Storm #Wattys2017

By Alex9230

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[ Seguito di Hurricane ] Hayley è l'uragano impetuoso che ti travolge con la sua forza, trasportandoti in luo... More

Trailer
Prologo: The edge
Capitolo 1: Faded Star
Capitolo 2: California
Capitolo 3: The fire
Capitolo 4: Ease my mind
Capitolo 5: Nightmare
Capitolo 6: Night Confessions
Capitolo 7: Illusion
Capitolo 8: Lonely Girl
Capitolo 9:Wish you were here
Capitolo 10: Pain
Capitolo 11: Shining soul
Capitolo 12: Fix You
Capitolo 13: Pictures of you
Capitolo 14: Batman
Capitolo 15: Truth
#AskAlex
Capitolo 16: Past
Capitolo 17: Black Rose
Le vostre domande + Italian FF Awards
Capitolo 18: Shattered Memories
Capitolo 19: Under the storm
Capitolo 20:Building walls
Capitolo 21: Heroine
Capitolo 22: Old Friends
Capitolo 23: Feeling real
Incontro!
Capitolo 24: Beauty and the beast
Capitolo 25: Runaway
Capitolo 26: Mask
Capitolo 27: Happy Ending
Capitolo 28: Insane
Capitolo 29: Supernova
Capitolo 30: White rose
Capitolo 32: Mermaid tears
Capitolo 33: Angel
Capitolo 34: The Lighthouse
Capitolo 35: Green day
capitolo 36: Run
Capitolo 37: Save me
Capitolo 38: Forgiveness
Capitolo 39: Hero
Capitolo 40: Let it go
AVVISO ✖NEWS
Capitolo 41: Save me a spark
Epilogo: Rainbow
Ringraziamenti
Nuova storia

Capitolo 31: Broken heart

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By Alex9230

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Capitolo 31

Hayley

Mi trovavo nel salotto di casa mia durante un tranquillo pomeriggio domenicale, dalla grande vetrata che si affacciava sullo skyline di New York filtravano i raggi caldi del sole che splendeva alto nel cielo azzurro macchiato qui e là da nuvole bianche che si lascia a trasportare dal vento come delle barche in balia delle onde del mare.
Stavo svolgendo una partita a Monopoli assieme a mio padre, Josh ed Ash, quest'ultima aveva legato i capelli in una crocchia scomposta sopra la testa ed alcune ciocche le contornava il viso. Mio padre era già riuscito a comprare ben due hotel e io ero stata costretta a consegnarli diverse banconote svariate volte, nonostante gran parte di queste mi venissero poi restituite quando qualcuno capitava sul parco della vittoria nel quale, per altro, avevo investito diversi soldi.
Eravamo seduti a terra, dinanzi al tavolino del soggiorno ed io avevo accavallato le gambe l'una sull'altra da diverso tempo, abbastanza da cominciare a sentirle intorpidite. Erano ormai diversi giorni che Josh si trovava a New York è ancora non aveva accennato al suo ritorno a New Orleans, il che mi portò a chiedermi quale fosse la ragione della sua lunga permanenza. Di certo la presenza di mio zio a casa non mi disturbava, anzi, io e lui trovavamo sempre un modo per svagarci, tuttavia, mi faceva specie che Josh non fosse tornato in Louisiana.
In quel momento, dopo aver lanciato i dadi, mio padre capitò su parco della vittoria ed io sorrisi soddisfatta e tesi la mano verso di lui, in attesa che lui mi consegnasse le banconote che era costretto a pagare.

" Fuori i soldi, papà " dissi, lasciando che la mia voce lasciasse trapelare ogni briciolo di soddisfazione che provavo.

Ero sempre stata piuttosto competitiva e il fatto che mio padre stesse vincendo non mi aggradava per niente. Lui mi consegnò le banconote di carta colorate e io mi preoccupai subito di contarli in modo da assicurarmi che la cifra fosse corretta, scatenando così un risolino divertito da parte di Ash che, successivamente, scosse leggermente la testa.
In quell'istante il mio cellulare prese a squillare e quando vidi il nome riportato sullo schermo alzai un sopracciglio con fare stranito, sorpresa da quella telefonata. Ad ogni modo, scrollai le spalle e accettai la chiamata, portandomi l'apparecchio elettronico all'orecchio.

" Hey bionda, a cosa devo questo onore?" domandai, mentre ero intenta a lanciare i dadi rossi che rotolarono sul tavolo diverse volte prima di fermarsi.

