I'm here (Italian Version)

Par hailey_dskwd

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Non sono riuscita a lasciare i personaggi di Duskwood o meglio, loro non hanno lasciato me. Sono stata comple... Plus

3:59 a.m.
Respira
Restai qui
Ehi tu
Ti voglio bene
Segreti
La damigella sbagliata
Sono qui e non mi vedi
Le cose imbarazzanti
Imprevisti
Pausa
Collega
Agente speciale
Rimpatriata
Scomparsi
Mi fido di te
Apri!
Avevo detto no
Solo una volta
Guardami!
Sì, sto bene
Non mentire
Non siamo una coppia
La fuga
Risolvi le cose
Chiarimenti
Solo uno
Accendi la luce
Devo fare la spesa
Devi fare la spesa
Epilogo

La strana coppia

168 11 12
Par hailey_dskwd

Guardai l'orologio diverse ore dopo. Bene, il mio turno di quella lunga e finta giornata di lavoro, (perdonami Alan capo supremo ora e per sempre amen) era quasi finito, così sarei potuta fuggire a casa a cambiarmi. Era venerdì, non potevo e non volevo perdermi la serata all'Aurora. Me la meritavo dopo quella orrenda nottata. Avrei aiutato Phil, avrei ascoltato della buona musica, avrei bevuto qualcosa, forse più di qualcosa e magari mi sarei persino ubriacata, avrei dimenticato quella orrenda giornata e forse sarei riuscita a dormire recuperando il sonno perduto. Sì, era un piano niente male, pensai mentre andavo a timbrare l'uscita assicurandomi che non ci fosse nessuno da salutare. Hailey sei un'asociale del cazzo. Me lo dissi da sola. Ne ero cosciente. Che poi non era nemmeno vero. Era solo in quelle giornate che non avevo voglia di relazionarmi con nessuno o quasi dei miei colleghi. Avessi potuto non andare al lavoro mi sarei nascosta nel mio letto, completamente immersa sotto la trapunta, mangiando solo cibo spazzatura. Riuscii nel mio intento e mi infilai nella porta di uscita sgattaiolando via come una criminale. Direzione casa.
Arrivai all'Aurora due ore dopo, avevo mangiato qualcosa, mi ero fatta la doccia e mi ero ovviamente cambiata. Niente di troppo vistoso ma nemmeno da tutti i giorni. Avevo persino i tacchi, quasi un miracolo. Mi ero truccata e avevo lasciato sciolti i capelli. L'impressione di aver fatto un ottimo lavoro rispetto a quella mattina me lo confermarono gli occhi di Phil appena mi vide tra la clientela. Dalle casse usciva della musica di sottofondo e più tardi si sarebbe esibita una qualche band emergente. Mi chiesi come facesse a distanza di tutto quel tempo a guardarmi sempre come se fosse la prima volta e a farmi sentire come la cosa più bella che avesse mai visto. E ne vedeva di donne dentro al suo locale. Pure parecchie e spesso per me bellissime. Ma lui guardava me. No, non era come Thomas guardava Hannah. Nella maniera più assoluta, no, dio del cielo me ne scampi. Non era amore e adorazione come se io fossi una specie di madonna pura e immacolata. Era amore e desiderio fisico. Mi guardava come un felino guarda la sua preda. Mi sarei accorta del suo sguardo addosso pure se fossi stata bendata, in centro a New York. Anche lui come me aveva avuto le sue storie di breve durata, ma eravamo sempre tornati ad esserci. C'era una specie di calamita tra noi. Aveva pazienza Phil, ne aveva con me. Non avrei mai pensato che uno col suo carattere potesse averne. Mi avvicinai al bancone.

" - agente -" mi salutò fingendo di conoscermi a malapena

" - signor Hawkins -" lo salutai di rimando.

" - posso offrirle da bere agente?" .

Dannato sguardo sexy. Dannato tatuaggio sul collo che spuntava dalla maglietta bianca. Phil aveva, metaforicamente parlando, un grosso led lampeggiante sulla testa con la scritta sesso, stile Las Vegas. Ed era diventato ancora più grande con l'età se possibile.

" Se è un tentativo di corruzione sappia che potrei arrestarla signor Hawkins" .

" - oh sì agente, lo è, mi ammanetti... Al letto."

L' ultima parte me la sussurrò a due passi dall'orecchio, facendomi venire i brividi con la sua voce calda, mentre si sporgeva sul bancone allungandomi un bicchiere di dio solo sa cosa. Faceva dei cocktail favolosi e non chiedevo mai cosa fossero.

" Come se fosse la prima volta." gli risposi ammiccando senza voce sfiorandogli le dita mentre prendevo il bicchiere. Lo capì leggendomi il labiale e mi restituì il sorriso beffardo. Mi indicò con un cenno della testa il lato opposto della sala. Loro erano lì, seduti al solito tavolo più lontano e discreto. Lui tamburellava nervosamente le dita della mano sinistra mentre teneva quella di lei nella destra. Lei teneva anche l'altra mano sopra quella di lui.  Avevano un'aria strana, seria, sospetta se vogliamo passarmi il termine lavorativo. Sollevai il bicchiere colorato verso Phil. " - Ti lascio lavorare, se hai bisogno chiamami, tornerò ad arrestarti più tardi. "
Ovviamente non aveva mai davvero bisogno, era un professionista. Semplicemente gli piaceva avermi dietro il bancone con lui. E dubito fosse per la mia bravura con i cocktail. Gli voltai le spalle e cosciente che mi stesse fissando il culo mi incamminai verso la strana coppia.

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