Responsibility || Niall Horan

By holdmeoned

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"Che vuol dire che sei incinta?" Niall era a bocca aperta, letteralmente a bocca aperta. "Come é possibile?"... More

Capitolo uno.
Capitolo due.
Capitolo tre.
Capitolo quattro.
Capitolo cinque.
Capitolo sei.
Capitolo sette.
Capitolo otto.
Capitolo nove.
Capitolo dieci.
Capitolo undici.
Capitolo dodici - parte uno.
Capitolo dodici - parte due.
Capitolo tredici.
Capitolo quattordici.
Capitolo quindici.
Capitolo sedici.
Capitolo diciassette.
Capitolo diciotto.
Capitolo venti.
Capitolo ventuno.
Capitolo ventidue.
Capitolo ventitré.
Capitolo ventiquattro.
Capitolo venticinque.
Capitolo ventisei.
Capitolo ventisette.
Capitolo ventotto.
Capitolo ventinove.
Capitolo trenta.
Capitolo trentuno.
Capitolo trentadue.
Capitolo trentatré.
Capitolo trentaquattro.
Capitolo trentacinque.
Capitolo trentasei.
Capitolo trentasette.
Capitolo trentotto.
Capitolo trentanove.
Capitolo quaranta.
Capitolo quarantuno.
Capitolo quarantadue.
Capitolo quarantatré.
Capitolo quarantaquattro.
Capitolo quarantacinque.
Capitolo quarantasei.
Capitolo quarantasette.
Capitolo quarantotto.
Thank You.
Capitolo quarantanove.
#Wattys2015
Capitolo cinquanta.
Capitolo cinquantuno.
Nuova fan fiction.
Capitolo cinquantadue.
Capitolo cinquantatré.
Capitolo cinquantaquattro.
Capitolo cinquantacinque.
Capitolo cinquantasei - The End.
Ringraziamenti.
Sequel.

Capitolo diciannove.

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By holdmeoned

Beatrice aprì gli occhi quanto le bastò per guardarsi intorno. Tuttavia la camera era quasi del tutto al buio, e questo le fece pensare che fosse ancora troppo presto per alzarsi.

Così volse lo sguardo verso il comodino e fissò i numeri in rosso che spiccavano sullo sfondo dell'orologio digitale.

Erano le sette meno un quarto.

Decisamente troppo presto, dato che la visita dal ginecologo era alle dieci.

Quindi si distese nuovamente e chiuse gli occhi per cercare di ricadere nel sonno.

Beatrice riaprì le palpebre dopo un tempo che le sembrò un'eternità. Ma quando di nuovo fissò l'orologio affianco si accorse che erano passati solo pochi minuti.

Come se non bastasse, Beatrice aveva fame.

Non aveva mai sentito il bisogno di mangiare di mattina, specialmente alle sette. Aveva sempre l'abitudine di bere una tazza di latte ed era già troppo per lei. Ma quella mattina la pancia le prese a brontolare come se non mangiasse da giorni e, per questa ragione, dovette alzarsi.

Lasciò che i piedi toccasserò il pavimento freddo contro la propria voglia. Si sentiva proprio che era dicembre.

Si aggiustò i pantaloni che si erano leggermente alzati sopra le caviglie e poi si diresse verso la cucina. Stette attenta a non provocare nessun tipo di rumore per non svegliare Niall e, in punta di piedi, scese le scale.

Beatrice si sentiva strana. Voleva ma non voleva andare dal ginecologo.

Da una parte non vedeva l'ora di andarci, ma dall'altra avrebbe tanto voluto che la accompagnasse anche Niall. E invece no. Perchè aveva un impegno. Lui aveva sempre impegni. Non c'era mai una volta che accettasse di fare qualcosa.
"Oggi non posso"
"Sono occupato"
"Non posso venire"

Beatrice si era stufata e stop, l'aveva mandato a quel paese.

Sospirò mentre versava del latte in un bicchiere e prendeva i cereali dalla dispensa.

Beatrice era solita mangiare qualche biscotto insieme al latte da quando sapeva di essere incinta, ma si era tolta questa abitudine quando era andata a vivere da Niall e si era accorta che quest'ultimo comprava esclusivamente cereali. Diceva che erano più "comodi".

Pensando a questo fatto, Beatrice fece spallucce e si sedette al tavolo per mangiare.

Quando si ricordò di accendere la tv, era già seduta con il cucchiaio in mano; così, data la sua poca voglia di fare tutto, evitò di alzarsi e cominciò a guardarsi intorno.

Osservò i cartoni della pizza sul bancone, le pentole ancora sporche nel lavandino, una maglietta poggiata sullo schienale della sedia e il tavolo sporco di non sa bene cosa.

Okay. Non pensava che Niall fosse un tipo ordinato, non lo era affatto. La donna delle pulizie non l'aveva perchè, stando in giro per il mondo in continuazione, non aveva senso assumerla per due settimane ogni tre mesi.

Niall aveva fatto uno sforzo minimo da quando Beatrice era andata a vivere a casa sua, ma non era poi cambiato così tanto.

Quando finì di bere il latte, Beatrice si alzò posando la tazza nel lavandino insieme alle altre stoviglie sporche e poi si rimboccò le maniche letteralmente.

Tanto la visita era alle dieci e aveva tutto il tempo per mettere in ordine.

Prese la maglia, piegandola e mettendola da parte per poi andare a posarla al suo posto nell'armadio di Niall, passò una pezza bagnata sopra il tavolo togliendo le macchie di sporco e lavò velocemente i piatti sporchi.

Sapeva che se non l'avesse fatto lei, sarebbero rimasti così per parecchi giorni.

Non che Niall fosse un tipo sporco, ma era piuttosto svogliato quando si trattava di faccende domestiche.

Infine afferrò le scarpe gettate malamente al lato della porta e andò di sopra a posarle nel camerino.

Forse, però, era meglio lasciarle lì dov'erano.

Purtroppo, il ripostiglio dove Niall teneva le scarpe era esattamente accanto alla sua stanza, perciò avrebbe dovuto fare il minimo rumore possibile.

Che poi lo scaffale fosse in alto, non era proprio colpa sua.

Che fosse così bassa, non era di certo colpa sua.

Che si fosse arrampicata su uno scatolo per riuscire ad arrivarci, non... okay, magari questa volta era colpa sua.

Il problema era che Beatrice molte volte aveva questa tendenza a voler fare tutto da sola, senza l'aiuto di nessuno. Quella era una di quelle volte.

Quando Beatrice si sporse un po' di più, allora a quel punto non sentì più lo scatolo sotto i suoi piedi.

Cacciò subito un urlo e sentì il cuore perdere un battito prima di cadere per terra e sentire un dolore lancinante al fianco destro. Come se non bastasse, una stupida scarpa cadde giù dallo scaffale e le andò a finire addosso provocando ancora più baccano.

Emise un gemito di dolore e cercò di raddrizzarsi a sedere senza molti risultati. Presto un rumore di passi si diffuse per tutto il corridoio prima di mostrare la figura ancora mezza addormentata di Niall davanti alla porta.

"Oddio, ma che hai fatto?" Niall si catapultò su di lei e le afferrò piano le braccia per farla alzare. Beatrice riuscì finalmente a mettersi seduta.

Guardò Niall, che intanto la osservava con un cipiglio di confusione mista a preoccupazione sul viso. Aveva le palpebre ancora un po' chiuse dal sonno, le labbra sottili leggermente più gonfie del solito e i capelli sparati in tutte le direzioni. Beatrice si perse a guardarlo, tanto che non capì nemmeno quello che le aveva chiesto.

"Cosa?" chiese confusa.

"Va tutto bene?"

La ragazza si prese un secondo per constatare le sue condizioni, e avvertì subito un dolore al fianco destro.

Fece una smorfia e poi scosse la testa in segno di risposta.

Vide negli occhi di Niall un velo di preoccupazione in più. Lui le portò una mano dietro la schiena e la fece mettere in piedi.

"Dove ti sei fatta male?"

Beatrice sentì le guance ribollire dall'imbarazzo. Non ne capì il motivo; forse perchè le piaceva l'idea che si preoccupasse per lei.

"Il fianco..."

"Solo?"

"Si"

"Hai sbattuto la pancia?"

"No"

"Sei sicura?"

"Non sono stupida!" sbottò Beatrice all'ennesima domanda.

"Okay, scusa" Niall alzò le mani in segno di scuse. Beatrice provò a muoversi ma un'altra fitta le colpì il fianco.

"Vuoi che chiamo il dottore?"

"Addirittura? No, non ce n'è bisogno" sbuffò mentre, lentamente, si spostava verso la sua stanza. Chiuse la porta dietro di sé e andò verso lo specchio. Alzò la maglietta e osservò il fianco alla ricerca di qualche graffio. L'unica cosa che trovò fu solo un leggero rossore dovuto all'impatto con il pavimento. Qualche minuto dopo, la porta si aprì e Niall entrò.

"Tutto apposto?"

Beatrice annuì spiegandogli che era solo un po' rosso.

"Ma che stavi facendo?"

Beatrice non rispose subito, sentendosi in imbarazzo.

"...stavo mettendo in ordine"

Il suo fu una specie di sussurro che però Niall riuscì a cogliere bene.

"E per quale motivo?" domandò con la voce storpiata da un sorriso sghembo.

"Perchè sei troppo disordinato"

Niall rise forte e scosse la testa. Beatrice si limitò a guardarlo male, poi si voltò verso il letto e andò a recuperare le scarpe lasciate ai piedi di esso la scorsa sera.

Niall notò che si stava allacciando le scarpe.

"A che ora hai la visita?"

Beatrice esitò un poco prima di rispondere.

"Alle dieci"

"E perchè metti le scarpe ora? È presto"

"Perchè non ti fai i fatti tuoi?"

Niall strinse i pugni.

"Ho solo fatto una domanda, non c'è bisogno che mi rispondi così" la voce adesso molto più dura di prima.

"Fai tanto il premuroso ma non hai ancora capito che non mi interessano queste domande, mi danno solo fastidio" lo guardò negli occhi duramente prima di alzarsi e dirigersi verso la porta.

"Come, scusa?"

Niall la seguì a ruota. Già sentiva il sangue ribollire, tanto che anche la sua voce divenne più acuta.

"Stai facendo tutta questa cazzo di scenata perchè non posso accompagnarti alla visita" disse con l'accento irlandese marcato "te ne rendi conto?" e qui urlò un po' di più.

Beatrice continuò ad andare verso la porta mentre ascoltava le parole di Niall.

"Non alzarmi la voce, hai capito?" anche la voce di Beatrice si alzò "se faccio così ho un motivo"

"Non ce l'hai un fottuto motivo invece. Non vengo perchè non posso, non perchè non voglio"

Beatrice si fermò un momento, giusto il tempo per prendere la borsa dal divano.
"Tu non puoi mai"

Fu l'unica cosa che disse, prima di chiudersi la porta alle spalle e andarsene.

***

Niall aveva il volo per l'Italia alle nove e mezza.

Erano solo le nove, ma lui era già pronto per partire. Le parole di Beatrice lo avevano infastidito, ma dopo non poté fare a meno di sentirsi in colpa per averle alzato la voce.

Un po' di ragione ce l'aveva, ma Niall non lo faceva a posta. Non poteva e basta.

Era già da parecchio tempo che Niall se ne stava seduto sul divano.

Aspettava che il tempo passasse e ammazzava il tempo picchiettando il piede a tempo sul pavimento.

Non vedeva l'ora che arrivasse il momento di partire semplicemente per smettere di pensare continuamente.

Più pensava a Beatrice e più si sentiva in colpa: lei ci teneva davvero alla sua presenza. E anche Niall voleva esserci.

Sospirò esasperato e finalmente si decise a fare qualcosa. Afferrò il cellulare sbloccando lo schermo e digitò velocemente il numero che ormai conosceva a memoria.

Ascoltò gli squilli della chiamata mentre contava i secondi che passavano.

"Niall"

"Mark, hey" lo salutò.

"È successo qualcosa? Tra un poco passo a prenderti"

"Io non vengo. Dì agli altri che li raggiungo dopo pranzo"

"Emh, Nì, non so se sia possibile..."

Ma Niall aveva già riattaccato la chiamata.

Spazio Autrice:

Buon pomeriggio ♥

Avevo detto che aggiornavo prima di lunedì, ma con tutti questi problemi e con la storia di Zayn non ci sono riuscita.

Non voglio stare qui a farvi deprimere ulteriormente. Solo mi dispiace che Zayn se ne sia andato; mi manca già. Sinceramente non so che pensare, cioè credo a quello che ha detto Zayn, che è stanco della fama e tutto, ma ci sono certe cose che non mi tornano. I primi mesi del 2015 era felice, scherzava con le fans e con i ragazzi e poi si scopre che lascia la band... insomma, okay.

Comunque, voi come state? ♥

Ciao a tutte ♥

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