Storm #Wattys2017

Av Alex9230

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[ Seguito di Hurricane ] Hayley è l'uragano impetuoso che ti travolge con la sua forza, trasportandoti in luo... Mer

Trailer
Prologo: The edge
Capitolo 1: Faded Star
Capitolo 2: California
Capitolo 3: The fire
Capitolo 4: Ease my mind
Capitolo 5: Nightmare
Capitolo 6: Night Confessions
Capitolo 7: Illusion
Capitolo 8: Lonely Girl
Capitolo 9:Wish you were here
Capitolo 10: Pain
Capitolo 11: Shining soul
Capitolo 12: Fix You
Capitolo 13: Pictures of you
Capitolo 14: Batman
Capitolo 15: Truth
#AskAlex
Capitolo 16: Past
Capitolo 17: Black Rose
Le vostre domande + Italian FF Awards
Capitolo 18: Shattered Memories
Capitolo 19: Under the storm
Capitolo 20:Building walls
Capitolo 21: Heroine
Capitolo 22: Old Friends
Capitolo 23: Feeling real
Incontro!
Capitolo 24: Beauty and the beast
Capitolo 25: Runaway
Capitolo 26: Mask
Capitolo 27: Happy Ending
Capitolo 28: Insane
Capitolo 29: Supernova
Capitolo 30: White rose
Capitolo 31: Broken heart
Capitolo 32: Mermaid tears
Capitolo 33: Angel
Capitolo 34: The Lighthouse
Capitolo 35: Green day
capitolo 36: Run
Capitolo 37: Save me
Capitolo 38: Forgiveness
Capitolo 40: Let it go
AVVISO ✖NEWS
Capitolo 41: Save me a spark
Epilogo: Rainbow
Ringraziamenti
Nuova storia

Capitolo 39: Hero

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Av Alex9230

Capitolo 39

Aiden

Quando riaprii gli occhi, la prima cosa che vidi fu il viso di mia sorella. Ash era seduta accanto al letto in cui ero sdraiato, gli occhi celesti gonfi ed arrossati per via del pianto fissi su di me. Mi sembrava quasi di poter vedere attraverso quelle iridi tanto familiari la sua preoccupazione e di riuscire ad udire le preghiere che ero certo si ripetessero nella sua mente come un mantra insistente, volte a supplicare l'universo che io stessi bene.
Ricordavo solamente di aver visto i fanali della macchina farsi strada nel buio e interrompere la mia corsa verso Hanna che era stata dettata dalla voglia di recuperare ciò che era rimasto del vecchio rapporto che ci legava.

" Hey, sorellina" dissi, la mia voce leggermente raspa come se non bevessi da diverse ore e facesse fatica a farsi strada attraverso le mie corde vocali.

Ash restò qualche istante a fissarmi in silenzio, qualche lacrima le sfuggì dagli occhi e presto il suo sguardo si indurì, riempiendosi di rabbia. Le sorrisi in modo da rassicurarla, ma ciò non fece altro che alimentare la sua collera e per un attimo temetti che di lì a poco mi avrebbe colpito in pieno viso con uno schiaffo, proprio come era solita fare Hayley quando la facevo adirare.

" Hey sorellina? Hey sorellina? Questo è tutto quello che hai da dire? Io sono senza parole, mi viene voglia di sbatterti la testa contro il muro. Tu e Hayley state per caso facendo a gara a chi mi fa venire più infarti? Quanti anni hai, Aiden? Cinque? Ti sei improvvisamente dimenticato come si attraversa la strada? Cristo santo, ci hai fatto perdere dieci anni di vita.
Ringrazia di avere la testa più dura del cemento, idiota " replicò lei, sforzandosi di non lasciare che ulteriori lacrime le solcassero il viso e di mantenere un'espressione dura.

Conoscevo Ash come le mie tasche e sapevo perfettamente che tutta la sua rabbia fosse scaturita semplicemente dalla paura, che era evidente avesse messo le radici dentro di lei nel momento in cui io avevo perso i sensi. Era seduta accanto a me, con il viso serio e gli occhi lucidi, apparendo solo come una bambina che tentava di fingersi grande, sforzandosi di celare la sua fragilità dietro ad uno scudo di collera.
Sembrava un fiore di cristallo: forte ed infrangibile all'apparenza, ma così delicato che un solo tocco sarebbe stato sufficiente per creparlo.

" Cosa è successo? Per quanto sono restato svenuto? Hayley dov'è? " domandai, prendendo improvvisamente coscienza di cosa fosse accaduto e mettendomi bruscamente a sedere sul letto dell'ospedale.

