Marchio di fabbrica

De e_skyler_b

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Un'insolita serie di reati informatici attira l'attenzione di Jacen, Sentinella seraniana. Ad affiancarlo nel... Mais

Benvenuto!
PROLOGO
1
2
3 - prima parte
3 - seconda parte
4
5
6 - prima parte
6 - seconda parte
7 - prima parte
7 - seconda parte
8 - prima parte
8 - seconda parte
9
10 - prima parte
10 - seconda parte
11 - prima parte
11 - seconda parte
12 - prima parte
12 - seconda parte
13
14
15 - prima parte
15 - seconda parte
16 - seconda parte
17
18 - prima parte
18 - seconda parte
18 - terza parte
19
20
21
22
23
24
25 - prima parte
25 - seconda parte
26 - prima parte
26 - seconda parte
27 - prima parte
27 - seconda parte
28
EPILOGO
GLOSSARIO
*Curiosità*

16 - prima parte

17 7 8
De e_skyler_b

«Per Kore!»

Scattò a sedere e scese dal letto in un battito di ciglia; vestirsi, ordinare il mezzo più velocemente disponibile e raggiungere la porta richiese pochi istanti. Non aveva tempo da perdere. Raggiunse in fretta l'anello di atterraggio, salì sull'hovercar che lo attendeva e decollò.

Forse sarebbe stato un viaggio a vuoto, ma doveva essere certo che andasse tutto bene. L'ultima anomalia energetica ad Ambrian risaliva a diversi anni prima e si era risolta in pochi minuti, ma questa volta un gran brutto presentimento lo tormentava da quando il Vortex gli aveva riferito il nome del distretto colpito.

Cercò di connettersi al bracciale di Skyler, ma fallì.

«Per Kore!»

Chiamò Zephyr, e il collega virtuale rispose pronto. «Dimmi Jacen. A cosa devo questo tuo contatto notturno?»

«Distretto Echo. Ho bisogno di una diagnostica di sistema»

«È in corso un'anomalia energetica che ha avuto inizio quattordici minuti e quarantotto secondi fa. Vi è anche un guasto al sistema di comunicazione, sorto in contemporanea: vedo che tu ti stai muovendo verso il distretto Echo, quindi devo avvertirti che a breve la nostra connessione si interromperà»

«Grazie, Zephyr. Ha qualche dato sulle probabilità?»

«Certo, Jacen. L'ultima anomalia energetica cittadina risale a 1.785 giorni fa. Il distretto colpito era Neos. Nel distretto Echo, invece, non se ne verificava una da 2.941 giorni. Per quanto riguarda il sistema di comunicazione, invece, l'ultimo guasto risale a 3.092 giorni fa ed è avvenuto proprio nel distretto Echo»

«Quante sono le probabilità che i due problemi si verifichino in contemporanea nella stessa zona?»

«Infinitesimali. Quella di stanotte è la prima contemporaneità da quando la Serania utilizza il nuovo sistema di immagazzinamento e distribuzione energetica»

«Grazie, Zephyr»

«Tra tredici secondi entrerai nella zona di incomunicabilità. Ci sentiamo più tardi»

«A dopo»

Spense il collegamento mentre si avvicinava veloce ai confini del distretto Echo. Le conseguenze del problema erano evidenti, con un netto calo della luminosità ambientale.

Si diresse subito verso il Gliphix, dove abitava Skyler. Sotto di lui, oltre all'innaturale oscurità, vi era un insolita immobilità; anche di notte era normale che vi fosse movimento nella città: gli apparecchi di manutenzione erano sempre all'opera in ogni angolo, pulendo le aree pedonali, sistemando eventuali guasti, monitorando il corretto funzionamento delle cabine pubbliche e rifornendo le aree di sosta e distribuzione automatica. Quella notte tutto era fermo: la procedura di conservazione energetica che entrava in vigore in caso di anomalia prevedeva il mantenimento delle funzioni vitali e fondamentali e uno stato di standby delle rimanenti.

Attivò il visore notturno per accrescere la nitidezza e ottenere informazioni aggiuntive. Questo rilevò subito la presenza di esseri viventi in movimento e glielo segnalò; quattro persone stavano percorrendo a gran velocità uno dei ponti sopraelevati.

Insospettito, si diresse in fretta verso il posto indicato.

Già da lontano si accorse che la prima delle figure aveva qualcosa di singolare e, disattivando il visore, comprese che era in funzione un programma per rendersi meno visibile. Non ci volle molto a comprendere che si trattava di Skyler.