Presi a muovere la mia pedina di gioco, posando poi lo sguardo su mio zio che era intento a sorseggiare la birra direttamente dalla bottiglia, era già la seconda che beveva, esattamente come mio padre e me, mentre Ash aveva quasi terminato la prima. Dall'altro capo del telefono udii un lieve sospiro e il chiasso emesso da alcune persone che parlavano, oltre al suono prodotto dalle macchine che sfrecciavano sull'asfalto.

" Ciao Hayley. Senti, sono incazzata e piuttosto triste, ho provato a consolarmi con un po' di shopping terapia ma non mi sono ancora del tutto ripresa. Stavo pensando di andare a casa mia, ma i miei sono andati via per il weekend e so già che se rimango da sola finirò per mangiarmi un'intera vaschetta di gelato, davanti ad un film deprimente. Ti dispiace se vengo da te? Ho bisogno di parlare con qualcuno. Maya è con Tyler e non ho voglia di disturbarla " disse Kyla, la voce leggermente rotta dall'emozione.

Ad essere sincera non avevo mai visto Kyla malinconica, nemmeno una volta e il fatto che in quella circostanza fosse in balia dei propri sentimenti mi stupiva, soprattuto se si considerava che lei era sempre stata una persona piuttosto solare che affrontava ogni problema con tanta compostezza da infondere invidia. In questo io e lei eravamo totalmente agli antipodi, dato io, al contrario, mi facevo sempre trasportare dalle emozioni e faticavo a mantenere la calma anche nelle situazioni più banali. Ero troppo irascibile, eppure, potevo vantare di essere l'unica persona in grado di far perdere le staffe a Kyla, o meglio, un tempo era così, ormai iniziavo a dubitarne, soprattuto perché erano trascorsi mesi dall'ultima volta che io e lei avevamo litigato.

" Mi fa piacere che tu non voglia disturbare Maya quando è con il suo ragazzo, ma che non ti interessi nulla di sapere se io sono con Aiden o meno. Comunque io sono a casa con mio zio, mio padre e Ash. Ti attendiamo a braccia aperte, anche se dovresti pagare pegno perché stai per interrompere una partita a Monopoli " replicai, il mio tono di voce scherzoso in modo che lasciasse intendere che non fossi per nulla seria.

Lanciai un'occhiata verso Ash e la vidi sorridere allegramente e annuire, come a volermi comunicare che anche lei fosse felice che Kyla si sarebbe aggregata a noi. Mi padre e Josh si guardarono reciprocamente tenendo in mano la loro bottiglia di birra riempita per metà, dopo pochi istanti, i due scrollarono simultaneamente le spalle e bevvero un lungo sorso dell'alcolico. In quel momento mi fu chiaro che a nessuno dei due disturbasse la presenza di una seconda mia amica all'interno di casa nostra.

" Mi farò perdonare in qualche modo, comunque sono appena entrata in taxi. Non sono distante, perciò non dovrei impiegarci molto. Inizia ad aprire il portone, per favore. A tra poco" mi informò Kyla, prima di mettere fine alla chiamata.

Sopirai lievemente e riposi il cellulare accanto a me, ritrovandomi a pensare che il lato positivo della visita di Kyla sarebbe stato che avrebbe interrotto veramente la partita a Monopoli e che, di conseguenza mio padre non sarebbe stato in grado di vincere, ergo, io non avrei perso. Le mie labbra si allargarono in un sorriso soddisfatto a quel pensiero.
Quando giunse nuovamente il mio turno di lanciare i dadi, il citofono di casa mia suono e io mi alzai in modo da andare ad aprire la porta, udendo entrambe le mie caviglie crocchiare dato che ero restata nella medesima posizione per circa un'ora. Udii mio padre borbottare fra sé e sé, ma non vi prestai attenzione poiché sicura che si stesse lamentando del suono emesso dalle mie caviglie e che a lui aveva sempre dato fastidio.
Quando Kyla fece il suo ingresso nell'appartamento, poggiò diversi sacchetti di carta - - che immaginavo essere riempiti di vestiti - accanto alla porta assieme al paio di scarpe che aveva indossato quel giorno. Si presentò a mio padre e a Josh con fare amichevole, nonostante i suoi occhi fossero leggermente arrossati è un rigo nero di mascara sciolto le segnasse la rima inferiore degli occhi, evidenziandone la colorazione azzurra. Mi domandai quale fosse la ragione per la quale Kyla fosse tanto scossa, al punto da aver pianto e chi fosse la fonte della sua malinconia.

" Kyla che succede?" chiese Ash, portandosi una ciocca dei capelli dietro l'orecchio e iniziando a sistemare le banconote colorate in modo ordinato all'interno della scatola.

