49. Rifugio

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Fin da quando ero piccola erano pochi i posti in cui riuscivo a trovare conforto. Primo tra tutti erano le rassicuranti mura della mia camera, dove mi accoccolavo sul mio letto a trovare conforto tra le pagine dei miei libri. Quando invece il luogo in cui non volevo stare era proprio casa mia, sono sempre stati due i luoghi in cui mi rifugiavo: la spiaggia o la casa di Santa Monica. Questo quando non potevo contare sul supporto delle persone di cui mi sono sempre più fidata e anche queste si sono sempre potute contare sulle dita di una mano. Prima tra tutti mia mamma, ma a causa del suo lavoro come medico, prima in ospedale e poi in giro per il mondo, spesso non era molto presente. Subito dopo di lei c'erano nonno James e nonna Adele, ma vivendo parecchio distanti non era poi così facile raggiungerli, almeno non fino a quando è sopraggiunta l'età per la patente. Per ultimo, ma non per importanza, c'è sempre stato Louis. Lui è il mio porto sicuro al di fuori della famiglia, la mia ancora e il mio sostegno. Quando uno di noi soffriva, come succede ancora adesso, l'altro era sempre lì pronto ad accoglierlo tra le sue braccia, ad asciugare lacrime, a strappare un sorriso e a minacciare di fini terribili chiunque fosse il colpevole della nostra sofferenza. E stasera, sopratutto dopo il litigio con Harry, la prima persona da cui ho pensato di andare, nonostante la nostra litigata, è proprio lui, ma non posso. Non posso, perché so che in questo momento sono probabilmente l'ultima persona che vorrà vedere. Lo so perché è la stessa cosa per me, lo conosco abbastanza da sapere che, anche se scaturita da fattori diversi, stiamo provando la stessa delusione, la stessa rabbia e sappiamo entrambi che abbiamo bisogno di sbollire prima di risolvere le cose tra di noi. Perché stasera ci siamo fatti del male a vicenda, gli squali fiutano l'odore del sangue a chilometri di distanza, noi fiutiamo le debolezze dell'altro e come il miglior arciere scocchiamo la nostra freccia velenosa, intrinseca di tutta la nostra frustrazione e ira. Però per quanto male ci possiamo fare, per quante volte possiamo mandarci a quel paese, io so che poi risolveremo sempre tutto e anche questa volta sarà così. E se dopo la tempesta con Louis so che poi vedrò di nuovo il sole, non riesco a scorgere nemmeno un raggio di speranza per quanto riguarda il mio rapporto con Harry. Non abbiamo mai litigato così prima d'ora e non so cosa aspettarmi da lui, l'unica speranza è che tutto l'amore che ha sempre professato di provare nei miei confronti sia abbastanza. L'amore smuove le montagne, ma il nostro sarà in grado di superare questo ostacolo!? Ed è questo l'ultimo pensiero che mi passa nella testa, mentre spengo l'auto e poi raggiungo la porta di ingresso di uno dei miei luoghi sicuri e già solo essere qui mi fa sentire meglio, perché tra poco potrò cercare il mio riparo tra braccia conosciute e confortanti. Suono il campanello e appena la porta di apre, rilevandomi la persona che fremevo dalla voglia di vedere, mi getto tra le sue braccia lasciando erompere il mare di lacrime che tempesta nelle mie iridi.

"Shh tesoro." Il tocco piacevole delle sue carezze confortevoli sembra ridare calore al mio corpo freddo e spento.

"Mi dispiace, non sapevo dove altro andare." Singhiozzo nascondendo il viso nella piega del suo collo e inspirando a pieni polmoni il suo profumo pieno di ricordi.

"Non dire sciocchezze, lo sai che puoi sempre correre qui se hai bisogno." Ribatte per poi posare le sue mani sulle mie guance e farmi risollevare il viso, mentre le sue dita si premurano di cancellare ogni traccia volante del mio dolore. "Vieni, entriamo. Mi racconterai tutto davanti a una bella tazza di tè." Afferma sorridendomi dolcemente e un mezzo sorriso incurva appena le mie labbra, perché ha sempre avuto questa strana convinzione che una buona tazza di tè potesse risolvere ogni cosa. Così dopo essermi accomodata su uno sgabello, tento di concentrarmi sull'impegno che mette per preparare la sua magica bevanda, in modo da non correre di nuovo con il pensiero a tutto quello che è successo stasera.

"Ecco qui, piccola mia." Posa sotto il mio naso una tazza fumante e per assurdo l'aroma intenso della bevanda sembra davvero riuscire a farmi stare un po' meglio e ad alleviare parte della tensione che ancora mi porto addosso.

KintsugiDonde viven las historias. Descúbrelo ahora