Quel movimento mi provocò un capogiro e quando corrugai le sopracciglia per il fastidio, sentii una fitta sopra il mio occhio destro. Mi portai una mano verso il viso e le mie mani toccarono ciò che mi parve un cerotto di medie dimensioni posto poco sopra il mio sopracciglio.

" Ti sei fatto investire da una macchina perché, a quanto pare, a diciannove anni non ti ricordavi più come si faceva ad attraversare la strada. Comunque non ti sei fatto molto, i dottori hanno detto che hai subito un leggero trauma cranico, oltre alla ferita che hai vicino all'occhio. Ti hanno messo dei punti, tornerai come nuovo, forse ti rimarrà una piccola cicatrice o almeno così hanno detto.
Sei rimasto privo di sensi per tutta la notte, secondo i dottori è perché erano tre giorni che dormivi poco più di due ore e perché eri troppo sotto stress. Hayley è nella sua stanza, mi sono inventata una bugia e le ho detto che ti eri addormentato in corridoio dopo aver parlato con Hanna e Lucas. Sappiamo entrambi che se le avessi detto che eri stato investito sarebbe corsa qui e sinceramente le sue condizioni sono nettamente più gravi delle tue, quindi non mi sembrava il caso.
Appena ti riprenderai, comunque, sappi che ti darò almeno due schiaffi per avermi fatto mentire e per l'infarto che mi hai fatto prendere. Idiota.
Mamma e papà sono andati a prendere un caffè al bar dell'ospedale assieme a Will, dovrebbero tornare qui sta pochissimo. Inutile dirti che ci stiamo tutti impegnando al massimo per non far scoprire a Hayley la verità, perciò vedi di non fare cazzate o sta volta ad investiti sarò io e ti assicuro che ti spacco quella testa dura che ti ritrovi, chiaro? " mi spiegò Ash, sfruttando il tono autoritario che assumeva sempre la sua voce quando pretendeva che le sue istruzioni venissero seguite alla lettere, in modo da assicurarsi di non ricevere un no come risposta dal suo interlocutore.

" Cavolo Ash, calmati. Lo so che ti sono mancato, vieni qui sorellina" risposi io in tono scherzoso, prima di sporgermi verso di lei quel tanto che mi era necessario per poggiarle un braccio attorno alle spalle e avvicinarla a me.

Le scompigliai i capelli come ero solito fare sempre e quel mio gesto fece sì che dalle sue labbra sfuggisse un risolino diverto. Lasciai un delicato bacio sulla sesta di Ash, sperando così di riuscire a calmare i suoi nervi tesi e a rassicurarla, certo che quelli fossero stati gironi infernali anche per lei e che il fatto che anche io mi trovassi in un letto d'ospedale non avesse fatto altro che peggiorare la situazione.
I raggi del sole illuminavano la mia stanza, permettendomi di vedere quanto il viso di mia sorella fosse segnato dalla stanchezza, oltre che di capire che, ormai, il temporale del giorno prima fosse solo un lontano ricordo. Ci eravamo lasciati tutti la tempesta alle spalle, la stessa che aveva trascinato via tutto il dolore e gli errori di un passato che, volenti o nolenti, avevamo imparato ad accettare.

" Aiden, il fatto che tu ti sia dimenticato di guardare prima di attraversare la strada mi ha fatta veramente incazzare. Però sono fiera di te, perché ho saputo da Lucas che ciò che volevi fosse solo aiutare Hanna e questo significa che hai finalmente imparato a crescere e a smetterla di puntare il dito contro chiunque per trovare un colpevole.
Sono davvero contenta che tu ti sia deciso a fare ammenda con quelli che so siano stati come membri di una seconda famiglia per te, che tu voglia perdonare Hanna e salvare ciò che è rimasto di quel gruppo di ragazzi persi di cui mi hai parlato.
Lei è rimasta fuori, ha pianto per ore intere, probabilmente non solo per te. Ad ogni modo forse sarebbe il caso che tu le parlassi, prima che quella testa di rapa di Will faccia il suo ingresso nella stanza e inizi a parlare a vanvera, si è preso uno spavento gigantesco e gli ho detto che ti sei svegliato. Dovrebbe essere qui a momenti assieme a mamma e papà " spiegò mia sorella, allontanandosi da me e alzandosi in modo da essere pronta a chiamare Hanna.

Roteai gli occhi pensando a quale sarebbe stata la reazione del mio migliore amico nel vedermi e a quante volte mi avrebbe abbracciato senza staccarmisi di dosso, riuscivo quasi ad immaginarmelo fare capolino nella stanza con un sorriso smagliante dipinto sul viso e i capelli biondi leggermente scompigliati.

