Capitolo XXXIV

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Capitolo XXXIV
Appena il pallore la luce ne scopre

Harper si teneva il braccio sinistro, cercando di fermare il sangue che fuoriusciva dalla ferita premendoci sopra il palmo e stringendo i denti. Era abituato al dolore, era guarito da ferite peggiori di quella, perciò non emise un fiato per attirare l'attenzione degli altri. Anche Aislin, Alton e Will avevano qualche ferita da taglio e dei lividi sparsi qui e lì sotto gli abiti sporchi di fango, oltre che fin troppo leggeri per la temperatura di quella grotta. Ma dopo aver udito le parole di Taygeta, nessuno di loro si lamentò. Quando lo spirito svanì, lasciandoli nella quasi totale oscurità della grotta, si limitarono a stringersi in cerchio e guardarsi intorno. Svanendo, Taygeta aveva portato con sé anche il tenue bagliore di poco prima: era buio pesto, vedevano a malapena.

-Le nostre peggiori paure.- ripeté Aislin ad alta voce -Non mi è chiaro. Cosa si aspetta che...-

Sì interruppe, quando un lieve sibilo fece sobbalzare tutti i presenti. Non avrebbero saputo dire da dove provenisse, ma sembrava piusttosto vicino. Poi, ancora, il verso tornò più forte e a esso ne seguirono altri, quasi in sincrono. Questa volta Will riuscì a identificare il suono.

-Alton.- disse soltanto, voltandosi nell'oscurità, dove immaginava si trovasse l'amico -Questi sono...?

-Sì.- rispose il biondo, ma la voce non era del tutto ferma -Accidenti, .

-Emh...- intervenne Harper -Sareste così gentili da spiegarlo anche a noi? Magari prima che, qualsiasi cosa sia, ci uccida?

-Sono serpenti.- rispose Alton, e Aislin capì dalla sua voce che dovessero terrorizzarlo -Credo... credo che sia la mia sfida.

-Cioè, scusa,- fece il mercenario, un po' stupito -tu hai paura dei serpenti?

-Ci hanno circondati.- intervenne Will -Sono intorno a noi.

La grotta era circolare, in effetti, e ormai il sibilo di quelle creature era aumentato a dismisura, tanto da stordirli. Cercarono di rimanere immobili.

-Possiamo farcela, niente paura!- disse Aislin, che stringeva tra le mani l'elsa della propria spada -Saranno in tanti, ma noi siamo più forti.

Fece per lanciarsi avanti, ma Will riuscì a fermarla anche al buio. Le afferrò il polso e la tirò indietro, attirando l'attenzione degli animali, che sibilarono più forte e strisciarono verso di loro. I ragazzi ritornarono immobili, dal polso Will fece scivolare la mano in quella di Aislin e la strinse.

-Sono velenosi.- le spiegò -Un solo morso e siamo morti.

La principessa rabbrividì.

-Ma...-

-Non possiamo combatterli al buio.- lui voce ai suoi pensieri -E immagino che... quello che ha detto Taygeta... dovrebbe essere Alton a capire come uscirne. Questa è la sua paura.

-Fantastico.- sbottò Harper, cercando di controllare le fitte di dolore al braccio -Alton, senti, non per metterti fretta...-

Il ragazzo biondo tremava. Strinse l'elsa della spada, serrò la mascella e cercò disperatamente di vedere oltre l'oscurità. Sentire i versi di quegli animali senza riuscire a vederli era ancora peggio, perché sembrava che stessero per scattare verso di loro da un momento all'altro.

-Alton, rifletti.- inaspettatamente, a raggiungerlo fu la voce di Aislin -So che questa cosa ti terrorizza, ma se vuoi essere in grado di affrontarla devi ignorare la paura e concentrarti. Pensa. Come usciamo da questa situazione?

Doveva essere accanto a lui, perché quelle parole, anche se sussurrate, l'avevano raggiunto forte e chiaro.

-Sì.- concordò Will, incoraggiandolo -Puoi farcela, amico.

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