Saudade

By jadezstories

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COMPLETA in REVISIONE con SEQUEL "Our love was made for movie screens" Lei è Ashley Wilson. Introversa, per... More

Prologo
-Chapter 1-
-Chapter 2-
-Chapter 3-
-Chapter 4-
-Chapter 5-
-Chapter 6-
-Chapter 7-
-Chapter 8-
-Chapter 9-
-Chapter 10-
-Chapter 11-
-Chapter 12-
-Chapter 14-
-Chapter 15-
-Chapter 16-
-Chapter 17-
-Chapter 18-
-Chapter 19-
-Chapter 20-
-Chapter 21-
-Chapter 22-
-Chapter 23-
-Chapter 24-
-Chapter 25-
-Chapter 26-
-Chapter 27-
-Chapter 28-
-Chapter 29-
-Chapter 30-
-Chapter 31-
-Chapter 32-
-Chapter 33-
-Chapter 34-
-Chapter 35-
-Chapter 36-
-Chapter 37-
-Chapter 38-
-Chapter 39-
-Chapter 40-
-Chapter 41-
-Chapter 42-
-Chapter 43-
-Chapter 44-
-Chapter 45-
-Chapter 46-
-Chapter 47-
-Chapter 48-
-Chapter 49-
-Chapter 50-
-Chapter 51-
-Chapter 52-
-Chapter 53-
-Chapter 54-
-Chapter 55-
Playlist

-Chapter 13-

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By jadezstories

I giorni seguenti furono un calvario. Ero sempre più stressata per le gare imminenti ed ero ancora turbata dall'episodio con Logan, non riuscivo proprio a spiegarmi il suo comportamento.

Venerdì, finito allenamento, mi preparai per la festa a cui mi aveva invitata Jordan e mi passò a prendere al Quartiere Generale. In auto non parlammo molto e sopraffatta dai miei pensieri, mi accorsi di essere arrivati, soltanto quando Jordan mi aprì la portiera.

Anche questa casa era molto lussuosa, ma meno della precedente. Aveva pareti bianche e si scorgeva un terrazzo pieno di piante tropicali. La porta d'ingresso era bianca e poco più in là c'era una vetrata.
L'entrata si aprì pima che potessimo muoverci e un giocatore della squadra di basket salutò Jordan. Lui non mi presentò così lo feci da sola. <<Io sono Ashley>> gli tesi la mano e lui stringendola mi fece l'occhiolino. <<Lo so dolcezza, chi è lo stupido che non lo sa? Comunque io sono Peter, gioco a basket se non lo sapessi>> annuii come se fossi una sciocca e lo avessi capito solo ora.

Già dall'esterno, si sentiva la musica che risuonava per tutto il quartiere. Peter ci condusse nell'abitazione colma di studenti in cui tutti o ballavano o urlavano per farsi sentire nel trambusto.

Dopo che Peter se ne andò, Jordan mi condusse in cucina dai suoi amici, che mi salutarono calorosamente. Restammo lì per quelle che mi sembrarono ore e ore, ma quando guardai il telefono notai che era passata poco più di un'ora. Alcuni mi offrirono da bere degli alcolici, ma io rifiutai. Dovevo essere sobria perché oltre che ad essere minorenne, non potevo di certo presentarmi all'allenamento del domattina in condizioni disastrose, no? Già alla Michigan Academy, Will mi aveva fatto una spiegazione accurata di quello che poteva capitare se il mattino dopo aver bevuto mi fossi presentata con un dopo-sbronza ad allenamento e non volevo di certo provare.

Alcune ragazze che erano lì con gli amici di Jordan mi avevano già inquadrata. <<Che brava ragazza, si vede che è una vera atleta>> feci un sorriso irritato, loro sembravano solo delle oche. Dopo averlo fatto, sghignazzarono e se ne andarono con qualche ragazzo.

Alcune chiacchiere dopo, Jordan mi invitò a ballare e io accettai. Lui era proprio un bravo ballerino e anche se faticai a stargli dietro, mi divertii. Fortunatamente non aveva ancora parlato di Logan e io non lo avevo visto da nessuna parte. Ma, come si suol dire, quando parli del diavolo spuntano le corna e mi ritrovai a fissare due occhi smeraldo che stavano guardando nella mia direzione. Non riuscivo a capire cosa provasse, era chiuso in sé stesso come un riccio e non riuscivo a vedere la sua espressione, che era come di ghiaccio.

