Edward's voice

By onedirection_tpwk3

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Le canzoni di Louis si erano posizionate al primo posto in ogni classifica, tanto da vincere i Brit awards. ... More

Mystery
Katy Perry
Golden
H&N
𝐴𝑟𝑖𝑎 𝑏𝑢𝑜𝑛𝑎🍃
Lᴇᴛ ᴍᴇ ᴋɪss ʏᴏᴜ
𝑆𝑡𝑟𝑜𝑛𝑔🪨
-𝟸𝟶𝟷𝟹-
𝐋
𝑅𝑜𝑡𝑡𝑜
Crisi
"It's your fault"
Riconciliazione
Date
Bravery
Once in a Lifetime
the night is calling to me
Philip
special
L.A.
Capitolo 21
Brits
Wind
Meeting
Unexpected
Angel
tension
𝐈 𝐬𝐞𝐠𝐫𝐞𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐦𝐚𝐫𝐞
𝗧𝗿𝗮𝘃𝗲𝗹
Reveal
Burning
Capitolo 33
Il quaderno
Friendship
Try
w
You said you care
Toronto
I Grammy
L'ultimo tassello
Please don't leave me
Styles Company
Un amico di vecchia data
Only love can hurt like this
hushed person
E tu ricordi?
"Ti ho preso"
Epilogo

Rain

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By onedirection_tpwk3




New York     20 ottobre 2016

«mi raccomando non fare tardi» gli aveva detto Louis, il maggiore lo aveva invitato a cena, per festeggiare più intimamente l'uscita dell'album

Non curando del fatto che anche Harry, stava cercando di scriverne uno. Un gioco da ragazzi, no? Eppure doveva mentire, doveva mentire e questo lo faceva sentire sporco, lui col viso angelico, che nascondeva segreti di questa portata.

Ancora una volta aveva mentito a Louis, stava scrivendo e scrivendo, quindi sarebbero andati al ristorante separatamente, anche per non destare sospetti, come solito era in ritardo, e la sua ruota si bucò, com'era possibile?

Mentre si disperava, un clacson suonò
«hey hai bisogno di una mano?» era Tim «sono qui di passaggio, magari posso accompagnarti fuori quartiere» propose gentilmente

«si Tim, mi faresti un favore. Solo che avrei una cena con un—un amico, ed è proprio un ristorante qui fuori, quindi da lì,la faccio a piedi» Tim gli aprì lo sportello «ti accompagno lì, alla fine saranno trecento metri in più? Tranquillo» salì in auto ringraziandolo mille volte, finalmente in poco tempo arrivarono fuori al ristorante

Louis aveva un volto aggrottato appena lo vide scendere dall'auto. Fece un cenno a Tim mentre andava via,non conoscendolo nemmeno, era il ragazzo del quartiere, quello che salutò Harry.

«non guardarmi così,» lo rimproverò «ho bucato una ruota» sbuffò «e lui passava di lì»

Louis scoppiò a ridere «che c'è di divertente?»
«c'è che sei così imbranato da bucare una ruota, come H?» rise ancora «però ancora più strano, che il tuo amico di inizio quartiere, era lì a salvarti. Un giorno mi dirai come l'hai conosciuto»

«ha-ha divertente, e comunque ci ho sbattuto mentre correvo. Allettante vero?!» era sarcastico
«tutte le storie d'amore iniziano così» asserì Louis
«non le mie,ora sir possiamo entrare?»
«andiamo, ho prenotato un tavolo fantastico!»

Entrarono in questo ristorante molto raffinato, aveva un'atmosfera rilassante, e romantica. C'erano tavoli ricoperti da tovaglie nere, con centrotavola color rosso, piante rampicanti su alcune pareti, e come tocco di classe le lanterne come lampadari.
«è bellissimo» si lasciò sfuggire il più piccolo

«appena l'ho visto, ho pensato a te» disse Louis
«come?» Harry era confuso, ma allo stesso tempo curioso «semplice, vivace, romantico, spettacolare e soprattutto unico» rimasero a guardarsi negli occhi, così intensamente che potevano consumarsi
«ti amo Louis» la promessa, la loro promessa d'amore che non veniva mai spezzata «ti amo haz»

