Responsibility || Niall Horan

Od holdmeoned

1.2M 51.8K 9.6K

"Che vuol dire che sei incinta?" Niall era a bocca aperta, letteralmente a bocca aperta. "Come é possibile?"... Více

Capitolo uno.
Capitolo due.
Capitolo tre.
Capitolo quattro.
Capitolo cinque.
Capitolo sei.
Capitolo sette.
Capitolo otto.
Capitolo nove.
Capitolo dieci.
Capitolo undici.
Capitolo dodici - parte uno.
Capitolo dodici - parte due.
Capitolo tredici.
Capitolo quattordici.
Capitolo quindici.
Capitolo sedici.
Capitolo diciassette.
Capitolo diciotto.
Capitolo diciannove.
Capitolo venti.
Capitolo ventuno.
Capitolo ventidue.
Capitolo ventitré.
Capitolo ventiquattro.
Capitolo venticinque.
Capitolo ventisei.
Capitolo ventisette.
Capitolo ventotto.
Capitolo ventinove.
Capitolo trenta.
Capitolo trentuno.
Capitolo trentadue.
Capitolo trentatré.
Capitolo trentaquattro.
Capitolo trentacinque.
Capitolo trentasei.
Capitolo trentotto.
Capitolo trentanove.
Capitolo quaranta.
Capitolo quarantuno.
Capitolo quarantadue.
Capitolo quarantatré.
Capitolo quarantaquattro.
Capitolo quarantacinque.
Capitolo quarantasei.
Capitolo quarantasette.
Capitolo quarantotto.
Thank You.
Capitolo quarantanove.
#Wattys2015
Capitolo cinquanta.
Capitolo cinquantuno.
Nuova fan fiction.
Capitolo cinquantadue.
Capitolo cinquantatré.
Capitolo cinquantaquattro.
Capitolo cinquantacinque.
Capitolo cinquantasei - The End.
Ringraziamenti.
Sequel.

Capitolo trentasette.

17.9K 816 86
Od holdmeoned

Beatrice chiuse gli occhi e, una volta che fu scesa dall'aereo, si ritrovò a respirare quell'aria così nuova e diversa rispetto a quella londinese.

Guardo suo madre e si accorse che stava facendo la stessa identica cosa. Ma c'era una differenza: mentre Laura era appena tornata a "casa", Beatrice si ritrovava in un luogo che non poteva più considerare la propria terra. Ormai lei abitava in Gran Bretagna.

Seguita da sua madre, trascinò la sua valigia per tutto il viale fino a varcare le grandi porte che le avrebbero permesso di uscire da quell'aereoporto.

Una volta che si ritrovarono nella sala, Laura cominciò a cercare suo marito. Beatrice ci provò ma invece si ritrovò ad osservare le varie persone che aspettavano ansiose l'arrivo dei propri parenti o amici. La prima cosa che notò fu una bambina, in piedi accanto alla propria mamma, che teneva stretto al petto un disegno; poi continuò a guardarsi intorno, fino a soffermarsi sulla figura di un ragazzo con gli occhi lucidi che si stava letteralmente mangiando le dita; c'era anche una coppia di genitori e un'altra signora.

Beatrice sorrise continuando ad osservare tutta quella gente.

Dopo di lei e Laura, uscirono parecchie persone, tra cui un ragazzo dalla pelle scura, una ragazza con i capelli rossi come il fuoco e un signore sulla trentina con la divisa da militare. Allora Beatrice non resistette, dovette fermarsi lì in mezzo a quel mucchio di gente a guardare quella scena: l'urlo felice della bambina con il disegno in mano arrivò fino alle sue orecchie.

"Papà" urlava con voce stridula, infantile, ma terribilmente dolce. Il signore vestito da militare - che aveva ormai assunto la figura di padre - la prese dai fianchi piccoli e se la portò addosso. La piccola continuò a stringere quel foglio insieme al collo del padre, poi si staccò e glielo mostrò contenta. Beatrice non si permise di guardare di cosa si trattasse, sia perché non era bello nei loro confronti sia perché non ci sarebbe comunque riuscita. Ma fu lo stesso emozionante vedere come il viso bagnato della mamma della bambina sbucò in quell'abbraccio e come le gocce di lacrime restavano incastrate tra le ciglia lunghe del padre. Da lì, Beatrice distolse lo sguardo perché sarebbe potuta scoppiare in lacrime da un momento all'altro senza apparente motivo, come si fa davanti ai film strappalacrime. Guardò la scena della ragazza dai capelli rossi che si rifugiava tra le braccia dei due signori immaginando che fossero i suoi genitori e poi guardò il ragazzo dalla pelle scura che, dimenticando persino di avere una valigia si buttava tra le braccia dell'altro. A quel punto si baciarono e quel momento fu la cosa più tenera che avesse mai visto.
Ah, l'amore.

