Storm #Wattys2017

Autorstwa Alex9230

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[ Seguito di Hurricane ] Hayley è l'uragano impetuoso che ti travolge con la sua forza, trasportandoti in luo... Więcej

Trailer
Prologo: The edge
Capitolo 1: Faded Star
Capitolo 2: California
Capitolo 3: The fire
Capitolo 4: Ease my mind
Capitolo 5: Nightmare
Capitolo 6: Night Confessions
Capitolo 7: Illusion
Capitolo 8: Lonely Girl
Capitolo 9:Wish you were here
Capitolo 11: Shining soul
Capitolo 12: Fix You
Capitolo 13: Pictures of you
Capitolo 14: Batman
Capitolo 15: Truth
#AskAlex
Capitolo 16: Past
Capitolo 17: Black Rose
Le vostre domande + Italian FF Awards
Capitolo 18: Shattered Memories
Capitolo 19: Under the storm
Capitolo 20:Building walls
Capitolo 21: Heroine
Capitolo 22: Old Friends
Capitolo 23: Feeling real
Incontro!
Capitolo 24: Beauty and the beast
Capitolo 25: Runaway
Capitolo 26: Mask
Capitolo 27: Happy Ending
Capitolo 28: Insane
Capitolo 29: Supernova
Capitolo 30: White rose
Capitolo 31: Broken heart
Capitolo 32: Mermaid tears
Capitolo 33: Angel
Capitolo 34: The Lighthouse
Capitolo 35: Green day
capitolo 36: Run
Capitolo 37: Save me
Capitolo 38: Forgiveness
Capitolo 39: Hero
Capitolo 40: Let it go
AVVISO ✖NEWS
Capitolo 41: Save me a spark
Epilogo: Rainbow
Ringraziamenti
Nuova storia

Capitolo 10: Pain

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Autorstwa Alex9230

Capitolo 10

Aiden's POV

Mi avvicinai a Hayley lentamente, come se un movimento troppo brusco da parte mia le sarebbe stato fatale.
Avevo paura, tanto da faticare a respirare. Mi pareva che il sogno che avevo fatto quando ero in California si fosse tramutato in realtà e temevo che, proprio come nel mio incubo, le mie gambe avrebbero smesso di funzionare nel momento meno indicato.
Mai tanto come in quella circostanza odiai soffrire di vertigini, tentai di mantenere una certa distanza tra me e la ragazza con l'intenzione di non spaventarla e di parlarle in modo da farla ragionare.
Avevo il cuore in gola e una nausea incredibile mi attanagliava lo stomaco, dandomi l'impressione che da un momento all'altro avrei potuto vomitare.

" Angelo, ti prego guardami" dissi, mentre tendevo una mano verso di lei come se farlo nonostante ci fossero almeno due metri a separarci avrebbe potuto fare la differenza.

La ragazza nell'udire la mia voce voltò il capo verso di me, aveva gli occhi lucidi e colmi di lacrime trattenute e che parevano essere sul punto di ricaderle sulle guance bagnandole il viso. Il suo volto era distorto in una smorfia di dolore, lasciandomi intendere quanto stesse soffrendo in quel momento.
Nella mia mente si fece strana il ricordo delle parole pronunciate da Bella nel mio sogno, ma mi sforzai di scacciarlo e di rilegarlo in un angolo remoto e polveroso del mio inconscio in modo che vi potesse marcire.

Ecco, evita di pensare a quel diavolo biondo per una volta.
Ci sto provando.
Cerca di sforzare un po' di più il piatto di calamari fritti che hai nella testa.

" Aiden, io non ci riesco. Mi dispiace, è che fa così male. Rovino sempre tutto, distruggo ogni cosa che tocco e non posso mai aggiustare nulla.
È tutto così fragile, un solo movimento e tutto finirebbe. Io non esiterei più" replicò lei, tornando a fissare il vuoto che si estendeva sotto i suoi piedi e lasciando che le lacrime le solcassero il viso.

Non avevo mai visto Hayley tanto fragile quanto la era in quel momento e ad essere sincero speravo di non assistere ad una scena simile mai più perché temevo che, in caso contrario, sarei anche potuto morire.
Lei era come un vetro incrinato ed ero così impaurito che un solo soffio di vento l'avrebbe fatta crollare in migliaia di pezzi. Era ricoperta crepe, una ragazza di cristallo i quali occhi riflettevano una tempesta di emozioni.
Cercai di riflettere sulle parole che avrei dovuto pronunciare, tentando di mettere da parte la paura che provavo in quel momento e di non permetterle di paralizzare completamente il mio cuore.

" Angelo, lo so che fa male. Però credimi quando ti dico che ciò che pensi in questo momento non è vero. Lo so che vorresti tornare indietro, avere la possibilità di cambiare le tue azioni di rimediare agli errori, però non ne hai la possibilità e non importa quanto tempo tu possa spendere a rimuginare sul passato, nulla cambierà.
Scott ti voleva bene e tu lo sai, non vorrebbe sicuramente che tu ti gettassi da questo maledetto tetto. Io sono qui, ti starò accanto fino a quando ne avrai bisogno, anche per sempre se necessario. Non è colpa tua se le cose non vanno mai come speri, purtroppo la vita è così : una stronza sempre pronta a farti lo sgambetto e a ridere quando cadi.
Io lo so che tu hai la forza di rialzarti Angelo, però so anche che in questo momento hai bisogno del mio aiuto. Ti sto tendendo la mano per aiutarti, ti prego afferrala perché non riuscirei a perdonarmelo se non fossi in grado di salvarti.
Combatteremo i tuoi demoni assieme, però ti scongiuro di non permettergli di vincere proprio ora.
Devi lasciare andare Scott, Angelo. Non ricordare solo quella telefonata, ricordati dei momenti che avete vissuto insieme, delle vostre risate e di tutte le nottate che avete trascorso insieme, quelle di cui parlavi nel discorso che hai fatto in California.
Puoi permetterti di lasciarlo andare, lui non te ne farà una colpa, ricordati di lui e lascia che abbia sempre un posto nel tuo cuore. Tieni stretti i tuoi ricordi e concediti di essere felice, non lasciare che il senso di colpa di consumi, non ne vale la pena e in fondo lo sai benissimo anche tu. Torturati non ti farà riavere Scott, però tenerti stretta il suo ricordo sarà in grado di farti sorridere quando ne hai bisogno.
E cazzo lo so che le belle parole non cancelleranno il dolore che provi, ma gettarti da quel tetto non risolverà il problema. Non farai altro che cedere la tua sofferenza a qualcun altro, perciò vieni con me e affronteremo i tuoi demoni insieme, dimostra a te stessa che nulla ti può abbattere, che hai la forza di rialzarti e combattere" dissi, tentando di avvicinarmi al ciglio del tetto e sforzandomi di non guardare l'asfalto sottostante.

