Dark Truths

By JadeF_

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VOLUME I Avete mai provato la sensazione di cadere ed essere avvolti dalle tenebre che lentamente si annidano... More

Dedica
Trailer
Characters
!Avvertenze!
Parte prima
PROLOGO - L'inizio della fine
1. Mura bianche - Part 1
1. Mura bianche - Part 2
2. Luce e buio - Part 1
2. Luce e buio - Part 2
3. Capelli rossi
4. Ricordi
5. Attimi eterni
7. A piccoli passi
8. Il coraggio di vivere
9. Occhi color smeraldo
10. Il ritorno, la vita, la sfida
11. Il finto appuntamento
12. Tentare o esitare?
13. Ciak, si gira
14. Dammi una possibilità
15. Strane coincidenze
16. Momenti impressi nel cuore
17. Verità nascoste
18. Sul nascere
19. Complici
20. L'ultima melodia
21. La strana festa
22. A pezzi
Parte seconda
23. Scomparsa
24. In trappola
25. Una difficile collaborazione
26. Occhi color ghiaccio
27. L'enigma, la pista, i sospetti
28. Chi sono realmente?
29. Enormi bugie
30. L'innocenza che vola via
31. Perdersi
32. Alla ricerca della libertà
33. L'incontro, lo scambio
34.Una fine per un nuovo inizio
Epilogo - E se...
Novità
⏳⏳
Da dove cominciare....

6. Lividi

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By JadeF_

Il trauma è personale. Anche se viene negato,
esso non scompare. Quando è ignorato o negato,
le grida silenziose continuano interiormente
e vengono sentite solo da chi ne è prigioniero.
Quando qualcuno entra in quel dolore
e sente le urla, la guarigione può iniziare - Danielle Bernock

Christian

Gennaio 1999

Trauma, l'unica parola per descrivere quello che sto passando.

Lividi, segni indelebili che ho sulla mia pelle.

Pianto, la sola valvola di sfogo che mi resta.

Speranza, la misera certezza che mi è rimasta.

Ogni limite è stato superato. Siamo entrambi spezzati, distrutti e ridotti ad anime perse. Le lacrime di mia madre scorrono come un fiume in piena. Non è mai stata spogliata del suo pudore, del suo senso di forza che ha imparato a costruire negli anni.

Non sono abbastanza coraggioso per sovrastare quel mostro, non dopo che torna sbronzo a casa avendo sperperato in giro i soldi che mia madre riesce a recuperare a fine mese. Vorrei avere la capacità di trasformarmi in un eroe come Superman o Ironman ogni volta che la tocca, solo in questo modo potrei batterlo.

So che lui non è il mio vero padre e non deve per forza amarmi, ma almeno dovrebbe essere un sostegno per lei, invece di un peso. È straziante vederla piangere, crollare e camuffare tutto quando appaio davanti ai suoi occhi. So che sta male ma lei continua a dirmi ' Non è nulla tesoro, affronteremo tutto. Insieme. '

Stanotte, verso le due, vengo svegliato di soprassalto da delle urla strazianti. Nascondo il viso sotto le coperte cercando di credere che quel suono non sia reale ma, stia accadendo solo nella mia testa. Provo a convincermi dell'esistenza di un incubo. Quando mi sveglierò, tutto tornerà alla normalità. Tuttavia, quelle grida continuano senza sosta.

La mamma mi ha detto che non devo uscire dalla mia stanza, fingere che non sta succedendo nulla ma come posso se il mio cuore si frantuma ogni volta che la sua voce mi lacera i timpani? Sposto il lenzuolo e lentamente scendo.

È tutto buio, così cerco a tastoni le mie pantofole. Appena le trovo, le indosso e, con molta cautela, mi appropinquo a uscire. Senza provocare rumore, mi avvicino verso la camera della mamma. All'improvviso quell'uomo viscido spalanca la porta e si manifesta davanti a me.

Gli occhi sono rossi, le sue mani vibrano e un sorrisetto sporco di sangue sogghigna. Guardo intorno in cerca di lei e la vedo lì, mezza spoglia, con un occhio nero e dei graffi lungo le braccia e le gambe. Tremo come una foglia, mi sento impotente davanti a quella belva feroce.

Lei prega che non mi faccia del male ma qualcosa dentro di me scatta e comincio a prenderlo a pugni contro lo stomaco, piangendo dalla disperazione. Non può picchiarla, lei non lo merita.

Lui continua a ridere come se il mio tocco fosse solo un leggero pizzicotto. Mi afferra il braccio e stringe sempre di più, un dolore logorante investe la mia pelle che diventa violacea. La mamma scatta in piedi correndo verso di me, strappandomi da quella morsa infernale.