Qualche minuto dopo, mentre la sala aveva cominciato a svuotarsi, finalmente la figura alta di Roberto Madden – origini inglesi, appunto -, i capelli biondi e gli occhi chiari come quelli della figlia, fece irruzione e comparve nel loro campo visivo. Laura sorrise nel vederlo e agitò una mano per farsi notare.

Beatrice, comunque, pensò solo che era leggermente più in carne rispetto all'ultima volta. Si trattenne dal ridere perché, dopo tanto tempo che non vedeva suo padre, avrebbe dovuto subito pensare a quanto le era mancato, ma invece lei si era soffermata sul suo aspetto.

L'uomo di avvicinò, strinse velocemente in un abbraccio la moglie e poi si soffermò a guardare Beatrice. Quest'ultima si sentì in un tremendo imbarazzo: non sapeva che fare, non sapeva cosa dire o come comportarsi.

Roberto sorrise e solo a quel punto si permise di fare un mezzo sorrisetto.

"Ciao" sussurrò l'uomo, quasi come se avesse paura di dire qualcosa di sbagliato.

"Ciao" ricambiò la ragazza, grattandosi la guancia e carezzandosi la pancia in un gesto involontario che non passò affatto inosservato agli occhi del padre.

Ritrasse subito la mano, sembrò quasi che una fiamma l'avesse appena scottata.

Gli occhi di Roberto, una volta che ebbe finito di scrutare il rigonfiamento, si fissarono negli occhi ansiosi della figlia.

"Perché non ce l'hai detto?" chiese, questa volta sicuro di sé ma utilizzando sempre un tono apprensivo.

Bene, erano arrivati velocemente a quel punto.

"Avevo paura" rispose Beatrice, tremolante.

"Di cosa? Non ti avremmo mica mangiato"

Beatrice scosse la testa "No, non capisci. Avevo paura di deludervi di nuovo" e gli occhi le divennero irrimediabilmente lucidi.

Abbassò la testa, avvertendo quel senso di inadeguatezza farsi più vivo dentro di sé. Pensò a Niall a come avrebbe tanto voluto averlo accanto in quel momento e a quanto fossero lontani. Solo in quel preciso istante capì veramente come si fosse sentito Niall all'inizio di tutta quella storia, qualche mese fa. E capì anche che, diamine, aveva sbagliato tutto fin dall'inizio: non è così che avrebbe dovuto dimostrare la propria maturità, non avrebbe dovuto nascondersi per tutto quel tempo aspettando che fossero stati i suoi genitori a cercarla. Avrebbe dovuto farlo lei, mostrare loro che ancora ci teneva ma che allo stesso tempo non aveva alcuna intenzione di tornare. Quanto tempo sprecato...

Passò così tanto tempo a rimuginarci sopra che non si accorse minimamente delle lacrime a scorrerle sul viso. Ma non le importava, non voleva più fingere, non voleva più nascondersi. Quelli erano i suoi genitori e le stavano offrendo aiuto. Entrambi, infatti, tesero le braccia e Beatrice non ci pensò due volte prima di gettarsi contro di loro. Proprio come aveva fatto qualche giorno prima con Laura.

E si sentì finalmente completa, come se finalmente tutti i pezzi del puzzle stessero andando al proprio posto.

Quando si staccarono, tutti e tre avevano la traccia di qualche lacrima sul viso ma allo stesso tempo quel sorriso a rendere tutto più bello e sereno.

"Oh, ti ho portato una cosa" mormorò Roberto ad un certo punto. Cavò fuori dalla tasca anteriore del jeans un piccolo cofanetto e... niente, a Beatrice mancò il respiro e non sentì assolutamente niente.

Si sentiva in sospeso.

L'aveva riconosciuto subito e continuò a guardarlo ad occhi sgranati mentre suo padre lo apriva e ne mostrava il contenuto.