Hayley si voltò a guardarmi a metà del mio discorso ed aveva tenuto lo sguardo fisso nel mio come se le mie parole l'avessero incantata. Mi sorrise timidamente, mentre le lacrime persistevano a riversarsi dai suoi occhi come un fiume in piena e afferrò la mano che avevo teso verso di lei permettendomi di attirarla verso di me ed allontanarla dal ciglio del tetto.
Ero seduto sul cemento che rivestiva il tetto, mentre Hayley si era fatta piccola piccola stretta nel mio abbraccio, le mani aggrappate al tessuto della mia felpa e il viso nascosto nel mio petto. Il suo respiro caldo mi carezzava la pelle e a causa del freddo formava delle piccole nuvole bianche.

" Mi spiace, mi dispiace così tanto" sussurrò, la voce rotta dal pianto e iniettata di una tristezza tanto densa da parere palpabile.

" Shh, stai tranquilla Angelo mio. Andrà tutto bene, te lo prometto. Sono qui, non me ne vado" replicai, prendendo il suo viso tra le mani e fissando i miei occhi nei suoi che a causa delle lacrime tendevano maggiormente al verde.

Baciai ogni centimetro del suo viso, sperando che farlo mi avrebbe permesso di prelevare almeno una parte del suo dolore in modo da poterlo sentire sulla mia pelle ed alleviare la sua sofferenza. Per un attimo avevo temuto di perderla, che il sogno che avevo fatto sarebbe davvero divenuto realtà, che non sarei stato in grado di salvarla.
Sentii il sapore salato delle lacrime di Hayley sulle labbra, ma ciò non mi impedii di persistere a baciarle il viso e a scatenare da parte sua risata leggera.
Il vento gelido di New York persisteva a sferzarmi il volto e a farmi correre dei brividi lungo la schiena, eppure non mi interessava, perché in quel momento tutto ciò che volevo era stringere Hayley tra le braccia e farle comprendere che io ero disposto a restarle accanto e ad aiutarla a rialzarsi.
Alle mie orecchie giungevano i suoi prodotti dalle macchine che sfregiavano sull'asfalto e quello dei respiri della ragazza che si univa a quello dei miei. Le mie narici erano riempite del profumo di Hayley che, tra altro, aveva cessato di piangere aveva preso ad a tracciare dei cerchi immaginari sul mio petto.

" Ho commesso un errore Aiden e vorrei cancellarlo " bisbigliò, la voce fioca è leggermente rauca a causa del pianto.

Abbassai lo sguardo su di lei e notai che il suo volto era ancora distorto dal dolore che trapelava e si rifletteva anche nei suoi ormai arrossati e leggermente gonfi.
Mi dava l'impressione che fosse una bambina spaventata da un incubo le cui immagini non cessavano di ripetersi nella sua mente ed io avrei voluto cancellarle. Mi sarebbe piaciuto estirpare quel dolore alla radice in modo che in tale che sarei stato in grado di vederla sorridere, che potesse essere felice e non tormentata sai suoi stessi pensieri.

" Stai tranquilla Angelo, si risolverà tutto. Lascia il passato alle tue spalle, se senti che ti chiama non voltarti a guardarlo, ignoralo e vedrai che scomparirà" risposi, accarezzandole la guancia ancora leggermente inumidita dalle lacrime.

Hayley annuii leggermente, per poi allungare timidamente le dita verso il mio volto e sfiorandone la pelle. Era un tocco così gentile e delicato da darmi la sensazione che lei avesse paura che io fossi solo frutto della mia immaginazione e che temesse che se mi avesse accarezzato con più vigore io mi sarei dissolto.
Appoggiai la mia mano sulla sua così da fare in modo che il suo palmo fosse completamente premuto sulla mia guancia e lei persistette a fissare i suoi occhi nei miei.

" Non so come sarebbe andata a finire se tu non fossi arrivato. Grazie per avermi salvata Batman" disse, prima di avvicinare il suo viso al mio e posare le sue labbra sulle mie.

Fu un bacio timido, titubante e delicato quanto un fiore, sembrava essere intriso della sua gratitudine e in grado di trasmettermi le emozioni che in quel momento, evidentemente, non riusciva a trasformare in parole.
Le braccia di Hayley si allacciarono dietro al mio collo e mi attirarono a sé in modo da rendere quel bacio più profondo, mentre la mia mano poggiava sulla guancia di lei il mio pollice le accarezzava lentamente la pelle.
I battiti del mio cuore accelerarono e iniziarono a rimbombarmi nelle orecchie mentre le nostre lingue danzavano tra di loro seguendo il ritmo di quella melodia.
Non riuscivo a capacitarmi di quante emozioni scatenasse in me la vicinanza di Hayley, di come il mio corpo venisse incendiato dalle fiamme della passione ad ogni singolo bacio, impedendomi di sentire il freddo che permeava New York quella mattina.
Le labbra di Hayley persistevano a cercare le mie, quasi come se la ragazza non potesse respira senza ed io sentivo crescere i sentimenti che provavo nei suoi confronti con lo scandire di ogni secondo.
Si trattava di baci disperati e colmi di emozioni trattenute che si stavano riversando come un fiume in piena e nessuno dei due pareva più essere particolarmente interessato al luogo in cui ci trovassimo, o al vento gelido che ci avvolgeva.
Eravamo richiusi in una bolla dove esitavamo solo noi e i sentimenti che provavamo l'uno per l'altra, estranianti dal mondo circostante. Hayley si allontanò dalle mie braccia e poggiò la sua fronte alla mia, fissando i suoi occhi nei miei e allargando le labbra in un sorriso luminoso.

" I tuoi baci sembrano essere la medicina per ogni mio male e ti giuro che questo mi terrorizza, non so cosa potrei fare se ti perdessi" bisbigliò, mentre il suo respiro mi accarezzava la pelle del viso.