Kyla restò qualche secondo in silenzio, seduta sul pavimento di legno lucido accanto a me e con lo sguardo fisso sul tavolino dinanzi a sé e la mente altrove, quasi si fosse persa in una matassa di pensieri. Vi era qualcosa di immensamente sbagliato nella sua espressione.

" Io e Kyle ci siamo lasciati, è andato a letto con un'altra. L'ho scoperto questa mattina, lo fa da più di un mese e quando gli ho detto che non volevo più vederlo lui non ha detto niente. Non ha ne,meno provato a spiegarmi perché lo avesse fatto" spiegò semplicemente, per poi sospirare.

Io ed Ash ci scambiammo un'occhiata reciproca, i nostri volti segnati dallo stupore, mentre Josh prese a scuotere la testa ripetutamente e fui certa che tra sé e sé stesse pensando che quella fosse una conferma che lui facesse bene a non intraprendere una relazione con nessuno. Mio padre d'altro canto poggiò amorevolmente una mano sulla spalla di Kyla e quest'ultima fissò i suoi occhi azzurri e lucidi per via delle lacrime che erano intenti a trattenere su di lui.

" È cretino? Io lo ammazzo. Gli stacco le palle e ci gioco a biliardino " esclamai, lasciando che la rabbia bruciasse come un fuoco ardente dentro di me.

Ormai avevo imparato a conoscere Kyla. Sapevo che amasse lo shopping e che comprasse vestiti ogni qualvolta si sentisse giu di morale, anche per le cose più banali, ero al corrente che, dopo aver visto per la prima volta La rivincita delle bionde, si fosse decisa a voler intraprendere la carriera di avvocato e che, pertanto, aspirasse a frequentare l'università di Harvard. Sapevo che adorasse i milkshake alla fragola e che fosse vegetariana.
Kyla si era rivelata incredibilmente lontana dal prototipo di ragazza che le avevo cucito addosso la prima volta che l'avevo incontrata, infatti, diversamente da quello che credevo, era tutto fuorché una ragazza facile. Aiden era stato il primo ragazzo del quale si fosse mai invaghita, un sentimento che era nato in seguito all'aiuto che lui le aveva dato dopo che il migliore amico di Kyla si era tolto la vita, aveva fatto l'amore con lui per la prima e Kyle era stato il primo fidanzato che avesse avuto in vita sua.
Il rapporto tra i due era sempre stato dei migliori e raramente li avevo visti litigare, proprio per tale ragione non riuscivo a credere che lui l'avesse tradita con un'altra ragazza, soprattutto se si considerava che la loro relazione non avesse risentito di particolari problematiche.
Kyla ed io eravamo divenute amiche ormai ed io ero sempre stata piuttosto protettiva nei confronti di coloro che amavo e, proprio per questo motivo, non sopportavo proprio vedere il volto di Kyla tanto malinconico.

" Tesoro, mi metti paura quando dici queste cose e sinceramente mi sento male solo a pensare a ciò che vuoi fare a quel ragazzo. Kyla, giusto? Non voglio assolutamente giustificare le azioni del tuo ex, anzi, tutt'altro, sappi che è lui a perderci. Una persona del genere è meglio perderla, fidati di me, si meritava di restarti accanto" disse mio padre, rivolgendosi prima a me e successivamente a Kyla.

" Robert ha ragione, Kyla. Ci sono passata anche io quando stavo con Thomas e di conseguenza so che cosa tu stia provando, un ragazzo che ti tradisce non merita le tue lacrime" aggiunse Ash, il tono di voce dolce e pacato.

La reazione della mia migliore amica si discostava enormemente dalla mia e mentre io ero intenta a trattenere in ogni modo la collera che sentivo ribollirmi dentro, Ash si limitò a poggiare una mano su quella di Kyla come a volerla indurre a comprendere che le comprendesse fino in fondo e che fosse pronta a sostenerla a dovere.

" Non mi aspettavo di certo che ci saremmo sposati, che saremmo andati a vivere assieme e che avremmo avuto dei figli, però non immaginavo di certo che lui avrebbe finito col tradirmi. Insomma, sembrava tutto come al solito. Forse nell'ultimo periodo ci siamo visti meno spesso rispetto al solito, però, cazzo, abbiamo fatto sesso ieri e mi ha anche detto ti amo. Quel bastardo.
Quello che mi da più fastidio è non sapere perché, insomma, se non mi amava più o non si trovava più bene con me, poteva semplicemente dirmelo. Non mi ha nemmeno dato uno stralcio di giustificazione o una spiegazione, anche minima e io per quanto mi sforzi proprio non riesco a capire perché lo abbia fatto" spiego Kyla, abbassando nuovamente lo sguardo.

