Capitolo XL

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Capitolo XL
Due occhi che corron cercando pungenti

Alton tornò dalla caccia con due conigli di discreta grandezza. Harper, chino al tavolo sul libro delle leggende di Lyonesse, sollevò lo sguardo solo per un momento. Mentre si sfilava l'arco e le diverse armi dalla cintura, il ragazzo biondo gli lanciò un'occhiata.

-Come va il braccio?

Il moro grugnì.

-Bene.- rispose -Ti ho già detto parecchie volte che non mi fa più male e che possiamo andare da quei maledetti Gurung.

Alton sprofondò seduto davanti a lui, poggiò i conigli sul tavolo per cominciare a pulirli.

-Perciò è deciso.- commentò -Niente più ricerche sicure a al caldo.

Accennò al libro ancora aperto sotto il naso di Harper, che si limitò a sbuffare.

-Le "ricerche sicure e al caldo" non ci hanno portati da nessuna parte. Il libro dice solo cose che già sappiamo... Mentre i Gurung, c'erano sempre, quando ci siamo avvicinati ai frammenti. Ne sono i guardiani. Devono sapere qualcosa.

Intento a togliere la testa al coniglio, Alton sollevò appena lo sguardo.

-Dimentichi che l'unico in grado di capire qualcosa di quella loro lingua è Will.- pronunciare quel nome fece tornare di colpo la preoccupazione per l'amico -Che non è qui.

-Comunque non ci direbbero niente.- disse Harper -Pensavo di seguirli e vedere dove ci portano. Al più catturarne uno per farlo parlare, quando Will sarà tornato.

-Farlo parlare?

-Sì be', alla mia maniera.- Harper accennò al coltello con cui Alton faceva a pezzi i conigli, facendo irrigidire il ragazzo biondo.

Alton ricordò quand'era stato catturato, quello che aveva subito mentre Harper se ne stava a guardare, mentre ordinava di continuare ancora un po'. Improvvisamente gli si chiuse lo stomaco.

-Vuoi dire torturarlo.

Harper soffiò qualcosa di simile a una protesta, distogliendo lo sguardo.

-I Gurung provano a farci fuori da quando siamo entrati in questa foresta.- sottolineò -Di certo non mi biasimerai.

Si aspettava che Alton desse di matto, ma il ragazzo biondo si limitò a posare il coltello sul tavolo e ruotare il manico verso di lui. Poi sollevò lo sguardo, ostentando la massima calma.

-Uccidere animali non mi piace.- disse incolore, come se c'entrasse qualcosa in quella conversazione -Se non significasse morire di fame, probabilmente non mangerei né carne né pesce.

Harper lo guardò confuso.

-Che significa?- gli domandò -Stai paragonando i Gurung ad animali? In effetti sono dei selvaggi.

-Solo perché lo sembrano.- ribatté l'altro -In superficie. Ma quello che appare in superficie non è sempre affidabile, se non guardi abbastanza a fondo rischi di essere sbranato, di spingerti in acque che non conosci.

-Alton...-

Il ragazzo biondo spinse bruscamente il coltello verso di lui, gli occhi di pece accesi da qualcosa che Harper non riusciva a definire. Sembrava determinazione, tanta quanta non ne aveva mai vista.

-Uccidere qualcuno, tenere il coltello dalla parte del manico, è sempre arroganza.- precisò, alzandosi e sporgendosi sul tavolo fino a sovrastarlo -Un giorno non molto lontano, potresti trovarti nella posizione di scoprire cosa si prova ad avere una lama affondata nel petto. O a sopportare sferzate, sferzate sulle schiena e sul petto e in ogni punto del corpo, ininterrottamente, finché non parlerai. Finché non darai loro quello che vogliono, qualsiasi cosa sia.

DisordersWhere stories live. Discover now