Le portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio e le sorrisi a mia volta. Comprendevo perfettamente come si sentisse, soprattutto perché io provavo le medesime emozioni nei suoi confronti. Ogni volta che la baciavo ogni singolo pensiero si eclissava dalla mia mente, spazzato via dalla forza impetuosa che la caratterizzava. Lei era il mio uragano, l'unica in grado di cancellare i ricordi dolorosi del mio passato e di cancellare l'immagine di Bella dalla mia memoria, anche solo per poco.
Anche io, come lei, temevo che se un giorno avessi dovuto rovinare tutto, finendo per perderla, sarei impazzito.

" Anche io. Immagino che non ci resti altro che resistere alle intemperie, però ti prego Angelo non fare mai più una cosa del genere. Stavo morendo di paura a vederti seduta lì, la prossima volta che ti senti così vieni da me. Non importa quale sia il problema, lo risolveremo insieme" replicai, prima di lasciarle un altro bacio a fior di labbra.

Hayley annuì, per poi gettarmi le braccia attorno a collo ed affondando il viso nell'incavo del mio collo, permettendo alle mie narici di accogliere la fragranza familiare del suo profumo.

" Aiden, mi porti a fare colazione? Ho fame e sinceramente non me la sento di restare a scuola, voglio restare con te" disse Hayley, la voce attutita dal tessuto della mia maglietta e le dita intente ad accarezzare la pelle del mio collo.

I brividi mi percorsero la schiena e mi ritrovai a desiderare che ci trovassimo nella sua camera da letto, immersi nell'oscurità e nelle condizioni di poter accarezzare ogni centimetro della sua pelle. Volevo concedermi di riempirmi le narici nel suo profumo e di baciarla fino a che i miei polmoni avrebbero iniziato a gridare reclamando ossigeno, volevo farla mia e non lasciarla andare mai più.
Ti stai prendendo una sbandata, anzi ti stai proprio innamorando.
Ma non dire cazzate, è solo che tengo molto a lei.
Certo, e io sono Chuck Norris.

" Devo prima controllare l'agenda, sai potrei avere altre vite da salvare. Sono Batman dopotutto " risposi, allargando le labbra in un sorriso.

" Che cretino che sei" affermò divertita Hayley, per poi colpirmi il braccio con il pugno e arricciare leggermente il naso come era solita fare.

Udendo le parole della ragazza scoppiai a ridere e lei roteò gli occhi con fare disperato, prima di alzarsi e dirigersi verso la porta del tetto con l'intenzione di rientrare all'interno dell'istituto.

" Ho ancora qualche giustificazione per le assenze, me le aveva date la segretaria, Amy, dopo che ho visto lei e il preside baciarsi nel suo ufficio. Quindi non è un problema saltare le lezioni" informai Hayley, guadagnandomi così un'espressione stranita che, tuttavia, non fu conseguita da alcuna domanda.

Probabilmente la ragazza preferiva rimanere all'oscuro dei dettagli che coinvolgevano Amy e il preside Myers e, ad essere sincero, non la biasimavo, dato che io avevo impiegato mesi a tentare di cancellare dalla mia memoria il ricordo dei due intenti a baciarsi appassionatamente sulla scrivania circondati da decine di documenti.

" Però oggi pomeriggio ho gli allenamenti di basket, perciò devo tornare qui. Vuoi venire anche tu? " dissi, dopo aver richiuso la porta del tetto alle mie spalle producendo un suono sordo.

La ragazza si voltò a guardarmi ed aspettò che io la affiancassi sul gradino delle scale sul quale si era fermata, arrestando il suo tragitto verso il piano inferiore.
Mi concessi qualche istante per analizzare con attenzione lo sguardo di Hayley con l'intenzione di scoprire se il dolore che vi avevo visto riflesso pochi minuti prima si fosse attenuato anche solo di poco. Fui felice di notare che, come speravo, gli occhi della ragazza erano meno tristi e che le sue labbra erano allargate in un sorriso.

" Sì, va bene. Dopo ti andrebbe di venire a casa mia? Non me la sento di restare da sola questa sera" replicò lei, abbassando lo sguardo come se si vergognasse delle sue parole.

Poggiai il braccio sulle sue spalle e la attirai a me in modo da abbracciarla e darle conforto. Sapevo benissimo che le parole da me pronunciare sul tetto non avevano cancellato il dolore che lei provava, che lo avevano soltanto alleviato ed ero anche perfettamente consapevole che in quel periodo Hayley aveva un disperato bisogno di compagnia. Perdere Scott per lei era stato come essere colpiti da un proiettile

"Non riesco a capire perché Scott mi abbia fatto una cosa del genere, perché abbia voluto farmi così male. Dio, lo so che stava soffrendo e che probabilmente è in parte anche colpa mia, però avrei voluto che me ne parlasse invece di abbandonarmi così. Lui lo sapeva benissimo quanto male mi avrebbe fatto, lo sapeva che mi sarei incolpata di tutto, me lo ha anche scritto nella lettera che mi ha lasciato. Quindi non capisco perché lo abbia fatto, cosa ho sbagliato? Perché ha voluto cedermi il suo dolore" aggiunse, prima che io potessi rispondere al suo quesito precedente.

Avevo come l'impressione che quello sfogo fosse stato più un pensiero della ragazza che, senza rendersene pienamente conto, era stato professato ad alta voce.
Era chiaro che il dolore che Hayley provava in quel momento si stesse tramutando in collera ed io non la biasimavo per questo dato che, io meglio di tutti, sapevo cosa significasse provare una tale tristezza che tramutarla in collera pareva l'unica soluzione.
Tuttavia, io sapevo anche che la rabbia era un'emozione ben più devastante del dolore, che la collera consumava tutto come un fuoco incontrollabile e non volevo che Hayley si lasciasse inghiottire da quelle fiamme.

" Angelo, tu non hai fatto nulla. Il suicidio, come penso tu sappia già, è una frazione di secondo. È un istante in cui il mondo si fa buio e ogni persona, ogni cosa, sembra oscurata da un'ombra densa e fitta che non ti permette vedere ciò che ti circonda in modo nitido. In quel momento non ti interessa delle persone che ti amano, di chi farai soffrire con la tua morte e non prendi nemmeno in considerazione l'ipotesi che tutto possa andare meglio. L'unica cosa che senti è il dolore e allora decidi di sederti sul ciglio di un tetto e di guardare l'asfalto sottostante pensando che con un solo gesto potresti mettere fine ad ogni cosa.
Ci sono le persone come te, che arrivano a quel punto e scelgono di darsi una seconda possibilità, chiamando il proprio migliore amico per farsi salvare prima o che lasciano che le parole del proprio ragazzo idiota le spinga a cambiare idea. Però ci sono anche le persone come Scott, quelle che ormai hanno scelto che non ne vale la pena, perché il dolore è l'unica emozione che riescono a provare.
Però non te ne puoi fare una colpa, perché è una scelta di quelle persone e non importa quanto tu possa incolparti o arrabbiarti per le loro scelte, le cose sono andate così. Lo sai anche tu che Scott non si è tolto la vita perché non amava più te, sua madre o sua sorella, ma perché l'amore che provava nei confronti di Emma era troppo forte. Perché per quanto possa sembrare paradossale anche l'amore può uccidere e Scott era troppo innamorato di Emma per lasciarla andare.
Io non so cosa lui abbia scritto nella lettera che ti ha lasciato, però so che forse avresti bisogno di rileggerla, di analizzare ogni parola e di comprenderne il significato fino in fondo " le spiegai, fissando i miei occhi nei suoi e osservando l'espressione del suo viso farsi malinconica mentre le parole fluivano dalla mia bocca.

