Dark Truths

By JadeF_

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VOLUME I Avete mai provato la sensazione di cadere ed essere avvolti dalle tenebre che lentamente si annidano... More

Dedica
Trailer
Characters
!Avvertenze!
Parte prima
PROLOGO - L'inizio della fine
1. Mura bianche - Part 1
1. Mura bianche - Part 2
2. Luce e buio - Part 1
2. Luce e buio - Part 2
3. Capelli rossi
4. Ricordi
5. Attimi eterni
6. Lividi
7. A piccoli passi
8. Il coraggio di vivere
9. Occhi color smeraldo
10. Il ritorno, la vita, la sfida
11. Il finto appuntamento
12. Tentare o esitare?
13. Ciak, si gira
14. Dammi una possibilità
15. Strane coincidenze
16. Momenti impressi nel cuore
17. Verità nascoste
18. Sul nascere
19. Complici
20. L'ultima melodia
21. La strana festa
22. A pezzi
Parte seconda
23. Scomparsa
24. In trappola
25. Una difficile collaborazione
26. Occhi color ghiaccio
27. L'enigma, la pista, i sospetti
28. Chi sono realmente?
29. Enormi bugie
30. L'innocenza che vola via
31. Perdersi
32. Alla ricerca della libertà
34.Una fine per un nuovo inizio
Epilogo - E se...
Novità
⏳⏳
Da dove cominciare....

33. L'incontro, lo scambio

237 40 65
By JadeF_

"È nella separazione che si sente e

si capisce la forza con cui si ama."

Fëdor Michajlovič Dostoevskij

Gennaio 2022

Christian

Ore 23.30

Quanto si può essere in ansia? Ve lo siete mai chiesti? Il mio stomaco è così chiuso che si rifiuta di bere anche solo un goccio d'acqua. Non mi sono mai sentito in agitazione in questo modo. Ho timore di non riuscire a riportare Taylor incolume questa notte a casa; non importa la mia sorte ma di lei ho paura. 

Cerco di non pensare all'imminente incontro con quel mostro, nonostante ciò, la mia mente viaggia sempre verso quella direzione. Mi siedo sul divano di casa, poggio la testa sullo schienale e chiudo gli occhi. Il buio inonda i miei sensi, mi travolge come un fiume in piena. 

Sto facendo del mio meglio per non perdere il controllo; il cuore martella nel mio petto, sembra che voglia uscire dalla gabbia toracica in cui è imprigionato. Apro le palpebre e respiro profondamente. Le mani sudano, tento di asciugarle con la stoffa dei pantaloni. 

La vena sul collo pulsa –capita sempre quando la pressione aumenta-, serro i pugni e mi sposto dallo schienale della poltrona. Abbasso la testa poggiando le mani chiuse sulle tempie. James si accorge del mio gesto e mi raggiunge. 

Si inginocchia e mi travolge in un abbraccio; con molta pazienza prova a convincermi che andrà tutto bene. Mi parla a cuore aperto dicendomi che abbiamo affrontato situazioni complicate sempre a testa alta, lottato per costruirci il nostro futuro con le unghie e con i denti e attraversato periodi complessi nella nostra travagliata infanzia. 

Il mio cuore si addolcisce; rimembro i tempi in cui eravamo due bambini innocenti. La vita ci ha dato la possibilità di incontrarci ma ci ha strappato delle persone care, tuttavia abbiamo incassato il colpo insieme e siamo andati avanti con forza e coraggio. 

Mi sfilo dall'abbraccio e noto la presenza di Jessica che ci osserva con occhi un po' lucidi. Sono felice che abbia portato gioia nel cuore di James, lo merita più di chiunque altro. Riceviamo l'ennesima chiamata dall'agente Hale per assicurarsi che non commetta sciocchezze; è normale che non si fida pienamente di me, sono coinvolto in prima persona. 

Ci siamo dati appuntamento nella mia dimora e ha ribadito l'importanza dei giubbini antiproiettile da indossare, sia a me che a James. Hale ci raccomanda di muoverci con cautela; non possiamo avere la certezza che il tizio sia armato oppure no, è sempre meglio appellarci al buon senso piuttosto che all'istinto. 

Sono queste le parole che mi ha rivolto nel momento in cui abbiamo escogitato la mossa ideale per affrontare la situazione. James si allontana da me e raggiunge la sua ragazza, l'abbraccia come se dovesse partire per una missione senza sapere l'esito finale. Riflettendoci è davvero così.