Inizialmente, la sua voce fu segnata dalla collera, eppure, con lo scandire dei secondi si era fatta sempre più rotta dall'emozione e caratterizzata da quello che mi parve un mix di delusione, confusione e malinconia.
Ad un tratto mi parve addirittura le parole fossero state per lei come frammenti di vetro che le si incastravano in gola, spingendola ad interrompere il suo discorso per brevi istanti in modo da alleviare il dolore, seppure per poco.

" Tu hai un disperato bisogno di tre Josh special " disse mio zio, alzandosi dal pavimento e dirigendosi verso al frigorifero.

Kyla mi lanciò un'occhiata incuriosita, mentre Ash alzò un sopracciglio con fare confuso e seguì con lo sguardo i movimenti di Josh. Le mie labbra si allargarono in un sorriso divertito, dopo che le parole di mio zio raggiunsero le mie orecchie. Con il termine Josh special lui alludeva ad uno shot di vodka sul quale poggiava un cumulo di panna montata e che era stato ideato da lui in persona.

" Josh, non credo che farla bere sia la soluzione " lo rimproverò mio padre, per poi scuotere leggermente il capo nel notare che mio zio non gli avesse prestato minimamente ascolto o che, in ogni caso, non avesse intenzione di seguire il suo consiglio.

Josh era sempre stato convinto che la vodka fosse la risposta a qualsiasi cosa. Infatti, poi di una volta lo avevo sentito ripetermi che se avevo una bella notizia allora era giusto festeggiare con la vodka, che se ero triste uno shot avrebbe potuto risollevarmi il morale, che se ero arrabbiata la vodka mi avrebbe tranquillizzata e così via. Io la pensavo esattamente come lui, nonostante io fossi fermamente convinta che la pizza fosse una medicina di gran lunga migliore.

" È più buono il mio Hurricane Hayley, fammene preparare a meno uno" mi lamentai io, avviandomi verso il bancone della cucina e sottraendo uno dei tre bicchierini contenenti la vodka a Josh.

Recuperai una bottiglia di Blue curaçao e ne versai una piccola quantità nel bicchiere, restando successivamente ad ammirare per qualche istante il liquido alcolico azzurro mescolarsi a quello trasparente. Di lì a poco Josh si preoccupò di ricoprire i tre shot di panna montata e di porli dinanzi a Kyla che resto a fissarli per svariati secondi, quasi non fosse certa di volerli bere.

" Forza, bevi. Fidati di me, ti sentirai meglio. Quegli shot sono come gli spinaci per braccio di ferro" disse Josh, spronando Kyla e convincendola ad afferrare il primo bicchierino - uno di quelli riempiti solamente di vodka - e svuotarselo in bocca in un solo sorso.

La ragazza chiuse gli occhi, probabilmente perché infastidita dal bruciore che sentì alla gola. Josh si lasciò sfuggire un risolino, mentre ash era intenta a scrutare attentamente lo shot preparato da me, quasi la sua colorazione azzurra l'avesse incantata.

" Forse dovrei iniziare solo ad andare a letto con i ragazzi, senza spingermi oltre. Se stare con qualcuno significa regalargli la mia fiducia, per poi permettergli di tradirla sotto il mio naso, beh, allora passo. Posso avere altri shot per cortesia? " ammise amaramente Kyla, una volta consumato tutti gli shot.

Vi era qualcosa di profondamente triste nelle sue parole, quasi fosse disposta a rinunciare all'amore pur di non soffrire più, come se si fosse improvvisamente pentita di aver amato. Mi sembrò che preferisse che il sapore bruciante della vodka le mandasse lo stomaco in fiamme, piuttosto che accettare quello amaro derivato dalla consapevolezza che colui che amava desiderasse restare accanto a qualcuno che non fosse lei.
Mi accigliai improvvisamente nel sentire le parole di Kyla e le colpì il retro del capo come a volerla rimproverare.

" Hayley" esclamò mio padre in torno repertorio.

Ash sgranò gli occhi per la sorpresa, mentre Josh scoppiò a ridere divertito, nonostante in seguito ad un'occhiata intimidatoria da parte di mio papà avesse cessato di farlo presto. Kyla fissò i suoi occhi azzurri nei miei e dalla sua espressione fui in grado di comprendere che fosse confusa e arrabbiata, tanto da restare qualche secondo a boccheggiare senza proferire parola, quasi non fosse certa di cosa avrebbe voluto dire.