Tuttavia, una volta che ebbi terminato il discorso, Hayley mi sorrise e mi parve di vedere riflessa nelle sue iridi una gratitudine che non riusciva a spiegare a parole. E poi mi baciò, come se quello fosse stato l'unico modo per ringraziarmi. Premette le sue labbra sulle mie con delicatezza e si allontanò quasi subito, per poi poggiare la sua fronte alla mia e sorridermi ad occhi chiusi.

" Grazie Aiden, sai sempre quali parole ho bisogno di sentirmi dire e per quanto strano possa sembrare il tuo discorso mi ha restituito almeno in parte la forza che credevo di aver perso. Sei come il mio Yoda personale " disse, riaprendo gli occhi e continuando a sorridermi.

Alzai un sopracciglio con fare confuso e allontanai il mio viso da quello di Hayley in modo che la ragazza potesse essere in grado di osservare la mia espressione.

" Ti sembro un omino verde e peloso alto mezzo metro con indosso una tunica, per caso?" domandai incuriosito, lasciando che il mio tono di voce lasciasse trapelare la mia perplessità.

Oh no, ma a volte il tuo cervello mi da l'impressione di esserlo.
Grazie tante.
Figurati, però non penso tanto a Yoda quanto piuttosto al Grinch.

" No, però potresti esserlo" replicò divertita Hayley, prima di scoppiare in una fragorosa risata.

Il suono fece eco, si mescolò al chiacchiericcio soffuso che udivo provenire dal corridoio della scuola e ai tonfi emessi dalle ante degli armadietti che venivano chiuse con forza.

" Preferisco non rispondere alla tua affermazione e andare direttamente a fare colazione" dissi, afferrando la mano della ragazza e conducendola verso il corridoio.

Una volta scese le scale io e Hayley ci facemmo strada tra gli studenti intenti a chiacchierare animatamente, mentre aspettavano il suono della campanella che avrebbe indicato l'inizio della lezione successiva. Ci fermammo dinanzi al mio armadietto e dopo aver inserito la combinazione, io ne estrassi le giustificazioni delle quali necessitavamo io e la ragazza accanto a me che, tra l'altro, era intenta ad osservare lo schermo del suo cellulare in modo da leggere un messaggio.
In quel momento sopraggiunsero Ash e Will, sul viso di entrambi era dipinta un'espressione preoccupata e non appena il loro sguardo si posò su Hayley entrambi la abbracciarono con foga cogliendola di sorpresa tanto che per poco lei perse l'equilibrio.

" Killer sono così felice di vederti, stavo morendo di paura. Io e Ash abbiamo incontrato Kyla e ci ha detto che tu non eri in forma oggi, che sembravi particolarmente triste e io stavo per estrarre la mia spada laser e far fuori i tuoi demoni personalmente. Aspetta, questa frase non suona bene, cancellala" disse il mio migliore amico, suscitando così la risata di Hayley e la mia.

Scossi la testa con fare disperato, mentre osservavo il mio migliore amico allontanarsi da Hayley che, tra l'altro, sembrava non riuscire a smettere di ridere a causa di ciò che Will aveva detto.
Ash d'altro canto non aveva ancora messo fine all'abbraccio e sembrava intenta a stringere ancora di più la presa attorno al corpo della sua migliore amica, come se avesse temuto che sarebbe potuta scomparire di lì a poco.

" Ero così preoccupata" affermò, la voce attutita dal tessuto del giubbotto di Hayley e carica della preoccupazione di cui parlava.

Mi avvicinai a mia sorella e le posai una mano sulla spalla, in modo da confortarla ed indurla a comprendere che le sue emozioni erano state condivise sia da me che da Will.

" Ash noi stiamo andando a fare colazione, vuoi venire anche tu? Così almeno tu e Hayley potete passare un po' di tempo assieme" domandai, fissando il mio sguardo in quello di mia sorella che, tra l'altro, era leggermente lucido per via delle lacrime.

Ash era sempre stata una ragazza sensibile, perciò ogni emozione tendeva a prendere il sopravvento su di lei. Non importava se fosse arrabbiata, triste, felice o preoccupata, lei finiva sempre per scoppiare a piangere senza che avesse il minimo controllo sulle emozioni che provava. In questo eravamo completamente diversi l'uno dall'altra perché io, al contrario di lei, avevo pianto ben poche volte in vita mia e non perché ritenessi che fosse un gesto poco virile, semplicemente avevo provato ben poche volte un dolore tale da indurmi a piangere. Ero sempre stato così, persino da bambino.

" Pronto? Anche io ho fame ed ero preoccupato tanto quanto lei. Perché qui nessuno calcola mai il povero Will? Vi ricordo che ci sono ragazze qui dentro che morirebbero dalla voglia di fare colazione con me" si lamentò il mio migliore amico, guadagnandosi un'occhiata velenosa da parte mia e di mia sorella.

" Will hai finito di dire cazzate? " domandai, prima di colpire il capo del ragazzo con il palmo della mia mano.

Hayley rise di gusto e fisso i suoi occhi ancora arrossati su me e Will, aveva l'espressione divertita ed incuriosita di chi non aspettava altro che vedere ciò che sarebbe accaduto.

" Will hai finito di dire cazzate" ripeté il mio migliore amico, imitando il mio tono di voce ed alimentando le risate di Hayley.

