Saudade

By jadezstories

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COMPLETA in REVISIONE con SEQUEL "Our love was made for movie screens" Lei è Ashley Wilson. Introversa, per... More

Prologo
-Chapter 1-
-Chapter 2-
-Chapter 3-
-Chapter 4-
-Chapter 5-
-Chapter 6-
-Chapter 7-
-Chapter 8-
-Chapter 9-
-Chapter 10-
-Chapter 11-
-Chapter 12-
-Chapter 13-
-Chapter 14-
-Chapter 15-
-Chapter 16-
-Chapter 17-
-Chapter 18-
-Chapter 19-
-Chapter 20-
-Chapter 21-
-Chapter 22-
-Chapter 23-
-Chapter 24-
-Chapter 25-
-Chapter 26-
-Chapter 27-
-Chapter 28-
-Chapter 29-
-Chapter 30-
-Chapter 31-
-Chapter 32-
-Chapter 33-
-Chapter 34-
-Chapter 35-
-Chapter 36-
-Chapter 37-
-Chapter 38-
-Chapter 39-
-Chapter 40-
-Chapter 41-
-Chapter 42-
-Chapter 43-
-Chapter 44-
-Chapter 45-
-Chapter 46-
-Chapter 47-
-Chapter 48-
-Chapter 49-
-Chapter 50-
-Chapter 52-
-Chapter 53-
-Chapter 54-
-Chapter 55-
Playlist

-Chapter 51-

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By jadezstories

Uscii dal portone di casa Robinson trovandomi davanti l'auto di Matt e all'interno di essa una coppia che rideva con sguardo innamorato, quei due sarebbero durati per sempre, me lo sentivo.
Appena mi videro i loro sguardi si concentrarono su di me, soprattutto quello della mia amica.

Era da molto tempo che non ci vedevamo e non le avevo neppure raccontato del mio ricovero in ospedale, probabilmente non ne aveva neppure idea. Sophia sicuramente aveva pensato che stessi continuando la mia vita normalmente e non volevo appesantirla con i miei problemi.

<<Ciao ragazzi>> li salutai aprendo lo sportello dell'auto. Matt mi sorrise dallo specchietto retrovisore mentre Sophia si girò nella mia direzione.

<<Ei>> mi disse timidamente, quasi avesse paura di me.

Mi accomodai nei sedili posteriori mentre Matt faceva manovra e usciva dal vialetto.
<<Come stanno i Robinson?>> mi chiese osservando la strada e la fidanzata si irrigidì.
<<Ehm, tutto bene>> gli risposi osservando la ragazza nelle sue mosse impacciate, come se non mi conoscesse o non conoscesse le persone di cui stavamo parlando.
<<Erano in casa? Altrimenti avrei fatto un saluto a quei cretini>>

Non capivo se Matt fosse davvero loro amico o se fosse solo una sua illusione. Solitamente Logan e Noah facevano finta di avere molti amici, ma nella realtà non li consideravano come tali.
Matt forse pensava di essere un loro amico ma in realtà si stava solo illudendo, ne ero quasi sicura.

<<No, sono fuori>> Logan mi aveva avvertita qualche ora prima che sarebbero usciti ad un bar lì vicino per prendere qualcosa da bere. Non aveva voluto lasciarmi sola e per quel motivo avevo dovuto accettare l'invito che mi aveva fatto Sophia. Non volevo di certo passare per quella scorbutica, ma in quei giorni non vedevo più la stessa intesa tra me e lei che avevamo avuto nei mesi precedenti.
Poteva essere causato dalla mia imminente partenza o dal mio avvicinamento a Logan e Noah, ma sapevo che la nostra amicizia aveva preso una strana piega.

<<Quei ragazzi sono sempre in giro, come fai a stargli dietro?>> mi chiese Matt. Non sapevo proprio cosa rispondere e decisi di stare zitta e di cercare di sorridergli.

