TU! BRUTTO, PERFIDO, LURIDO, SCHIFOSO SCARAFAGGIO!- urla la mia versione tredicenne, sguainando la bacchetta e puntandola dritta al suo collo.

-Paura Malfoy?- chiedo io, ridendo apertamente.

Lui mi stringe un secondo le braccia, come ad avvertirmi e io rido ancora di più.

-HERMIONE NO! NON NE VALE LA PENA!- sento dire a Ron e irrimediabilmente il mio stomaco subisce una fitta.

Lentamente mi vedo abbassare la bacchetta, e iniziare a girarmi, mentre il Draco tredicenne inizia di nuovo a ridacchiare.

E poi come al rallentatore ecco la mia versione tredicenne scattare, girandosi improvvisamente e dandogli un pugno in pieno viso.

-MALFOY!- urlano in coro Tiger e Goyle.

Tutti e tre fuggono.

-Andiamo!-

-Si andiamo!-

-Non una parola con nessuno!-

-Certo!-

-Me la pagherai! Sporca Mezzosangue! Parola mia!-

Ma stavolta ignoro l'insulto, perché sto ridendo di gusto.

-Granger-

Mi giro verso il Draco adulto accanto a me, mentre noto che intorno a noi le cose cambiano ancora.

-Ho fatto male a quel povero bel faccino?- lo provoco ridendo.

Mi fulmina con lo sguardo.

-Giuro che è stato soddisfacente- continuo e lui mi guarda ancora peggio.

Gli sorrido un'ultima volta e mi alzo sulle punte per poi lasciargli un bacio proprio sul naso.

-Non mi dispiace averlo fatto però, te lo meritavi-

Gli lascio un altro bacio, stavolta sulla guancia, mentre lui mi guarda ancora accigliato e infastidito, mentre io mi riabbasso ancora sorridente e torno a girarmi.

Ed eccoci di nuovo ad Hogwarts.

Quarto anno.

Ballo del Ceppo.

Ma non siamo in Sala Grande, siamo nell'ingresso.

Draco mi lascia andare, tenendomi però per mano.

C'è un po' di confusione e credo che il ballo sia già iniziato perché sento la musica provenire dall'interno.

Un Draco quattordicenne però, cammina ai margini di un capannello di persone e sembra sia diretto alle scale.

Sta tornando alla Sala Comune?

Draco accanto a me mi tira leggermente, invitandomi di nuovo a seguirlo e così faccio.

Mi chiedo dove sia Pansy, dato che, a quanto ricordo, andarono insieme al ballo: -E Pansy?- chiedo quindi.

-Blaise- mi risponde.

E allora capisco: Blaise è riuscito a distrarla per farlo scappare.

Evito di scoppiare a ridere e mi limito a seguirlo.

Scendiamo le scale e mi rendo conto che la mia supposizione era corretta.

Il Draco quattordicenne cammina per un po', per poi fermarsi davanti ad un muro di pietra.

Credo che sia l'entrata della Sala.

Sussurra qualcosa ed ecco che il muro si apre, rivelando un ingresso.

Lo superiamo e immediatamente mi guardo intorno: è identica a quella di Grifondoro, tranne che per i colori: verde, argento e nero ne ricoprono ogni angolo.

E' fredda.

E deserta.

Tutti sono sicuramente ancora di sopra a festeggiare.

Trattengo un brivido, tornando a concentrarmi sul Draco ragazzino.

Si sfila il mantello e poi la giacca, abbandonandoli sullo schienale di una delle poltrone accanto al fuoco ancora acceso, per poi sedersi sul divano e poggiare i gomiti sulle ginocchia.

Si passa le mani tra i capelli e sospira.

Sembra stanco.

Dopodichè si butta all'indietro e si distende leggermente, chiudendo gli occhi.

Inizio a chiedermi perché me lo stia mostrando, ma ecco che la porta della Sala Comune si riapre.

Mi giro, notando però che Draco accanto a me sembra essersi pietrificato nell'osservare sé stesso.

Lo guardo dubbiosa, ma i miei occhi vengono immediatamente attirati dalla figura che è appena entrata.

Rimango senza parole.

E' Daphne. Una Daphne di quattordici anni.

Fa qualche passo avanti, mentre il Draco seduto sul divano ha sollevato già la testa e la sta osservando.

-Ehi- si limita a dire lei con un leggero sorriso, mentre si sfila il mantello e la prima cosa che penso è che è davvero meravigliosa.

I capelli sono raccolti in alto in uno chignon semplice, disordinato ma elegante al tempo stesso, da cui ricadono diverse ciocche di capelli, in morbidi boccoli.

Gli occhi sono messi in risalto dall'ombretto e dall'eyeliner neri, mentre le labbra sono naturali e le guance rosee.