" Cavolo Aiden sei proprio crudele, così ferisci i miei sentimenti. Sai che ti dico? Avresti proprio bisogno di una sana scopata, per esempio io ed Ash proprio l'altro giorno abbiamo- " continuò Will, per poi interrompersi nel bel mezzo del suo discorso a causa dell'occhiata velenosa è potenzialmente letale che sia io che Ash gli stavamo rivolgendo.
" - guardato i film Disney, tutti. Hercules è il mio preferito, tu in questo momento mi ricordi un po' Ade ad essere sincero" concluse il ragazzo, iniziando ad indietreggiare poiché io avevo iniziato ad avanzare verso di lui.

" Corri, veloce" dissi, proprio nel momento in cui anche mia sorella iniziò ad avvicinarsi al suo ragazzo con aria minacciosa.

Era chiaro che anche Ash non fosse stata contenta di udire le parole pronunciate poco prima dal ragazzo, il che era perfettamente giustificabile. Hayley aveva preso a ridere così forte che diversi studenti si fermarono ad osservare la scena che si prospettava dinanzi ai loro occhi con fare incuriosito.

" Ade arrabbiato " fu tutto ciò che Will disse, prima di iniziare a correre verso l'uscita della scuola inseguito da me e mia sorella.

Udii Hayley seguirci, accompagnata dalle sue risate. Ero felice che, nonostante il mio migliore amico avesse fatto adirare sia me che mia sorella, in qualche modo tutta ugello situazione fosse stata in grado di rallegrare il morale di Hayley.
Una volta usciti dall'istituto, Ash accelerò il passo e si aggrappò alla schiena di Will circondandogli la vita con le gambe e lanciò un'occhiata verso di me. Mi basto uno sguardo da parte di mia sorella per capire che quali fossero le sue intenzioni, quando eravamo bambini e Will ci faceva arrabbiare Ash si era sempre occupata di tenere fermo il ragazzo in modo che io potessi sferrargli un colpo al braccio.
Era chiaro che io e mia sorella avessi trascorso troppo tempo durante la nostra infanzia a guardare gli incontri di wrestling della WWE programma che, per altro, né mia madre né, tantomeno, mio padre avevano mai tollerato.

" Aiden, vai" esclamò Ash, la voce carica di divertimento e susseguita da una risata la quale si unì a quella emessa da Hayley che, tra l'altro, a quel punto aveva iniziato ad asciugarsi i lati degli occhi per via delle lacrime.

" You can't see me" dissi al mio miglio amico, prima di scagliargli un pugno sul braccio dosando la forza affinché non gli provocassi un ammontare di dolore eccessivo.

A quel punto mia sorella scese dalla schiena si Will ed alzò la mano in modo che potesse essere in grado di darmi il cinque, mentre il mio migliore amico aveva preso a strofinarsi il bicipite con un'espressione dolorante dipinta in volto.

" Killer, dovevi essere dalla mia parte. Ah, ma che ti parlo a fare? Tra poco ti scoppia il cervello a causa di tutte queste risate" esclamò Will rivolgendosi a Hayley e scuotendo il capo con fare disperato.

Hayley stava ridendo tanto che, a quel punto, si sedette su un gradino della scuola tentando di placare le risate e reggendosi la pancia come se in quel momento le facesse terribilmente male.
Sorrisi nel vedere l'espressione divertita della ragazza e mi concessi qualche instante per osservarla attentamente, tentando di memorizzare il mondo in cui alcune lacrime di gioia le ricadevano lungo le guance, rendendole gli occhi lucidi. Tentai di imprimere nella mente il modo in cui le guance di lei avevano assunto una colorazione purpurea è come il suo naso era leggermente arricciato. Ero così felice di vederla ridere e di esser riuscito a cancellare dalle sue iridi quella patina di tristezza che detestavo, e non mi importava se poco dopo sarebbe tornata, in quel momento mi bastava vederla contenta e sorridente. Mi accontentavo di sapere che, prima o poi, Hayley sarebbe tornata ad essere felice.
Di lì a poco, ci recammo in una tavola calda e non appena varcammo la soglia le mie narici furono riempite dal profumo del caffè e da quello dolce dello sciroppo d'acero che veniva versato sui pancake. Il locale era riscaldato e il tepore che permeava l'aria fece in modo che le mie dita intorpidite dal freddo che avvolgeva New York tornassero lentamente ad una temperatura consona. Ash e Hayley andarono a sedersi ad uno dei tavoli vicino alla vetrata che si affacciava sulla strada che, tra l'altro, era quasi completamente appannata impedendo così di poter distinguere le forme dei grattacieli della grande metropoli e delle persone nei minimi dettagli. Sul tavolo di metallo poggiava un menù di carta color crema sul quale erano riportate le pietanze i cui bordi erano leggermente rovinati, i sedili di pelle rossa sui quali eravamo seduti erano di una tonalità più scura rispetto al cappotto di mia sorella ed in netto contrasto con il colore dei suoi capelli scuri.
Dinanzi al bancone posto poco distante dal nostro tavolo era posta una serie di sgabelli e su alcuni di essi erano sedute delle persone intente a consumare la loro colazione. Vi era un uomo con indosso un giubbotto blu notte il quale bordo del cappuccio era ricoperto da una pelliccia sintetica e dianzi a lui poggiava una tazza dalla quale usciva una sottile linea di fumo e ne dedussi che, probabilmente, fosse riempita di caffè bollente. La mandibola dell'uomo era coperta da una folta barba scura scura e mentre osservavo i suoi movimenti, mentre era intento a tagliare il pancake posto nel suo piatto, notai che sulle nocche della mano destra erano tatuate le lettere che componevano la parola fire. Le mani dell'uomo erano tozze e anche il dorso era sovrastato da un tatuaggio del quale, tuttavia, non ero in grado di distinguere bene i dettagli, inoltre il pollice era ornato da un anello color argento. Estrassi dal mio zaino la mia macchina fotografica e dopo aver messo a fuoco la mano dell'uomo che, ormai, poggiava sul bancone mentre l'altra era intenta a sorreggere la tazza riempita di caffè, realizzai qualche scatto. Osservai il risultato sul display e ne restai piuttosto soddisfatto, per poi cambiare il filtro della macchina fotografica impostando quello in bianco e nero e scattarne altre.
Avevo sempre trovato affascinati le mani, nonostante non fossi in grado di spiegarmi il perché, infatti mi capitava spesso di osservarle attentamente e fotografare quelle che mi parevano più belle.
Quando distolsi lo sguardo dal display, notai che gli occhi di Hayley erano fissi su di me e che erano intenti ad osservare attentamente in miei movimento, quasi ne fosse stata affascinata.