" Non dire cazzate. Non condannare l'amore solo perché un cretino ti ha spezzato il cuore. Piangi se vuoi farlo, grida, ubriacati o rompi qualcosa, ma non scegliere di restare da sola in seguito ad un tradimento, faresti un dispetto a te stessa, non a lui. Perciò non osare dire mai più che vuoi andare a letto con chiunque senza legarti sentimentalmente a nessuno, non se non è ciò che vuoi e lo fai solamente per un ragazzo " rimproverai Kyla e la ragazza restò a fissarmi con gli occhi sgranati per qualche istante, prima di gettarsi fra le mie braccia e singhiozzarmi sulla spalla.

Le mie narici si riempirono del suo profumo e la pelle si bagnò presto delle sue lacrime, sotto lo sguardo vigile dei presenti nel soggiorno che, in seguito a quel gesto, restarono in silenzio.
Ash si avvicino a me e Kyla, per poi iniziare ad accarezzare amorevolmente i capelli di quest'ultima, gli occhi fissi sulla sua schiena e lo sguardo colmo di comprensione.
Io non conoscevo il dolore del tradimento, avevo vissuto sulla pelle svariati tipi di sofferenza, ma quello mi era totalmente sconosciuto. Eppure, per quanto mi sforzassi, proprio non riuscivo a comprendere cosa si provasse a sapere che la persona amata preferisse trovarsi in compagnia di qualcun altro. Non mi era chiaro quanto dovesse far male vedere chi ami lasciarti alle spalle.

" Sei assurda. L'unica che riesce a tirare su il morale degli altri senza usare i guanti di velluto, grazie Hayley. Grazie a tutti, avete ragione" disse Kyla, dopo aver sciolto l'abbraccio.

Aveva ancora gli occhi colmi di lacrime, arrossati e leggermente gonfi. Parlò con il capo chino, rannicchiata sul pavimento del mio salotto e con i capelli illuminati dalla luce del sole, e mi sembro essersi fatta improvvisamente piccola, tanto da sembrarmi una bambina spaventata da un incubo.
Mio padre scompiglio amichevolmente i capelli di Kyla e questa rise leggermente, nonostante i suoi occhi fossero ancora intenti a riversare le lacrime sulle sue guance e Ash le sorrise in modo caloroso, quasi sperasse che quel suo piccolo feste avesse potuto, almeno in parte, consolare Kyla e spronarla a cessare di piangere.
Trascorremmo il resto del pomeriggio giocando a Monopoli e una volta giunta la sera mangiammo la pizza tutti assieme dinanzi ad un film comico e accompagnati da qualche bottiglia di birra.
Josh suonò qualche canzone del suo repertorio, preparò una fila di shot che vennero poi spartiti ad ognuno di noi e tentò anche di insegnare a Kyla a suonare la chitarra, munendosi di pazienza e sforzandosi di non ridere ogni qualvolta la ragazza sbagliava ad eseguire gli accordi più semplici. Restammo a parlare fino a tardi, ragionando sull'esistenza degli alieni proprio come ero solita fare con Scott in California e ridendo di gusto quando io esponevo alcune delle teorie del mio migliore amico tra un sorso di birra e l'altro.
Ash ci raccontò qualche aneddoto riguardante la sua infanzia e quella di Aiden, dando il via ad una serie di storie esilaranti riguardante ognuno di noi e quando mio padre ci informò di avere avuto un amico abbastanza stupido da voler controllare il livello della benzina della sua auto con un accendino, faticammo tutti a cessare di ridere.
Io rivangai vecchi ricordi appartenenti ad un passato in cui la mia famiglia era ancora al completo, eppure, né io né mio padre fummo affetti da nemmeno un briciolo di malinconia, troppo impegnati a ricordare un tempo ricco di felicità e di gioia. Fu proprio in quell'istante che presi ad accettare la realtà, ad accontentarmi di ciò che possedevo e a realizzare che, nonostante tre delle persone che più amavo mi fossero state strappate via, potevo ancora tenerle in vita attraverso la memoria, che mi bastava chiudere gli occhi per rivedere chi non c'era più. Non potevo cambiare il passato è questo ovviamente mi rattristava, ma sapere di aver avuto la fortuna di conoscere e amare persone come mia madre, Emma e Scott, mi riempii di speranza. Si trattava solo di una scintilla, eppure era sufficiente per dare vita ad un fuoco che ardeva e che si nutriva di ricordi, alimentando la felicità. La memoria era una stanza colma di specchi rotti dal tempo, di fotografie che fungevano da biglietto d'ingresso all'interno di un passato in cui gli orologi avevano smesso di girare, l'imperfezione di dettagli dimenticati e di sorrisi indelebili: un treno di sola andata che conduceva là dove il dolore e la felicità coesistevano, dove le lacrime si mescolavano ai sorrisi.
Bastava scegliere la destinazione, decidere quale ricordo riportare alla luce, per far si che le emozioni del presente mutassero; una statale permeata dall'odore di gomma bruciata e costellata di vetri rotti che brilla naso come diamanti sotto il bagliore argenteo della luna era in grado di trasformare un sorriso in una smorfia di dolore; una giornata trascorsa a Disneyland tra montagne russe e zucchero filato poteva asciugare una lacrima e dare vita ad una risata; una notte spesa a fissare le stelle accanto ad un fuoco scoppiettante, ipotizzando l'esistenza degli alieni era capace di mutare il senso di colpa in amore e la tristezza in felicità.
Parlammo fino a notte fonda, quando le bottiglie si svuotarono completamente e gli occhi di mio padre e Josh iniziarono a farsi pesanti. Ash e Kyla trascorsero la notte a casa mia e prima di andare a dormire, la mia migliore amica insistette per guardare almeno i primi due film della saga di Twilight, dato che si era preoccupata di portarli tutti a casa mia quel pomeriggio e che io le avevo promesso che avremmo fatto una maratona.