**

Arrivammo finalmente in centro città. Ci ero stata veramente raramente e non conoscevo molto la zona, ma i due ragazzi, esperti della cittadina, mi fecero strada per i marciapiedi, fino ad un piccolo locale.

<<Vi va di fermarci qui a bere qualcosa?>> ci chiese Matt e noi annuimmo.

Spingendo la porta massiccia in vetro, attirammo l'attenzione della cameriera che passava proprio lì di fronte con il vassoio vuoto dopo aver portato l'ordinazione ad un tavolo.
<<Buonasera ragazzi, posso esservi d'aiuto?>> le chiedemmo un tavolo da tre e attraversando il locale ci indicò un piccolo tavolino con quattro sedie attorno. La ringraziammo e ci accomodammo sulle sedie.

Mi guardai intorno mentre i fidanzati si confrotavano su quale bevanda prendere.

Non era un locale molto affollato, c'era qualche ragazzo di qua e di là con la sua banda di amici e altri uomini che guardavano le partite di football sul maxi schermo attaccato alla parete sopra il bancone.
Non era nulla di speciale, un semplice luogo dove stare in tranquillità bevendo con gli amici.
L'unica cosa che andava storta era che non mi sentivo a mio agio. Era strano come tutti si sentivano bene, mentre io sembravo capitata con due estranei al mio tavolo, ma non sapevo bene come comportarmi o cosa dire.

<<Ti trovi bene con i Robinson?>> mi chiese ad un certo punto Sophia interrompendo quella barriera che aveva accompagnato fino a quel momento la serata. Loro avevano parlato tra di loro e io mi ero fatta gli affari miei. Avevo parlato un po' tramite messaggi con Bella e avevo cercato di contattare Logan e Noah senza successo. Mi ero arresa in partenza con Cameron dato che era tornato a casa sua dopo le varie minacce della madre.

Alzai lo sguardo su Sophia quasi a chiederle se stesse parlando con me o con qualcuno alle mie spalle. <<Si, mi trovo bene con loro>> le risposi cauta. <<E perché abiti con loro? Sai, credo che tutti abbiano capito l'intesa che c'è tra di voi, solo che nessuno la esplicita>> rimasi perplessa dalle sue parole così dure e dal suo non voler farsi i fatti suoi per impicciarsi nei miei.
Mi guardai intorno cercando una risposta sulle pareti, che ovviamente non arrivò.
<<Credo di poter scegliere se abitare con quello che mi scopo oppure no, perchè io a differenza tua non ho una famiglia unita, che si vuole bene>> mi alzai dalla sedia spingendola indietro con le gambe. Mi ero stufata del tenermi dentro quello che le volevo comunicare già da quando lei mi aveva rinfacciato dell'avere una famiglia e di aver imparato da me ad apprezzare quello che io non
avevo.

<<Ashley>> disse lei con voce rotta sull'orlo delle lacrime. Cercai di andarmene, ma Matt mi si parò davanti. Feci per spostarlo con la mano ferita, ma quando cercai di fare pressione sul suo braccio la mano cominciò a bruciarmi. <<Avevo promesso a Robinson di non lasciarti andare via da sola. Resta qui>> mi disse facendomi indietreggiare di qualche passo.
Pensai alla delusione che avrebbe provato nei miei confronti Logan vedendomi fare quello che lui non voleva per la mia sicurezza e una sensazione più forte della rabbia che provavo da dentro mi fece risiedere e fare dei respiri profondi.
Pensando a Logan accesi il telefono per scrivergli un messaggio, ma notai che non aveva ancora visualizzato quelli precedenti.

Facendo un sospiro, riposi il telefono in tasca e mi guardai nuovamente intorno. Sophia era andata a qualche metro di distanza con Matt che le teneva le mani sulle spalle rassicurandola e asciugandole le lacrime che le cadevano copiose sul viso. Lui la avvicinò al suo petto e vidi le sue labbra mimare due parole. Quelle parole così importanti quanto sottovalutate da tutti i giovani. Ma un "ti amo" era per me un peso da far uscire dalle mie labbra.