Comincio a intuire che anche la sua tensione sta crescendo, so che ha una responsabilità importante e mi dispiace che debba affrontarla quando tutto ciò che è accaduto è colpa mia. Lasceremo Jessica a casa mia; qui ho un sistema di sicurezza di ultima generazione, almeno abbiamo la certezza che lei starà al sicuro. 

Il loro gesto mi rasserena un po', mi avvicino a loro e con fare rassicurante gli sorrido; riusciremo a uscirne sani e salvi, devo crederci a tutti i costi. James ha portato con sé una cassetta medica in cui abbiamo inserito ogni sorta di medicinale e attrezzatura per intervenire nell'immediato, soprattutto se dovessero esserci feriti. 

In questo caso la nostra indole da medico sarà quel valore aggiuntivo che ci consentirà di soccorrere chiunque. Recupero la mia borsa –quella che porto sempre a lavoro- inserendo dentro i soldi, James saluta la sua ragazza con un bacio e raggiungiamo la mia auto nel vialetto. Entriamo in essa, chiudo lo sportello, avvio il motore e partiamo. 

Il tragitto breve che seguiamo è sempre stato lo stesso –ogni giorno lo percorro per recarmi a lavoro- ma quegli attimi sembrano avere una durata interminabile. Ci osserviamo molte volte e non pronunciamo alcun suono, abbiamo imparato a capirci anche con un solo sguardo. 

I suoi occhi verdi uniti ai miei azzurri rappresentano l'insieme delle sfumature delle nostre anime: la sua irrequieta, forte e spavalda mentre la mia calma, equilibrata e contenuta. Siamo tanto diversi esteticamente; lui più basso di me e magrolino con i giusti muscoli, io alto e più piazzato. 

Dentro, invece, siamo anime sofferenti molto simili; ogni dolore è stato affrontato dandoci il sostegno reciproco. Non appena giungiamo davanti al locale dove il legame con Taylor è nato, scorgo il tavolo in cui c'eravamo seduti e rammento il suo modo goffo di porsi. 

Il suo perdersi nell'osservarmi come se non avesse mai avuto davanti un uomo, i sorrisi sfuggiti per l'imbarazzo quando la beccavo nel restare imbambolata; gli occhi verdi smeraldo in cui mi smarrivo e quelle belle fossette pronunciate che comparivano nel ridere alle mie battute. 

Il mio cuore si scalda dai ricordi così intensi che sembrano prendere vita e mostrarsi davanti a questa strada buia. Vedo anche la panchina su cui le certezze costruite intorno a me sono crollate e sulle labbra percepisco il sapore dolce di un bacio nato per caso. 

Rievoco nella mia testa tutte le discussioni, gli attimi in cui ho deciso di mettermi a nudo per lei e ogni tentativo di risollevarla quando lei crollava. James mi scuote, sviando la mia mente da quei pensieri: nocivi e belli nello stesso tempo. 

Faccio un respiro profondo e parcheggiamo nel retro, come Brian aveva detto in uno dei suoi messaggi minacciosi. Il mio cellulare squilla e riporta un'informazione proveniente dall'agente Hale.

STEPHAN: Resti calmo, noi siamo già appostati. Non appena la tua ragazza sarà al sicuro, li arrestiamo. Ma ricorda, tutto dipende dalla tua saggezza. Attieniti al piano, se la situazione degenera, agiremo. Abbi fede, ragazzo.

CHRISTIAN: Chiaro!

Attendiamo, il tempo scorre e sembra che quell'incontro non avvenga più, dopo circa trenta minuti una macchina nera dall'aspetto sportivo si avvicina accostando dietro di noi, a circa cinquanta metri di distanza. Non mi muovo, cerco solo di comprendere se è quell'uomo. 

Dallo specchietto retrovisore ispeziono ogni movimento, due individui incappucciati scendono e per un momento resto allibito. Non agisce da solo, ha un complice di cui non ne sapevo l'esistenza. Di Taylor non vi è traccia; ogni parte di me trema dalla rabbia. 

Se pensano di trattare con me senza che la veda, sono fuori strada. I due energumeni si bloccano a metà strada e restano in attesa. Incrocio lo sguardo di James e, senza parlare, intuiamo che è giunta l'ora di scendere dall'auto. 

Apro lo sportello e lentamente poggio i piedi sull'asfalto. Con un movimento cauto, scivolo fuori e alzando le mani, mi fermo al lato del veicolo. Il mio amico copia i miei stessi movimenti. Nella penombra non riesco a mettere a fuoco neanche il colore dei loro occhi; fuori tutto è buio, solo la luce di un lampione illumina quel parcheggio. Gli sconosciuti continuano a guardare fino a quando uno dei due parla.

