Capitolo XXIV

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Capitolo XXIV
Non cade su loro dell'ombra una macchia

Esiste una sorta di contesa, tra il freddo e il caldo, su chi sia il più terribile e tedioso. Il secondo fiacca, stanca e fa sudare, toglie ogni forza fino a farti sentire un ammasso d'acqua e fatica. Ma il secondo, il freddo, può ucciderti in meno di quanto ti aspetti. Il freddo passa attraverso i vestiti, per quanto spessi questi possano essere, ti entra nelle ossa e le congela, tanto che muovendole ti sembra di spezzarle, di mandarle in polvere. Il freddo ti immobilizza, ti disarma, ti sconfigge.

-Sei sicuro?

Aislin gli pose per l'ennesima volta quella domanda, come se in quel momento, sul punto di commettere quella follia, lui avrebbe potuto tirarsi indietro. Dopo aver vagato per giorni, cercando gli uomini di Davon, li avevano trovati e seguiti, tenendosi a distanza di sicurezza. Avevano rischiato di farsi scoprire un paio di volte, ma se l'erano sempre cavata. Poi, quella sera, il gruppo aveva deciso di accamparsi prima del solito; due dei soldati erano rimasti feriti in uno scontro con dei Gulag, e anche gli altri non sembravano del tutto in forze. Così Aislin e Will avevano convenuto che fosse il momento adatto per colpire.

-No.- rispose Will -Non sono sicuro, è una follia. Ma ci serve quella mappa, giusto?

La principessa abbozzò un mezzo sorriso, rimettendosi il cappuccio del mantello. Gli uomini di Davon dormivano quasi tutti, solo due di loro erano di guardia. Faceva un freddo cane, poiché si era ormai nel pieno dell'inverno, e persino i soldati tremavano nelle proprie armature, accasciati chi sotto un albero e chi sopra un cespuglio, e ricoperti come si poteva di coperte. Il principe era l'unico a dormire in una tenda, che Will e Aislin avevano individuato prima di scambiarsi uno sguardo d'intesa.

-Ricordi come...- iniziò il ragazzo, intenzionato a ricordare ad Aislin il piano concordato.

-Sì.- lo interruppe lei -Devo metterli fuori gioco prima che si sveglino e poi arrivare alla tenda.

-Assicurati di averli stesi, non voltare loro le spalle finché...-

-Finché sento che si muovono, lo so.- alzò gli occhi al cielo, continuando a parlare a bassa voce -Me la caverò. Con due di loro fuori gioco, sarà facile stendere tre soldati addormentati.

-Bene.- rispose Will -Io mi occuperò dei due che sono di guardia.

Così dicendo, tirò fuori uno dei sacchetti di polvere nera che avevano sottratto ai Gulag.

-L'effetto dura solo pochi minuti.- l'avvertì -Stai...-

-Starò attenta.- ancora una volta, Aislin lo precedette -Anche tu.

Si scambiarono ancora uno sguardo, l'ultimo, prima di passare all'azione. Will sciolse il filo d'erba elastica che faceva da nastro al sacchetto e vi immerse il pugno, prendendo una manciata di polvere, poi lo offrì ad Aislin. Quando lei ebbe fatto lo stesso, si sporsero appena e dispersero quella sostanza in aria, facendola volare nel bel mezzo dell'accampamento dei soldati. Si mossero, fecero rumore, ma, quando i due soldati di guardia si voltarono verso di loro, non videro altro che una densa nube nera che si avvicinava e li avvolgeva. Imprecarono, gridando per svegliare gli altri, ma era troppo tardi e sembrava che qualcosa si aggirasse in quella nube di fumo, qualcosa di incredibilmente veloce e che nessuno riusciva a vedere.

-Cosa diamine...- farfugliò uno di loro, quando sentì la lama di una spada sfiorargli la guancia e ferirlo -Merda! Oh! Mi sentite?! Sveglia!

DisordersWhere stories live. Discover now