(Revisione) Assassin Night (C...

By Giusychiacchio

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Kate Brown, un'ereditiera, cresce con il suo maggiordomo Gregor, a quattro anni, dopo la morte dei suoi genit... More

PRESENTAZIONE
1. Kate
2. La Presentazione
3. L'inferno
4. Tutti contro Kate!
5. L'insegnante
6. La rottura
7. Giornata tra fratelli
8. Vista sotto la doccia
9. Vecchi ricordi
10. L'anniversario
11. L'attrazione fisica
12. L'appuntamento
13. Immagine Rubata
14. Il fratellino
15. Noi Tre Insieme
16. Tra passione e amore
17. Il trauma cranico
18. Sesso Per Dimenticare
19. Le confessioni
20. "CARO DIARIO"
CHAPTER 21
CHAPTER 22
CHAPTER 23
CHAPTER 24
CHAPTER 25
CHAPTER 26
CHAPTER 27
CHAPTER 28
CHAPTER 29
CHAPTER 30
CHAPTER 31
CHAPTER 33.1
CHAPTER 33.2
CHAPTER 34.1
CHAPTER 34.2
CHAPTER 35
CHAPTER 35.2
CHAPTER 36
CHAPTER 37
Capitolo 38
SEQUEL

CHAPTER 32

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By Giusychiacchio

La tragica notizia


Il sangue aveva ormai ricoperto il pavimento, il corpo di Kate era sommerso in quella pozza rossa mentre le braccia di Julian tentavano di stringerla a sé, piangeva disperatamente gridando aiuto. L'ultima cosa che Kate riuscì a vedere fu i ragazzi che correvano verso di lei, e Jayde che veniva portata via dalla CIA. Da quel momento fu tutto completamente nero.

La porta venne aperta da Emma e Mark, le voci attirarono i ragazzi dalla cucina, erano tutti seduti al tavolo, si guardarono per pochi secondi, probabilmente avevano notizie della piccola Kate. Rimasero in silenzio, nonostante stessero per impazzire, erano giorni che non ricevevano notizie della ragazza, neanche una chiamata. Non sapevano esattamente in quale ospedale avrebbero dovuto cercarla, era tutto segreto, la CIA non voleva che si scoprisse che una spia, per giunta anche minorenne, stesse lavorando per loro. Erano convinti di poter nascondere questo terribile incidente al mondo, soprattutto perché non potevano far sì che venissero a conoscenza di Jayde, una donna molto conosciuta e potente che aveva rubato dei codici molto importanti, segreti dell'America nelle mani di una persona tanto malvagia che avrebbe potuto venderli e diventare ancora più ricca. Fortunatamente c'era Kate. I due uomini si guardarono prima di schiarirsi la voce e guardare Emma e Mark, che si abbracciarono. Non era mai una buona notizia quando due persone così importanti venissero a bussare alla porta.

I due uomini vestiti di nero alzarono la voce ma abbassarono lo sguardo dispiaciuti, Kate non era molto conosciuta, lavorava per molte persone, ma quasi sempre in anonimato, non voleva che scoprissero di più sulla sua famiglia o vita privata.

<<Possiamo entrare?>>. Disse uno di loro, Emma annuì e li accolse in casa, ora non fu molto difficile per i ragazzi cercare di ascoltare, li portarono in cucina, dove avrebbero potuto sentire senza nessun problema, se ci fossero state domande, o incomprensioni, avrebbero di sicuro risposto.

<<Quando potremmo vederla?>>.