‹‹Hai quello che ti abbiamo chiesto?›› È una donna a proferire parola.

‹‹Sì. Ma prima voglio vedere Taylor. Se non ho la certezza che sia viva, non avrete niente da me.››

La donzella fa un cenno con il capo al suo complice e lui torna alla macchina in silenzio, apre la portiera e delle ciocche rosse appaiono muovendosi a causa di un lieve venticello. La trascina fuori gettandola a terra, lei cadendo su quel bitume rigido, soffoca un lamento di dolore. Il mio cuore viene travolto da un senso di collera ingestibile. 

Come osa trattarla così? Gli occhi di Taylor sono spenti, è molto pallida, ha le guance rigate da un pianto incessante e i suoi polsi sono fasciati. Cosa ti hanno fatto, piccola mia? Il mio animo piange, avrei voluto essere al suo posto, subire quello che le hanno fatto. Non merita di soffrire in questo modo.

Sto per scattare in avanti preso dalla rabbia, James mi ferma immediatamente rimettendomi a posto. Scuote la testa in segno di disapprovazione, è un gesto troppo avventato. L'uomo estrae una pistola dai pantaloni e la posiziona sulla tempia sinistra di Taylor, invitandomi a non muovermi. Avrà capito il mio intento.

‹‹Oh dottore, nessun passo avventato o te la ritroverai in una pozza di sangue›› lei trema al contatto con il metallo.

‹‹Mettiti in salvo Christian, non rovinarti per me›› tenta di dirmi Taylor.

‹‹Stai zitta stronza!›› afferma l'uomo sbattendole la pistola contro la testa.

‹‹È così facile picchiare una ragazza innocente? Levati quella cazzo di maschera. Sei un uomo senza palle per caso, Brian?›› interviene James mentre io a stento provo a trattenermi. Non riesco a vederla in quello stato.

Si toglie il cappuccio che ricopre la sua faccia. ‹‹E tu saresti il suo... maggiordomo?››

‹‹Calmiamoci qui!›› Sbraita lei, mentre con un gesto inaspettato si toglie il passamontagna. Si palesa davanti a me una ragazza dai capelli biondi. ‹‹Siccome lei ha scoperto chi sono, non vedo motivo di continuare con questa falsa. Complimenti per aver capito l'identità dell'idiota di mio cugino!››

‹‹Cugino? Che diavolo significa?››

‹‹Oh certo, vuoi risposte. Ma da dove inizio. Fammi pensare... magari dal fatto che tu navighi nell'oro e io non ho avuto niente. Oppure dal fatto che la tua cara madre si sbatteva mio padre. Cosa ti interessa di più signor Owen?››

‹‹Cosa diamine stai dicendo? Ho parlato con Spencer, tu non sei niente per me. È quello che ti sta accanto ad avere un maledetto legame con me. Stai raccontando un mucchio di bugie.››

‹‹Povero illuso. Certo, lui è il figlio di Spencer. Ha avuto una madre tanto stupida da chiudere i rapporti con lui. Mentre la mia, anzi la nostra, era una povera drogata che, non sapendo gestire una gravidanza, ha preferito lasciarmi nelle mani di quel maledetto mafioso. Sono cresciuta con l'odio ma ho giurato a me stessa di vendicarmi, avrei scoperto la verità a qualunque costo e ora voglio riappropriami di quello che mi aspetta.››

‹‹Non puoi essere una...››

‹‹Sorella? Sì, lo sono. Lei per racimolare i soldi per drogarsi, si scopava chiunque. Una prestazione in cambio di un compenso. È caduta nello stesso errore per ben due volte con padri diversi. Io e te siamo quell'errore›› resto sconcertato da quella rivelazione, incapace di proseguire la conversazione. Ogni bugia è stata una verità nascosta, tanto oscura da farmi precipitare in un tormento interiore ancora più fitto.

‹‹Oh dottore, che gioia essere parenti. Sai che la nostra cuginetta è sempre stata accanto a Taylor, l'ha dovuta sopportare per tanto tempo. Raccontarle delle cazzate e sostenerla in tutti i modi per essere, come dire.... credibile. Piange in continuazione, è pallosa a volte. Però sai, quando te la scopi tutto diventa divertente›› prende Taylor dai capelli e la costringe a rialzarsi.

E da quel momento smetto di resistere; l'animo nero macchiato dal dolore si risveglia, è pronto per scatenare la sua furia. Dimentico chi sono, cosa ho fatto per meritarmi il mio posto al mondo. Alzo lo sguardo verso di lui, carico d'odio, rivedo palesarsi dietro le sue spalle Morte. 