Spostai lo sguardo sulla porta da cui alcune decine di minuti prima eravamo arrivati. Vidi da lontano un ragazzo dall'aspetto familiare arrivare verso il bar e apparire nell'ingresso.
Cercò con lo sguardo un cameriere, ma in quel momento erano tutti occupati a servire i tavoli e nell'attesa tirò fuori dalla tasca il telefono.

Il suo aspetto non era cambiato di una virgola da quando lo avevo incontrato per la prima volta alcuni mesi prima. La parlantina irrefrenabile e l'aspetto da cucciolo bastonato che voleva farsi credere un rinoceronte imbizzarrito erano sempre gli stessi, l'unica cosa che lo aveva abbandonato era la mia simpatia.
All'inizio cercavo di essere gentile con tutti, o per lo meno di sembrare simpatica. Mentre ora ormai tutti mi conoscevano o se anche pronunciavo il mio nome bene o male tutti sapevano chi ero.

Cercai di trovare qualcos'altro con cui distrarmi, ma l'unico pensiero in quel momento era del parlare con Logan, cosa impossibile dato la sua assenza prolungata e dalle sue non risposte ai miei messaggi.

Ma prima di poter concludere i miei pensieri, un ragazzo, quel ragazzo, si posizionò davanti a me. Lo sguardo era sicuro mentre era puntato sulla mia figura e le mani erano strette attorno allo schienale della sedia che avevo di fronte.

<<Buonasera signorina Wilson>> disse ridendo da solo. Continuai a guardarlo con l'aria di chi aspetta soltanto che se ne vada via per essere lasciata in pace.
<<Perché non mi saluti? Sono antipatico per caso?>> chiusi gli occhi lentamente per poi aprirli e cercare di non andare su tutte le furie.
<<Sei irritante e allo stesso tempo un rompi coglioni, Tom>> mi guardò con aria ferita.

<<Non ti è ancora andato via il rancore, vedo. Non importa, so che ora Robinson ti tratta come la sua schiava sessuale, quindi sei apposto>> feci una smorfia e sperai di aver sentito le due parole sbagliate, collocate all'interno della frase sbagliata.
<<Come scusa?>> gli chiesi avvicinandomi a lui, mantenendo sempre una distanza di sicurezza data dal tavolo.
<<Hai sentito bene, tutti lo sanno che ci date dentro e che tra qualche mese lui ti scaricherà per andare da qualcun'altra. Ma non ti preoccupare piccola Ashley, se vuoi io ci sono>> lo guardai ancora più schifata.

<<Hai finito le tue stronzate?>> gli chiesi. <<O hai altre cazzate da dire su di me?>> lui mi sorrise. <<Penso di aver terminato per ora>> la sua tranquillità mi fece sbottare definitivamente. Io i piedi in testa da lui non me li facevo di certo mettere e questo doveva capire bene.

<<Esattamente cosa vuoi da me? Devi finire di rinfacciarmi quando ti ho scaricato ad inizio anno?>> cominciai ad alzare la voce piuttosto irritata. <<Ti rendi conto delle cose che hai appena detto e della tua faccia tosta nel dirmelo? Io ti prendo a pugni cazzo>> continuai il mio discorso.

<<Vuoi usare le mani? Chi ti ha insegnato? Robinson immagino>> mi alzai definitivamente dalla sedia facendo il giro del tavolo ed avvicinandomi a lui. Non avevo paura
di fargli male, soprattutto dopo le cose che aveva avuto il coraggio di dirmi.

<<Che cazzo stai dicendo?>> gli chiesi infuriata. Probabilmente ero rossa dalla rabbia, ma non mi importava. Volevo solo mettere bene in chiaro le cose che Tom aveva tirato fuori e che non gli riguardavano affatto.