" Potete dirmi tutto quello che volete, però io rimarrò a vita team Edward" asserì Ash, prima di riempirsi la bocca con una manciata di M&m's.

Dato che ad ognuna di noi era venuto un certo appetito dopo mezzanotte, io fui costretta a recuperare qualche snack dalla scorta che custodivo gelosamente nel cassetto del mio comodino. Eravamo intente a guardare il primo film della saga ed ormai eravamo giunte alla metà, di conseguenza la relazione trai due protagonisti aveva iniziato a prendere una certa piega e a farsi via via sempre più interessante.

" Scherzi? Hai visto gli addominali di Jacob? Non vedo l'ora che inizi il secondo film per vederlo togliersi la maglietta anche con la scusa più stupita, tipo bella che prende una testata contro una pietra" ribatté Kyla, gesticolando animatamente ed indicando Ash con il Kit Kat che teneva in mano.

Le due presero a battibeccare e continuarono a farlo per diversi minuti, spingendomi a roteare gli occhi infastidita, dato che io mi trovavo al centro del letto e che, di conseguenza, fossi costretta a sopportare le lamentele di Ash riguardanti i gusti discutibili di Kyla, supportando la sua tesi a favore di Edward e del suo fascino da uomo vissuto e tormentato, in un orecchio e quelle di Kyla a proposito dell'appetibilità di Jacob e del suo carattere dolce e protettivo, dall'altro. Dopo qualche tempo, le due si stancarono di discutere e mi domandarono quale fosse il mio parere a proposito, in trepidante attesa che io facessi pendere l'ago della bilancia da una parte sola.

" Il mio cuore appartiene a Damon Salvatore. Anche se in questo caso direi che sono Team Black eye peas, anche se poi muoiono tutti, io speravo vincessero loro" confessai, per poi scrollare le spalle e tornare a rivolgere il mio sguardo sul televisore.

Kyla e Ash presero a borbottare per qualche istante, quasi stessero tentando di valutare il peso delle mie parole e volessero capire se io fosse seria o stessi scherzando, oltre che decidere se accettare la mia risposta come buona o meno.
Tentai di ignorare entrambe e mi finsi interessata al film, nonostante lo avessi visto abbastanza volte da conoscerne le battute a memoria, infatti, quando era uscito nelle sale del cinema io avevo costretto Scott ad andarlo a vedere, convinta che sarebbero stati soldi ben spesi e il mio migliore amico mi costrinse a scommettere che se il film non fosse stato di suo gradimento e nemmeno mio, cosa di cui lui era fermamente convinto, non appena il dvd si sarebbe trovato sul mercato io sarei stata costretta a vederlo tutti i giorni per due settimane. Inoltre, per rendere il tutto più interessante, Scott aveva addirittura deciso che se avessi perso avrei dovuto ripetere lo stesso processo con tutti gli altri film. In sostanza era stata una condanna, più che una scommessa. Ad ogni modo, io avevo miseramente perso, con grande disappunto dal parte mia ed enorme gioia da parte di Scott che non aveva fatto altro che schernirmi per giorni. Da allora l'intera saga di Twilight aveva rappresentato una sorta di nemico nei miei confronti.

" Mi spiegate perché dovrei scegliere tra una fatina luccicante e il gemello perduto di Kylie Jenner? Rimango della mia idea e se proprio Damon non vi sta bene, allora scelgo Klaus Mikaelson. Lui è sia vampiro che lupo, contente ora?" esclamai stizzita, per poi bere un lungo sorso dalla bottiglia d'acqua che avevo accanto e sperare che quelle parole avrebbero finalmente messo fine alla discussione.