Con l'indice punta verso la direzione di Brian e per la prima mi parla. "Uccidilo, un mostro come lui merita di essere trascinato all'inferno. Permettimi di torturarlo in un ciclo senza una fine. L'unica giustizia che può alleviare la tua sofferenza è la sua eliminazione", mi incita. 

Ha ragione, deve pagare! James cerca di bloccarmi ma la forza che riverbera dentro di me, lo sovrasta come un treno in corsa e mi permette di scaraventarmi contro quell'uomo che ha abusato della mia Taylor. 

Brian alza la pistola urlando di fermarmi, cerca di intimorirmi e partono dei colpi mentre con una spinta allontana Taylor. Un proiettile colpisce la mia spalla –unico punto non coperto dal giubbino antiproiettile-, tuttavia ho la prontezza di raggiungerlo, afferrarlo per il colletto e sbatterlo per terra. 

Nell'impatto le sue braccia si aprono e con il piede destro gli tengo bloccata la mano che ha con se la pistola. "Tu non ti alzerai da terra fino a quando non avrò finito e fidati ti pentirai di essere nato!" gli urlo contro. 

Partono dei pugni contro il suo viso mentre geme dal dolore sull'asfalto. Il primo colpisce in pieno il naso spaccandoglielo, gli altri, invece, giungono a raffica senza una direzione precisa. Morte si pone alla mia destra e mi incita a dare il peggio di me; questo non basta, devo fare di meglio. 

Non sono più quel dottore che tutti hanno imparato a conoscere, il mio solo obiettivo è quello di ammazzarlo qui, su questa strada. Perdo la cognizione del tempo e dello spazio intorno a me, sono chiuso in una gabbia dove siamo solo io, Morte e Brian. 

Morte ha la chiave e la sua via di uscita è l'eliminazione di questo pezzo di merda. Dopo una serie di colpi, mi fermo respirando affannosamente. Il viso di Brian è quasi irriconoscibile ma ancora respira. Dalla spalla cola il mio sangue e si mescola al suo che sporca l'asfalto.

‹‹Fermati Christian, fermati! Fallo per mia nipote›› una voce sconosciuta urla ma non vedo nessuno. Alzo lo sguardo al cielo e il volto di una donna dai lineamenti anziani mi parla. ‹‹Lei ha bisogno di te. Se togli la vita a quest'uomo, la lascerai sola. Figliolo, il tuo animo è distrutto ma puoi ancora fare la cosa giusta. Proteggila, amala e risparmia questa vita. So che non lo merita, ma puoi essere ancora l'uomo buono che lei mi ha raccontato. Se lei è la tua luce, tu puoi essere la sua stella. Indicale la via›› si dissolve nel nulla.

La sua voce mi blocca e mi permette di riacquistare la lucidità che avevo perso. Qualcuno mi agguanta dalle braccia con forza: due agenti di polizia. Ero talmente estraniato dal mondo esterno che non mi ero reso conto della loro entrata in azione. 

Mi allontanano del corpo martoriato di Brian mentre altri suoi colleghi acciuffano l'altra ragazza arrestandola. Hale mi parla; le sue parole sono sussurri indecifrabili, fino a quando un grido mi riporta alla realtà. Mi giro nella direzione da cui proviene e sgrano gli occhi: Taylor è agonizzante sull'asfalto. 

Il cuore esplode nel petto, non di nuovo, non tu. Mi precipito verso di lei, i colpi sparati all'aria da Brian l'hanno ferita all'addome. James preme sulla ferita, gli dico di non mollare la presa. Ritorno verso la macchina per recuperare la cassetta medica e una bottiglia d'acqua. 

Ringrazio la nostra prontezza nel portare l'occorrente sanitario per le emergenze. Analizzo la situazione e mi rendo conto che sono davanti a un'emorragia venosa; conclusione plausibile a causa di un particolare: il sangue che fuoriesce è di colore scuro e scorre in maniera lenta e costante. 

Getto l'acqua nel punto in cui il proiettile ha lacerato le sue carni per disinfettare l'area e inizio a tamponare per pulire la pelle dai residui di bitume finiti sopra. Mentre sono intento nell'agire, Taylor allunga la sua mano per toccare il mio viso e sorride. Lacrime scorrono dai miei occhi nell'incontrare il suo sguardo sereno, già so cosa significa e non si azzarderà a lasciarmi anche lei.

‹‹Christian... io... va bene così. Lasciami andare... nonna mi aspetta...››

‹‹Ma cosa dici? Tu non sparirai dalla mia vita. Ricordi la mia promessa? Fino a quando starai al mio fianco, sarai al sicuro. Ti salverò sempre. Io ti...›› le parole mi muoiono in gola.