" Va bene, fai entrare Hanna. Direi che a questo sia necessario che io le parli ora, non voglio che faccia la stessa vita di Bella, non importa quante volta abbia sbagliato " riferii a mia sorella, per poi osservarla scomparire oltre la porta della stanza.

Mi lasciai ricadere sul mio lettino, sforzandomi di ignorare il modo in cui la testa avesse preso farmi male in modo insistente e il bruciore che avvertivo proprio sopra il sopracciglio. Avrei voluto volentieri lasciare quella stanza per recarmi in quella di Hayley, ma ero certo che se lo avessi fatto, probabilmente, la mia testa avrebbe iniziato a martellare ancora più intensamente e che Ash mi avrebbe preso a calci per aver arrecato una preoccupazione inutile alla sua migliore amica.

Ringrazia che per una volta il cemento che hai al posto del cervello ti sia tornato utile.
Sempre in vena di complimenti vedo.
Come faccio a complimentarmi con uno che non si ricorda come attraversare la strada?
Non hai tutti i torti.
Quale novità.

In quel momento Hanna fece il suo ingresso nella stanza. Aveva i capelli biondi spettinati e la piccola treccia posta sul lato destro del suo viso era scompigliata, il trucco nero che le circondava gli occhi azzurri era stato sbavato dalle lacrime e dalla pioggia della notte precedente, accentuando la sua aria stanca. Indossava una canottiera bianca che mi permetteva di vedere quanto fosse magra, esattamente come i pantaloncini che le fasciavano parzialmente le cosce toniche e modellate dagli anni di danza.
Era sempre stata alta, più di Bella, caratteristica che quest'ultima le aveva sempre inviato e mai tardato a complimentarle. Eppure, quando si sedette sulla sedia sulla quale, fino a poco prima, aveva preso posto Ash, mi diede l'impressione di essere una bambina spaventata e smarrita in cerca di un briciolo di affetto, quel tanto necessario perché si sentisse apprezzata.

" Aiden, mi dispiace così tanto. Se non fosse per me nessun odi noi si troverebbe in questa situazione, guarda dove mi ha portata la mia voglia di vendicarmi nei tuoi confronti per qualcosa che, in fondo, sappiamo entrambi sia stata anche responsabilità mia. Almeno tanto quanto la era di Matt.
E l'ho capito solo ora che, in realtà, sia io che lui abbiamo sempre cercato disperatamente di lavarci via dalle mani il sangue di Bella, riversando la colpa su qualcun altro che, dopotutto, sapevamo sarebbe stato abbastanza forte da sopravvivere con un tale peso sulle spalle. Vorrei così tanto riavvolgere l'orologio, cambiare le cose, vedere quanto la persona che consideravo come una sorella stesse soffrendo davvero, invece di auto convincermi che fosse solo colpa della droga e che una volta entrata in riabilitazione tutto si sarebbe risolto.
Ho commesso così tanti errori che non riesco nemmeno a capire per cosa sarebbe giusto chiedere perdono, se per i messaggi che ti ho mandato e che ero sicura ti avrebbero portato alla pazzia, se per averti incolpato per anni di qualcosa che era evidente fosse più grande di tutti noi o perché ti ho invidiato con ogni briciola di me perché, nonostante tutto, tu sei stato l'unico a riuscire ad andare avanti. Io e Matt siamo rimasti intrappolati in quell'appartamento, come se il nostro corpo ne fosse uscito ma la mente e l'anima ne fossero rimasti rinchiusi per sempre.
Vorrei poter dimenticare, togliermi di dosso la sensazione di non aver fatto abbastanza, di non essere stata abbastanza, liberarmi di tutto l'odio e il dolore dolore che hanno consumato sia me che Matt per anni. Ma non so come farlo. Matt ormai non c'è più, tu sei andato avanti, Lucas non ha mai sopportato Bella e io invece? Sono ancora lì, in quell'appartamento avvolto dalla musica e così caloroso da farmi credere che facesse parte di un mondo parallelo. Sono rimasta indietro e non so cosa fare per uscire dalla gabbia di ricordi nella quale sono rinchiusa.
Mi sento così superficiale a credere che un semplice scusa sia sufficiente per cancellare tutto quello che è successo, per riallacciare il rapporto che ci legava in passato e per tornare ad essere quello che eravamo una volta. Forse per me non è rimasto più niente. Forse sono troppo rotta per restare, per provare a sopravvivere a tutto questo e per sopportare il peso di quello che è successo " disse Hanna, lasciando che le lacrime le inumidissero gli occhi e che cadessero inesorabilmente sul suo volto, silenziose e timide come il principio di una pioggia estiva.