Kyla e Ash scoppiarono in una fragorosa risata nell'udire le mie parole e decisero di non tentare ulteriormente di farmi scegliere tra uno dei due protagonisti maschili del film che eravamo intente a guardare e che, ad ogni modo, mi faceva tornare alla memoria Scott.
Mi addormentai senza accorgermene, immaginando di udire la risata del mio migliore amico e sperando che il giorno seguente Kyla si sarebbe sentita meglio.

Aiden

Mi trovavo seduto dinanzi al bancone della cucina, mio padre si trovava davanti a me e tra di noi poggiavano due lattine di birra che erano ormai state aperte da svariati minuti. Il silenzio regnava sovrano all'interno di casa mia, considerando che mia mamma si era già recata a dormire e che Ash era restata da Hayley.
Mio padre mi aveva informato di voler avere una conversazione con me, senza accennare minimante al l'argomento e spingendomi a sperare che quella chiacchierata notturna non sarebbe sfociata in una lite.
In realtà era da diverso tempo che io e lui non discutevamo, abbastanza da portarmi a pensare che, forse, qualcosa cosse cambiato e che, magari, mio padre avrebbe finalmente cessato di rimproverarmi per qualsiasi cosa io facessi - buona o meno, non aveva importanza - e che si fosse deciso a deporre le armi in segno di resa, deciso a lasciare che io e lui ci ignorassimo reciprocamente.

" Era così necessario parlarmi all'una di notte? " domandai, prima di bere un sorso di birra e lasciando che il mio sguardo si fissasse in quello gelido di mio padre.

Lui sbuffò rumorosamente, dandomi a pensare che si fosse già stancato di me e che, addirittura, si fosse pentito di avermi chiesto di avere quella conversazione. Lo osservai passarsi una mano tra i folti capelli castani, scombinandomi più di quanto lo fossero già e strofinarsi gli occhi con aria stanca, quasi stesse sperando l'energia - o forse la pazienza - non lo abbandonasse proprio in quel momento.

" Aiden, non rendermi tutto più difficile. Devi solo ascoltare, puoi anche non dire niente. Sono io quello che deve parlare dei due" mi informò, rigirandosi la lattina di birra tra le mani e senza incrociare il mio sguardo nemmeno una volta.

Restai in silenzio come da lui richiesto ed attesi che lui si decidesse finalmente a dirmi per quale ragione avesse voluto parlare con me e soprattutto quale sarebbe stato il soggetto della nostra conversazione. Osservai le piccole rughe ai lati dei suoi occhi e mi ricordai il periodo in cui non erano ancora comparse, quando io ed Ash eravamo solo bambini e mio padre ci portava a vedere le partite di hockey. Erano gli anni in cui io iniziai a giocare a basket invece che a football, dando così alla mia figura paterna la sua prima delusione e dando via al mio primo atto di ribellione nei suoi confronti, rifiutandomi di praticare uno sport che non mi aveva mai particolarmente entusiasmato.
Sorrisi amaramente a quel pensiero ed ingurgitai ciò che rimaneva della mia birra.

" Vedi, io ho sempre amato avere il controllo di ciò che mi circonda. Sono una persona organizzata e da quando ne ho memoria preferisco gestire ogni cosa a modo mio per non restare mai deluso del risultato.
Il mio lavoro consiste nel prevedere quali mosse compiere sul mercato, come in una partita di scacchi bisogna riflettere quale pedina usare e in quale posizione metterla, gestire gli ruoli di ognuno e sfruttarli nel migliore dei modi.
Tu però sei sempre stata l'unica persona che non sono mai riuscito a gestire, non sono in grado di prevedere le tue mosse e di conseguenza non so come reagire o come comportarmi quando fai qualcosa perché, in ogni caso, rimango destabilizzato.
Ash invece non mi ha mai dato particolari problemi, ha sempre fatto ciò che volevo, seguiva i miei consigli, mi ascoltava e non protestava mai quando le vietavo di fare qualcosa. Da questo punto di vista tu e lei siete completamente diversi" disse mio padre, persistendo a rigirarsi tra le mani la lattina di birra, mentre il mio sguardo restava fisso sulla sua figura seduta al bancone di marmo di quella cucina illuminata a giorno dalla lampada che pendeva dal soffitto.