<<Calmati Ashley>> sentii una mano toccarmi il braccio e cercare di allontanarmi da Tom. <<Voglio fargli capire che se le cose non gli riguardano deve cominciare a starne fuori>> dissi a chiunque cercasse di prendermi per il braccio.
<<Sto solo dicendo che anche se provi a farti valere tra tutti noi non sarai mai quella che spicca. Ok, potrai anche essere ricca e bella, ma tra noi non funziona. I Robinson ti staranno sicuramente usando e una volta finito il tuo momento ti scaricheranno come hanno fatto con tutti, io compreso. Tu sei una che si fa usare, sei una che illude e che si fa illudere>> lo guardai con una rabbia lancinante che ribolliva dentro il mio corpo.

<<Non è colpa mia se tu sei uno stronzo che ci prova con tutte e loro non gliela danno. Sai, al mondo ci sono tanti di quei pesci>> gli dissi quasi dispiaciuta. <<Stai cercando di cambiare discorso per salvarti il culo, eh Wilson?>> odiavo quel tipo di risposte e seguendo quel ragionamento stavo cominciando ad odiare Tom. I suoi comportamenti e il suo modo di parlarmi e trattarmi già dall'inizio della nostra conoscenza me lo facevano odiare.

<<Se non la smetti ti giuro che ti soffoco con i tuoi calzini luridi>> lui si osservò i piedi e ragionò un attimo. Poi rialzò lo sguardo. Sorrise con uno di quel sorrisi che non promettono nulla di buono.
<<Ti potrei precedere, ma ho capito che tu non vali neppure una sveltina>> sembrò soddisfatto della sua risposta.

<<Oh tranquillo, ho già il mio gran da fare con Robinson, non c'è bisogno che ti aggiunga anche tu>> oramai il locale si era fatto silenzioso, ma chiunque prima avesse provato a fermarmi si era dileguato, lasciandoci al nostro dibattito.

<<Quanto ti paga al giorno?>> il suo sarcasmo faceva davvero pena. <<Non sai dire altro ad una ragazza? Riesci ad intrattenere una conversazione o ti slacci prima la cintura?>> si guardò intorno con fare furtivo. Forse stava cercando una via di fuga, o forse un supporto morale, ma non lo trovò.

<<Perfida e malvagia. Ma non abbastanza fica per i miei standard. Non so proprio come Robinson abbia potuto prendere una ragazza come te. Sei grassa, una vera balenottera, non ti vergogni? Io al posto tuo mi nasconderei>> i commenti sul fisico furono una vera e propria coltellata. Avere dei disturbi alimentari e sentire certi commenti mi distruggevano, soprattutto dopo essere stata in ospedale e aver cominciato una dieta specifica. Avevo cominciato a mangiate un pochino di più, ma quando le persone facevano certi commenti non riuscivo più a trovare quella determinazione che avevo seguito per quei giorni.

Mi sembrava di tornare indietro di anni, quando tutto era cominciato con mia madre e mia sorella. I commenti e le battutine erano sempre quelli, la pesantezza delle parole su di me era sempre un macigno e la forza per mangiare scompariva sempre.

<<Mi dispiace che tu pensi io sia una balena, ma basta che ti giri dall'altra parte. L'oceano è grande e ci sono un'infinità di altre specie di pesci e mammiferi>> gli dissi trovando quel briciolo di forza che mi era rimasta.

Poi sentii il rumore della porta sbattere sul muro. I passi sicuri delle scarpe da ginnastica rimbombavabo nella mia testa e nel locale ormai totalmente zittito. I passi diventarono sempre più forti mano a mano che la persona si avvicinava, ma non volevo girarmi a vedere chi era. Non volevo togliere lo sguardo dal ragazzo che avevo davanti.

Solo quando la mia mano venne stretta da un'altra molto più ruvida capii che era proprio chi speravo fosse. A quel punto spostai lo sguardo sulla schiena di Logan. Lui mi spostò dietro di lui per poter guardare chi avevo davanti. La sua mano lasciò la mia quando la stretta diventò più dura per la rabbia che gli ribolliva dentro. Strinse il pugno e vidi la mano con sopra macchie di sangue ormai secco. Sembrava che avesse commesso un omicidio di massa.
Tom appena vide lo sguardo sicuramente incazzato di Logan fece dei passi indietro fino ad urtare con la schiena il tavolino di legno attorno a cui eravamo stati seduti io, Sophia e Matt.