<<Come sta?>>. Dissero quasi in coro Julian e Luke. I due si guardarono per poi distogliere lo sguardo, non avevano ancora chiarito dopo il bacio tra Kate e Luke, Julian sapeva che suo fratello voleva molto di più da lei, non prestava minimamente attenzione ai sentimenti che provava verso Kate, per Julian, a Luke fregava solo di come si potesse sentire lui, voleva la piccola solo per lui, tutto il tempo, tutti i giorni, in troppi desideravano averla accanto, compreso Jason che sembrava essere l'unico che non l'aveva ancora baciata, ma ciò che gli aveva insegnato, i giorni che perdevano a giocare insieme alla playstation per lui avevano un significato profondo, le ragazze con cui usciva lo facevano spesso per avvicinarsi a Ethan, uno dei modelli più belli e famosi. O a Luke e Jack, adoravano la loro musica, volevano frequentare la scuola di suo fratello avendo anche dei benefici. Alcune si interessavano a Aaron, lui era uno dei pochi ragazzi ad avere già una carriera alla sua età, qualcosa di importante, si era laureato anche prima degli altri bruciando molte tappe. Molte rimanevano sorprese e affascinate da Daniel, un fratello così bello e grande faceva gola a molte delle sue ex ragazze. Per non parlare di Julian, si allenava spesso, aveva degli addominali da far invidia a tutti i suoi amici, capelli neri e occhi castani nel verde, andavano nella stessa scuola e le ragazze si avvicinavano a lui solo per conoscere Julian, il capitano della scuola di Football e basket. A Jason piacevano poche cose: Giocare ai videogiochi e avere una ragazza talmente nerd da conoscere tutti gli attori della Marvel, leggere fumetti e andare al cinema con lui. Ciò che facevano Kate e Jason in camera era un momento condiviso solo da loro due. Giocavano e ridevano battendosi a vicenda, chiunque avesse detto che la ragazza perfetta non esisteva si sbagliava. Kate e Jason parlavano di supereroi, avevano un calendario sulle future uscite dei film, lui la guardava leggere i fumetti e sorrideva ad ogni sua singola reazione. Ordinavano frullati alla frutta o al cioccolato, la stanza era piena di cartoni della pizza vuoti, a volte rimanevano un giorno intero da soli.

<<Volevamo ringraziarvi per i codici che ci avete consegnato. Non sappiamo come li abbia avuti, ma sappiate che la faremo parlare>>. Uno degli uomini della CIA parlò con i ragazzi guardandoli con rammarico, aveva quasi paura di chiedere. Il secondo uomo sollevò lo sguardo verso il collega, si schiarirono la voce.

<<Ci dispiace per quello che è successo, Kate era una nostra informatrice. Lavorava per noi da tempo...>>.

<<Era...>>. Disse con un filo di voce Aaron, suo fratello Jack gli passò una mano sulla spalla trattenendo il fiato per non esplodere. Ricordò i vari giorni passati insieme, Kate se ne stava spesso da sola chiusa in camera da sola, ma ciò che non sapeva era che quando spariva per ore non era solo in compagnia di Jason. Prendeva la sua chitarra e usciva sul retro, si sedeva sull'erba fresca e suonava con gli occhi chiusi, immaginando di essere in un posto diverso, con una vita differente e Jack si univa spesso a lei. Si sedeva in silenzio, non c'era bisogno di parlare. Sorridevano, si guardavano negli occhi e comunicavano con la musica. Ciò che non tutti sapevano era che Jack nascondeva gelosamente qualcosa di Kate nel suo cellulare: Un video di lei che inizialmente è contraria ma poi si lascia convincere dallo stesso ragazzo. La voce di Kate lo fa sognare tutte le volte, usciva di testa quando la sentiva suonare. Per la prima volta, in tutta la sua vita, non condivise affatto il talento di qualcuno e la sua passione con Luke, teneva nascosta Kate come se fosse una gemma preziosa che solo lui poteva ascoltare tutte le volte che voleva. Le notti insonne metteva gli auricolari e ascoltava Kate guardando quanto fosse bella e tenera in quel video, usciva tutto il suo essere tenera.

<<Non sappiamo cosa sia accaduto in realtà, ma c'era Kate... Ora vorremmo solo risposare>>. Fu Daniel a parlare per tutti i fratelli che erano in silenzio, con la testa bassa.

<<Condoglianze>>. Dissero quasi in coro. Mark e Emma si alzarono accompagnandoli alla porta, avevano intuito la difficoltà e la tristezza dei ragazzi. Rimasero ancora in silenzio, come se si fossero sentiti meglio, come se avesse potuto riempire quel vuoto. Si guardarono un'ultima volta restando in silenzio, come quella casa, completamente diversa da prima. Emma entrò in cucina fissando uno ad uno i suoi figli accennando un sorriso, anche se i suoi occhi erano completamente rossi, aveva pianto tanto, non riscriva a capacitarsi del fatto che ora anche Kate non c'era più. La sua migliore amica era scomparsa dal nulla senza neanche un addio e non aveva potuto dire addio neanche alla piccola.

<<Kate non avrebbe voluto tutto questo>>.