Aveva l'aria di qualcuno che stava cercando disperatamente un appiglio al quale aggrapparsi per non cadere in una voragine di ricordi che l'avrebbe soffocata con il dolore dei quali erano impregnati. E mi pareva quasi di riuscirla a sentire, mentre gridava in silenzio, pregando che la sua voce potesse essere udita da qualcuno che avrebbe avuto il coraggio di tendere la mano verso di lei per salvarla.
Io non ero mai stato perfetto e probabilmente non lo sarei mai stato, però aiutare Hanna risultava ai miei occhi come la mia occasione per redimermi, per farmi perdonare da me stesso per non essere stato un amico migliore e per chiudere finalmente una volta per tutte la porta in faccia a quel passato che mi aveva tormentato come un fantasma per anni. Avevo ormai imparato che nessuno era in grado di uscire con le proprie forze da certe situazioni, che la volontà, a volte, non è sufficiente. Lo avevo imparato a mie spese, dopo aver realizzato che per lasciare andare Bella una volta per tutte mi era stato necessario abbracciare il dolore che la sua morte mi aveva arrecato e che, per lungo tempo, mi ero ostinato ad ignorare.

" Hanna, io sono andato avanti solo di recente. Ho continuato a sognare Bella ogni notte, per tutto questo tempo e al mio risveglio mi sono sempre sforzato di far finta di nulla, di ignorare cosa fosse successo e di illudermi che così, prima o poi, le cose sarebbero andate per il verso giusto. Ma mi sbagliavo e l'ho capito solo quando ho aiutato Hayley a convivere con il suo dolore, mentre l'ho vista migliorare con il trascorrere dei giorni dopo avermi confessato quanto male le avesse fatto perdere le persone che amava. Lei ha avuto il coraggio di farsi divorare dai suoi stessi demoni, accettarne le conseguenze, di ammirare le sue ferite e sfoggiarle come un'armatura. Ha preso per mano il suo nemico e lo ha costretto a diventare un suo alleato, ed è stato solo grazie a lei che ho capito che fingere che ogni errore che ho commesso in passato non fosse mai esistito non mi avrebbe mai portato da nessuna parte. Quando ho ammesso le mie colpe e ho lasciato che il loro peso mi schiacciasse un'ultima volta, prima che mi liberasse, ho persino trovato il coraggio di leggere la lettera che mi ha lasciato Bella. E sai cosa ho scoperto? " replicai, senza distogliere il mio sguardo da quello colmo di lacrime di Hanna.

La ragazza scosse leggermente la testa, lasciando che i raggi del sole che filtravano dalla finestra le illuminassero le iridi azzurre e facessero luccicare le lacrime salate che erano rimaste intrappolate tra le sue ciglia come gocce di rugiada su una ragnatela.

" Che lei in realtà non mi ha mai ritenuto responsabile di niente, che era sempre stato tutto nella mia testa. Non dovevo chiedere scusa a Bella o farmi perdonare da lei, ma da me stesso.
Il tuo nemico non sono io, non sono i ricordi e non lo è nemmeno il passato, sei solo tu e le colpe che ti riversi addosso ogni giorno. Pregare che le cose vadano diversamente non cambierà ciò che è successo, puntare il dito verso di me non ti farà sentire meglio e convincerti che non inviare quei messaggi avrebbe potuto impedire a Matt di sparare a Hayley non farà sì che sia vero. Le cose sono andate così, non possiamo cambiare niente di quello che è successo. Io posso limitarmi a perdonare quello che era uno dei miei migliori amici per non essere riuscito a vivere senza la ragazza che amava, per avermi incolpato per anni perché era più facile che accettare che anche lui fosse responsabile e per aver premuto quel maledetto grilletto. Posso solo guardarmi allo specchio e decidere che sono stanco di odiare, di odiarmi e che farlo non mi aiuterà a lasciarmi ogni cosa alle spalle e ad accettare che le cose siano andate diversamente da come speravo.
Tu non hai bisogno del mio perdono, ma del tuo. Non dire che per te non è rimasto più nulla, perché non è vero. Non lo era per Bella e non lo è nemmeno per te, però lei non ha avuto nessuno che glielo dicesse. Tutti noi abbiamo creduto che fosse abbastanza forte per alzarsi da sola dopo che suo padre è morto, credevamo che senza di lui sarebbe finalmente stata libera, tutto l'odio che lui le ha riversato addosso, anche in punto di morte, l'ha uccisa. Avevamo torto.
E quello che ti legava a Matt non era amore, Hanna, lo so che fa male saperlo, ma è giusto che tu conosca la verità. La tua era solo profonda ammirazione e invidia nei confronti di quello che Bella condivideva con lui perché, in fondo, tu hai sempre desiderato che qualcuno ti guardasse come Matt faceva con lei. Te lo ricordi? Me lo hai detto proprio tu.
Lucas ti ama Hanna e non so se per tutto questo tempo tu abbia voluto ignorare questa verità o se, semplicemente, non te ne sei mai accorta, ma è così. Lui ti resterà accanto fino a quando lo vorrai e io farò lo stesso, però anche tu devi impegnarti.
Perdona te stessa e lascia andare il fantasma di Bella. La porta di quell'appartamento è aperta, ma tu sei così impegnata a darti la colpa e a cercare un colpevole da non accorgertene. Esci da lì e vai avanti" conclusi, mentre Hanna persisteva a guardarmi come una bambina rimproverata dal padre.

