Baby, you are my trouble

By Sara_H96

62.6K 3.7K 670

Quando incontra Jamie e Aaron per la prima volta, Taylor non sa che il fato ha già scelto per lei: uno dei du... More

❥Pʀᴏʟᴏɢᴏ
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 1
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 2
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 3
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 4
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 5
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 6
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 7
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 8
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 9
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 10
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 11
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 12
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 13
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 14
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 15
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 16
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 17
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 18
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 19
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 20
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 21
Sequel
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 22
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 23
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 24
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 25
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 26
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 27
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 28
∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 30
❥Epilogo
Ringraziamenti
Baby, you drive me mad
Avviso
Importantissimo ❤️

∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 29

1K 75 6
By Sara_H96

Canzone: Hope in front of me di Danny Gokey
•••

Taylor

Lunedì sera, quando Taylor era rientrata a casa, aveva trovato i suoi genitori ad aspettarla.
Avevano impiegato un'oretta buona per rimproverarla del fatto che non fosse andata a scuola quella mattina, ma a lei non importava. Non le importava quanto ora si impegnassero per occuparsi di lei.
Non li avrebbe perdonati fin quando non fossero arrivati a strapparsi i capelli e a inginocchiarsi per chiederle perdono per tutti quegli anni in cui le avevano fatto mancare una famiglia.
Il giovedì, Harvey la chiamò a casa sua - quindi anche quel giorno saltò la scuola - e Taylor pensò di poter finalmente andare in cerca delle prove che lo inchiodassero come assassino nel caso di Benji, che andava avanti da ormai sette anni.
Non importava tanto dei suoi complici, Taylor era sicura facessero parte dei Keep In Mind e prima o poi i loro nomi sarebbero saltati fuori.

Bussò al portone del suo garage e quello, dopo un cigolio di metallo, cominciò ad aprirsi. Non ci fu chi si aspettava di trovare dall'altra parte.
Aaron, vestito con un jeans e una felpa nera, la salutò con uno sguardo e solo dopo aver visto Harvey alle sue spalle, capì che non poteva avvicinarsi.
Era come se fosse di sua proprietà adesso e non le fosse concesso avvicinarsi a qualcuno che non fosse Harvey.

Aaron. Ripeté il suo nome nella mente come a sperare di creare un qualche legame telepatico con il ragazzo.
Lui continuò a farle segno con gli occhi di andarsene, ma Taylor scosse la testa e cercò di trasferirgli un altro pensiero, pur essendo consapevole che era un gesto vano.

Prima devo trovare le prove che incastrino Harvey. Pensò, poi si accarezzò le braccia con entrambe le mani, come si fa quando si ha freddo, sapendo che Aaron avrebbe colto il significato del gesto.
Glielo aveva rivelato una volta in cui aveva iniziato a parlare dei vecchi tempi con Cloe, quando l'amica si era fissata con il linguaggio del corpo.
Significava "Starò bene" ed era il primo di una lunga serie di gesti che lei e Cloe avevano inventato e che usavano per comunicare senza che nessuno potesse capirle.
Allora Aaron fece un breve cenno del capo e andò via.
Al piano di sopra, nel salotto, Harvey aveva permesso alla crew di portare dentro gli skate e ora i tavoli, i mobili o qualunque altro oggetto solido, era diventato una superficie perfetta su cui far scorrere le rotelle dello skateboard.

Taylor, un po' spaesata dal chiasso e dall'odore di erba che appesantiva l'aria, andò a sedersi sul bracciolo di uno dei due divani in pelle. Casa Reyes era bellissima, piena di oggetti costosi che, presi singolarmente, avevano lo stesso valore dell'intera casa di Taylor.
Il salone era grande almeno quanto la palestra della scuola, con un televisore al plasma appeso al muro e l'ultimo modello della playstation su un comò. Il tavolo da pranzo era in resina e il tappeto, persiano.
I signori Reyes dovevano aver speso una fortuna per quella casa.

«Noi andiamo su.» le intimò Harvey non appena posò il sedere sul morbido divano.

Lei protestò un po', aveva cercato di tenerlo alla larga in quei due giorni, ma alla fine fu costretta a seguirlo su per le scale. Voleva almeno risparmiarsi la vergogna di essere trascinata con la forza.
La camera di Harvey era proprio di fronte alle scale, la trascinò dentro tirandola per un braccio, poi chiuse la porta.
Taylor fu invasa da un'ondata di panico che le fece venire la nausea.
Harvey cominciò a baciarla con frenesia, le mani sul collo di lei, la spinse verso di se.