<<Non!>>. Luke alzò la voce per poi fermarsi e sospirare. <<Non nominare il suo nome... Mai più>>. Uscì dalla cucina scansando sua madre come se fosse stata la sola e unica responsabile della morte di Kate. Salì le scale per raggiungere camera sua, dalla porta del bagno provenivano dei lamenti talmente forti da preoccuparlo, si avvicinò a passo lento, avrebbe dovuto parlare con suo fratello, digli che non era colpa sua, che Kate era morta per salvarlo, ma in quel momento odiava persino lui. Si chiuse in camera lasciandola sbattere dietro di lui.

Intanto Julian era in bagno a togliere dal corpo il sangue della piccola Kate che gli era rimasto appiccicato. Passava le mani sul corpo lasciando scivolare quel liquido sul fondo della doccia, scendeva rapidamente sulle gambe dipingendo totalmente di rosso. Il ragazzo appoggiò la schiena contro il muro piangendo come non aveva mai fatto prima, ricordò quella volta al luna park con i genitori e i suoi fratelli, un piccolo Julian si aggirava tenendo la mano di sua madre stretta a sé per paura di perdersi e, verso il lato destro, c'era Jason ancora più piccolo di lui, le cose da fare erano limitate, non poteva fare altro che mangiare leccornie: Dolci, zucchero filato, tanti popcorn mentre assisteva a dei clown che si picchiavano a vicenda con mazze da baseball di gomma, si divertiva da matti ma quel giorno voleva di più. Lasciò la mano di sua madre quando ne ebbe la possibilità. Jason stava provando a sparare alle paperelle con l'aiuto dei suoi genitori, girò il viso solo per un attimo, giusto per riuscire a vedere dove fossero i suoi fratelli. La vista lo tradì per pochi secondi, giurò di aver visto Luke che correva. Julian corse a sua volta verso lui per potersi godere a pieno tutti i giochi che c'erano, magari poter salire sulla ruota panoramica con tutti i suoi fratelli, voleva crescere, diventare un ragazzo grande, proprio come Daniel, che aveva diciotto anni e passeggiava insieme a suo Luke di sedici anni, avevano già la ragazza, uscivano in coppia e lui non capiva perché non potesse fare altrettanto, in fondo, aveva solo cinque anni. Rincorse quello che credeva fosse suo fratello prima di ritrovarsi completamente da solo, in mezzo a tante persone che non riconosceva. Si guardava intorno, urlava i nomi dei suoi fratelli mentre girovagava, la sua testa iniziò a girare e il suo respiro a mancare, capì di essersi perso. Le persone intorno a lui guardavano quel piccolo e indifeso bambino che piangeva. Julian ricordò improvvisamente quel pianto, le lacrime che non smettevano di scendere, gli occhi su di lui che lo preoccupavano, il suo naso rosso come le guance, il respiro che quasi non c'era più, ebbe paura, la prima volta, forse. Avrebbe ricordato per sempre quella paura di non rivedere mai più la sua famiglia, ma il dolore che provava adesso era diverso. Kate era morta davanti a lui, tra le sue braccia. Si dava la colpa di ciò che era accaduto. Neanche al Luna Park aveva pianto così disperatamente da sentirsi male. Ricordò però che la bellissima amicizia tra lui, Luke e Ethan. Era nata quel giorno, Ethan aveva trovato suo fratello, mentre Luke vedendoli da lontani si precipitò da loro abbandonando la sua attuale ragazza, per qualche secondo desiderò che avesse fatto la stessa cosa con Kate, forse se avessero lasciato la ragazza a Julian l'avrebbe convinta a scappare, sarebbero andati a New York insieme e facendole dimenticare quella stupida vendetta. Ma Kate era testarda, amava le sfide e non si sarebbe mai tirata indietro.

Julian uscì dalla doccia e si sciugò il corpo con l'asciugamano, tolse il sangue rimanente imbrattando il tutto di rosso. Le lacrime rigavano il suo viso mentre toglieva il sangue dal corpo, si sentiva terribilmente in colpa e odiava non averla più accanto, avrebbe pagato con la vita pur di sentire ancora una volta la voce di Kate.

<<Ci hanno riportato le sue cose>>. Disse Daniel guardando il tavolo, al centro c'erano i suoi indumenti, insieme alla pistola, chiusi in un sacchetto di plastica completamente macchiati di sangue, accanto in uno più piccolo c'era una collana, lo stesso ciondolo che le aveva regalato Mark, potevano vederla grazie a quella, ma ora sarebbe stato difficile sedersi al computer e non sentire la sua voce, non vederla tutto il giorno, non sentire la porta d'ingresso chiudersi alle cinque del mattino e riaprirsi prima di mezzogiorno, lei non sarebbe più andata a correre. Nessuno di loro avrebbe più annusato odore di buono che emanava dalla pelle, ma per un po', in quei pochi giorni che avevano ancora la speranza di rivederla, avevano sotto il naso il profumo di Kate, tutto aveva il suo odore: La sua camera profumava di lei anche se mancava da settimane, la cucina sembrava avesse ancora le sue impronte sui mobili. Emma era distrutta dal dolore ma nonostante questo disse qualcosa che non voleva neanche pronunciare.