Con una sensazione di urgenza che andava rafforzandosi scese veloce sull'anello di atterraggio, attivò a sua volta il programma Camaleonte e abbandonò l'hovercar, cominciando a correre verso l'amica.

Presto si rese conto che la ragazza stava fuggendo, inseguita a distanza ravvicinata da tre individui; zoomando sui loro volti vide che si trattava di persone diverse per età e corporatura, ma le espressioni concentrate sembravano fotocopiate.

Estrasse la pistola e continuò ad avanzare deciso.

Vide Skyler inciampare su un citywash, e imprecò sottovoce quando capì che l'urto aveva disattivato il programma camaleonte, rendendola di nuovo visibilissima agli occhi degli altri.

Lei si alzò in fretta, mentre uno degli inseguitori, il più giovane, accorciava ancora le distanze: era a un passo da Skyler, la cui espressione esausta indicava una stanchezza ormai al limite.

Vide l'uomo balzare in avanti e atterrare la ragazza.

Era abbastanza vicino. Sollevò la pistola e sparò un colpo.

***

Il peso che la schiacciava si allentò all'improvviso e comprese che l'aggressore era stato sbalzato via. Confusa cercò di rimettersi in piedi prima di essere raggiunta dagli altri, ma lo sforzo le costò quasi tutte le energie residue.

Un'ombra apparve davanti a lei, delineandosi in fretta con lo spegnimento di un programma di camuffamento.

Non era mai stata così felice di vedere Jacen.

«Sono una Sentinella di Ambrian e vi ordino di fermarvi!»

I due uomini rimasti in piedi non diedero segno di averlo udito e non rallentarono nemmeno la loro corsa ma, anzi, gli lanciarono contro una sfera stordente, che Jacen deviò con il programma scudo che aveva in dotazione.

Non era il caso di perdere tempo; avrebbe potuto affrontare i due uomini, ma avrebbe significato mettere a rischio Skyler: il suo addestramento da Sentinella emergeva sempre in situazioni del genere, per ricordagli la priorità della protezione dei civili.

«Vieni con me» disse a Skyler allungandole una mano per aiutarla a rialzarsi.

Quindi estrasse una stunball e la lanciò verso gli inseguitori.

«Ci farà guadagnare solo qualche secondo, ma dovrebbe bastare» spiegò all'amica, quando ripresero a correre.

Una volta raggiunta l'auto pensò di essere al sicuro. L'anello dell'Oracle era deserto quando decollarono, ma a Jacen non sfuggì che uno speedwing era in fase di atterraggio; gli occupanti fecero appena in tempo a scendere dal veicolo che i due uomini vi salirono, lanciandosi all'inseguimento.

Skyler non riusciva a staccare gli occhi dallo speedwing che si avvicinava in fretta e Jacen si maledisse per aver scelto l'hovercar: i pochi secondi di attesa in più per uno speedwing sarebbero stati ampiamente ricompensati dalla velocità, mentre ora, anche bypassando la guida automatica, era difficile competere con uno speedwing, di gran lunga più agile.

Prese subito i comandi del mezzo e accelerò con tanta foga che Skyler per un attimo si sentì schiacciare contro il sedile e sussultò per il dolore al braccio.

Lo speedwing si faceva sempre più vicino. Non gli era ben chiaro il piano degli inseguitori, ma quel poco che era riuscito a vedere delle loro espressioni gli aveva rivelato una carenza di lucidità che per esperienza sapeva essere potenzialmente pericolosa.

Non ci misero molto a raggiungere l'hovercar. Jacen comandava il veicolo con gli occhi fissi sullo speedwing che li superava in uno scintillio giallo, perciò non si fece cogliere impreparato quando questo si fermò all'improvviso davanti a loro, in traiettoria. In una frazione di secondo valutò la situazione per cercare una via d'uscita: era chiaro che l'intenzione degli uomini fosse quella di provocare uno scontro. Ma lui era pronto: essere Sentinella significava allenarsi per situazioni a rischio e la possibilità di disattivare il sistema di guida automatico delle vetture bypassandone le restrizioni comportava una capacità da pilota più che buona.

Piegò il polso in modo deciso e l'hovercar perse quota all'istante. Skyler sussultò e trattenne un gridolino, ma la paura durò un solo istante: avevano evitato un disastroso contatto con lo speedwing, che ora era fermo sopra di loro.