Di lì a poco, iniziò a singhiozzare rumorosamente e chinò il viso sulla mia spalla, aggrappandosi al mio braccio come se fosse stato il suo unico appiglio per rimanere nella realtà. Pianse tanto, in modo disperato, probabilmente perché dire addio a quella che aveva sempre visto come una sorella, per lei, risultava incredibilmente doloroso.
Hanna rimase in silenzio per interi minuti, singhiozzando insistentemente contro la mia spalla, respirando pesantemente e riprendendo a farlo ogni qual volta tentava di lasciarsi sfuggire qualche parola.
Pianse così tanto da indurmi a credere che non sarebbe mai riuscita a smettere, che sarebbe affogata in quel mare di lacrime e che mai nessuno l'avrebbe recuperata dalle sue profondità.

" È così difficile. Ogni volta che mi guardo allo specchio vedo lei, vorrei non assomigliarle così tanto e non essere stata il ricordo suo ricordo vivente per Matt, in tutto questo tempo " confessò con la voce strozzata dal pianto, sforzandosi di lasciare che le parole si facessero strada tra i singhiozzi.

Posai una mano sui suoi capelli e presi ad accarezzarli dolcemente, sperando di rassicurarla e di indurla a comprendere che io fossi lì per lei, pronto a sorreggerla quando si trovava sull'orlo del crollo, proprio come Lucas. Ormai avevo capito che per essere un vero eroe fosse necessario salvare ciò che era rimasto di quello che possedevo un tempo e Hanna faceva parte di quella piccola famiglia disastrata.

" Allora immagina che una parte di lei continui a vivere in te, non odiare te stessa perché assomigli alla persona che tutti noi non siamo riusciti ad aiutare. Amati perché un frammento di Bella risiede nella tua anima, magari è questo quello che ti ha lasciato dopo la sua morte. Tu lo sai meglio di me che lei non avrebbe mai voluto che tutto questo accadesse, era egoista, faceva quasi sempre la cosa sbagliata, ha commesso tanti errori e quando parlava, porca troia, era impossibile non ascoltarla. Però non era una cattiva persona, è solamente stata schiacciata dal peso di un odio che era più grande di lei e va bene così, è solamente la dimostrazione che non tutte le persone sono destinate a rimanere nella naso tra vita.
Bella mia ha insegnato tanto, lo ha fatto con tutti noi e in cambio ha ricevuto l'amore che aveva perso durante l'infanzia. Immagino che per lei questo fosse stato abbastanza, o almeno sufficiente perché ritenesse opportuno lasciarci alle spalle a quel modo e scegliere la libertà piuttosto che la prigionia. Era diventata schiava della sua stessa mente, non prendere il suo posto. Non è questo quello che vorrebbe; anzi, sono certo che il suo intento fosse anche quello di farci capire dove un tale tipo d'odio possa portare, impara dagli sbagli del passato e vai avanti, Hanna " risposi, mentre la ragazza persisteva a singhiozzare.

" Grazie Aiden, per tutto" disse successivamente, quando le sue lacrime cessarono di bagnarle il viso.

Hanna mi sorrise con gli occhi lucidi e contornati dal trucco nero sbavato che non faceva altro che accentuarne il loro rossore e la tonalità azzurra delle sue iridi. E mi parve genuinamente felice, quasi avesse già iniziato ad accettare la realtà e a comprendere che incolparsi, in fondo, non avrebbe giovato a nessuno.
In quel preciso istante, il mio migliore amico fece capolino nella stanza spalancando la porta in modo brusco, quasi fosse stato un soffio di vento e quando il suo sguardo si posò su di me, storse leggermente il naso senza tuttavia smettere di sorridere allegramente.