" Io propongo un gioco: da questo momento non siamo più noi, fingiamo di essere qualcun altro" disse Hayley, distogliendo lo sguardo dal mio e rivolgendolo verso Will che era seduto accanto a me.

Mia sorella allargò le labbra in un sorriso ed annuì, quel gesto fece sì che una ciocca di capelli le scivolasse accanto al viso e lei si preoccupò subito di riportarla dietro l'orecchio.

" Io ci sto, scommetto che potrebbe essere divertente " replicai, per poi poggiare la mia macchina fotografica sul tavolo.

In quel momento una cameriera con indosso un grembiule bianco macchiato all'altezza dello stomaco da quello che, ad occhio, sembrava caffè. Aveva i capelli di un rosso vivo legati in una crocchia sopra la testa ed alcune ciocche più corte le contornavano il viso giovane, poco sopra il suo labbro superiore era posto un piercing il quale rifletteva la luce al neon che illuminava il locale. All'altezza del suo seno destro era posta una targhetta di metallo che riportava il suo nome: Evie.

" Ciao, che posso portarvi?" domandò, fissando i suoi grandi occhi azzurri nei miei ed allargando le labbra in un sorriso, permettendomi così di notare che il suo incisivo sinistro era ornato da un piccolo brillante.

La ragazza spostò il peso da una gamba all'altra e poggiò una mano sul fianco in attesa di ricevere una riposta senza, tuttavia, distogliere gli occhi dai miei nemmeno per un secondo.

" Beh, io e il mio ragazzo vorremmo una porzione di pancake ed un bicchiere di spremuta d'arancia " replicai, prima di poggiare una mano sulla spalla di Will ed allargare le labbra in un sorriso.

Il viso della ragazza si distorse temporaneamente in un'espressione delusa, mentre il mio migliore amico mi rivolse un'occhiata di intesa. Mia sorella si portò una mano dinanzi alla bocca in modo da non dare sfogo alla risata che stava trattenendo, per poi fissare lo sguardo sul tavolo come se sperasse che quel gesto l'avrebbe aiutata.

" Oh amore tu mi conosci così bene, sei proprio il mio Batman" aggiunse Will, prima di stamparmi un bacio sulla guancia e rendendo la sua voce acuta.

Era chiaro che stesse tentando di imitare Hayley e dovetti racimolare ogni briciolo di autocontrollo di cui disponevo per evitare di ridere cosa che, tra l'altro, stavano tentando di fare anche la mia ragazza, mia sorella e Will stesso.

" E tu sei il mio Robin " risposi, facendo l'occhiolino al mio migliore amico e spostando successivamente il mio sguardo sulla ragazza il quale viso era arrossito leggermente.

" Io prendo i pancake, una fetta di torta alle carote e una tazza di caffè. Tesoro anche tu dovresti prendere le stesse cose, sai, dato che devi mangiare per due" disse Hayley, prima di poggiare una mano sul ventre di mia sorella e fissare il suo sguardo in quello della cameriera, le sue labbra allargate in un sorriso.

Osservai la ragazza prendere l'ordinazione e notai che scriveva con la sinistra e che le sue unghie smaltate di nero erano piuttosto lunghe, tanto da indurmi a chiedermi come riuscisse a tenere in mano la penna senza che le risultasse terribilmente scomodo.

" Oh congratulazioni, il padre biologico è a lavoro? " domandò ricambiando il sorriso di Hayley e apparendo genuinamente felice per lei, nonostante qualcosa dentro di me mi stesse facendo sospettare che non credesse alle sue parole.

Mia sorella si morse il labbro e socchiuse gli occhi, quasi si stesse concentrando affinché non si lasciasse sfuggire una risata cosa che, tra l'altro, anche io mi stavo sforzando di non fare.

" Oh no, è il mio migliore amico qui presente. Sai, non volevo rimanere incinta di uno sconosciuto e lui è stato così gentile da offrisi volontario, non è stato gentile da parte sua? Ad ogni modo io prendo la stessa ordinazione della mia ragazza" rispose tranquillamente Ash, indicando Will il quale si sforzò di annuire e di sorridere alla cameriera in modo da sembrare convincente.

Non riuscivo a comprendere come fosse possibile che non fossi ancora scoppiato a ridere, quella situazione era pressoché ridicola e tanto divertente che iniziavo a desiderare che qualcuno avesse fatto un video.
La cameriera si limitò a sorridere nuovamente, prima di avviarsi verso quella che presumevo fosse la cucina a passo svelto e deciso, dava quasi l'impressione che stesse scappando.
Non appena la ragazza scomparve dal nostro campo visivo, scoppiamo tutti a ridere simultaneamente attirando così l'attenzione dei presenti al tavolo vicino al nostro i quali, per altro, ci osservarono con un'espressione stranita dipinta in viso.

Hayley's POV

Era ormai pomeriggio e io mi trovavo seduta sugli spalti della palestra della scuola intenta ad osservare Aiden mentre svolgeva l'allenamento di basket assieme a Will.
L'aria era appestata dall'odore di chiuso misto a quello di sudore e mi pizzicava leggermente le narici, Ash era seduta accanto a me e i suoi occhi erano fissi sul campo da basket, o meglio, sul suo ragazzo.
I miei amici avevano trascorso in mia compagnia l'intera mattinata, accontentando i miei capricci e assicurandosi che non mi perdessi nei miei pensieri nemmeno una volta. Adien quel giorno era riuscito a farmi ragionare, a impedirmi di compiere un gesto estremo che, ad ogni modo, non avrebbe risolto i miei problemi.
Era come se essere in compagnia del ragazzo dagli occhi tempestosi mi aiutasse ad essere felice, quasi lui affogasse la mia tristezza o la trascinasse via come una grande onda. Ero grata ad Adien per essere giunto sul tetto al momento giusto, per essersi sforzato di avvicinarsi a me nonostante la sua paura delle altezze e per avermi aiutata a ricordare quanto, in realtà, Scott mi volesse bene. Sapevo che lui aveva ragione: avevo bisogno di rileggere la lettera che mi era stata lasciata dal mio migliore amico. Sentivo il bisogno di rileggere quelle parole e di comprenderle fino in fondo, in modo da capire che la scelta di Scott non era dipesa da me. Avevo bisogno che quei fogli bianchi sui quali erano scritte le confessioni del mio migliore amico in una calligrafia tremolate ed imperfetta, mi ricordassero chi ero e, soprattutto, che mi aiutassero a lasciarmi il passato ed il dolore alle spalle. Avevo bisogno di non incolparmi della morte di Scott, di non incolpare lui per ciò che aveva fatto e di impedire ai sensi di colpa di persistere a divorarmi.
Infatti, la verità era che ancora non avevo cessato di darmi la colpa, che nonostante le belle parole di Aiden mi avessero riportata con i piedi per terra e mi avessero restituito parte della forza che temevo di aver perduto, io mi sentivo ancora in parte responsabile per la morte di Scott. Era più forte di me: non riuscivo a fare a meno di darmi la colpa e di pensare che avrei potuto fare di più, che sarebbe stato mio dovere farlo.
In quel momento sentii qualcuno sedermisi accanto, attirando la mia attenzione e interrompendo così il flusso dei miei pensieri.
Mi voltai alla mia sinistra e restai piuttosto sbigottita nel notare che la persona che avevo accanto era Kyla, infatti sgranai leggermente gli occhi e mi domandai se mi avesse scambiata per sbaglio per una delle sue amiche.