«Harvey...» ansimò lei quando la ebbe liberata dal bacio per spostare le sue labbra sulla mandibola e poi sulla giugulare. «questo non faceva parte dell'accordo.»

«Non mi importa dell'accordo.» Taylor fu spinta sul letto, le mani legate da quelle di Harvey sulla testa. «Jamie si è preso mia sorella, io prenderò te a lui.» 

«No, ti prego... non...»

Voleva piangere, per la prima volta in tutta la sua vita, ne sentì un bisogno incontrollabile. Quando con le mani le tirò su la maglietta scoprendole la pancia, fu sul punto di urlare. Le faceva schifo la sensazione di essere toccata da lui, si divincolò.
Non voleva più che la sfiorasse, nemmeno con lo sguardo, si divincolò ancora.
Chiuse gli occhi. Si lamentò.
Pensò a Jamie.

Salvami.

E qualcuno la salvò, ma non fu Jamie. Nel corridoio una voce maschile gridava ad Harvey che c'era una ragazza alla porta per lui.
Il ragazzo si alzò da sopra il corpo di Taylor e lei tornò a respirare.

«Non ti muovere.» le ordinò puntandole il dito contro, aveva le labbra rosse per la pressione che aveva usato a baciarla.

Taylor gelò sul posto quando Harvey uscì dalla stanza chiudendo la porta a chiave. Il telefono vibrò nella tasca dei jeans, lo sfilò e lesse il messaggio che le era appena arrivato.

1 Messaggio da Cloe
Io penso a tenere Harvey occupato. Tu scappa.

Nonostante la sua immensa felicità, Taylor non riuscì a sorridere. La sensazione delle mani di Harvey sul suo corpo era ancora troppo fresca sulla pelle.
Scese dal letto, come se improvvisamente qualcuno la stesse seguendo e si avvicinò alla finestra. Nel giardino c'era un gazebo, abbastanza vicino al tetto da poterci saltare sopra. Taylor si sarebbe precipitata fuori immediatamente se non ci fosse stata una cosa a fermarla: le prove per incastrare Harvey. Dopo tutto quello che aveva passato, non poteva andare via a mani vuote.
Cercò tra gli oggetti sulla scrivania, negli armadi, persino nel comodino dove teneva le mutande. Disgustoso.
Si fermò quando si rese conto che non sapeva nemmeno cosa stesse cercando. Harvey sarebbe tornato di li a poco e lei non si sarebbe dovuta far trovare.
Era combattuta, voleva disperatamente vendicarsi di quello stronzo, ma se fosse rimasta li... chissà cosa le avrebbe fatto.
Per una volta scelse se stessa e decise di scappare come Cloe le aveva detto di fare.
Prese il telefono dal pavimento, che le era caduto senza che se ne rendesse conto e nel farlo trovò qualcosa che la incuriosì.
Sotto il letto, c'era una scatola di cartone grande quanto una cassetta della frutta. La trascinò fuori e ci guardò dentro, senza preoccuparsi del fatto che Harvey se ne sarebbe accorto e rimase basita da ciò che scovò.

«La maschera.» bisbigliò entusiasta.

Aveva trovato la maschera gialla di cui le aveva parlato Jamie, quella che Harvey e i suoi complici avevano usato per nascondersi il viso, un piccolo cartellone, che non perse tempo ad aprire e una decina di foto, che non guardò, ma prese comunque con se insieme al resto della roba.
Lasciò sul letto lo scatolone vuoto e si precipitò alla finestra già aperta, uscì sul tetto e il cuore le scoppiò nel petto rendendosi conto di ciò che doveva fare.

Avanti Taylor, hai saltato su un treno in corsa, puoi saltare anche da un tetto.

Quel pensiero non ebbe l'effetto voluto. Si prese cinque secondi, che non aveva, per guardare la distanza che c'era dal cornicione del tetto al gazebo fatto di legno. Erano almeno un metro e mezzo.
Fece un sospiro, prese un po' di rincorsa e malgrado le braccia occupate dalla roba di Harvey che la ostacolavano, riuscì ad arrivare sul gazebo senza cadere.
Dopodiché, puntò i piedi nel legno e si calò giù pian piano, fino a toccare terra.
Liberò una mano e prese il telefono.

