Capitolo XXII

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Capitolo XXII
Avvolti nella nebbia

-Di questo passo i miei palmi si riempiranno di calli!- urlò Aislin, chinandosi per schivare la bastonata dell'ennesimo Gurung -Accidenti!

-Non ti distrarre!- la riprese Will, occupato a fronteggiarne altri due dei cinque con cui si stavano battendo -Non devi mai pensare ad altro mentre combatti, ricordi?

La principessa alzò gli occhi al cielo, chinandosi per evitare altri due colpi e approfittarne per afferrare le caviglie del suo avversario e tirarle per farlo cadere. Saltò in piedi, impadronendosi del suo bastone e usandolo per assestargli un colpo nel punto giusto, all'altezza dello stomaco, in modo da metterlo momentaneamente fuori combattimento. Sorrise soddisfatta e si voltò, decisa a vantarsi con Will dell'ottimo lavoro fatto, ma si ritrovò altri due Gurung davanti, con le facce dipinte piuttosto minacciose e l'aria di volerle fare molto male. Solo qualche settimana prima quella vista l'avrebbe terrorizzata, ma ora qualcosa era cambiato.

Lei era cambiata.

La principessa incapace stava imparando a rispondere agli attacchi, a combattere, a essere indipendente. Aveva deciso di smettere di avere paura, di iniziare a lottare per quello in cui credeva, per dimostrare di essere degna del proprio ruolo e di non aver bisogno di nessuno, soprattutto non di uomo, principe o popolano che fosse, per difendersi. Perciò sorrise, estraendo la spada e facendola roteare con un'abilità che solo tre giorni prima non avrebbe avuto. Poi rivolse  ai suoi avversari un ghigno pericoloso, un invito a farsi avanti. Tagliò in due il bastone di uno dei selvaggi, scoprendo un lato e beccandosi un attacco dell'altro sulla spalla, che le strappò la camicetta e le causò un graffio poco profondo. Gemette e il dolore per un attimo la paralizzò.

-Oh,- scandì, oltraggiata -questo non avresti proprio dovuto farlo!

Fece roteare la spada - anche se con un po' di fatica, poiché per lei quell'arma rimaneva pesante, anche se ora sapeva come usarla - e provò a contrastare i colpi del suo avversario, ma quello fu disgraziatamente in grado di tenerle testa. Si fronteggiarono per un po', trascinandosi per il piccolo spiazzo in cui si trovavano, andando verso Will, accerchiato a sua volta da un altro paio di Gurung. Aislin fece in modo da raggiungerlo e avvicinarsi a lui, procedendo all'indietro nel parare i colpi del suo avversario, fino a quando non si trovano schiena contro schiena. I quattro selvaggi ora li circondavano, ma nessuno dei due sembrava particolarmente allarmato.

-Non male.- disse Will, la voce appena affaticata -Ma potresti essere più veloce. Prima hai lasciato un fianco scoperto, te ne sei accorta?

Aislin alzò gli occhi al cielo, respingendo il Gurung che si era fatto avanti per colpirla e continuando a combattere anche mentre gli rispondeva.

-Mi farai mai un complimento?

Il ragazzo rise, muovendo la spada con la mano sinistra e recuperando un pugnale con la destra, che gli servì a mettere fuori gioco uno dei quattro selvaggi che li circondavano, senza tuttavia ucciderlo.

-Quando lo meriterai.- la prese in giro, staccandosi da lei subito dopo, per continuare a combattere con un altro Gurung.

La principessa si innervosì e, anche se sapeva che l'intento di Will era proprio quello, fece il suo gioco. Lanciò un grido si esasperazione e strinse l'impugnatura della spada, colpendo con il ricasso la testa del Gurung che la fronteggiava e poi voltandosi verso di lui.

-Sei proprio un bastardo!- sbottò arricciando le labbra.

Ma Will non la stava guardando, troppo occupato a sfilare un sacchetto nero dalla cintura dell'uomo che aveva appena steso. Tra le mani ne aveva un altro, che le lanciò. La ragazza, dimentica della sfuriata che stava per rivolgergli, lo prese al volo e, soppesandolo, gli domandò cosa diavolo fosse.

DisordersWhere stories live. Discover now