Jacen riprese la corsa spingendo di nuovo oltre il limite il veicolo.

«Sono impazziti» esalò Skyler riprendendo fiato. «Vogliono morire?»

«I sistemi di sicurezza dovrebbero entrare in funzione in caso di scontro, ma potrebbero non essere sufficienti nel loro caso; noi, al contrario, rischieremmo pochissimo» concordò Jacen valutando la posizione delle vetture.

«Ma perché...?»

«... un'azione tanto stupida? Me lo chiedo anch'io»

Lo speedwing aveva ripreso l'inseguimento.

«Non demordono!» gridò Skyler con un brivido. Non riusciva a capire cosa volessero da lei e ne era spaventata.

Guardò Jacen. Sembrava così sicuro e affidabile nella sua uniforme di Sentinella, con il berretto rigido calcato sulla fronte che gli dava un'aria professionale. Incrociò i suoi occhi neri sotto il piccolo frontino e il ragazzo abbozzò un sorriso rassicurante: sapeva cosa fare, non doveva preoccuparsi.

E i fatti gli davano ragione: l'hovercar si muoveva ai suoi comandi con una leggerezza che Skyler non avrebbe creduto possibile e sfrecciava nel cielo di Ambrian schivando i folli attacchi suicidi dello speedwing avversario.

«Per Kore!» esclamò all'improvviso Jacen.

Sgomenta, Skyler vide uno dei due inseguitori disinserire le protezioni ausiliarie mentre il mezzo prendeva quota e si avvicinava alla loro hovercar.

«Vuole buttarsi!» gridò, indicandolo.

Un secondo più tardi l'uomo era atterrato sul loro tettuccio. Ora la situazione si faceva più delicata: una manovra azzardata avrebbe fatto cadere l'uomo verso morte certa, ma in caso contrario lo scontro sarebbe stato inevitabile.

Jacen fece l'unica cosa che gli sembrò sensata: cominciò a scendere lentamente verso l'anello di atterraggio più vicino.

Una voce gli risuono nell'orecchio. «Jacen!»

«Zephyr! Che bello sentire la tua voce!»

«La comunicazione è stata ripristinata perché sei di nuovo nel distretto Nylus»

Jacen si guardò attorno; Zephyr aveva ragione, la luminosità era quella consueta, si erano lasciati alle spalle l'anomalia energetica del distretto Echo.

«Ho notato che ti trovi in una situazione di rischio e ho già allertato il coordinamento: entro un minuto saranno da voi»

«Grazie Zephyr, mi hai davvero tolto da un bel guaio»

«A cosa servono gli amici?»

Come sempre le previsioni del collega si rivelarono precise. Due sentcar automatiche raggiunsero lo speedwing ancora in volo e lo misero in stasi, per poi condurlo a terra. Anche Jacen posò a terra l'hovercar, proprio mentre gli automi sentinella facevano scendere l'ultimo degli inseguitori dallo speedwing.

Anche l'uomo che si era tuffato sul tettuccio dell'hovercar fu bloccato.

«Ottimo lavoro Zephyr. Puoi occupartene tu, ora?»

«Certo Jacen. Accompagna la ragazza in una zona più sicura»

«Grazie Zephyr»

Mentre viaggiavano veloci verso il Tylipse, Jacen non riusciva a fare a meno di riflettere sull'accaduto. Skyler continuava a chiedersi cosa volessero i due uomini da lei e lui le assicurò che avrebbero subito un interrogatorio chiarificatore. Ma non era certo che sarebbe stato tanto semplice.

Atterrarono sull'anello superiore del Tylipse, ma Jacen non scese dall'hovercar.

«Appena possibile blocca il sistema di pulizia del tuo appartamento: non voglio che eventuali indizi vadano persi. Ora ti invio l'autorizzazione per entrare in casa mia» disse a Skyler. «Io tornerò al più presto, tu cerca di riposare»

Sapeva che l'amica avrebbe pensato a qualche dovere legato al ruolo di Sentinella e non le spiegò ciò che aveva intenzione di fare perché la conosceva abbastanza da sapere che avrebbe voluto seguirlo, mentre lui desiderava agire da solo, perché non era certo che l'iniziativa fosse priva di pericoli.

Qualcosa nelle espressioni degli uomini gli aveva trasmesso un'idea che non voleva abbandonarlo.

L'anomalia energetica era ancora in corso quando raggiunse il ponte sopraelevato e lo vide, steso sulla lucida pavimentazione, immobile come l'aveva lasciato. Era più giovane dei due complici, non si era sbagliato a valutarne l'età, non poteva avere molto più di trent'anni.