1 Messaggio a Cloe
Sono fuori. Va via.

E scappò dal retro del giardino, con le guance rosse per la fatica, il sudore che le imperlava la fronte, il cuore in gola e un senso di vittoria immenso nel petto.

Più tardi si trovò con Cloe e i ragazzi all'Olympus café, scelsero i posti fuori nonostante la fresca aria che tirava. Aveva le cose di Harvey ancora con se, le prese fuori dallo zaino che aveva recuperato da casa e le posò sul tavolino sotto i loro occhi.

Guardò Cloe un po' spaesata, Aaron le aveva raccontato ciò che stava succedendo solo qualche ora prima e Taylor poteva solo immaginare quanto fosse difficile digerire tutta la faccenda. Comunque adesso era dalla loro parte, il resto non importava.

«Robaccia.» brontolò Jamie che si era sporto per dare un'occhiata.

Cloe lo guardò di sottecchi per poi allungarsi oltre il bracciolo della sedia e verso l'orecchio di Aaron. «È sempre così positivo?»

Aaron sorrise. «A volte lo è molto di più.»

«Non è robaccia!» protestò Taylor lanciando al ragazzo con un'occhiata raggelante.

Tutta impettita, con gli occhi che lanciavano scintille, cominciò a srotolare il piccolo cartellone distendendolo sul tavolino rotondo.
C'era disegnata una scritta stile graffito che citava "Keep In Mind. We are the founders". E sotto, proprio nell'angolo destro del foglio le firme di Benji e Harvey.

Un'intuizione apparve nella mente della ragazza come per magia.

«Hanno fondato i Keep In Mind insieme.» mormorò Taylor, il petto gonfio di entusiasmo per essere riuscita a trovare una tessera da aggiungere al puzzle.
Jamie, però, non la pensava allo stesso modo.

«Una scritta e delle foto, fantastico!» Il tono di Jamie si alzò di due ottave. «La polizia ci prenderà sicuramente sul serio, non che importi, sono tutti dei ciarlatani, bugiardi e traditori.» Taylor non riuscì ad afferrare ciò che il ragazzo volesse dire, ma era troppo stanca per fare domande.

Aaron e Cloe rimasero in silenzio, lo sguardo che vacillava.

«Ho trovato anche la maschera che aveva indosso quella notte.» disse a nessuno in particolare. La tirò fuori per ultima e la mostrò come fosse un trofeo. «Penso sia...»

«Inutile.» concluse Jamie burbero, le gambe distese sotto al tavolino, gli occhi pieni di astio e sottili. «Come il resto della roba.»

«Vuoi dirmi che ti prende?» scattò la ragazza battendo i pugni sul tavolo. «Abbiamo appena scoperto che Harvey e tuo fratello sono i fondatori dei Keep In Mind e...»

«Non è abbastanza.» disse Jamie severo.

«Non è abbastanza?» Taylor si ritrasse come se le avessero appena tirato uno schiaffo. «Mi sono fatta il culo per trovare questa robaccia che per te non è abbastanza...» Ci mise tutte le sue energie per sembrare arrabbiata fuori quanto lo era dentro. «HO PERMESSO AD HARVEY DI AVVICINARSI A ME PER TE e se non fosse stato per Cloe...» la voce calò verso la fine.

«Cosa?» chiese Aaron urgente. «Che ti ha fatto Harvey?»

Taylor sospirò. «Niente. Per poco.» Jamie la fissò, in silenzio. «Ora però non voglio parlarne. Ciò di cui voglio parlare è quello che è successo nell'ufficio di Parrish l'altra notte, ancora non me lo avete detto.»

«Abbiamo scoperto il motivo per cui Harvey ha ucciso Benjamin.»

«E quale sarebbe?»

«L'agente Parrish.» Ancora una volta, fu Aaron a rispondere. Jamie si limitava a fissarla intensamente senza mai abbassare lo sguardo. «Benji gli ha detto di voler raccontare alla polizia i giochi sporchi di Harvey con la droga e lui è andato a riferirglielo come un'infame.»

«Ma, non capisco, Parrish è la polizia, avrebbe potuto riferirlo al suo superiore e...»

«Avrebbe potuto, ma non l'ha fatto. Ha preferito dirlo ad Harvey.»

«No, è impossibile, Jordan ha protetto Jamie. Se non lo avesse esentato dalle indagini, Harvey lo avrebbe trovato e a quest'ora sarebbe morto. Non può stare dalla sua parte.»