" Ti sei persa?" domandai, rivolgendomi alla ragazza la quale in tutta risposta scosse roteò gli occhi e scosse la testa.

" Ash, ti dispiace se parlo un attimo con Hayley? " chiese Kyla, portandosi una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio.

La mia migliore amica si alzò e scese i gradini degli spalti, per poi andare a sedersi in prima fila e riprendere ad osservare gli allenamenti con fare interessato.
Mi voltai ad osservare la ragazza seduta accanto a me la quale quel giorno aveva legato i capelli in una coda alta e le ciocche ondulate le ricadevano sulla schiena. Le gambe di Kyla erano fasciate da un paio di jeans a sigaretta ai quali aveva abbinato degli stivali scamosciati neri ed un maglione di lana color crema, aveva il viso truccato leggermente e in quel momento mi ritrovai a pensare che fosse cambiata molto dalla prima volta in cui l'avevo vista.

" Ho saputo che hai perso il tuo migliore amico" esordì la ragazza, fissando i suoi occhi azzurri nei miei.

Sentii il mio cuore perdere un battito e mi ritrovai a chiedermi quale fosse la ragione per la quale Kyla avesse deciso di instaurare quel tipo di conversazione con me e, soprattutto, dove volesse andare a parare il suo discorso.

" Perso, credo che non avresti potuto trovare parola più sbagliata. A dirti la verità, non ho mai capito perché si usi proprio quel vocabolo in queste circostanze. Voglio dire, quando perdi qualcosa c'è sempre la speranza, anche minima, che possa essere ritrovata e io non ho perso Scott, lui è morto quindi direi che non c'è proprio verso che io possa ritrovarlo. Non credi?" replicai, sentendo un nodo formarmisi in gola e udendo il tono della mia voce incrinarsi leggermente per via dell'emozione.

" Sì, hai ragione. Senti, volevo solo dirti che capisco perfettamente quello che stai passando" disse Kyla, dopo aver annuito leggermente ed abbassando lo sguardo sulle  sue mani.

Resto a fissarsi le dita come se non le vedesse davvero, gli occhi persi di chi era stato sfiorato da un pensiero velenoso ed in grado di trascinalo in luoghi sperduti.
Tuttavia non comprendevo fino in fondo cosa stesse tentando di dire Kyla e perché mi stesse mostrando una parte di lei che ero sicura non mostrasse quasi a nessuno.

" Sai, l'anno scorso il mio mio migliore amico si è gettato dalla finestra di camera sua. Viveva al diciottesimo piano di una palazzina non molto distante dall'Empire state building e quando io lo sono venuta a sapere mi trovavo a Parigi, dato che mio padre vive lì.
Ero distrutta, scoprire ciò che Colin aveva fatto mi aveva completamente devastata" spiegò, riportando il suo sguardo su di me.

Schiusi leggermente le labbra con l'intenzione di dire qualcosa, eppure dalla mia bocca non fuoriuscì nemmeno un suono. Non riuscivo a trovare le parole adatte, a comprendere cosa volessi dire o cosa fosse opportuno fare. Kyla non era mia amica è a maggior ragione, per quanto mi sforzassi, non capivo perché mi stesse facendo quella confessione.

" Perché mi stai dicendo questo? " domandai incuriosita, prima di iniziare a giocherellare con il braccialetto di perline viola che mi era stato regalato dam io zio a Natale.

Kyla deglutì e lanciò una veloce occhiata al campo di basket con fare nervoso, per poi sorridere amaramente dandomi l'impressione che persino a lei risultasse strana quella situazione.

" Perché so come ti senti, so che non riesci a fare a meno di incolparti e di chiederti se ci fosse stato qualcosa che avresti potuto fare per salvarlo. So che ti guardi allo specchio e odi ciò che vedi, che non riesci a capire perché il tuo migliore amico non ti abbia confessato come si sentisse e che una parte di te lo incolpa per ciò che ti ha fatto. Però Hayley fidati di me - per quanto ti possa risultare difficile -, incolparti non ti servirà a nulla. Devi accettare che non puoi avere il controllo su tutto ciò che ti circonda, non importa quanto tu ci possa sperare, non lo avrai mai.
Prima accetterai ciò che è successo e prima riuscirà ad andare avanti, ad essere felice e a tornare a gioire della quotidianità" replicò la ragazza, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Il suo gesto fece si che alle mie narici giungesse la fragranza dolce del suo profumo che, tra l'altro, era in netto contrasto con l'odore che permeava l'aria della palestra.
Alle mie orecchie giungevano il suono emesso dalla palla da basket che rimbalzata al suolo e quello delle suole di gomma a contatto con il pavimento lucido.

" È difficile, fa così male. Vorrei solo che il dolore se ne andasse, capisci? Mi piacerebbe che venisse spazzato via, perché mi sta facendo impazzire " confessai, passandomi nervosamente una mano tra i capelli.

Non avevo ancora pienamente compreso cosa avesse portato Kyla a volermi aiutare, però le ero grata per ciò che mi aveva detto. Sentire quelle parole da qualcuno che aveva attraversato il mio stesso inferno mi rincuorava, perché forse la verità era che non avevo bisogno di un dottore, quanto piuttosto di qualcuno che portava una ferita uguale alla mia sul cuore. Avevo bisogno di qualcuno che comprendesse quanto male facesse bruciare tra le fiamme del senso di colpa, che riportasse sulla pelle le medesime escoriazione e purtroppo Aiden, per quanto si sforzasse di aiutarmi, non possedeva le mie stesse ferite.