Il vestito che indossa è grigio chiaro, senza spalline, ma con un elaborato corpetto, soprattutto a livello dello scollo. Il busto è fasciato perfettamente, mettendo in risalto le sue forme sottili, fino alla vita, da cui si diparte un'ampia gonna, lunga fino ai piedi e piuttosto vaporosa.

Non indossa gioielli, ma non ne ha bisogno.

La sua sola presenza basterebbe ad oscurare quella di chiunque altra.

Avverto un'altra fitta allo stomaco.

E non capisco cosa mi stia mostrando.

A meno che... le mie supposizioni sul fatto che Blaise non sapesse come stavano realmente le cose tra loro due, fossero vere.

Ingoio, mentre continuo ad osservare la scena.

Daphne si avvicina alla poltrona dove ci sono il mantello e la giacca di Draco e vi deposita anche il suo, dopodiché vi gira intorno e si siede.

La sua postura però, me ne accorgo immediatamente, è rigida.

Tiene le braccia dritte davanti a sé, poggiando le mani sul vestito, a livello delle ginocchia e gira leggermente la testa verso il fuoco.

-Sei scappata anche tu?- chiede Draco seduto accanto a lei, già con la testa riabbassata e gli occhi chiusi.

-Si... Non ce la facevo più- risponde lei.

-E la tua dolce metà non ha obiettato?- ridacchia Draco di rimando, non vedendo però il suo sussulto.

-No... Gli ho detto che ero stanca- risponde seria, stringendo i pugni.

-Faresti meglio ad andare in camera allora. Se dovesse tornare e ti trovasse qui... con me...-

Spalanco leggermente gli occhi: cosa?!

-Non mi importa-

Draco risolleva la testa con un sorriso divertito: -La piccola Daphne che tira fuori le zanne-

La guarda ancora sorridente, ma con affetto.

Un affetto che però immediatamente riconosco essere quello che proverebbe un fratello.

Daphne distoglie subito lo sguardo da lui, tornando a guardare il fuoco e stringendo i pugni.

Come può Draco non accorgersi del suo disagio?

-Non sono una stupida bambolina- ribatte.

-Certo che non lo sei-

Lei sussulta di nuovo e si gira a guardarlo: lui ha smesso di sorridere ironicamente e adesso le rivolge un sorriso sincero.

Lei ricambia, ma sembra sempre più agitata.

E io sono sempre più convinta di ciò che sta per succedere.

-Montague è un idiota- continua Draco.

Daphne rimane in silenzio.

Montague?

Che fosse lui il cavaliere di Daphne al Ballo del Ceppo?

Mi giro interrogativa a guardare Draco accanto a me e lui annuisce, rispondendo ai miei dubbi ancora inespressi.

-Già- risponde Daphne dopo un secondo.

-Credere che... ahah! Credere che tra me e te... Se ci ripenso... Che razza di idiota- continua a dire il Draco quattordicenne e io inizio a sentirmi male per lei.

Mi giro di nuovo a guardare Draco, che ha serrato la mascella e osserva la scena attentamente, come se anche lui si rendesse conto dei suoi errori.

-Già- ripete Daphne, con i pugni ormai serrati. Non lo guarda e capisco perfettamente come si stia sentendo in questo istante.

-Sarà meglio andare a letto. Non mi va di litigare un'altra volta con quell'imbecille-

Il Draco quattordicenne si riporta in avanti, piegandosi leggermente e poi rimettendosi in piedi.

Per un secondo vedo Daphne nel panico, ma si affretta a mascherare tutto e l'espressione torna impassibile.

Draco accanto a lei si stiracchia e si allunga per riprendere la giacca alle sue spalle e il mantello.

Lei si sposta e anche da qui posso notare il suo imbarazzo. Lui invece si ferma di nuovo, notando che lei è rimasta seduta al suo posto.

-Tu non vai a dormire?- le chiede quindi dubbioso e ancora sembra non notare che in Daphne c'è qualcosa che non va.

-Tra poco vado anch'io- risponde lei non guardandolo.

-D'accordo- le sorride lui di nuovo, e finalmente posso vedere una leggera preoccupazione nei suoi occhi –Sei sicura che vada tutto bene?- le chiede.

Daphne annuisce, chiudendo gli occhi.

Lui stringe le labbra, studiandola leggermente, poi però distoglie lo sguardo: -D'accordo, allora buonanotte- risponde, tornando con gli occhi su di lei per un attimo, per poi girarsi.

Lei non risponde, abbassando la testa, mentre Draco comincia ad allontanarsi.

Inizio ad agitarmi anch'io.

-Draco-

Un sussurro.

Un sussurro strozzato che ho quasi il dubbio che lui possa aver sentito.

Ma ecco che il Draco quattordicenne si ferma e si gira verso di lei.

Molto lentamente Daphne rialza la testa, per poi mettersi in piedi.

