Capitolo LIII

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Capitolo LIII
Appaiono spaiono lenti

Aislin tremò, osservando le tegole spezzarsi fino a cadere. Il villaggio era divorato dalle fiamme, le strade un sentiero di fortuna arroventato dal fumo.

Seguire Will fu un riflesso spontaneo.

Cominciò a ruotare su se stessa, aguzzando la vista nel tentativo di individuarlo. Ignorò il fumo, coprendosi il viso con il gomito e cominciando ad arrancare tra le fiamme. Non sarebbe scappata, non finché non avesse trovato lui e quella bambina. Ripensò alla grotta di Taygeta, alle fiamme e alle urla della madre di Will. Alla sua più grande paura. Allo stato in cui l'aveva trovato, al dolore che gli aveva letto nello sguardo. Poi a Maia, a quell'orribile ricordo, alla morte di sua madre. Pensò a quanto doloroso e difficile e terribile dovesse essere per lui. E riprese a correre.
Cominciò subito a sudare, inoltrandosi in quella coltre di fumo che le rese difficoltoso respirare. Cercò di filtrare l'ossigeno premendosi la manica della camicetta sul viso, in modo da non filtrare la poca aria rimaste respirando attraverso il tessuto, ma la tosse la trovò comunque. La testa divenne leggera a poco a poco, i passi malfermi. Chiamò a gran voce la bambina, pur non conoscendo il suo nome. Quando le rispose una voce fievole il sollievo la travolse, donandole la forza che la mancanza d'ossigeno le stava portando via. Arrancò all'interno di quello che un tempo doveva essere stato il mercato incurante delle fiamme, si bruciò i vestiti nel tentativo di farsi strada e soffocò il dolore nei punti in cui la sua pelle entrò a contatto con il fuoco. Cercò di essere rapida per non ustionarsi troppo. La piccola era una mollica bruna accartocciata nell'angolo di un vicolo tappezzato di carri e bancarelle in fiamme. Doveva avere sui quattro o cinque anni, ma Aislin riuscì comunque a sollevarla.

-Ciao piccola,- le mormorò, stringendosela al petto e premendole il viso contro la propria camicetta, per impedirle di respirare il fumo -Andrà tutto bene, sono qui per portarti fuori. Cerca di non chiudere gli occhi.

Poi ricominciò a correre, questa volta nella direzione opposta. Avrebbe voluto avere il fiato per chiamare Will, ma le forze iniziavano a mancarle, la gola protestava e i polmoni parevano collassare. Aveva il terrore di non trovarlo, di non vederlo più riemergere dalle fiamme. Si accorse di essere terrorizzata, mentre prendeva la strada più lunga verso l'uscita, setacciando disperatamente ogni vicolo. Ma il fumo era troppo e Aislin non voleva rischiare troppo per la bambina.

Di sé stessa non le importava, aveva smesso di pensarci nel momento stesso in cui era tornata indietro.

In quel momento era disperata e si sentiva svenire. La testa le girava. Non respirava bene. Ma proprio quando era sul punto di lasciarsi scivolare in mezzo alle fiamme e chiudere gli occhi, per riposare solo un secondo, si sentì travolgere. Delle braccia l'avvolsero, mani bollenti cercarono il suo viso e iridi verdi si inchiodarono in quelle di lei. Gli occhi di Aislin si riempiono di lacrime.

-Sei qui.- mormorò -Ti stavo... cercando.- sorrise piano, mentre un'ondata di sollievo (o forse erano vertigini, non avrebbe saputo dirlo con certezza) la travolgeva -Ho... ho trovato... la bambina.- esalò sfinita, aggrappandosi a Will -Bisogna portarla fuori... portala... portala subito fuori...-

Lui la scosse, circondato dalle fiamme. Aislin vedeva soltanto lui e i suoi occhi smeraldo, l'aria stravolta mentre le prendeva delicatamente la bambina dalle braccia. La sistemò alla meglio sotto il proprio mantello, in un disperato tentativo di non farle respirare le sostanze tossiche della combustione. Poi prese la mano di Aislin e la strinse, offrendole sostegno mentre se la tirava al fianco. Prese il fazzoletto umido che aveva utilizzato per respirare fino a quel momento e glielo mise tra le mani, per far sì che potesse usarlo lei.
Aislin pensò che era spaventosamente bello anche in quel momento. Con il viso sporco di cenere e i vestiti lacerati, mentre si preoccupava per lei ignorando totalmente sé stesso e il fatto che fosse stato lui il primo a trovarsi in pericolo. Avrebbe voluto dirgli che era per questo, per lui, che era corsa tra le fiamme, ma Will aveva già iniziato a correre.

DisordersWhere stories live. Discover now