Si assicurò che non potesse muoversi, quindi lo svegliò. Lui aprì gli occhi e lo fissò con espressione vacua, come se lo sguardo gli passasse attraverso per posarsi su qualcosa alle sue spalle.

«Come ti chiami?»

Nessuna risposta.

«Perché inseguivi quella ragazza?»

Silenzio.

Il Vortex vibrò, illuminandosi debolmente; le comunicazioni erano state ripristinate. Non si stupì che Rory fosse sveglio a quell'ora, aveva più volte dichiarato quanto amasse lavorare di notte.

Accettò la chiamata.

«Jacen! Tutto bene?»

«Perché me lo chiedi?»

«Ho saputo dell'anomalia nel distretto di Skyler» spiegò Rory. «Un'anomalia di così lunga durata è piuttosto rara, volevo assicurarmi che non ci fossero problemi»

«In effetti abbiamo avuto una notte movimentata» disse, e gli spiegò in poche parole quanto accaduto.

«E ora sei lì con uno degli uomini?»

«Sì, ma non è molto collaborativo. Sospetto possa aver contratto il virus, stavo per somministrargli l'antidoto»

«È una cosa che non mi voglio perdere»

Un attimo dopo l'ologramma di Rory apparve a fianco di Jacen. Fissò il giovane immobilizzato a terra e tentò di dialogare con lui, senza fortuna.

In quel momento l'illuminazione della zona si ripristinò e Rory emise un'esclamazione poco raffinata prima di esclamare: «Urik! È il bambino che ci ha guidati fuori dall'orfanotrofio»

Jacen non ne fu troppo sorpreso, era la conferma di ciò che aveva sospettato e il motivo per cui era tornato sui propri passi. Estrasse dalla tracolla il siero di Raven e lo iniettò al giovane, che continuava a fissarlo con sguardo ostile.

Fu questione di pochi istanti. Lo vide rabbrividire e chiudere gli occhi, come se si fosse addormentato.

«Sta male?» chiese Rory allarmato.

«Non credo, il Vortex non mi segnala criticità»

L'uomo riaprì gli occhi dopo un minuto e i due amici capirono subito che la soluzione di Raven aveva funzionato: l'espressione era mutata, più presente e, ora, decisamente spaventata.

Cercò di alzarsi, ma era ancora bloccato.

«Cosa volete da me? Tu sei davvero una Sentinella?» chiese, guardando Jacen con aria accusatrice.

«Sì, sono una Sentinella, e voglio solo aiutarti»

«Perché non posso muovermi, allora?»

«Non ricordi nulla di ciò che è successo, immagino»

Lo sguardo confuso dell'uomo andò al proprio polso. Non trovandoci il Vortex guardò di nuovo Jacen con espressione smarrita, poi fissò l'ologramma di Rory. «Ti conosco?»

«Sono Rory, ero con te in orfanotrofio»

Una scintilla di comprensione gli illuminò gli occhi.

«Certo, Rory! È passato tanto tempo»

Jacen disattivò il campo che bloccava il giovane e quest'ultimo si alzò in piedi, guardandosi attorno.

«Come ci sono arrivato quassù? Perché non ricordo nulla?»

Era una situazione complicata: una parola di troppo avrebbe rivelato a Urik la sua natura, cosa che Jacen voleva evitare. Ma aveva bisogno di una spiegazione, per quanto parziale.

«Stiamo indagando su un virus in grado di confondere la mente» spiegò, optando per una mezza verità. «Tu ne sei stato colpito e io ti ho somministrato la cura: per questo non ricordi ciò che hai fatto nelle ultime ore. Non temere, ora stai bene e non è successo di grave»

«Un virus?» Urik si grattò la nuca. «Ci sono state molte vittime?»

«Non troppe, ma temiamo che si diffonda, perciò stiamo lavorando a un vaccino»

«Non mi crederai quando ti dirò chi sta studiando il virus» lo interruppe Rory. «Raven!»

Urik rimase di sasso. «Raven! Non pensavo avrei ancora sentito quel nome»

«Se vuoi puoi anche rivederla, sono certa che ne sarebbe felice. E l'aiuteresti fornendole dati importanti per creare il vaccino»



SENTCAR: veicoli delle Sentinelle, che intervengono su chiamata assieme ad automi autorizzati a mettere in atto procedure standard

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