5. Bentornata

137 15 19
                                    




Dopo aver lasciato Louis e Harry ognuno a casa sua, Claire si è sposta sul sedile del passeggero e nel momento in cui abbassa la musica so che sta per chiedermi qualcosa di importante e vuole la mia completa attenzione.

"Liz" mi chiama e dal suo tono cauto capisco che quello che sta per dirmi non mi piacerà affatto.

"Dimmi" le rispondo, continuando a mantenere l'attenzione sulla strada.

"Come mai sei con la Range? Pensavo non la usassi mai" Prendo un profondo respiro e volto lo sguardo verso di lei solo per un secondo, per poi riportalo davanti a me.

"La uso solo quando non posso proprio usare la 500, poi per il resto del tempo resta in garage." le spiego asciutta, perché questo argomento non mi piace affatto. Sarà ancora ben impresso nella sua memoria il giorno in cui l'ho ricevuta, soprattutto si ricorderà molto bene quanto fossi incazzata. E quel giorno purtroppo è ben impresso anche nella mia di memoria,anche se per il motivo sbagliato. Era il giorno della mia laurea, tutti i miei più cari amici e la mia famiglia erano lì per festeggiare insieme a me il mio più grande successo e la mia più grande gioia, perché finalmente avevo terminato i miei studi in architettura, ma ovviamente c'erano tutti tranne una persona: mio padre. Ricordo ancora quanta delusione avevo provato quando salita sul palco per ritirare il mio attestato avevo visto il suo posto vuoto, ma poi l'avevo subito giustificato con un ritardo a causa del lavoro, pensando che sarebbe arrivato più tardi, ma che sarebbe arrivato. Invece la mia delusione era cresciuta ancora di più quando con uno stupido sms mi aveva avvisato che non ci sarebbe stato, senza nemmeno un mi dispiace o una frase per congratularsi, come se fossi stata solo uno dei suoi dipendenti e non sua figlia. Avevo mandato giù l'ennesimo rospo ed ero andata a festeggiare con tutti i presenti, perché non volevo rovinarmi uno dei giorni più importanti della mia vita solo a causa sua. Arrivata a casa quella sera avevo visto sul vialetto la macchina in questione, ma non ci avevo dato molta importanza, credendo che fosse solo uno dei suoi nuovi acquisti. Quando poi il mattino dopo ero scesa a colazione, avevo fatto intendere chiaramente a mio padre quanto fossi arrabbiata e delusa per la sua mancanza durante una giornata così significativa per me, solo per sentirmi dire che avevo fatto semplicemente il mio dovere e che l'auto nuova parcheggiata fuori era un regalo di laurea che poteva benissimo sopperire alla sua mancanza. A quel punto non ci avevo visto più e gli avevo urlato addosso tutto il risentimento che avevo covato in tutti gli anni a causa delle sue assenze e mancanze. Dopo il mio sfogo, si era alzato ed era uscito di casa per andare a lavorare come se non fosse accaduto nulla e dal quel giorno il nostro rapporto si è sgretolato praticamente del tutto.

"Pensavo che non l'avrei mai vista per strada!" dice Claire con tono divertito cercando di alleggerire l'atmosfera.

"Se mamma non avesse insistito tanto perché la tenessi, a quest'ora nemmeno sarebbe qui."

"Lo so e mi spiace così tanto per quel giorno Liz, ma papà non è cattivo, solo non è capace di mettere altro davanti al lavoro." mormora allungando una mano per stringere la mia appoggiata sopra la leva del cambio.

"Noi non siamo altro Claire! Noi siamo sue figlie, cazzo! Niente e nessuno dovrebbe contare più della famiglia o delle persone care. E credimi mi dispiace davvero dire certe cose, ma lui non sarà mai capace di pensare a qualcun altro se non a se stesso, è uno stronzo egoista e rimarrà tale! È comunque mio padre e gli sono grata che in tutti questi anni non ci abbia mai fatto mancare nulla, perché siamo state fortunate da una parte, ma non è con i regali e con i soldi che si da amore ad un figlio. A me quel giorno bastava solo che lui fosse lì e che fosse orgoglioso del traguardo che avevo appena ottenuto." Sputo arrabbiata, levando la mano dalla presa di mia sorella e stringendole entrambe al volante.

"Liz." mormora al mio fianco e al sentire il suo tono tremante mi sento veramente una stronza, perché non è con lei che dovrei sfogare la mia rabbia. Prendo un profondo respiro e allungo una mano a sfiorare il suo braccio.

KintsugiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora