La Lucciola

By violgave

170K 4.2K 356

[COMPLETA] Nella frenesia della vita, c'è una ragazza con una determinazione inarrestabile e un unico obbiett... More

10°
11°
12°
13°
13° pt. 2
14°
15°
16°
17°
18°
19°
20°
21°
22°
23°
24°
25°
26°
27°
28°
29°
30°
31°
32°
33°
34°
35°
36°
37°
38°
39°
40°
41°
42°
43°
44°
45°
46°
47°
48°
49°
50°
51°
51° pt. 2
52°
53°
54°
55°
56°
58°
59°
60°
61°
62°
!!!

57°

2.4K 64 8
By violgave

Liam aveva pianto quando lo era venuto a sapere.

Mi aveva commosso vedere i suoi occhi farsi lucidi per la prima volta e il suo labbro tremare sotto i folti baffi bianchi.

Non ero riuscita a resistere e avevo avvicinato lui e Jake in modo che riuscissero ad abbracciarsi, sapevo che entrambi morivano dalla voglia di stringersi come vecchi amici.

-Sono così felice per te, ragazzo mio.- Aveva mormorato sfoderando un sorriso storto e ricomponendosi.

-Sono sicuro andrà tutto a meraviglia.- Aveva affermato poi facendo un passo indietro e osservando Hannah che dentro il camice aveva gonfiato il petto.

-All'80% sì.- Aveva ripetuto, quasi fiera che la percentuale fosse così alta.

-È sempre sopra la metà.- Aveva dichiarato l'uomo per poi appoggiare una mano sulla spalla del modello che aveva sorriso con un angolo della bocca.

I giorni erano passati così velocemente che facevo fatica a realizzare che fosse arrivato il grande momento.

Jake non ne aveva voluto sapere di avvertire i suoi genitori, al contrario mi aveva permesso di dirlo a Leda, Nathan e Gareth.

E ora, dopo così tanto, mi ritrovavo al suo fianco su quel lettino d'ospedale, in attesa che arrivassero le infermiere per portarlo in sala operatoria.

Il suo braccio mi stringeva il fianco mentre il suo viso duro come il marmo era appoggiato sulla mia spalla. Continuava a stringere la mia mano con tale forza da farla diventare bianca.

-Rilassati.- Dissi sorridendo mentre gli lasciavo un piccolo bacio sulla testa.
-Tu sei più nervosa di me.-
-Ne dubito altamente.-

Chiuse gli occhi stanchi, marcati da due occhiaie profonde.
Sembrava disorientato, perso nella sua agitazione che teneva tanto nascosta.

-Non riesco a smettere di tremare, Amber.- Ammise dopo qualche istante a bassa voce, come per paura che qualcun altro oltre a me lo potesse sentire.

Non andò oltre, non mi spiegò i dettagli o ciò che realmente temeva, ma era chiaro.
-Andrà... andrà tutto bene.- Esordii sistemandogli la cuffia sui capelli.

-Si tratta di un'operazione di qualche ora soltanto.- Gli accarezzai la guancia cercando di trasmettergli la serenità di cui aveva bisogno.

-Qualsiasi cosa succederà, buona o cattiva, non sarai più solo.- Gli sussurrai stringendolo in un abbraccio, non lo avevo mai visto in quelle condizioni di ansia totale, tanto da farlo tremare.

Il ragazzo sfiorò la mia collana con le dita snelle. -Questa è nuova?- Accennò un piccolo sorriso.

-È... il regalo di Natale di Axel.- Le sue labbra si tirarono in una smorfia spenta, lo vidi appassire per qualche istante.

Gli afferrai la mano e spazientita feci in modo che le punte delle sue dita sfiorassero l'anello sul mio dito. Socchiuse gli occhi bianchi schiudendo le labbra rosee.

-Oh.- Lo tastò con interessante delicatezza.

-L'hai tenuto.- Annuii. -Perché?- La mia mano era stretta saldamente nella sua. Alcune persone fecero il loro ingresso nella triste stanza d'ospedale ed entrambi ci ammutolimmo.