E poi dal nulla, arrivarono mille emozioni: felicità, orgoglio, pace, fierezza e ancora felicità, così tanta che Beatrice non riuscì più a contenerla e sbucò fuori sotto forma di lacrime.

Quel bracciale, quel bracciale Beatrice lo conosceva benissimo: era stato il suo compagno di avventure per ben 18 anni prima che lasciasse casa sua. Gliel'aveva regalato suo padre quando era solo una neonata e appena fu abbastanza grande per indossarlo, non se ne separò più. Era azzurro, con un piccolo ciondolino a forma di delfino: lei adorava i delfini. Le piaceva quel bracciale, anche perché in così pochi secondi era riuscito a riportare a galla moltissimo avvenimenti felici. Ma, allo stesso tempo, la fece tornare al momento in cui, arrabbiata, aveva litigato con suo padre e gliel'aveva lanciato addosso prima di prendere quella stessa valigia e andarsene definitivamente.

Lo guardò con la faccia inondata dalle lacrime e, a causa della vista appannata, non si accorse nemmeno che suo padre, l'uomo che aveva temuto più di tutti, l'uomo severo che riusciva sempre a farsi rispettare, era messo nella sua stessa condizione. Sporse il braccio e lasciò che il bracciale le abbellisse il polso prima di baciare una guancia barbuta del padre.

Si sorrisero, contenti. Poi si asciugarono le lacrime e uscirono da quell'aeroporto diretti verso casa.

***

"Quindi, com'è che si chiama il tuo ragazzo?"

Beatrice sbuffò: sapeva che sarebbero arrivati a quel punto.

Roberto se ne accorse e allora continuò.

"Niall, giusto?" e Beatrice non aveva mai sentito una pronuncia così brutta del suo nome.

"Si pronuncia Naial, papà" gli spiegò.

"Neil?"

"Papà!" Beatrice si schiaffeggiò la fronte in un gesto esasperato.

Le risate dei suoi genitori rimbombarono tra le pareti dell'auto. La ragazza sbuffò per la seconda volta nel giro di pochi minuti, ma poi si lasciò andare in un sorriso divertito. Le era mancato tutto questo.

"È un maschietto?" chiese ancora Roberto, dopo un po'.

Beatrice capì subito a cosa si stava riferendo "Si" rispose quindi, seria.

E il silenzio calò dentro il piccolo abitacolo.

"Sai chi ti aspetta a casa?" domandò Laura cercando di smorzare il silenzio creatosi e usando il tono che utilizzava quando era piccola e le faceva trovare un nuovo regalo sul letto.

"Cosa?" chiese quindi, curiosa.

Roberto rise.

"C'è tua cugina Marina" disse "si aspetta di vedere te con Niall e tu lo sai quanto quella ragazzina ami gli One Direction"

Beatrice all'inizio si sentì delusa, perché si aspettava ben altro, ma poi si lasciò andare in una grande risata quando pensò alla faccia delusa di sua cugina quando non l'avrebbe vista insieme a Niall.

"A proposito del tuo fidanzato" riprese Roberto "come mai non è con te?"

"Fa il cantante ed è in Tour adesso, papà" e lui l'avrebbe potuta ascoltare altre miliardi di volte mentre lo chiamava papà.

Sorrise mentre la guardava.

"Me lo farai conoscere, vero?"

Beatrice annuì distrattamente mentre dal finestrino riconosceva i luoghi che era solita frequentare quando era piccola e che l'avevano vista crescere.

Adesso andava tutto bene.

Pokračovat ve čtení

Mohlo by se ti líbit

44.6K 1.7K 77
Tornerò in quel posto. Ma sicuri che "quel posto" sia un luogo? O potrebbe anche essere una persona? Sta a voi scoprirlo.
2.3K 69 8
Ciao a tutti sono Beatrice ma per i miei amici bea Ho 17 anni e mi sono iscritta ad amici ed oggi sono presente alla prima puntata di amici,chissà s...
119K 2.9K 87
Sharon, 20 anni, studia in un liceo scientifico , capelli lunghi e mori e occhi verdi, migliore amica di Kai Havertz e Kepa Arrizabalaga giocatori de...
133K 3.6K 77
perché ho gli occhi molto più cechi del cuore e non sono mai riuscita a vederci amore... rebecca chiesa, sorella di federico chiesa, affronta la sua...