<<Che cazzo vuoi?>> gli chiese con voce roca che mi fece rabbrividire. Tom scosse la testa intimidito. <<Parla coglione, come lo hai fatto con lei lo fai anche con me>> il suo colorito sul volto divenne bianco cadaverico. <<Nulla>> disse timido. Logan rise. <<Sei proprio un coglione senza palle>> si voltò per guardarmi e appena vidi il suo volto sui miei occhi comparì preoccupazione e terrore. A quel punto lui si girò nuovamente nella direzione di Tom e gli sferrò un pugno così forte da farlo cadere a terra sanguinante dalle narici.
Gli occhi verdi di Logan lo guardarono gemere per poi spostarsi verso di me. Mi prese la vita e mi condusse verso l'uscita. Tutte le persone che cercavano di osservare le condizioni di un Tom steso a terra mugulante, si spostarono appena io entravo nel raggio di tre metri e di conseguenza anche Logan.

Solo quando fummo fuori dal locale aprii la bocca per parlare. <<Cosa hai fatto alla faccia?>> gli chiesi immediatamente girandomi verso di lui e prendendogli il viso per osservarlo da più vicino per il buio che era calato all'avvicinarsi della sera. Lui non rispose alla mia domanda. <<Cosa ti ha detto? Giuro che torno dentro e lo uccido se ha detto cose che non doveva dire>> ormai stavo andando dritta per il mio discorso senza più ascoltare il suo. <<Con chi hai fatto a pugni e soprattutto eri da solo o c'era anche Noah?>> gli chiesi. <<Si, c'era anche lui>> mi rispose guardandomi negli occhi. Il suo volto era messo piuttosto male. La guancia era squarciata in due e le ferite erano in ogni punto. Il sangue ormai era asciutto e faceva ancora più impressione. Provai a toccare una ferita con il pollice ma lui sussultò. <<Chi è stato?>> gli chiesi con più forza continuando ad analizzare le ferite.
<<Nessuno>> mi rispose allontanando la mia mano dal suo volto e spingendo di più il mio bacino verso di lui.

<<Ashley, cosa ti ha detto quel coglione?>> mi sussurrò all'orecchio con voce roca. Sentii le gambe quasi cedermi ma rimasi in piedi. <<Nulla, solo le sue solite cazzate su di te e su di me>>

<<Cosa ha detto?>> sospirai. <<Che sei un puttaniere>> scosse la testa. <<Non me ne frega niente di quello che dice su di me, intendevo cosa ha detto sul tuo conto>> in quel momento no sapevo se essere felice o no.
<<Che mi scaricherai, che nessuno mi vuole, sono grassa eccetera>> lui mi prese il mento tra il pollice e l'indice. <<Se lo ascolti ti giuro che ti butto dalla scogliera dritta in mare>> avvicinai il mio volto al suo dandogli un bacio a stampo sulle labbra. Mi serviva quel contatto, era tutto quello che volevo.

<<Tu con chi hai fatto a botte questa volta?>> gli chiesi tornando alla mia preoccupazione iniziale. Sapevo che non era di certo lui quello che cercava i guai, ma ogni volta doveva andarci contro. <<Non ha importanza, basta che tu stia bene>> lo guardai con un volto pieno di rimprovero. << Voglio sapere con chi hai fatto a botte>> alzai la voce. <<Non te lo dico>> cominciai a parlare velocemente e ad alta voce per infastidirlo e fargli sputare la verità che altrimenti non sarebbe mai venuta fuori.