" È vivo. Il mio migliore amico è vivo e vegeto. Finalmente in questi giorni ho avuto una gioia degna di essere chiamata tale, chiunque ci sia lassù, lo ringrazio con tutto il cuore.
Anche se, sinceramente, credo che se Killer ti vedesse in questo momento la tua vita potrebbe seriamente essere a rischio. Perciò scusa biondina, ma devi spostarti di lì perché io devo abbracciare il mio migliore amico e perché se non vuoi morire per mano di mia sorella è meglio se lo fai.
Inoltre tra poco arriverà la bionda originale del gruppo, si chiama Kyla e se ti vede appiccicata ad Aiden, sono sicuro che potrebbe staccarti le mani e usarle come racchette al club di tennis. Quindi sciò e, mio dio, tesoro, lasciatelo dire, tu hai un serio bisogno di guardarti allo specchio. Persino Ash dopo essersi fatta la doccia truccata ha un aspetto migliore del tuo in questo momento " esclamò Will, attirando l'attenzione di chiunque si trovasse nel raggio di almeno un chilometro da quella stanza d'ospedale e facendo persino ridere Hanna.

In pochi secondi, Will si gettò sopra il mio letto, schiacciandomi con il suo peso e stingendo le sue braccia attorno a me come una piovra. Tentai in tutti i modi di farlo cadere al suolo, ma fu inutile e quando Ash fece il suo ingresso nella stanza non riuscii a rimanere seria, finendo così per scoppiare in una fragorosa risata che presto si unì a quella di Hanna.

" Will guarda che ho sentito quello che hai detto e non credere di poter farla franca" lo avvisò mia sorella, sforzandosi di assumere un tono serio e un'aria composta, cosa che, ad ogni modo, non le riuscì a pieno.

" Amico, scollati di dosso. Mi stai soffocando e poi lo sai che quando ti comporti così inizio a farmi parecchie domande riguardo la tua sessualità. Ancora devo capire come facessi a fare colpo su così tante ragazze, prima di fidanzarti con mia sorella" aggiunsi io, dimenandomi in modo continuo per tentare di sfuggire alla presa del mio migliore amico.

Will non prestò attenzione alle mie parole, né tantomeno a quelle di Ash, anzi, resto beatamente sdraiato su di me e in breve tempo prese a pizzicarmi le guance come se fossi stato un bambino. Quel suo gesto mi ricordò la mia infanzia, quando Will era solito torturarmi il viso quando mi arrabbiavo o quando tornavo dalle vacanze estive che trascorrevo in compagnia della mia famiglia e che, a detta sua, gli facevano sentire incredibilmente la mia mancanza.

" Mi hai fatto prendere un infarto, quindi questa volta mi devi lasciar fare quello che voglio e io ho deciso che voglio torturarti. Tu non potrai fare niente per impedirmelo " rispose Will, persistendo a pizzicarmi le guance.

A quel punto roteai gli occhi con fare arrendevole gli permisi di portare a termine la lunga tortura che aveva messo in atto. Will era sempre stato un ragazzo sensibile e sapevo che se in quel momento non era scoppiato a piangere, fosse solo per via della sua forza d'animo e perché fin da bambino si era deciso a mostrarsi sempre forte ai miei occhi. Tuttavia, non trascorse molto tempo prima che le sue guance venissero rigate dalle lacrime, che si arrendesse dinanzi alla paura che ero certo avesse provato nel sapere che una macchina mi avesse investito e lui potesse non udire la mia voce mai più.

" Sono così felice che tu e Killer stiate bene. Ti prego Aiden non farmi mai più uno scherzo del genere, mi sono davvero spaventato. Sei il mio migliore amico e voglio che da adesso in poi tu sia finalmente felice, basta rabbia, odio e incubi. Voglio solo che tu e Killer viviate la vita che vi meritate" confessò Will, asciugandosi le lacrime e mettendosi a sedere accanto a me sul piccolo materasso del mio letto d'ospedale.