Si sedettero in un tavolo più appartato, rispetto agli altri, così avevano la libertà di dialogare senza la preoccupazione di essere ascoltati. Loro due erano così, parlavano di cose superficiali, fino a quelle più importanti che sfociavano in veri e propri dibattiti e a contornare tutto, vi erano le battute pessime di Harry, che facevano ridere solo il più piccolo e indignare il maggiore
«ma dai ti prego,» protestò «faceva ridere Louis»

Il cellulare di Louis squillò, nel bel mezzo di quel dibattito «pronto,» disse non curandosi dell'interlocutore

«ma sei impazzito?!» sbottò Simon «vi hanno visti Louis! Vi hanno visti i paparazzi!» urlò così tanto che Harry dall'altra parte del tavolo lo sentì
«Simon non so di cosa parli» disse

«Louis per Dio! Tu e i tuoi atteggiamenti da frocio, portare il figlio di Styles a una cena romantica. Che ti salta in testa eh? Qualcuno lì fuori mentre prendevate il tavolo, vi ha venduti alla stampa. Idiota! Vattene di lì e facciamo i conti da vicino»
«fottiti» fu l'unica cosa che disse Louis

«dicevamo?» tornò ad essere sereno, spegnendo il cellulare e riponendolo nella sua tasca
«Lou...» iniziò «no, si fotta quel vecchio bisbetico. Voglio godermi una serata con te,col mio ragazzo e non mi importa di lui» asserì versandosi del vino rosso nel calice

Ed era incredibile come Harry fosse passato a suonare,a scrivere,comporre e a cantare per calmarsi ora si calmava semplicemente mentre pensava alla figura del maggiore. Harry amava Louis incondizionatamente, tanto che sarebbe stato disposto a soffrire pur di raccontargli la verità.

Si rese conto di quanto possa essere puro il loro amore nonostante fosse contornato da bugie, il suo mondo girava attorno a lui, al suo sorriso,al suo umore,ai suoi occhi. E proprio mentre erano quasi fuori le loro rispettive abitazioni, che iniziò a piovere. A piovere forte, ma quella pioggerella leggera, che ti inzuppava l'anima

«Harry» lo richiamò «cosa fai?»
«mi godo ciò che amo Louis, vieni con me» gli disse prendendolo per mano, chiudendo l'auto

«sei pazzo qui tu» gli disse toccandogli una tempia «louis guarda» disse girandosi verso di lui, tendendo una mano verso la pioggia, quasi come se volesse provare a raccoglierla

«lo conosci il mito della nascita della pioggia?» gli chiese allora harry, portando lo sguardo in alto e socchiudendo gli occhi così che le gocce gli potessero bagnare il viso «no» rispose

«Un tempo gli uomini non avevano mai sete, non conoscevano la disidratazione,poiché avevano all'interno del loro corpo liquidi a sufficienza compresa l'acqua.

Un giorno un giovane beduino che vagabondava per il deserto, fu maledetto dalla divinità delle terre aride,la quale aveva proibito l'accesso ai deserti, iniziò a sentirsi disidratato non capendone il motivo,ma conosceva la divinità della pioggia» sospirò guardando il cielo

«la invocò,gli disse che doveva trovare uno scorpione nel deserto e porgerglielo come dono. Il beduino passò circa quattro ore della sua vita a cercare questo scorpione,che però non trovò e svenne per la disidratazione.

Si risvegliò in un tempio,davanti a un uomo,il quale gli chiese il motivo per cui si trovasse lì e gli spiegò la sua storia,l'uomo colpito dal coraggio di quest'uomo lo portò in una stanza,dove vi era il suo scorpione e glielo porse,il giovane lo ringraziò.

Diede questo dono alla divinità,la quale fece piovere sulla terra una volta alla settimana,spezzando così la maledizione della divinità del deserto» concluse così il racconto del mito greco sulla pioggia

Ci furono pochi secondi di silenzio,dove si sentivano solamente i loro respiri e soprattutto il loro battito in sincronia,mentre ascoltavano il rumore della pioggia che scendeva lentamente sull'asfalto e sugli alberi
«ti amo wind» allora pronunciò

«se io sono il vento tu sei la pioggia Harry» si voltò a guardarlo «hai presente un uragano?» domandò, facendo annuire Harry «siamo io e te, la pioggia e il vento assieme. Che fanno strage, e si amano e si avvolgono distruggendo, ma aggiustando ciò che loro stessi sono. Ti amo Harry, non puoi capire quanto» Harry si avvicinò ponendo le sue nocche fredde sul volto di Louis per accarezzarlo, e subito dopo lo baciò

Walking in the wind

Presero a danzare, sotto la pioggia. Louis lo afferrò per il bacino, gli poggiò la mano dietro la schiena e prese la sua, iniziarono a ballare un valzer, o almeno cercarono di farlo. Harry buttava la testa all'indietro dal ridere, la pioggia gli faceva bene, portava cose belle, portava il sole, l'arcobaleno, ma delle volte poteva portare temporali peggiori. Non in quel caso, non quando c'erano il vento e la pioggia a fare l'amore, non quando il vento e la pioggia stavano ballando e si erano innamorati.

«sarai sempre nel mio cuore Harry styles» e con quell'affermazione Harry si fece cullare da Louis, nelle sue braccia, mentre canticchiava qualcosa

«a che pensi?» Louis lo riscosse dai suoi pensieri
«saremo felici o tristi, ma cosa importa lou,se siamo uno accanto all'altro? Questo è l'essenziale, tu sei
l'essenziale»










Manhattan 25 ottobre 2016

«quindi, come procede il tuo percorso di accettazione?» gli chiese Stan

Ormai era diventato un suo paziente da un po' di tempo, e quando gli parlò di Louis, si sfogò in tutto e per tutto, ammettendo le sue colpe, e ammettendo di essere Edward. Harry si fidava di Stan, perché quest'ultimo gli aveva fatto confidenze che forse, ad altri pazienti non avrebbe fatto.
«va» rispose semplicemente

«Harry, lo vedo, vedo quel velo di preoccupazione e di delusione che non vorresti dare. Ma capisci che non c'è niente di male? Sei sempre tu, e saranno arrabbiati è più che logico, ma sarai sempre tu» gli spiegò in maniera sincera «sei una persona fantastica, e non lo dico tanto per. Diglielo Harry»

«io ci provo, ma non ci riesco. Mi sento sporco»
«ecco qui,» esclamò puntandogli il dito «eccolo, lo sporco. Devi imparare che se hai dei segreti con te stesso, non significa che siano necessariamente sporchi» gli disse «sei troppo insicuro, facciamo una cosa alla volta, Mhh?» Harry annuì

«c'è,» iniziò a gesticolare «questo Lucas» vide il volto di Stan quasi impassibile «certo, vai avanti. Lo conosco» Harry annuì proseguendo «è un tipo strano, ecco lui non sa che io e Louis stiamo insieme, ma mi tratta come se—non lo so, come se-»
«come se sapesse, come se fosse geloso» concluse la frase Stan per lui «esatto!» esclamò

«devi capire che, certe cose, dall'esterno qualcuno le percepisce. Ti faccio questa confidenza, essendo in tema. Lucas non mi è mai piaciuto, troppo assetato di fama, troppo egocentrismo, e Louis era perdutamente innamorato di lui. Non se ne accorgeva, anche se io e Liam, abbiamo provato a farlo ragionare» disse serio «Louis però diceva che non era così, che noi non lo conoscevamo veramente. Ma capisci Harry che, io già studiavo psicologia, e ciò che vedevo, non era nulla di buono»

«poi, che successe?» chiese Harry curioso
«poi successe qualcosa con le gemelle, che lo fece riflettere, e allontanarsi per un po'. Poi ci cascò nuovamente, nella sua rete»
«cos'è successo? Phoebe voleva parlarmene, alla festa dell'album, che a proposito, perché non c'eri?»

«quanto sei curioso,» ridacchiò «ero con la mia ragazza, le ho fatto la proposta» Harry spalancò gli occhi e si alzò per congratularsi «auguri stan!» stan assecondò il riccio, e lo abbracciò, per poi ritornare uno sul divano e l'altro sulla sedia

«dicevamo» tossì «phoebe chiese un piccolo aiuto per i compiti di storia, Lucas molto entusiasta volle aiutarla, e Louis era così contento che andassero d'accordo. Quello che ti sto dicendo, mi è stato raccontato da tre persone diverse, e mi hanno raccontato la stessa versione» espirò

«phoebe è una bambina che se non è stimolata, si stanca, si secca. Lucas non è proprio un tipo paziente non ama molto i bambini-»
«no!» esclamò «non dirmelo, non dirmelo che gli spacco il setto nasale» tuonò

«Harry, calmati, ok?» il riccio annuì «dicevo, phoebe si stancava, e si infastidiva poiché lui la trattava come se sapesse già cosa dovesse fare. Come se non fosse una bambina di nove anni, i bambini vanno guidati e aiutati» Harry annuì convinto «successe che Phoebe non voleva più ripetere l'argomento, e scriverlo, Lucas ha alzato troppo la voce, e credo che se non fosse intervenuta Daisy, gli avrebbe perfino tirato i capelli» Harry rimase lì sconvolto

«ecco perché, mi chiede sempre cosa fare impaurita. Io—io non lo sapevo, ma non l'ho mai trattata così, e perché mai Louis sarebbe tornato con un essere così viscido?!» esclamò irritato

«perché si presentò a casa loro, chiedendo scusa. Le sue sorelle non l'hanno mai perdonato, e nel profondo nemmeno Louis, solo che non ammette di aver sbagliato» disse Stan «a fare cosa? A perdonarlo?» Stan scosse il capo «no, non mi permetterei mai, ha sbagliato a considerare l'idea che non l'avesse fatto di proposito. Era accecato dall'amore, Harry non siamo qui per parlare di paragoni, tra te e lui, ma per provare a superare le tue paure» terminò così la loro seduta


__________

Pages between us,
Written with no end,
So many words we're not saying,
Don't wanna wait until it's gone,
You make me strong.

Louis lo faceva, Louis lo rendeva forte, e tutte le parole che in quel momento non si stavano dicendo, sarebbero uscite fuori, lanciate, sparate, forse per ferire o forse per rassicurare. Questo nessuno lo sapeva, come Harry non seppe il perché, si ritrovò nel bel mezzo del nulla, mentre pioveva, e c'era il fruscio del vento, che picchiettava.

Harry adagiò la penna e il suo block notes, si accarezzò il viso dolcemente. Sua madre gli aveva sempre detto «se non sai cosa fare, fermati. Non agire di impulso, spegni tutto Harry, spegni ogni cosa, chiudi gli occhi e fai ciò per cui l'uomo è nato. Pensare» così fece, si fermò. Aveva il bisogno di buttare giù tutto quello che aveva nel suo cuore

But I don't care, I'm not scared of love

Harry grazie a Louis non aveva paura, non avrebbe mai potuta avere. Era la sua metà, la sua anima gemella e questo niente, avrebbe potuto cambiarlo.
Mentre scriveva altri versi, il suo cellulare vibrò

«haz, dove sei? C'è una tempesta li fuori, non tornavi» sospirò «ho chiamato stan e mi ha detto che sei andato via tre ore fa» disse tutto d'un fiato

«Lou, calmati. Hai ragione ad essere preoccupato, ma va tutto bene, ho visto la tempesta, mi sono fermato apposta. Sarò lì in serata credo, appena sarà passata» lo tranquillizzò «mi manchi lou»

«anche tu, haz. Troppo! E mi hai fatto spaventare»Harry ridacchiò complice «ti amo, e ci vediamo presto ok?» Louis annuì dal capo del telefono
«ti amo anche io rain» Harry rise al soprannome, da quella notte, da quella tempesta, Louis lo chiamava rain, come la pioggia d'inverno e quella improvvisa in estate «potremmo condurre il meteo lou» ridacchiò

«hai ragione. Comunque sii prudente, ecco perché non voglio che tu vada da solo. Ora potremmo fare del buon sesso se fossi lì con te» sbuffò
«Louis!» lo rimproverò «sei incredibile, io chiudo»

«styles,ti arriva un ceffone dal cellulare, comunque devo andare. Tuo padre mi sta chiamando per lavorare, dice che sbaciucchiarti non è un lavoro»Harry ridacchiò «sii al sicuro, chiamami ogni ora ok? Ti amo haz, ci vediamo dopo»
«ciao lou, ti amo» chiuse la telefonata







New York         7 novembre 2016

«hey lou» sentì una voce chiamarlo, si girò per incontrare lo sguardo del suo interlocutore «Lucas, ciao, come mai qui?» chiese

Louis era nel palazzo della Styles-Modest, aspettando che Harry finisse una riunione, riguardante l'inaugurazione di un'altra piccola sede. Era lì fuori al balcone dell'ottavo piano, a fumare placidamente una sigaretta.

«non ti mentirò» disse «ti stavo cercando» Louis aspirò fuori il fumo «dimmi tutto» era stranamente calmo, di solito nelle vicinanze del castano, si sentiva in imbarazzo

«che dici di parlare un po', qualche giorno? Magari davanti a un bel piatto di pasta, preparato da me» propose, e Louis si sentì lentamente sprofondare
«Lucas, ascolta. Io per te non provo più le stesse cose, questo riesci a capirlo vero?» Lucas tristemente annuì «certo lo so, vorrei che fossimo amici però. Che ne dici?»

«va bene, se è una cosa amichevole potremmo invitare anche gli altri no?» Louis era irrimediabilmente furbo «certamente, però vorrei costruire un rapporto alla volta»

Passò un'ora, e Louis continuava ad aspettare assieme a Lucas, Harry. Finché non si rivelò il riccio con due dita sulle tempie,e una faccia rosso fuoco. Appena vide i due, chiacchierare lì fuori, affacciati sul balconcino, gli si ribollì il sangue nelle vene. Louis che passava la parte iniziale della sua sigaretta, a Lucas, il suo ex, e dopo continuava a fumare come se nulla fosse.

Si avvicinò schiarendosi la gola, dato che la loro risata era udibile fino al piano sottostante
«Harry!» esclamò Lucas, con un sorriso stampato in volto «haz amo-, Harry tutto bene?» chiese Louis

«certo Louis ,va tutto bene. E voi? Vi state divertendo?» Lucas annuì «stavamo parlando»
«immagino, come mai siete qui?» domandò
«ti stavo aspettando» Louis abbassò il capo
«io stavo cercando Louis,» Harry alzò un sopracciglio e inutile dire che Louis pregò con lo sguardo e con la mente Lucas, di non dirgli di quel pranzo «volevo invitarlo a pranzo»

Ecco appunto

«ah, capisco. Louis non è molto tipo di-»
«no, in realtà ha accettato. Ora devo andare scusate, però ci vediamo» Lucas se ne andò

Silenzio glaciale

«lasciami-» provò louis «sta' zitto! Avrei dovuto togliere il problema quando s'era presentato»

«che intendi dire?» chiese stranito «te l'ho detto che per me lui è stata una persona importante, ora perché vuoi metterti a paragone con lui? È solo un fottuto pranzo Harry!» borbottò infastidito
«col tuo ex Louis! Ma perché non capisci?!» urlò

«cosa devo capire? Che vuole essermi amico? Che vuole avere un posto nella mia vita?» sbottò «ma non capisci che anche lui lo sa, sa che ho occhi solo per te, che cazzo! Harry svegliati io amo te, non lui» sospirò sconfitto da quell'affronto

«scusa,» disse «ma a me da comunque fastidio che tu stia con lui, in casa sua»
«haz va bene essere gelosi, ma non dubitare mai della tua importanza e della forza di quello che abbiamo. Chiaro? E comunque non andrò in casa sua, non siamo amici a quel punto. Un pranzo in un bar o in un ristorante, poi basta» alzò le spalle

«mi fido di te wind,» sospirò «ti amo» gli allacciò le braccia al collo, baciandolo lentamente «sai vero che possono vederci?» gli sussurrò Harry «non mi importa più rain» ridacchiò Louis

«domani andremo da Stan, ok? Non dimenticartene. Domani alle due, pranziamo e andiamo via, te l'avevo anticipato si? Che era domani» Louis annuì convinto, quando poi realizzò

Cazzo

«haz,» mormorò mentre scendevano per le scale
«si dimmi lou» rispose «domani è il pranzo» Harry si girò verso di lui «Louis, ma io—io te l'avevo detto, mi avevi promesso di esserci» era ferito
«e ci sarò, telefono Lucas dopo, scusa haz credevo fosse tra due giorni e ci siamo organizzati di conseguenza» harry annuì, ma non era convinto



***

«si scusami stan, lo richiamo. So che ti sto facendo perdere molto tempo» sospirò Harry, cercando il suo cellulare mentre cercava di tranquillizzarsi

«hey Harry, tranquillo. Oggi ho solo te, abbiamo tutto il tempo, tranquillo ok? Arriverà» disse infine

Louis era in ritardo stratosferico, non riuscì a liberarsi per il pranzo, così Harry spostò l'orario della visita un'ora dopo, così che potesse centrare i suoi impegni. Louis non rispondeva, ed era in panico, non ne capiva il motivo. All'ultima telefonata, Louis rispose «haz, scusami» disse affaticato «sto prendendo l'auto»

«Louis,» rise una persona dal cellulare «era buono il vino,» ridacchiò

Harry rimase col cellulare tra le mani, non parlava, se respirare non fosse stato involontario avrebbe smesso di fare anche quello. Stan gli mimò un 'tutto bene?'  Harry scosse la testa

«è con lui» sussurrò spiazzato a Stan, quest'ultimo prese il cellulare di Harry, quasi con prepotenza «Louis» tuonò «Stan scusami, ma stavo parlando con Harry»

«hazza» borbottò ridendo Lucas dal cellulare
«Louis, noi abbiamo già iniziato. Possiamo fare la settimana prossima, quando organizzi meglio i tuoi impegni ok?» Louis non ebbe nemmeno il tempo di controbattere, l'amico chiuse la telefonata

«scusami» disse solo stan, ma il riccio non rispose si alzò e lo abbracciò forte «grazie» soffiò
«che ne dici—se andiamo a fare un giro? Da amici non da dottore-paziente. Si?» Harry annuì

Scesero dallo studio e si incamminarono verso un bar lì vicino, non si era mai sentito così sconfitto e spiazzato in tutta la sua vita. Sapeva che qualcosa stava cambiando,inevitabilmente avrebbe stravolto sia la sua vita,che quella di Louis ma non si aspettava che fosse per una terza persona bensì per le sue bugie.
«non ci pensare nemmeno Harry» disse solo Stan

«non so di cosa tu stia parlando, non doveva essere un'uscita tra amici?» Stan annuì «si, se ciò non comporta che tu ti senta male, per quegli scelerati, Harry,Louis non ti tradirebbe mai. Non pensarlo nemmeno, ha sbagliato e credo che lo capirà» subito dopo ringraziò la cameriera, per le cioccolate calde

«io—io non capisco perché abbia scelto di passare il tempo con lui che con me» abbassò il viso «c'è lo zampino di Lucas Harry, non diamo a Louis tutte le colpe. Ha sbagliato questo è certo» disse il dottore

«sono stanco di arrabbiarmi per lui. In ogni litigio c'è sempre lui di mezzo, non lo reggo più» sbuffò
«non ti azzardare! Non ti azzardare a mollare tutto Harry, devi lottare»
«lotterò, ma se mi troverò da solo a farlo, lascerò tutto Stan, tutto e tutti, e spero di avere supporto. Almeno da te» buttò li «sempre Harry, sei mio amico prima di essere un paziente. Louis ti ama, è un amore forte, e molto potente, può sopravvivere a mille Lucas e anche di più. Fidati»

«ti è mai capitato di odiare qualcuno?» chiese all'improvviso il riccio «no, io non odio nessuno, però ci sono persone, che preferisco e ho il bisogno di vederle solo da lontano» scrollò le spalle «perché questa domanda?»

«io sono un pacifista, e lo sai. Però da quando c'è di mezzo Lucas, sento non solo di non sopportarlo, ma quasi di odiarlo e—e io non sono così,capisci?!»
«non è odio, è gelosia haz. Ora parliamo di cose belle Mhh? A cosa stai lavorando?»

«se te lo dicessi deve essere un segreto da amico, non professionale,» il ragazzo annuì «si chiama Strong, e ora più che mai ho bisogno di questa canzone, di questo testo» confessò sospirando

Il suo cellulare vibrava, in continuazione. Erano messaggi da parte di Louis, chiamate perse, e ancora messaggi, messaggi e messaggi.
«perde tempo» si fece sfuggire Harry
«non punirlo troppo, comunque se non ti va di tornare a casa, vuoi passare da me? Conoscerai Stacey» il riccio annuì entusiasta «certo»










New York 13 novembre 2016

Inutile dire che come ogni singola discussione che fosse riferita a Lucas, e quindi quando la maggior parte delle volte Harry aveva ragione, si chiudeva col mondo intero.