Restai scosso dall'incipit di quel discorso, non riuscendo a comprendere dove sarebbe andato a parare e per quale ragione lui avesse deciso di dirmi quelle cose. Sapevo perfettamente di non essere mai stato il figlio che si aspettava, avevo scelto il basket al posto del football, non svolgevo un lavoro che lo aggradava, amavo la fotografia invece che restare con la testa i libri di economia e a scuola non mi comportavo come il ragazzo serio e pacato che mio padre si aspettava che fossi. Insomma, ero esattamente l'opposto di ciò a cui l'uomo che avevo dinanzi aveva aspirato, ma questo o non era mai stato un mistero, né per me, né tantomeno per lui.

" Penso che sia propio per questo motivo che io e te non siamo mai andati d'accordo, perché tu mi sei sempre andato contro, non hai mai fatto ciò che mi aspettavo che facessi e ogni volta trovi un modo per distruggere i piani che ho in mente per te e tua sorella, mandandoli all'aria.
Ma ti confesso che da quando mi hai fatto la ramanzina, poco prima che io e Shirley partissimo per Miami, ho realizzato quante cose mi sono perso. Ho passato così tanto tempo a pianificare la vita a te e a tua sorella, da non accorgermi nemmeno di quello che amavate fare, senza prestare attenzione a nessuno di voi. Vi ho trascurato per anni, mentre vostra madre vi ha visti appassionarvi a qualcosa, io mi sono sempre perso a creare programmi per il vostro futuro, pensando a quale college sarebbe stato più opportuno farvi frequentare, quando introdurvi nel mondo dell'imprenditoria e quando cedervi l'azienda.
Ho trascurato i miei stessi figli, però con te mi sono comportato in modo vergognoso Aiden e per questo ti chiedo scusa.
Solo ora ho capito cosa mi sono perso, quanto ho sbagliato a darti sempre contro, convinto che questo mio modo di comportarmi ti avrebbe spinto a capire che l'azienda fosse la scelta migliore, però mi sbagliavo. Ho capito che devo lasciare scegliere a te e ad Ashley ciò che volete fare, esattamente come mio padre ha fatto fare a me.
Ora, io so che non posso più recuperare gli anni che ho perso e che delle semplici scuse non sono sufficienti per cancellare anni di liti, però spero che un giorno tu mi possa perdonare e che mi dia la possibilità di redimermi " concluse, per poi consumare ciò che rimaneva della sua birra e fissare i suoi occhi di ghiaccio nei miei.

Restai qualche istante in silenzio, le labbra schiuse quasi sperassi che qualche parola sarebbe uscita dalla mia bocca. Mi sentii come pietrificato, troppo sconvolto dal discorso di mio padre per riuscire a capire cosa sarebbe stato giusto dire in quella circostanza. La verità però era che io, in realtà, non avevo bisogno di rifletterci troppo a lungo, perché avevo sempre sperato che mio padre dicesse qualcosa di simile, che io sarei riuscito finalmente a convincerlo che continuare a rimproverarmi non lo avrebbe mai condotto da nessuna parte.
Avevo sempre cercato la sua approvazione e ora che l'avevo trovata, riuscivo solo a limitarmi ad accettare l'abbraccio di mio padre.
Mi sembrò che quel gesto avesse permesso al muro che ci separava di creparsi, minacciando di farlo crollare una volta per tutte, nonostante io fossi consapevole che un semplice abbraccio non sarebbe mai riuscito ad abbattere una serie di mattoni costruiti attraverso l'odio, le parole velenose ed un affetto negato per interi anni.

" Dovrai sforzarti molto più di così, sappilo. Accetto le tue scuse, ma non aspettarti che io dimentichi ogni cosa solo perché ti sei dato finalmente una svegliata " lo informai, dopo essermi allontanato da lui ed aver fissato il mio sguardo nel suo.

Mio padre si limitò ad annuire, lasciando che io uscissi in silenzio dalla stanza, pensando che ormai vi fosse una voragine a separarmi da lui e che non spettasse a me costruire un ponte perché non ero stato io a creare quella distanza. Avevo aspettato anni perché lui si decidesse ad accettare la realtà, ad apprezzarmi per quello che ero e invece ci era riuscito solamente perché io lo avevo investito con un'onda colma di una verità corrosiva e distruttiva.
Ora spettava a lui sudare per riacquistare la mia fiducia, perché io non gliel'avrei di certo magicamente regalata come se gli fosse spettata di diritto dopo un semplice discorso. Poteva domandarmi perdono all'infinito, ma se non se lo fosse meritato non glielo avrei mai concesso, avevo ormai imparato a mie spese che i fatti possedevano un peso diverso rispetto alle parole. 

Spazio marshmellow:
Ciao a tutti! Come vi è sembrato il capitolo? Max ha un cuore? Questi sono veri shock...lol
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Grazie mille per tutti i bellissimi commenti che mi lasciate
Vi voglio bene
Baci
Xoxo
-Alex

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