«Infatti. Lo ha fatto solo per i suoi sensi di colpa. Lo abbiamo letto in una lettera che ha scritto.»

«Non posso crederci.»

Quindi Harvey aveva ucciso Benjamin solo per tenere nascosto un traffico illegale di droga. E Jordan, quello che lei credeva essere una brava persona, era un traditore.
L'ondata di sconcerto che investì Taylor fu troppa e la tramortì.
E come se non bastasse, ora doveva preoccuparsi anche di un'altra cosa, che fino ad ora aveva sottovalutato, Aaron lavorava ancora per Harvey, consegnava la droga per suo conto e lei era sicura che quella mattina si trovasse a casa sua proprio per quel motivo.
Era in pericolo - Taylor si sentì gelare i muscoli e il respiro - doveva fare qualcosa.
Guardò nella sua direzione, gli occhi che lanciavano segnali di allarme.

«I-io... vado a prendere un caffè. Voi...» deglutì.  «volete qualcosa?» finì fingendo un sorriso.

Tutti e tre scossero la testa e allora Taylor scappò dentro dove, nascosta agli occhi di Cloe e Jamie, riuscì a far segno ad Aaron di seguirla.

«Cos'hai? Sei strana.» le disse una volta raggiunta.

Taylor lo afferrò per la manica della felpa e lo tirò ancora più dentro, cosicché non potessero vederli.

«Devi dire la verità a Jamie.» disse con un tono di importanza. Taylor era in uno stato di ansietà che le faceva sentire lo stomaco pesante, come se fosse delle dimensioni di un sasso e lei si fosse appena mangiata l'intero supermercato.

Aaron afferrò all'istante, ma fece di no con la testa. «Non posso.» ribatté caparbio.

«Aaron è importante.» Taylor gli prese le mani senza staccare il contatto visivo con lui. «E se Harvey finisse per farti del male?»

«Non lo farà.»

«Come fai a saperlo?»

Gonfiò d'aria i polmoni e Taylor capì che in realtà non lo sapeva. «Ascolta, fidati di me. Conosco Harvey da molto tempo. So come gestirlo.»

Vorrei che fosse così.

«Nessuno sa come gestirlo.» disse ad alta voce. «Tutte le sostanze di cui si è fatto gli hanno fritto il cervello, non puoi ragionare con lui.» continuò, spaventata al ricordo dei suoi occhi neri e profondi quanto l'inferno, su di lei. Strinse le palpebre per mandare via quel ricordo dalla mente e aggiunse: «Io non voglio che ti venga fatto del male, ed è per questo che non posso più mantenere la promessa che ti ho fatto. Se non lo dirai tu a Jamie, lo farò io.»

«Non puoi farlo!» Il ragazzo parlò tra i denti. Lasciò cadere le mani di lei dalle sue mentre si distanziava. «Se gli dirai la verità la nostra amicizia sarà finita e non avrà importanza se sarò vivo o morto.»

«Per me l'avrà.» gli fece notare.

«Bene allora. Vuoi essere una traditrice come Parrish?» spalancò gli occhi marroni, la voce era rabbiosa ma non troppo alta. «Fa pure. Va a dirlo a Jamie.»

Aaron alzò le spalle ancora in collera e se ne andò, non al tavolo insieme a Cloe e Jamie, ma verso l'uscita.
...

Continue Reading

You'll Also Like

20.5K 1.5K 33
|𝐷𝑜𝑣𝑒 𝑆𝑖𝑚𝑜𝑛𝑒 𝑒̀ 𝑖𝑙 𝑝𝑟𝑖𝑛𝑐𝑖𝑝𝑒 𝑑𝑖 𝐺𝑎𝑟𝑑𝑒𝑛𝑖𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑖 𝑟𝑖𝑡𝑟𝑜𝑣𝑒𝑟𝑎̀ 𝑎𝑑 𝑎𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑖𝑎 𝑑𝑒𝑙...
134K 4K 88
@charles_leclerc ha iniziato a seguirti
35.7K 1.6K 49
Chissà perchè la vita attrae sempre ciò che all'apparenza sembra così lontano. Due mondi opposti. Due vite opposte. Due nazionalità opposte. Due inte...
1.7M 37.6K 53
Alyssa è una ragazza che ha lasciato vincere le proprie paure e non si è più ritrovata. Alyssa è giovane ma ha un peso sulle spalle insostenibile. Al...