<<Pensavo di sotterrare insieme a lei alcune cose... nostre>>. I ragazzi sollevarono la testa guardandosi uno ad uno, quel momento terribile era arrivato, l'idea di lasciare un pezzo di loro insieme a lei commosse Jason, poggiò il viso contro il petto di Daniel lasciandosi andare in un pianto liberatorio. Suo fratello gli accarezzò la nuca abbassando lo sguardo, ricordò l'ultimo giorno passato insieme a lei, quel maledettissimo giorno, se non si fosse fermato a fare la doccia probabilmente avrebbe aiutato Kate con quei due uomini, non sarebbe stata presa, ma non tutti conoscevano quel piccolo dettaglio, erano tutti pronti ad incolparsi anche se non serviva a riportarla in vita. <<Mark ha organizzato il giorno, dobbiamo solo attendere che... Ci riportino il... Il corpo...>>. Continuò Emma quasi senza fiato, la voce le stava andando via dalla tristezza.

<<Cosa vogliono ancora da lei? Perché... Perché non ci lasciano vedere il suo corpo?>>. Chiese Aaron, Jack gli poggiò una mano sulla spalla rimanendo a testa bassa, avrebbe potuto rassicurarlo in qualsiasi momento ma quello era un giorno diverso.

<<Hanno detto di doverle mettere a posto delle cose... Aveva due buchi alla schiena, ferite al viso, non era ridotta molto bene...>>. Mark entrò in cucina parlando ai figli, sembrava molto freddo, quasi di ghiaccio per uno che aveva appena perso la sua bambina, era così che la chiamava in sola presenza di Emma, finalmente poteva contare su una figlia, fare cose diverse con lei dei soliti palleggi, magari anche shopping, ma era troppo tardi.

<<Dovrebbero portare il suo corpo domani... Julian>>. Emma si fermò guardando suo figlio che, a passo lento, entrò in cucina, tutti gli occhi ora erano puntati su di lui. <<Stavo dicendo che...>>.

<<So cosa stavi dicendo>>. Si sedette a tavola e con lo sguardo perso continuò a parlare. <<Non verrò al funerale domani>>.

<<Devi esserci>>. Disse Ethan sedendosi davanti a lui. Gli occhi di Julian erano rossi, iniettati di sangue per tutte le lacrime che aveva versato.

<<A che scopo? Per ricordarci che ormai non c'è più? Per soffrire più di quanto non ci stiamo già torturando?>>.

<<Non essere egoista, Julian. Merita un addio>>. Disse ancora Ethan, a quel punto Julian sì alzò lasciando cadere la sedia di legno scuro sul pavimento, il rumore rimbombò in tutta la stanza completamente silenziosa.

<<Egoista... Credi che io sia egoista? Dopo tutto quello che abbiamo passato, dopo averla condivisa anche con voi. No, ma avrei dovuto essere più egoista, evitare che uscisse con te, che baciasse Noah e ci andasse a letto. Arrabbiarmi quando Aaron e Jack hanno condiviso Kate in camera quel giorno... Tutte le volte che Luke provava a portarla a letto, il bacio tra di loro e per non parlare di quel giorno, Daniel... Credi che non lo sappia? Almeno abbi le palle di dire a tutti che dopo essertela scopata hai lasciato che la portassero via!>>. Stavolta urlò, alzò la voce facendo abbassare ancora una volta la testa di tutti. Daniel allontanò delicatamente suo fratello Jason che lo fissava.

<<Sei stato tu?>>. Disse Jason, Daniel scosse la testa per poi far reagire Julian, scattò in avanti colpendogli il petto con le mani, lo spinse con tutta la rabbia che aveva.

<<Si! È stata solo colpa tua! Se solo avessi reagito! Ci ha insegnato a combattere, ad essere diversi e noi l'abbiamo ricompensata facendola catturare!>>.

<<Julian, eri in pericolo, lei sarebbe corsa ad aiutarti in ogni caso>>. Sua madre gli parlò con tutta la dolcezza che aveva per poi appoggiargli una mano sulla spalla, Julian allontanò la sua mano bruscamente.