<<Smettila di urlare e guardami>> tornai con lo sguardo ad i suoi occhi. Mi soffermai a guardare il suo volto coperto dalle ferite. <<Sei bello così>> corrugò la fronte. <<Così come?>> chiese confuso. <<Cerchi di fare il cattivo con la faccia piena di tagli, ma poi corri da me quando ti dicono che sono in pericolo>> continuò ad osservarmi. <<Perchè? Non posso?>> chiese quasi offeso. <<Tutte le volte che vuoi>> sorrise fievole.

<<Se io ti dico che sto bene tu mi dici contro chi sei andato questa volta?>> gli proposi questo patto cambiando discorso. <<Stai bene?>> mi chiese. <<Si, sto bene>> mi analizzò con i suoi occhi verdi. <<Davvero>> rimarcai le mie parole. <<Tu con chi hai fatto a botte?>> lui mi prese e mi avvicinò a sé. <<Se tu stai bene, sto bene anche io>> mi disse prima di far incontrare nuovamente le nostre bocche, questa volta per un bacio più lungo e intenso. Sentivo l'urgenza con cui lo faceva e il suo bisogno di sentirmi lì, vicino a lui. Gli misi le braccia intorno al collo e lo strinsi con tutta la forza che avevo.

Dovevamo sostenerci a vicenda, con tutta la nostra forza, perchè se non lo facevamo noi, non lo poteva fare nessun altro.

<<Quindi?>> gli chiesi ancora un po' scombussolata. <<Cosa?>> mi chiese solleticandomi le labbra con le sue. <<Chi erano?>> gli domandai un'ultima volta. <<Alcuni con cui abbiamo sempre avuto un brutto rapporto>> non accennò ad altro e ci incamminammo verso l'auto.

Appena fummo accanto all'auto guardai attraverso il finestrino posteriore, era oscurato ma riuscivo a vedere una presenza all'interno dell'abitacolo. Aprii la portiera indugiando un po' più di Logan. Sapevo che non aveva portato nessuno di pericoloso con lui, ma ero comunque preoccupata.

<<Buonasera>> sentii la voce di Noah alle mie spalle e sobbalzai dalla paura. <<Oddio, mi hai fatto prendere un colpo>> dissi ancora con il cuore a mille. Noah scoppiò a ridere. <<Mi piace dare l'effetto sorpresa, la prossima volta porto i coriandoli>> mi girai verso di lui e notai un asciugamano pieno di sangue accanto al suo corpo. Guardai poi il suo volto anche esso come quello del fratello pieno di tagli.

<<Siete andati contro dei ragazzi o contro dei gatti randagi che cercavano di rubarvi i formaggini?>> chiesi vista la forma dei tagli che sembrava fatta da degli artigli. <<Lama di diamante scommetto, avevano dei coltellini fini come un filo>> rabbrividii per l'orrenda visione. Noah mi mise le sue mani sulle spalle. <<Nulla di cui temere Ashley, ti obbligo a starne fuori>> gli alzai il pollice. <<L'importante è che quella lama non ti entri sul cervello e per il resto siamo apposto>> Logan mise in moto.

<<Prima gli arriva dritta dentro il buco del culo e gli affetto l'intestino crasso che si ritrovano, poi gli affetto il pisello e infine forse sfiora me dopo aver fatto le mie mosse da samurai>> annuii. <<Samurai, stai zitto e torna a dormire>> fece il saluto militare al fratello prima di distendersi completamente tra i sedili posteriori dell'auto.

Guardai Logan. La luce dei lampioni gli sfiorava ogni dieci secondi circa il volto. Tolse una mano dal volante e fece il dito medio al fratello, mentre probabilmente faceva un video con il cellulare. Sorrisi, perchè in quel momento mi sentii veramente a casa, tra due persone che mi avrebbero sempre protetta, più di quattro mura. Lo avrebbero fatto con le loro forze e io avrei fatto lo stesso per loro.

Spazio autore:

Ciao a tutti, come state? Spero il capitolo vi sia piaciuto dato che è anche un po' più lungo del solito. Seguitemi su Instagram e tik tok per aggiornamenti sulla storia.

Vi voglio bene,

Giada

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