47. Fenice

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Penso che non ci sia risveglio più bello e felice di quello di svegliarsi con la persona amata accanto e ormai da qualche mese a questa parte quasi ogni mio risveglio è dipinto di felicità. Quello di stamattina è uno di quelli, aprire gli occhi e vedere come prima cosa Harry che dorme al mio fianco non può che far spuntare immediatamente un sorriso sulle mie labbra. Che me faccio del caffè per iniziare bene la giornata, quando davanti agli occhi ho uno spettacolo del genere!? Il viso rilassato affondato nel cuscino, i capelli arruffati, le labbra schiuse per il suo respiro leggero e regolare. E i miei occhi non possono che correre avidi di catturare ogni suo dettaglio, come un appassionato d'arte che ammira e si bea di ogni pennellata di colore o di ogni curva intagliata nel marmo più pregiato, anche io ho la mia personale opera d'arte. L'inchiostro nero sulle sua braccia, infilate sotto la federa, sembrano richiamare ancora di più la mia attenzione, grazie al contrasto con le candide lenzuola del mio letto. Il suo corpo, la sua pelle e il suo profumo sono un richiamo troppo forte a cui resistere e alla fine cedo, come i marinai ai canti delle sirene, azzerando la distanza che divide i nostri corpi. Appena sono abbastanza vicina da poter sentire il suo fiato soffiarmi sul viso, un suo braccio mi circonda il fianco e mi attira ancora più vicina a lui, come se sapesse già di trovarmi lì, pronta per essere accolta tra le sue braccia.

"Buongiorno" Mormoro infilando le dita tra i suoi capelli. "Non avrei voluto svegliarti, ma tra poco devo raggiungere Louis al locale."

"Buongiorno." Mugugna nascondendo il viso tra l'incavo del mio collo e il mio cuscino, mentre il suo palmo percorre con lentezza la mia schiena. "Sei perdonata, ma solo perché sei ancora nuda." Stampa un bacio sulla mia clavicola per poi sollevare il viso e potermi mostrare i suoi meravigliosi occhi.

"Se è per questo sei nudo anche tu." Non che sia una cosa eccezionale, visto che siamo sempre in queste condizioni quando ci svegliamo, in realtà ci premuriamo di coprirci con il minimo indispensabile solo quando sappiamo che Claire sarà in casa il mattino seguente. 

"E allora perché stiamo ancora parlando?" Non fiato più, porto una mano sulla sua nuca e lo bacio, la sua mano scorre lungo la mia coscia, fermandosi nella piega del mio ginocchio e facendo leva, così che possa avvolgere il suo fianco.

"Stamattina questo è tutto quello che avrai." Affermo prima di allontanarmi e sedermi sul bordo del bordo del letto per poter recuperare qualcosa da mettermi addosso, il tutto sotto la sua espressione contrariata.

"Seriamente!? Hai un uomo nudo e pronto per te nel tuo letto e tu lo abbandoni così!?" Scrollo le spalle fingendo indifferenza, mentre infilo la sua camicia chiudendo un paio di bottoni, perché per quanto anche io preferirei rotolarmi tra le lenzuola insieme a lui, il dovere mi attende e sopratutto Louis sarebbe capace di piombare qui a casa se non dovessi presentarmi in orario.

"Si e ora vado a farmi una doccia."

"Vengo anche io."

"Non provarci nemmeno." Affermo puntandogli un dito contro con finta aria minacciosa. "Sappiamo benissimo entrambi come vanno a finire le nostre docce condivise."

"Ti prometto che farò il bravo." Afferra il mio polso, poggiando le labbra in un bacio leggero sul polpastrello del mio dito puntato ancora su di lui, rivolgendomi uno sguardo supplicante, mentre la sua bocca continua poi a scorrere lenta sul mio palmo, tirandomi delicatamente  verso di lui. Non so nemmeno come, ma troppo presa dalle attenzioni delle sue labbra, mi ritrovo con la schiena premuta sul materasso, intrappolata dal suo corpo. 

"Harry." Lo richiamo, ma mi ignora bellamente infilando il viso tra la mia spalla e il mio collo per poter lasciare una scia baci. "Hai appena finito di promettere che avresti fatto il bravo." La mia voce si smorza in respiro brusco, quando sento la sua lingua tracciare la linea della mia gola.

KintsugiWhere stories live. Discover now