<<Ma non così! Porca puttana! Non così...>>. Disse ancora lasciando andare le lacrime, passò le mani sul viso per poi sfiorare i capelli neri con le sue dita, strinse le poche ciocche in avanti.

<<Ci ho provato, lei mi ha negato l'opportunità di reagire!>>.

<<Non esiste che qualcuno ti tolga l'opportunità di salvare un'altra persona! Lo fai e basta, Daniel! Dovevi salvare Kate anche a costo della tua vita!>>. Rispose Julian avendo l'approvazione di tutti, anche dai suoi genitori, semplicemente ammutolendosi.

<<Pensi che l'abbia fatto di proposito? Io amo Kate...>>.

Julian scosse rapidamente la testa per poi spingerlo ancora con le sue mani, pensò di prenderlo a pugni, di lasciarlo a terra sanguinante davanti a tutti ma si indebolì quando suo fratello Ethan gli afferrò le braccia.

<<Non nominarla... Non ne sei degno...>>. Disse Julian cercando di camminare in avanti verso Daniel, Ethan lo tenne stretto a sé, concordava con le parole del fratello maggiore, anche se si era allontanato da Kate si scioglieva tutte le volte che la vedeva, la sua voce era rimasta intrappolata nella sua mente, la tirava fuori dalla memoria tutte le volte che voleva sentirla. Ethan era innamorato perso di Kate, avrebbe voluto mostrarle la sua vita di tutti i giorni, quello che faceva, quando posava per diversi fotografi, quando sfilava per dei stilisti davvero importanti, avrebbe voluto portala a Parigi con lui, baciarla sotto la Torre Eiffel, di sera, portarla in Hotel e farle trovare una stanza con il pavimento completamente ricoperto di petali di rose appena prese, tanto per dare quel profumo che mancava alla stanza, festeggiare la fine della sfilata con dello champagne e la vista meravigliosa e brillante della Torre Eiffel mentre cenavano davanti alla finestra. Una cosa romantica che non aveva mai fatto per nessuno, neanche alle modelle per poterle portare a letto. Ethan era diverso dagli altri fratelli che esternavano i loro sentimenti, credevano tutti che fosse un grandissimo stronzo con le ragazze, ma in realtà soffriva in silenzio, nessuna era mai stata all'altezza, da quando aveva conosciuto Kate la vedeva ovunque, ma le ragazze non erano per niente uguale a lei, non riusciva a trovarne una uguale, simile o somigliante anche in uno dei suoi aspetti, Kate era unica nel suo genere.

<<Ragazzi, credete davvero che a Kate farebbe piacere sentirvi litigare in questo modo?>>. Disse Noah avvicinandosi a loro, poggiò la sua macchina fotografica sul tavolo, quel giorno, prima di essere fermato dai suoi genitori e gli agenti della CIA che erano venuti a dare quella pessima notizia, si era preparato per poter andare a scattare delle foto per distrarsi dall'assenza di Kate, sapeva che era in ospedale, che stavano facendo del loro meglio per tenerla in vita, avevano espressamente detto di allontanare Aaron dall'ospedale per non compromettere tutto, un vero colpo basso. Aaron si sentiva responsabile tanto quanto Julian e Daniel, magari avrebbe potuto salvarla, forse era nelle mani di un medico incompetente.

<<Sta zitto...>>. Disse ancora Julian guardandolo negli occhi, sembrava che non ci fosse davvero nulla a tirarlo su di morale. Il ragazzo allontanò le mani di suo fratello Ethan e si girò verso il tavolo, guardò attentamente gli oggetti insanguinati nella busta. <<Credevo davvero che sarebbe apparsa dal nulla. Anche se ferita, ci avrebbe detto di continuare con il piano, oppure che era tutto finito e finalmente la sua vita sarebbe stata diversa. Magari senza tutte quelle persone che cercavano di ucciderla, senza quelle ferite su tutto il suo corpo che ricordavano quanto stesse soffrendo. Nessuno di noi ha tentato realmente di salvarla, lei sarebbe ancora qui con noi se solo avessimo fatto tutto ciò che ci aveva insegnato>>.

<<Avete fatto del vostro meglio>>. Mark sembrava volesse rassicurare prima sé stesso. Sospirò per poi distogliere lo sguardo. <<Ci sono molte cose da organizzare prima di domani>>.

<<Dovremmo avvertire Gregor>>.