Aveva i capelli scompigliati e l'aria di chi aveva dormito poco per interi giorni, tuttavia in quel momento mi sembrò così felice da risultare quasi illuminato da una strana aura e se fu per via dei raggi solari che gli illuminavano il viso o perché la mia testa aveva preso a pulsare tanto da darmi i capogiri, proprio non fui in grado di dirlo.
Mi sembrava quasi che se avessi avvicinato le dita al mio migliore amico, sarei stato in grado di toccare la gioia che lo alimentava in quel momento e quando spostai lo sguardo verso mia sorella e Hanna, realizzai che anche loro erano intente ad osservarlo affascinate, esattamente come me.
Presto nella stanza entrarono anche i miei genitori e Kyla che, come prevedibile, trascorse buona parte della sua permanenza in ospedale a squadrare Hanna come se avesse voluto incenerirla e a ripetermi un'infinità di volte quanto fossi stato idiota per essermi dimenticato di guardare la strada prima di attraversarla. Ognuno di loro tento di non trascorrere un ammontare esagerato di tempo assieme a me, così da non destare sospetti a Hayley e di impedirle così di farsi strada verso la mia stanza solo per assicurarsi che fossi vivo e vegeto. Quando mi ritrovai in stanza da solo, restai a riflettere sulle parole del mio migliore amico.
Avevo pensato spesso a cosa potesse essere la felicità, chiedendomi se io la meritassi o meno e se mai sarei riuscito a conquistarla. Ma giunto a quel punto del mio cammino, dopo aver pianto, gridato ed essere giunto sull'orlo della pazzia, ero convinto di poter affermare con certezza che sì, io mi meritavo di essere felice. E probabilmente quello era uno dei pensieri più egoisti che io avessi mai formulato nella mia mente, ma in quel momento non mi importava, perché tutto ciò che contava per me era solamente sapere che dopo aver lottato per anni contro me stesso, ero riuscito finalmente a perdonarmi per ciò che avevo fatto, o meglio, per ciò che non avevo fatto.

Era trascorso un intero mese dal giorno in cui Matt aveva sparato a Hayley e quel pomeriggio di giugno io avevo deciso di volermi ritagliare un po' di tempo per me stesso, per consegnare qualcosa ad una persona che ero certo sarebbe stata contenta di sapere come mi sentivo, ovunque questa si trovasse.
Quando attraversai il prato verde del cimitero di Greenwood, mi sforzai di ignorare il silenzio scandito di tanto in tanto dal cinguettio di qualche uccellino e di non soffermarmi ad ascoltare gli echi lontani appartenenti a persone che non erano riuscite a realizzare i propri sogni.
Mi concentrai sul modo in cui il calore del sole mi scaldava la pelle e sulla luce che filtrava attraverso le fronde degli alberi, così come sul colore dei fiori che disseminavano quel grande prato impregnato di morte e che non importava quanto mi sforzassi di credere il contrario, ai miei occhi risultava sempre di una tonalità troppo triste, quasi qualcuno ne assorbisse lentamente ogni tonalità. Eppure, nonostante tutto ciò che mi circondava fosse carico di malinconia e morte, dentro di me sentivo crescere la felicità ad ogni passo che compivo, quasi volesse sfidare la tristezza di quel luogo ad abbatterla.
Una volta giunto dinanzi alla tomba di Bella che si trovava poco distante da quella di Matt, mi sedetti sull'erba posta davanti alla lapide e avvicinai le dita alle lettere che componevano il suo nome, sfiorandole con i polpastrelli, quasi a volermi assicurare che si trovassero realmente lì. Presi un respiro profondo, prima di estrarre dalla tasca un foglio di carta spiegazzato che mi decisi a rileggere per assicurarmi che contesse tutte le parole necessarie.