Mi abbraccia ma l'energumeno sferra un pugno spaccandole uno zigomo. Il suo sangue scorre sul mio pigiama sporcandolo. Non soddisfatto del suo operato, apre il cassetto con l'intento di scovare il portafoglio e, non appena lo trova, preleva tutti i soldi, quei pochi dollari che le sono rimasti. Sicuramente li userà per sbronzarsi ancora una volta.

Ci abbandona lì, da soli, con il pudore ridotto a brandelli. È la notte peggiore della mia vita e preferirei restarle accanto. Nonostante ciò, il pomeriggio seguente, lei deve andare a lavoro e io da James, a scuola ci hanno consegnato un progetto.

Non posso farlo venire qui, mi vergogno di questa situazione. Ha una bellissima famiglia, la mia è ridotta a un cumulo di cenere. Mi basta soltanto nascondere il livido sul braccio e tutto andrà bene. In camera apro l'armadio, prendo la prima felpa che trovo a maniche lunghe e la indosso.

Ne scovo una viola, è adatta. Per fortuna la temperatura esterna è bassa, altrimenti sarei morto di caldo nel coprirmi. Scendo in cucina e noto che mia madre è già andata via, si sarà recata nell'ufficio dell'ingegnere Murdock. Si occupa delle pulizie ma cerca di aiutarlo in qualsiasi mansione.

Non le interessa quale lavoro debba essere costretta a fare, l'importante è trovare il denaro per andare avanti. Prima di avviarmi da James, lavo i piatti sporchi del pranzo e, quando mi capita per le mani quello che ha usato la bestia, tremo dalla rabbia.

Prima o poi finirà questa brutta situazione. Devo solo avere fede. Dopo aver terminato in cucina, le scrivo un bigliettino lasciandolo sul tavolo:

"Ciao mamma, ho dimenticato di dirti che oggi vado da James per un progetto di scienze. Tornerò per cena, ti voglio bene. Baci, Christian."

Vado in garage, afferro la bicicletta e mi immetto su strada. Pedalo lentamente, voglio assaporare ogni momento di pace che ho durante la giornata. Ha nevicato, nell'aria si sente la brezza invernale.

Dei fiocchi ricoprono i rami spogli degli alberi, molti bambini giocano lanciandosi palle di neve. Sembrano così spensierati, quanto invidio la loro innocenza. Ho solo dieci anni ma sono consapevole di essere cresciuto troppo in fretta.

In lontananza scorgo la casa del mio amico, mi avvicino al cancello e suono il citofono. Una voce adulta mi risponde, è quella del suo maggiordomo Sebastian.

‹‹Hey Seb, sono Christian. Mi ha detto James che già sai.››

‹‹Oh certo, il signorino Parker la sta aspettando in camera. Le apro.››

‹‹Grazie.››

Le grate si aprono e vengo accolto da Sebastian. Un uomo di poche parole ma da un animo gentile. Lavora con la famiglia Parker da moltissimi anni, non so dire se conosce la casa meglio lui o i suoi proprietari. Mentre mi accompagna, osservo l'arredo.

Ci sono stato spesso ma ogni volta rimango incantato dalla sua bellezza: muri color avorio adornati da colonne con capitelli romani, immense finestre con tende rosse simili a quelle del sipario di un cinema, un enorme acquario posto in un punto del pavimento che mi provoca ansia quando ci passo sopra e delle scale a giro collocate ai lati opposti della sala principale che conducono alle stanze superiori.

Quando sarò grande, lavorerò sodo per ottenere un luogo come questo perché voglio portarci mia madre e farla vivere da regina. Il progetto di oggi deve andare bene per avere il massimo dei voti, come per ogni materia.

Soltanto in questa maniera abbandonerò il modo malato in cui vivo. Arriviamo al piano superiore e una musica ad alto volume proviene dalla camera di James. Bussiamo, ma non si accorge di noi e allora Sebastian preme il tasto del campanello.

Ha un rumore talmente forte che rimbomba per l'intera villa. James spalanca la porta e io entro. Il maggiordomo ci lascia da soli e come sua consuetudine ci dice: ' Se avete bisogno, sono al piano di sotto. Con permesso. '

‹‹Hey Chris, senti questa musica. È da sballo.››

‹‹Non ne dubito, possiamo iniziare?››

‹‹Sei sempre troppo serio, dovresti rilassarti un po'.››

‹‹Lo farò dopo che abbiamo finito.››

‹‹Oh che palle, prima facciamo e prima posso tornare a giocare.››

Il progetto riguarda una ricerca sui vulcani in un'area del nostro continente e farne un disegno. Possiamo scegliere i pennarelli, la pittura o i pastelli. Io preferisco le matite, posso sfumarle come meglio desidero. Il più bello verrà scelto per partecipare a un concorso di realizzazione di un modellino di quel tipo di vulcano.