" Lo so, ma ci vuole tempo. Non ho intenzione di mentirti, perciò voglio che tu sappia che certi giorni farà più male, mentre altri non ti sembrerà nemmeno che al tuo cuore sia stata inferta una ferita del genere. Semplicemente andrai avanti, a volte ti ritroverai a pensare a lui, a chiederti se sia felice nel posto in cui si trova ora e se ti starà guardando da lontano. Un giorno ti sveglierai, berrai la tua tazza di caffè e capirai che questa è la tua vita, che non puoi cambiare il passato e che piangerti addosso non servirà a nulla. Inizierà a bastarti ciò che hai e ne farai tesoro, quando attraversi un lutto come quello che abbiamo vissuto tu ed io inizi a vedere il mondo con occhi diversi, magari per ora tu non la vedi così, ma accadrà. Fidati" rispose Kyla, il tono di voce sicuro di ciò che stava dicendo e gli occhi azzurri fissi nei miei.

Dopo aver udito le sue parole, mi sporsi verso di lei e la avvolsi in un abbraccio. Inizialmente la ragazza si irrigidì come un tronco di legno, tuttavia, di lì a poco le sue braccia mi circondarono le spalle e riuscii a sentire la fragranza dolce del suo profumo riempirmi le narici.
Probabilmente, se qualcuno qualche mese prima mi avesse detto che un giorno avrei abbracciato Kyla gli avrei chiesto di quale tipo di sostanza allucinogena avesse fatto uso, eppure, in quel momento mi sembrava la cosa giusta da fare. Ero convinta che quell'abbraccio avrebbe sancito un legame che condividevamo solo noi, una come permettere all'una di sentire il dolore dell'altra e farle capire che era compresa, che non era sola.
Quando ci allontanammo io e Kyla ci guardammo negli occhi per qualche secondo, prima di scoppiare in una leggera risata dettata dell'imbarazzo.

" Ah, scusa se sono stata una stronza con te quando mi hai conosciuta. Però è stato Aiden ad aiutarmi a fare ammenda con i mie demoni e a smettere di incolparmi per la morte di Colin, perciò avevo sviluppato una cotta nei suoi confronti, convincendomi che fosse amore. Però oltre il sesso non ho mai ricevuto nulla da parte sua, quindi quando ho visto il modo in cui ti guardava sono impazzita di gelosia.
Ora però capisco che in realtà non sono mai stata innamorata di lui, da quando sono fidanzata con Kyle ho capito cosa significhi veramente amare qualcuno" disse, prima di alzarsi dalla panca sulla quale era seduta e avviandosi verso la scalinata con l'intenzione di uscire dalla palestra.

" Aspetta Kyla, come facevi a sapere di Scott? " domandai, costringendo la ragazza a voltarsi per guardarmi.

" Oh me lo ha detto Aiden, dato che sapeva ciò che ho attraversato mi ha chiesto di parlarti. È per questo motivo che questa mattina ti ho chiamata mentre correvi per il corridoio, però non ti sei fermata e quindi Aiden mi ha chiesto di venire qui perché diceva che avrei avuto l'occasione di parlarti" rispose tranquillamente, per poi alzare una mano per salutarmi e scendere le scale seguita dal suono emesso dal tacco degli stivali che indossava.

Sentii il mio cuore accelerare i suoi battiti a causa delle parole della ragazza, ancora una volta Aiden si era preoccupato per me e aveva tentato di trovare un modo per risollevarmi il morale. Ero incredibilmente grata al ragazzo intento a lanciare il pallone da basket verso il canestro e centrandolo perfettamente, tanto che senza pensarci due volte mi ritrovai a correre giu dalla gradinata e ad avviarmi verso il campo senza curarmi degli altri membri della squadra.
I compagni di Aiden si voltarono a guardarmi incuriositi e il mio ragazzo mi guardo in aria confusa mentre ero intenta a correre verso di lui.

" Angelo?" domandò, alzando un sopracciglio e lanciando un'occhiata interrogativa al suo migliore amico che, in tutta risposta, alzò le spalle in modo da indurlo a comprendere che nemmeno lui aveva idea di cosa stesse accadendo.

Mi gettai fra le braccia di Aiden e avvolsi le mie gambe attorno alla sua vita, lui posò le mani sui miei fianchi per sorreggermi. Le mie narici si riempirono della fragranza alla menta del suo profumo e dell'odore pungente di sudore, senza prestarvi tuttavia particolare attenzione e poggiando le mie labbra sulle sue.
Udii i compagni di squadra di Aiden fischiare e lasciare delle grida che, successivamente, furono accompagnate da qualche risata.

" E questo per che cos'era?" chiese il ragazzo, allontanandosi dalle mie labbra e sorridendomi allegramente.

Gli occhi di Aiden erano illuminati dalle luci al neon appese sul soffitto della palestra e parevano brillare come due pietre preziose, ricordandomi il mare quando veniva colpito dai raggi solari facendone luccicare la superficie.

" Perché sei il ragazzo migliore che avessi mai potuto desiderare" replicai, prima di poggiare nuovamente le mie labbra sulle sue che, tra l'altro, si erano allargate ancora una volta in un sorriso compiaciuto.

" Finalmente te ne sei accorta, solo il meglio per te Angelo" disse mentre i nostri visi erano a pochi centimetri di distanza, il tono di voce divertito.

Risi leggermente e lasciai che Aiden, premesse la sua bocca sulla mia mentre le me mie mani gli accarezzavano i capelli scuri e che lui afferrasse il mio labbro inferiore con i denti. Udii il coach intimarci di smettere perché, altrimenti, ci avrebbe spediti nell'ufficio del preside e così, con mio malgrado, tornai con i piedi per terra.
Tornai verso gli spalti e mi sedetti accanto alla mia migliore amica sul quale viso, tra l'altro, era dipinta un'espressione disgustata.

" Ti prego la prossima volta avvisami, così mi bendo. Che schifo " disse, sfregandosi le dita sugli occhi come se sperasse quel gesto l'avrebbe aiutata a cancellare la scena alla quale aveva assistito.

Spazio marshmallow 💘
Ciao a tutte! Scusate se ho pubblicato così tardi, però mi mancava ancora un po' di roba da scrivere...
Ad ogni modo stavo pensando che, se riesco, vorrei aggiornare il giorno di Natale in modo da farvi un piccolo regalo di ringraziamento💘
Come vi è sembrato il capitolo? Che vi aspettate dal prossimo?
SOCIAL:
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Vi voglio bene
Baci
Xoxo
-Alex

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