<<Credi che verrà?>>. Emma annuì rispondendo a suo marito Mark, credevano tutti che lui non sarebbe mai andato, ma probabilmente si sbagliavano. Gregor teneva tanto a Kate, anche se spesso era duro con lei, la sua morte avrebbe distrutto profondamente l'uomo, che l'aveva cresciuta. L'ultima volta al computer Gregor era certo che non fosse morta, non avrebbe mai potuto, era troppo intelligente da permettere a due uomini grandi e grossi di ucciderla, ma c'era una cosa che l'aveva accecata, era diventata stupida grazie ai ragazzi, l'amore aveva ucciso la piccola Kate.

Emma si affrettò a prendere il cellulare, sarebbe arrivato il giorno dopo, avrebbe detto l'elogio funebre e parlato della piccola Kate, come nessuno aveva mai fatto prima, avrebbero conosciuto quella ragazza ormai troppo tardi. Emma uscì dalla stanza con il cellulare all'orecchio, avrebbe trovato le parole adatte solo durante la chiamata, ma era difficile comunicare una cosa simile. Ricordò quel giorno, quando i ragazzi erano piccoli, Daniel aveva diciassette anni, era il più grande e capì perfettamente la situazione quando la sentì parlare al cellulare. Emma continuava a ripetere che non era possibile, Benjamin e Evelin non potevano essere morti, chi si sarebbe preso cura della povera Kate di soli quattro anni? Si chiuse in una delle stanze insieme a Mark per piangere la morte dei loro migliori amici, ora stavano rivivendo l'inferno con la loro bambina.

<<Ho saputo della cattura di Jayde>>. Disse Gregor non lasciandola parlare, Emma abbassò la testa, aveva dimenticato che lui fosse sempre molto aggiornato.

<<Hanno recuperato i codici che aveva rubato...>>.

<<Mi era giunto all'orecchio. Kate tornerà presto?>>.

Quelle parole la colpirono in pieno, prese un grosso respiro e chiuse la porta alle sue spalle per dire ciò che in realtà in casa conoscevano già tutti.

<<Gregor... Kate>>. Si fermò cercando delle parole giuste, ricordò quel giorno, quando lo stesso uomo la chiamò per dirle che la sua migliore amica non era più in vita. <<Mi dispiace, so quanto eri legata a lei, ma durante la missione qualcosa è andato storto. Kate non ce l'ha fatta...>>. Usò le sue stesse parole, dall'altra parte del telefono non ci furono parole, né lacrime, nulla di ciò che avrebbe dovuto sentire. <<Gregor...>>. Lo richiamò per farlo rispondere.

<<A quando il funerale?>>.

A Emma uscirono le lacrime una dietro l'altra, la freddezza con la quale aveva risposto ad una notizia simile la faceva stare male. Si sedette sul divano a conchiglia color Tiffany in modo da rilassarsi e non esplodere del tutto.

<<Domani...>>.

<<Va bene, ci sarò. Ma dovrete venire tutti a New York, voglio che il suo corpo venga seppellito qui>>.

<<Non sono d'accordo, Kate è morta qui...>>. Gregor interruppe Emma riconfermando ciò che desiderava.

<<I suoi genitori sono qui e la sotterrerò dove sono Evelin e Benjamin>>. Smise di parlare, Emma non disse altro, Kate non aveva firmato affatto per prendere il loro cognome, se solo l'avesse fatto, adesso sarebbe stata lì con loro. <<Subito dopo l'elogio funebre voleremo a New York>>.

<<Lascia che metta almeno una lapide qui, noi vorremmo piangere la sua morte, vorremo andarla a trovare tutte le volte che sentiremo la sua mancanza>>. Ci fu un grande silenzio prima che Gregor rispondesse con un:

<<Va bene, ma il corpo torna a New York>>. Chiuse la chiamata lasciando Emma nel suo dolore.  


SPAZIO AUTRICE

So che adesso mi odiate, ma mancano ancora pochi capitoli, forse solo uno. Ho già in mente di fare un secondo libro.

Ma adesso vi farò delle piccole domande, perché amo tanto i vostri commenti:

Cosa ne pensate del discorso di Julian?

Cosa ne pensate dei giorni tra Kate e Jason che trascorrevano insieme?

Cosa ne pensate dei giorni che Kate trascorreva di nascosto con Jack? E del video che tiene gelosamente nascosto ai ragazzi?

Cosa ne pensate della reazione di Gregor?

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