‹‹Ho creato... problemi... io... vivrò in pace con lei›› continua ad accarezzami reprimendo le fitte di dolore.

‹‹No, Taylor! Non....›› piango mentre continuo a tamponare il sangue.

James si alza di scatto gridando. ‹‹Chiamate una cazzo di ambulanza, non abbiamo l'occorrente per impedirle di morire dissanguata!›› Si allontana, non so cosa voglia fare ma io non posso togliere le mani dalla sua ferita. Torno a guardare Taylor.

‹‹Ricordi quando mi hai chiesto... ›› tossisce, ‹‹...il perché volessi uscire per parlare... con te.››

‹‹Tesoro... come faccio a dimenticarlo. Non hai mollato la presa fino alla fine. Sei forte, supereremo anche questa, piccola. Te lo prometto.›› Altre lacrime fuoriescono dalle mie orbite e cadono sulla sua pelle macchiata di sangue.

‹‹Sei come lei, mia nonna, dico. Pieno di bontà...›› tossisce ancora una volta.

‹‹L'ho vista, lei mi ha riportato da te. Non vuole che ti arrenda... io... non riuscirei a vivere senza di te perché...›› deglutisco, ho la salivazione ai minimi livelli.

‹‹La nonna... è... speciale... vero?›› il suo fiato diventa sempre più corto.

‹‹Sì, come te›› tremo, tento di respirare.

‹‹Promettimi che tornerai ad amare qualcuno migliore di me...›› si contorce dal dolore.

‹‹Non posso, perdonami. Io...›› sospiro e poi proseguo. ‹‹...amo solo te, piccola mia!››

‹‹Anch'io...›› sono le ultime parole che riesce a dire. Chiude gli occhi e si abbandona a un sonno che cerca di strapparla dalla vita.

Un suono strombazzante giunge nel parcheggio: è un'ambulanza. Non appena arriva davanti a noi, James si precipita verso di me e mi avvisa che, mentre lei verrà portata d'urgenza, io devo farmi vedere "quella spalla". 

Lo guardo in cerca di una risposta e lui me la indica, è quella destra. Osservo da quella parte e mi rendo conto di essermi completamente dimenticato della ferita. Scuoto la testa, prima lei e poi io. Do le indicazioni ai paramedici su il tipo di stato con cui si trovava la ragazza; la carichiamo sulla barella e cerco di salire sul mezzo. Devo seguire l'intera procedura, urge un intervento immediato. 

James mi ferma dicendomi: "Devi farti medicare. Della tua ragazza me ne occupo io. Non sei in grado di gestire un intervento in questo stato. Ti fidi di me, fratello?" Mi rifiuto categoricamente, lei è una mia responsabilità. Le stringo le mani forte, io devo prendermi cura di lei. 

Durante la corsa in ospedale vengo colpito da una fitta di dolore, l'adrenalina che avevo in circolo sta scendendo di livello, probabilmente è quella la causa della mia assenza di dolore. James continua a insistere fino a quando cedo; ha ragione, non posso farlo io. 

Sarei incosciente e capace di commettere errori di cui mi pentirei. Gli dico di procedere e lascio che un paramedico realizzi una fasciatura d'emergenza. Per fortuna sono stato ferito senza che il proiettile rimanesse incastrato. 

Durante quella corsa frenetica, osservo il volto di Taylor: è angelico nonostante abbia subito terribili violenze. E in quel momento sigillo una promessa: non l'abbandonerò mai più. Starò al suo fianco qualsiasi cosa accada perché sono convinto che la nostra sofferenza sarà ripagata dalla nostra rinascita. 

Quel suo cuore fragile anche se ha risvegliato in me ogni timore, dubbio e incertezza sul nostro futuro, mi ha dato la possibilità di assaporare l'essenza di un sentimento puro e senza pretese. Cara Evelyn, l'ho trovata. Lei è la persona giusta, tornerò a suonare, te lo prometto.


Song: Jess Glynne - Take Me Home

SPAZIO AUTRICE

Ciao cuori, finalmente Christian è riuscito a strapparla dalle grinfie di quelle brutte persone. Vi immaginavate il suo legame con Maddison? Lei è stata alla fine la mente malvagia che ha portato dolore senza un minimo di pentimento.

Cosa vi aspettate dal capitolo finale? Eh sì, il 34 sarà l'ultimo. Questa storia avrà anche l'epilogo e... niente, vedrete. Al prossimo aggiornamento. 

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