Jordan, ignaro di tutto, se la stava spassando continuando a ballare in modo molto strano. In quel momento mi passò la voglia di ballare e decisi di comunicarlo a lui. Gli provai a picchiettare la spalla, ma sembrava troppo preso con la sua coreografia, così me ne andai comunque, senza aspettare il suo permesso.                                                                                                         

Trovai in un angolo Autumn e Jessica, così andai da loro. In quei giorni avevo stretto legami molto più profondi con tutta la squadra. Appena arrivai da loro, per farmi sentire parte della conversazione, cominciarono a parlare dell'allenamento che avremmo avuto la mattina dopo e del body da gara che era arrivato giusto quel pomeriggio.

Passai il resto della serata a parlare con loro, ridendo molto di vecchie cadute o dei bei ricordi in palestra. Quando fu circa mezzanotte cominciammo a sbadigliare, così le ragazze e io decidemmo di tornare a casa. Dato che non sapevo dove fosse Jordan, decisi di tornare con loro, visto che Jessica aveva la macchina e non era sbronza soprattutto. Ma, prima di dirigerci verso l'auto, Jessica scrisse un messaggio a Victoria che poco dopo ci raggiunse e andammo tutte alla macchina di Jess.

Tornate a casa, andammo tutte nelle rispettive camere. Nella mia non c'era nessuno, così andai in bagno a struccarmi e mettermi il pigiama. Mi suonò il cellulare e cominciai a cercarlo dappertutto.                                Quando lo trovai, sepolto sotto le coperte, vidi un numero sconosciuto che mi aveva mandato alcuni messaggi. Li aprii e constatai che fosse Jordan.                                                                                                                "Dove sei finita?" era il primo messaggio, era seguito da "Ma dove stracavolo sei?" e altri "Domani mi faranno un culo assurdo" "Richiamami altrimenti mi uccidono" e l'ultimo "Non avrei mai dovuto invitarti, sei troppo impegnativa, dimmi almeno se sei viva."
Avevo capito anche io che Jordan non era il mio tipo, ma sentirmi dire di essere troppo impegnativa, come non fossi un persona, ma un sacco di farina da trainare per un mulo mi fece rimanere male. Essendo una persona educata, decisi comunque di scrivergli e fargli capire che ero tornata a casa.                                                                                                                                            "Hey Jordan, tranquillo sono ancora viva. Sono tornata a casa per conto mio. Ci si vede a scuola" era molto veloce, ma efficace come messaggio. Non faceva trasparire emozioni o frasi che mi avrebbero tradita, era solo un semplice messaggio.                                                                                                   Un po' arrabbiata e un po' giù di morale mi misi sotto le coperte e mi addormentai.

L'indomani il nostro allenamento fu abbastanza pesante. Si sentiva nell'aria l'aspettativa di tutti, sia dalla squadra, ma soprattutto da me. Io non ero troppo tesa, con il tempo ormai avevo fatto l'abitudine al nervosismo post gara, che ormai si riduceva sempre più. Invece ero carica di adrenalina.                                                              La nostra palestra non l'avevo vista mai così piena ad un allenamento e tutti dicevano di aver già acquistato il biglietto per la gara.

Fortunatamente la competizione si sarebbe tenuta nel palazzetto da basket, così da avere più spazio per gli spettatori. Gli operai, da quel che ci aveva detto il coach, erano già al lavoro per montare gli attrezzi.                                    La gara sarebbe stata contro la Massury high, una squadra non troppo forte dal Minnesota, ma il vero problema era che quel giorno il coach Strauss ci avrebbe dato gli schemi con le formazioni ad ogni attrezzo. Speravo di gareggiare su tutti, visto che avevo un buon all around, ma comunque essendo nuova pensavo di avere poche possibilità.

Prima della pausa pranzo tutti i coach ci chiamarono al centro della pedana del corpo libero e tutte cominciammo a sudare freddo.                                                                                                                                          <<Allora ragazze, finalmente qui abbiamo scritte le formazioni. Vi prego di non arrabbiarvi se non riuscirete a fare alcuni attrezzi, ma pensatela per il bene della squadra. Come ben sapete ad ogni attrezzo gareggeranno cinque ginnaste di voi. Se non doveste essere scelte prendete questa occasione per capire cosa cambiare e cosa migliorare. Ora ogni volta che chiamerò il vostro nome fate un passo avanti>> tutte annuimmo cariche di aspettativa.