-D che è successo?- dice lui appena la vede in faccia.

Lascia cadere di nuovo la giacca e il mantello sul divano e si avvicina a lei preoccupato.

Daphne sta piangendo: -N... Niente...- balbetta.

-Niente?! Questo lo chiami niente? C'entra qualcosa quell'idiota non è così?!- risponde Draco agitato.

Lei scuote la testa, incapace di guardarlo.

Il mio stomaco si stringe ancora.

-Non difenderlo. Che cosa ti ha fatto?- dice lui immediatamente poggiandole le mani sulle spalle –Guardami Daphne-

Lei sussulta ancora e lentamente torna a guardarlo negli occhi.

-Parla... per Salazar, che diavolo ha fatto?!- la incita lui sempre più arrabbiato.

-Niente! Niente! Lui non c'entra!-

Draco si acciglia: -E allora perché stai piangendo?- domanda, allentando la presa sulle sue spalle.

-Lui... Lui non è un idiota- risponde Daphne.

-Si lo è- Lui lascia ricadere le braccia ai lati del corpo, facendo un passo indietro.

-No... Non lo è. Lui è solo... E' solo innamorato di me- continua lei, ingoiando subito dopo, e cercando di tamponarsi le lacrime scure che le colano ai lati del volto.

-Innamorato... pff!-

-Non è un idiota... E' geloso... E...- la sua voce si spezza.

-Geloso e?- la incoraggia lui.

-Lui ha solo visto quello che c'era da vedere- continua lei, con voce un po' più sicura.

-Quello che c'era da vedere? E cosa c'era da vedere? La maestosità della sua grande idiozia?- risponde Draco con un ghigno –Perché quella l'abbiamo vista tutti-

Daphne torna a stringere i pugni. Abbassa la testa e la sua espressione cambia.

E' leggermente arrabbiata: -No... Lui ha visto bene. Se qui c'è qualcuno che è cieco... quello sei tu!- rialza la testa di scatto e Draco si acciglia di nuovo.

-Cosa?- chiede confuso.

-Mi hai sentita- risponde lei, continuando a stringere i pugni.

-E cosa mi starei perdendo sentiamo? Cos'è che non vedo?- chiede lui sghignazzante.

Lei non risponde, mentre le sue mani iniziano ad aprirsi e chiudersi velocemente.

Riabbassa la testa e la vedo ingoiare.

E' tesa e la capisco benissimo.

-Cos'è che non vedo Daphne?- e adesso è lui che inizia ad arrabbiarsi –Mi stai dicendo che sarei io l' idiota per caso?-

-Si-

-Cosa?!-

Lei rimane in silenzio di nuovo.

-Daphne...- inizia lui, accigliandosi di nuovo, cercando di mantenere la calma –Che diavolo ti prende? Rientri, ti siedi, difendi Montague, mi dai dell'idiota e piangi. Che diavolo hai?!- esclama lui, fuori di sé.

Silenzio.

I pugni di Daphne sono talmente stretti che le nocche sono sbiancate.

-Daph...-

-Ho che sono innamorata di te razza di idiota!- 





FINE PRIMA PARTE

------------------------

Spazio Autrice:

BUONGIORNOOOOO :D Buona domenica miei piccoli Sherlock :) Come va? Come state? Spero che la vostra settimana sia stata migliore della mia, perché davvero, lo stress di questo periodo è assurdo >.< 

Beh allora, come vi sembra? Che ne dite? Piaciuto?? ;) Vi aspettavate questo finale? xD A quanto pare Blaise non ne sapeva nulla eh? Ditemi la vostra :D Aspetto i vostri commenti :) 

Naturalmente, anche se si tratta di ricordi... non abbassate la guardia ;) Potrebbe... Esserci qualcosina di importante, no? Chi lo sa... ;) Ahahaha

Devo purtroppo dare un piccolo annuncio: la prossima settimana non riuscirò ad aggiornare >.< Chiedo scusa in anticipo, ma lunedi 13 e martedi 14 ho due degli esami più importanti >.< Perdonatemi di cuore! Spero di riuscire ad aggiornare subito dopo, altrimenti vi do appuntamento a domenica 19 <3 E spero di ritrovarvi ancora più numerosi *-* 

Ringrazio ognuno di voi come al solito per i voti, i commenti e le visualizzazioni al capitolo precedente e ringrazio le mie piccole stalker (le dirette interessate hanno già capito) per il passaparola *-* Se vi va (mi rivolgo a tutti questa volta) suggerite Lumos anche voi :D 

Do il benvenuto ai nuovi lettori di questa settimana e quando arriverete a questo punto, spero che la storia vi stia piacendo :D 

Ebbene, adesso vi abbandono <3 

Ci risentiamo prestissimo, promesso <3 

Mi raccomando

Stay Tuned :* 

Iron9208 (Arlen)

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