-Mi aspetterai?- Mi chiese afferrandomi il polso con fermezza e inchiodandomi con gli occhi bianchi.

Lo osservai attendere una risposta, ora steso su quel lettino.
-Non serve neanche chiederlo.- Riuscii a dire prima che il modello sparisse oltre la porta, all'angolo delle sue labbra rosee comparve un sorriso

e io vidi i suoi occhi nivei per l'ultima volta.


Quella di Leda fu quasi un'irruzione in sala d'attesa.

Affannata si trascinava dietro Gareth quasi vicino ad un attacco d'asma. -Siamo arrivati tardi?- Chiese correndomi incontro dopo avermi individuata.

Vedendomi scuotere la testa, Gareth fulminò la ragazza. -Te lo avevo detto che eravamo in orario.-

Lei si limitò a scuotere distrattamente la mano mettendo fine lì al discorso. -Nathan non è potuto venire, ma ti saluta e augura buona fortuna a Jake.- Mi informò. -A proposito, da quanto è in sala operatoria?-

-Due ore.- Dissi con lo sguardo perso nel vuoto e un buco nello stomaco.

La ragazza si accovacciò sulle ginocchia per guardarmi in volto mentre il ragazzo si lanciava sulla poltrona accanto a me con respiro affannato, massaggiandomi la schiena provò ad essere di conforto.

-Amby cos'hai? Sei pallida.- Mi domandò Leda rivolgendo uno sguardo preoccupato a Gareth.

Non risposi obbligandomi a pensare a qualcosa, qualsiasi cosa che non mi facesse pensare al ragazzo sotto i ferri.

Mi dava i brividi immaginare quella scena. Cercai di guardarmi intorno notando i minimi dettagli di ogni cosa: la moquette verde aveva delle piccole macchioline ai bordi, proprio vicino alle pareti bianche come il latte e addobbate da immensi quadri colorati.

La stanza era piccola, ma piena di poltrone talmente soffici che sembravano inghiottirti e una vetrata che prendeva il posto di un'intera parete si affacciava sulla strada sottostante lasciando entrare la poca luce del sole che ormai stava per sparire all'orizzonte.

Mi cominciai a mordicchiare un'unghia mentre la mia mente vagava alla ricerca di tutto ciò che era capace di distrarmi, ma il mio pensiero tornava sempre lì.

I miei occhi si fecero lucidi dalla preoccupazione, ma mi sforzai di non piangere.

Eppure pensare a come lui si dovesse essere sentito poco prima di addormentarsi, in una sala dove per lui c'era soltanto oscurità e senza nessuno al proprio fianco, mi distruggeva. Doveva aver avuto paura.

Leda prese delicatamente il mio viso con una mano costringendomi a guardarla negli occhi.
-Ascoltami.- Disse cercando il mio sguardo che piano piano stava tornando alla realtà.

-Fra poco uscirà da quella stanza come nuovo e quando si sveglierà tu sarai al suo fianco, non ti devi preoccupare di nulla. È nelle mani di dottori in gamba, credimi.- Con la coda dell'occhio vidi Gareth annuire con fermezza.

Fece per dire qualcosa ma si fermò quando un ragazzo alto e longilineo entrò nella stanza dirigendosi verso di noi.

-Axel!- Esclamai correndogli incontro. Lo abbracciai immediatamente, lui mi baciò la fronte.

-Scusa il ritardo, Principessa, c'era traffico.-
-Fa niente, grazie di essere qui.- Lui accennò un sorriso salutando con la mano Leda e facendo un cenno al cugino a mo' di saluto.

-Buon San Valentino!- Esclamò porgendomi un mazzo di fiori.

Oh, caspita.

Mi ero totalmente dimenticata di quella festa, anzi, non me ne ero mai ricordata.

Il 14 febbraio per me era un giorno come un altro, più che altro era una trovata commerciale o una giornata per uccidere moralmente tutti i single.

L'avevo sempre trovata una giornata forzata, quelle giornate che obbligano a sorridere e a essere felici, a far qualcosa con qualcuno.