Vidi che qualcuna aveva le mani tremanti e altre prendersi per mano.
<<Bene, primo attrezzo è la trave>> ora mi sentivo vagamente nervosa e feci un respiro a occhi chiusi. <<A trave gareggeranno: Alice, Georgia, Victoria, Everly e Ashley>> feci un passo avanti e mi sentii subito piena di felicità. Mi piaceva abbastanza la trave perché sin da piccola ci avevo lavorato molto e ora ero contenta di poter far vedere il mio duro lavoro.

Tutto il pubblico ci applaudì e noi ci girammo sorridendo a salutarli. Non avevo neppure notato che il coach aveva un microfono sulla maglia e per la tensione non avevo neppure sentito.
<<Bene, parallela. Qui invece gareggiano: Jessica, Autumn, Georgia, Ashley e Nicole, che non può gareggiare altrove per il problema al tallone di mercoledì>> solo in quel momento mi ricordai che effettivamente Nicole si era fatta male al tallone mentre faceva trave, da dove era caduta male sul piede ed era rimasta in infermeria per mezzo allenamento. Ora infatti aveva una bella fasciatura su tutto il piede.

Sorridemmo di nuovo al pubblico che stava applaudendo di nuovo. Io ero già troppo felice di fare due attrezzi, anche se a parallela non ero tanto brava, ma tutti dicevano il contrario.
<<Terzo attrezzo volteggio: Sarah, Ashley, Amy, Brooklyn e Alice>> come per gli attrezzi precedenti salutammo il pubblico.
<<E per finire in bellezza, signori e signore corpo libero! Qui abbiamo: Ashley ovviamente, Georgia, Autumn, Alice e Everly>> il pubblico fece ancora un applauso più forte dei primi.

Dopo aver salutato il pubblico ci abbracciammo tutte, alcune perfino piangendo. Io invece sorridevo sollevata di poter fare tutti gli attrezzi.                                                                                                                                                    <<Ma ragazze, guardate nelle prime file delle gradinate!>> Guardai nel punto che avevano detto, ma non riconobbi le persone sedute, mentre le mie compagne corsero ad abbracciare quelli che pensai fossero i loro genitori. Io rimasi a guardare la scena. E nel mentre mi si avvicinò Megan, che mi mise una mano sulla spalla per rassicurarmi.                                                                                                                                                                                    <<I miei probabilmente saranno in ufficio per trattare qualche affare ora>> le dissi. Non ne ero amareggiata, era meglio che fossero lontani da me. <<Noi abbiamo provato a contattarli, ma la segretaria di tuo padre aveva detto che aveva molto da fare>> lei mi abbracciò e io ricambiai. Non mi disperavo certo per cose che già sapevo, probabilmente non avevano neppure lavoro, ma per loro queste cose erano delle sciocchezze.

Quando si staccò da me, una mano mi picchiettò la spalla. Mi girai e vidi davanti a me il coach Strauss. Megan lo notò e se ne andò lasciandomi sola con lui.                                                                                             <<Ashley, volevo congratularmi con te. Solitamente nessuna riesce a fare tutti gli attrezzi, ma te sei una forza della natura>> feci un sorriso.                                                                                                                                <<Grazie coach, apprezzo molto che abbia così tanta fiducia in me>> lui scrollò le spalle, liquidando la faccenda.                                                                                                                                                                                    <<Se devo essere sincero gli anni scorsi non ero mai troppo convinto che potessimo vincere il campionato, ma quest'anno ne sono semplicemente certo>> mi sorrise speranzoso e io sentii l'orgoglio per la mia persona crescere dentro di me.

<<Sono certa che anche senza di me la squadra era molto forte e in gamba, ma sono felice di far accrescere la sua speranza per la vittoria>>                                                                                                                                                  <<Mi piace vedere nelle mie atlete tutta questa determinazione e passione che hai tu, Ashley. Tu sei quella più in gamba, ma anche quella che fa le cose con passione. Le altre hanno voglia si, ma non quanto te. Hai semplicemente una bravura innata per la ginnastica>>                                                                                                                <<E' tutta la mia vita la ginnastica, senza non sarei più la stessa. Mi ha aiutato a passare momenti difficili>> gli risposi solamente e lui annuì.                                                                                                                                                                                                          <<Pausa pranzo! Tutte qui!>> urlò Megan e io corsi da lei grata che non dovessi continuare la conversazione con il coach, che voleva indagare sulla mia vita.


Spazio autore:

Ciao a tutti, come state? Spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto. Stiamo cominciando ad addentrarci nella vita di Ashley e chissà quali segreti nasconde... Vi ricordo i miei social instagram: saudade_wattpad_ e tik tok: jade_stories

Grazie mille a tutti,

Giada

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