Harry solo in quel momento era sul suo letto, indossando una tuta e una fascia tra i capelli con uno chignon che li teneva legati, si rese conto quanto il rapporto con Louis si fosse raffreddato. Lui sapeva bene che fare l'amore,significava non solo farlo in maniera fisica,ma anche mentale,ultimamente anche quello mancava, a livello fisico erano attratti inevitabilmente,in maniera reciproca,però c'era qualcosa nella mente di Harry,che gli diceva di stare attento. Di non fidarsi

You make me strong

"ciò che non ti uccide, ti fortifica" gli dicevano sempre, ed era quello che Maddy gli aveva detto
«mi sento strano,» sbuffò Harry al cellulare «Harry, ti rendi conto che litigate sempre per questo tizio» gli disse Maddy

«Maddy, sai bene che non è solo per quello»
«oh lo so, appena vedo Louis, gli spacco il naso. Però quello che voglio dirti è, non farti mettere i bastoni tra le ruote, Harry ti prego» gli disse

«è difficile» confessò «lo so haz, ma ne vale la pena? Io credo proprio di sì, non scappare. Abbi un affronto ok? Ora devo andare, ho una marea di compiti da fare» sbuffò infastidita «magari ci sentiamo tra qualche ora, che dici?» Harry annuì prima di staccare la chiamata

Non era ancora il momento, forse non era ancora il momento di andarsene. Perché al solo pensiero di andarsene il suo cuore si spezzava, restava lì col dolore,però sapeva che prima o poi sarebbe finito, doveva solamente affrontare Louis, e questa era la parte peggiore. Sapere che era stato messo da parte

Un'agonia che andava avanti da sei giorni, in quei giorni nonostante Louis gli inviasse messaggi nonostante, sapesse da sua sorella che all'improvviso piombava nella sua camera, lui non si faceva mai trovare a casa, e nemmeno rispondeva, tanto che suo padre si meravigliò,del fatto che passasse molto tempo all'aria aperta,che dentro casa. Suo padre capiva, capiva sempre,infatti era il primo che riusciva a capire se ci fosse qualche problema

In quei giorni Harry cercò sempre di lavorare a casa, di ridurre al massimo i meeting, facendo molto lavoro a casa,quindi portava il portatile in biblioteca, al parco,al bar e nel frattempo scriveva canzoni.

Il telefono l'aveva completamente abbandonato aveva bisogno di molto tempo per se stesso,ed è incredibile come loro due abitassero uno di fronte all'altro,ma che non si incontrarono nemmeno per un istante in cui sei giorni,questo fece riflettere molto Louis.

Lo amava, Louis amava Harry, tanto da non riuscire quasi a respirare in quei giorni, e nonostante avesse capito che fosse colpa sua, si chiese com'era possibile che il riccio riuscisse per così tanto tempo a non parlargli.

Come ogni mattina da quei sei giorni, si alzò,provò a telefonare Harry, ma non rispose e corse a casa sua
Iniziò a bussare, finché Glen non aprì «Louis» soffiò la donna «non è presto?» chiese

«è anche tardi signora Glen, Harry dov'è?» domandò
Glen si girò attorno cercando quasi un aiuto «ehm il signorino Styles, è uscito presto. È andato a correre»
«strano, sono le nove e non è ancora arrivato?»

«forse ha fatto tardi?» provò «ah-ah Glen, cosa abbiamo detto sulle bugie?» la donna sbuffò «e va bene! Harry vieni fuori, ora!» urlò la donna, e da un pilastro del soggiorno uscì la figura scocciata del riccio, con gli occhi un po' assonnati «che c'è?»

Louis rimase qualche secondo pietrificato. Che c'è così freddo, malinconico










I miei larry alle prese col nuovo periodo di litigi, aaaaaaaaaa.

Come state? Spero tutto bene. È stata stancante questa settimana, vi amo immensamente e spero che vada tutto per il meglio.

Vi amo xxxL

Box cambiamenti:

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