E il motivo principale del mio disprezzo per quella festa era che, a parer mio, non ci dovrebbe essere una sola giornata dedicata all'amore, se si ama qualcuno si deve dimostrare tutti i giorni, settimana in settimana, mese dopo mese.

-Oh, oddio. Scusa io.. me ne ero dimenticata.-

-Come mai così agitata?- Domandò accarezzandomi i capelli quando presi i fiori.

-Beh, Jake è nel pieno di un'operazione.- Esclamai lanciando un'occhiata alla porta.

-Andrà bene.-
-Lo spero davvero.- Perché la sua presenza non sembrava tranquillizzarmi in nessun modo?

Lui stette in silenzio per un po'. -Vieni dai, ti porto a mangiare qualcosa.-

-Cosa?-

-Non vuoi andare a festeggiare il nostro primo San Valentino insieme?- Sembrava confuso.

-Sì, ma... non voglio allontanarmi da qui.- Si accigliò.

-E perché mai?- Non mi diede il tempo di continuare. -Dopotutto è solo il tuo capo.-

Mi allontanai dal ragazzo cominciando ad infastidirmi. -È un mio amico e gli ho promesso che ci sarei stata al suo risveglio.-

-Non succede nulla se non lo vedi appena esce dalla sala operatoria, tanto sarà ancora sotto anestesia.- Alzò la voce prendendomi per il polso, Gareth lo fulminò alzandosi di scatto.

-Come non succede niente se festeggiamo domani!- Esclamai liberandomi dalla sua presa. Il suo sguardo era un miscuglio di confusione e agitazione.

-Cosa non capisci, Axel? Semplicemente non voglio allontanarmi da quest'ospedale!- Sbottai e come mio solito cominciai a gesticolare nervosamente.

-Beh, allora ti porto qualcosa e quando esce ti riporto a casa.-

-Non voglio nemmeno tornare a casa sta sera.- Proprio non capiva.

-Allora puoi dormire da me, festeggeremo lì.- Scossi la testa.

Festeggeremo lì?

-Dormo qua.- Lui sbuffò.

-Ma che diamine dici?- Non notando nessuna traccia di ironia nel mio viso sembrò indignarsi.

Gareth studiava teso il cugino, vedevo come fosse indeciso se avvicinarsi o meno.

-Lui ti piace, vero?-
Il gelo.

Il suo sguardo mi supplicava di rispondere velocemente. Sembrava già conoscere la risposta, ma lui voleva sentirla uscire dalla mia bocca.

-No, io...-

-Lo vedo come lo guardi.-

Le sue labbra sottili ebbero un fremito.
-Tu non mi guardi mai come fai con lui.-

Il suo sguardo era spento.

-Hai idea di quanto sia difficile per me questa situazione? Ci vivi letteralmente insieme, passi tutto il giorno, tutti i giorni, in sua compagnia e ora scopro che ci vuoi pure dormire insieme.-

-Sai cosa intendo con dormire insieme.-

Lui strinse le labbra.
-Ormai non ne sono più così sicuro.-

-Axel...-
-Senti facciamo una cosa okay?- Mi interruppe, la voce spezzata.

-Vuoi già prendere una pausa?- Sentivo il respiro bloccarsi.

-Sì.- Ammise infine.

Repressi le lacrime annuendo lentamente, forse era meglio per entrambi.

Era il momento di mettere in chiaro le idee, fare i conti con me stessa. Dovevo fare una scelta una volta per tutte.

-D'accordo...- Nonostante concordassi con lui la mia voce tremò poco.

Axel se ne andò, mi lascio i fiori.

Continue Reading

You'll Also Like

2.5M 108K 97
Payton è una studentessa Universitaria di Princeton, nel New Jersey. Una ragazza allegra, tremendamente estroversa e con molta fiducia nei propri sog...
18.6K 253 13
Kylie ha 24 anni,lavora in un negozio di fiori con la sua migliore amica,Jane.Kylie è una ragazza forte ma un giorno la sua vita cambierà, non avrà p...
144K 4.1K 89
@charles_leclerc ha iniziato a seguirti
391K 22K 36
"Sei tu il mio paparino?" Porca merda.