<< Ciao Bella. Sono trascorsi anni ormai dall'ultima volta che ti ho vista e io ti avevo promesso che non mi sarei mai dimenticato di te, ricordi? Beh, la verità è che anche se volessi farlo, probabilmente, non ci riuscirei e fidati, ho tentato.
E nelle notti di luna piena come questa, non riesco a fare a meno di guardare il cielo è chiedermi dove sei, se ora sei finalmente felice e se tu e Matt siate ricuciti finalmente a coronare quel vostro sogno d'amore che, quando eri in vita, aveva visto la luce per un tempo che era stato decisamente troppo breve.
Volevo solo dirti che mi dispiace, perché non sono stato un amico migliore, perché non ho letto subito la tua lettera e perché non ho mai versato una lacrima per te. Mi dispiace di averti odiata, di aver desiderato di non averti mai incontrata e di aver sperato che ogni mio ricordo appartenente a te scomparisse dalla mia memoria come per magia.
In realtà, sarebbe stato sicuramente più facile se ti avessi dimenticata, ogni momento della mia vita dopo la tua morte sarebbe stato nettamente più semplice da vivere, sopratutto perché non sarei stato costretto a far fronte al mio senso di colpa. Però la vita non è facile, giusto? La tua non la è stata per niente e se io sono riuscito a regalarti anche solo un momento felice, per quanto breve e fugace questo possa essere stato, allora anche io posso trovare la mia pace.
La verità è che la tua morte mi ha segnato nel profondo, tanto, forse anche troppo, così intensamente che a ripensarci, persino ora, mi risulta difficile non sentire una fitta al cuore e un nodo formarmisi alla gola. Anche dopo tutto questo tempo, fa ancora male accettare che non ti rivedrò più se non in qualche vecchia foto appesa alla parete di camera mia.
Sei stata una grande amica, Bella, anche quando mi facevi preoccupare per te o mi portavi a chiedermi come facesse una persona ad essere tanto egoista, io comunque ti volevo bene e te ne voglio ancora. Non importa se per tanto tempo mi sono sforzato di negarlo, di fingere di odiarti con ogni briciola di me stesso, in fondo sapevo che non fosse vero e che non lo sarebbe mai stato.
Volevo dirti che mi manchi, che mi piacerebbe ascoltare ancora le storie che ti raccontava tua mamma, mentre sedevamo l'uno accanto all'altra sul davanzale della finestra del tuo appartamento, osservando le luci dei grattacieli spegnersi una ad una sotto il cielo stellato di New York e con i raggi lunari a farci compagnia. Mi manca svegliarmi e vederti ballare in cucina mentre prepari le uova strapazzate, vederti muovere leggiadra come una piuma nella sala da ballo nella quale ti allenavi per ore, senza accorgerti nemmeno del tempo che trascorreva.
Mi manca sentirti ridere e persino vederti piangere, mi manca vedere quanto fossi incredibilmente reale nonostante non ti sentissi tale.
Eri una persona perfetta, ma va benissimo così perché nessuno di noi la è mai stata o la sarà mai. Quello che sto cercando di dire è che ti perdono, accetto l'estremità del tuo gesto e lo capisco, perdonami se mi ci è voluto così tanto. E perdono anche me stesso per non essere stato in grado di aiutarti a dovere, per essere stato l'eroe che avrei voluto e che, ad ogni modo, per te era sempre stato abbastanza.
Ho perdonato anche Matt e se riesci, fagli sapere che non provo rancore nei suoi confronti, che ho deciso di andare avanti e di ricordarlo come l'amico che mi ha insegnato a stappare le bottiglie con il coltello, quello con cui ridevo sempre e che sono fiero di aver fatto conoscere a quella che era la mia migliore amica.
Spero che ovunque voi siate, al vostro amore venga data una possibilità, proprio come nella storia della sirena che mi avevi raccontato una volta, Bella.
Io ora sono felice, mi sono liberato da ogni catena che mi intrappolava al passato, le mie mani sono ancora sporche dei miei peccati e ancora porto le cicatrici di ciò che ho vissuto sulla pelle. Però sai che ti dico? Ho imparato ad amare queste mie imperfezioni perché mi hanno aiutato a crescere, a diventare una persona migliore, nonostante mi ci sia voluto tempo per capirlo.
Ho trovato finalmente la mia felicità e ora ne fa parte una delle persone più importanti della mia vita: Hayley. Ti piacerebbe, sai? Avete diverse cose in comune e lei possiede quella libertà che tu hai sempre inseguito, la stessa che mi ha fatto innamorare di lei in modo così profondo da non riuscire a resistere a quel sentimento. So tu riusciresti a capirmi.
Spero che le tua prossima vita possa regalarti la stessa felicità che possiedo io ora, te la meriti.
Ti voglio bene.
Addio >> richiusi il foglio di carta e lo lasciai dinanzi alla lapide della mia migliore amica, tenendolo fermo con un'opale e forma di mezza luna.

Restai diversi minuti immobile, a fissare la pietra scaldata dal sole e sorridendo di tanto in tanto. Dentro di me pensai che, forse, le mie parole avrebbero raggiunto Bella è che così entrambi saremmo potuti finalmente essere liberi, gustando a pieno la felicità che per lungo tempo ci era stata negata.
Il mare in tempesta che imperversava dentro di me aveva finalmente trovato il suo angolo di pace, un luogo dove poter congiungersi all'uragano che aveva stravolto, distrutto e ricostruito la sua vita in pezzi.

Spazio marshmellow:
Ciao a tutti! Animali notturni venite a me perché ormai mi è chiaro che l'unico momento che ho per scrivere è proprio la notte. ( vite tristi lol)
Come vi è sembrato il capitolo -2 alla fine! Aiuto, dico solo questo, mi sento male solo a pensarci, giuro.
Cosa vi aspettate dal prossimo?
Scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare...
Vi voglio bene
Baci
Xoxo
-Alex

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