La nostra maestra ha comunque confermato che ogni lavoro avrà un voto e farà media, perciò ci tengo in modo particolare. Inizio a navigare su internet e i miei occhi cadono su un articolo interessante...

' Il Monte Sant'Elena è un vulcano che si trova nello stato di Washington, negli Stati Uniti, quindi sulla costa pacifica. Fino a pochi anni fa si sapeva poco o nulla della sua attività eruttiva, in quanto i dati geologici più precisi risalgono ad appena 20.000 anni.

A partire da circa 20.000 anni fa, il Sant'Elena è stato caratterizzato da pochi fenomeni eruttivi intervallati da periodi di riposo variabili da 5.000 anni fino ad un minimo di 200. Ed è proprio a distanza di circa 180 anni dall'ultima eruzione che il vulcano ricomincia a dare segni di risveglio.

Dal punto di vista strettamente geologico, il Sant'Elena è un vulcano caratterizzato da attività esplosiva come il Vesuvio con i tipici prodotti che caratterizzano tali eruzioni: tefrite, depositi dovuti a esplosioni direzionali, flussi piroclastici. '

Non ho capito niente, però la foto raffigurata è molto bella. Perfetta! Se vinciamo, il modellino verrà bellissimo. Spero di aver scelto correttamente. Con James, cominciamo a lavorarci su e ben presto terminiamo il tutto.

‹‹Ora che il professore è soddisfatto del suo lavoro, possiamo fare una partita alla playstation? Sono distrutto, ho lavorato troppo oggi. Non sono abituato!›› il suo sarcasmo è sempre impeccabile.

‹‹Perché? Prendere dieci non ti piace?››

‹‹Con te mi deve piacere per forza›› si mette a ridere e mi tira una sberla sul bicipite per gioco. Il mio volto cambia espressione, tentando di reprimere la fitta che provo.

‹‹Che hai? Non ti ho mica tirato un pugno così forte.››

‹‹Niente, tranquillo›› mi allontano tenendomi la spalla.

‹‹Christian Owen, non osare mentire a me. Ti conosco come le mie tasche!›› si avvicina e cerca di scoprimi il braccio.

‹‹Va bene, ho un livido enorme.››

‹‹E come te lo sei fatto?›› mi ritraggo.

‹‹Non ha importanza.››

‹‹Prova a dirmi un'altra bugia e lo dico a tua madre. Hai fatto a pugni con qualcuno? Lo devo uccidere con una mossa di karate? Parla!›› diventa improvvisamente serio. Sono costretto a dirgli la verità, altrimenti non mi lascia in pace.

‹‹Ho provato a proteggere mia madre dal mio patrigno che la voleva picchiare, ma era più forte e mi ha colpito. Fine della storia.›› si tramuta bianco come un cencio.

‹‹Dio mio! Perché non me l'hai detto? Dobbiamo dirlo ai miei genitori, loro sapranno cosa fare.››

‹‹Non lo deve sapere nessuno. Promettimi che starai zitto.››

‹‹Ma...›› non voglio che continui con le domande, dobbiamo solo resistere e la porterò via per sempre da quella casa.

‹‹Promettilo James!››

‹‹Ok...›› mi risponde con tono di rassegnazione.

Non avrei mai immaginato che da quel giorno il legame con James sarebbe diventato talmente forte da considerarlo come un fratello, piuttosto che un amico.

Lui ci sarà sempre per me e io farò lo stesso. In fondo siamo come una famiglia, quella di cui ho bisogno per poter credere che ancora esistano i colori nel mondo.

Song: Vietato morire - Ermal Meta

SPAZIO AUTRICE

Ciao bella gente, questo è un capitolo difficile da digerire. Avevo il cuore a pezzi mentre raccontavo la sofferenza di un bambino che era costretto a vivere una condizione del genere. Fa male vedere Christian in questo stato. Lentamente stiamo conoscendo tutti gli orrori che ha affrontato e lo hanno trasformato nell'uomo attuale. La prossima settimana torniamo nel presente, riprendiamo da dove avevamo lasciato e vi porterò davanti a una scena in cui vedrete come Christian reagirà. Vi aspetto nei commenti, ditemi le vostre considerazioni.

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