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Jennifer's pov

Credevo di non tornarci più in questo e invece eccomi qui di nuovo, tre queste pareti grigie a tenere il conto dei giorni. Ogni volta che si aprivano quelle sbarre ho sperato che fosse lui, il mio Alpha, l'amore della mia vita, il mio compagno; ma ormai sono già due mesi che aspetto invano quel giorno. Ancora non riesco a capire cosa sia andato storto quel giorno, il piano era elaborato nei minimi dettagli, è per questo che in tutto questo tempo ho iniziato a pensare e sono arrivata alla conclusione che tra di noi doveva esserci una talpa.
Stando qui sono venuta a conoscenza di molte cose: il piano dei cacciatori è in realtà molto più elaborato di quanto credessimo, e si sta svolgendo esattamente come volevano. Hazel si sbagliava, riportandomi qui il loro unico scopo era ricominciare a fare gli esperimenti su di me per trasformare il mostro che in me in una macchina da guerra inarrestabile.
Hanno incominciato ad iniettarmi una stana sostanza rossa scarlatta, che in quattro e quattr'otto mi surriscalda. Mi legano ad una specie di sedia regolabile con delle cinghie di cuoio sui polsi, sul busto e sulle caviglie; in bocca mi mettono un pezzo di cuoio avanzato e quando sento il dolore invadermi lo stringo così forte che a colte ho l'impressione di averlo bucato con i denti. Cerco di resistere di non tramutarmi in quel mucchio di fiamme indomabili, ma di giorno in giorno diventa sempre più difficile resistere. Il legame con il mio compagno si è affievolito ed io non riesco più a comunicare con lui, non riesco più a percepire le sue emozioni, i suoi pensieri, la sua dolcezza, non riesco più a sentire lui.

Ora sono nella mia cella a contare da quanti giorni sono ormai prigioniera di queste persone, mi sento impazzire in queste quattro mura. Sento il fischiettio di un uomo e il tintinnio delle chiavi che probabilmente porta in vita, si avvicina alle mie sbarre e smette la sua musichetta.
<<Ciao calorifero umano, ti ho portato il pranzo.>> lascia il vassoio strisciare il vassoio sotto di esse, che mi arriva fino alle ginocchia appoggiate a terra.
<< Sta attenta a non bruciarti!>> dice ridendo di gusto mentre si allontana. abbasso gli occhi sul vassoio e tutto il cibo al suo interno è congelato. E' una cosa che facevano spesso anche quando ero bambina, darmi il cibo congelato cosi fa farmi bruciare le mani e la lingua per il freddo, e spesso al posto dell'acqua mi portavano i pezzi di ghiaccio. Purtroppo per loro, le mie abilità in questo periodo si sono affinate e riesco a padroneggiarlo meglio se mi concentro, infatti, in breve tempo riesco a riscaldare le pietanze sul vassoio, sciogliendo il ghiaccio e rendendole più calde. Inizio a mangiare con voracità quelle poche cose che mi hanno concesso, lanciando poi dalla parte opposta il rettangolo di plastica. Improvvisamente una strana luce divampa in tutta la struttura, una luce bianca che ingloba tutto ciò che incontra lungo il suo cammino, raccogliendo anche me al suo interno.
Mi sento disorientata, ma è come se fossi entrata in un mondo ovattato; il rumore assordante degli allarmi scattati svanisce, la cella scompare e tutto intorno a me diventa bianco. Non c'è nessuno oltre me qui, eppure è come se sentissi la presenza di qualcun altro; ed avevo ragione, ad un certo punto vedo una figura anch'essa bianca camminare verso di me: è una donna dai lunghi capelli bianchi e gli occhi viola, molto simile a quella della strana bottega in cui andai con Becky.
<<Ciao Jennifer...>> la sua voce dolce mi sembra familiare, come se in passato l'avessi sentita molto frequentemente. Penso e ripenso a dove posso averla già incontrata se non a quella bottega, ma nulla il vuoto totale mi sento impotente proprio come quando non avevo più alcun ricordo della mia infanzia.
<<Ancora non riesci a ricordarti di me, vero?>> chiede avvicinandosi a me e spostandomi un riccio ribelle dietro l'orecchio. Sgrano gli occhi, il respiro diventa sempre più pesante, quasi come se mi mancasse, mi allontano di scatto da lei guardandola sconvolta.
<<Mamma?!>> suona quasi come una domanda retorica, ma in realtà non posso crederci di averla proprio qui davanti ai miei occhi dopo così tanto tempo. <<Mamma sei davvero tu?>>
<<Oh bambina mia, credevo di non rivederti mai più! Mi sei mancata così tanto mia piccola fiamella.>> mi attira subito tra le sue braccia stringendomi cosi forte da farmi sentire dolore fin dentro le ossa. Gli esperimenti di questi ultimi giorni hanno indebolito molto il mio fisico, sono dimagrita e ho un'aspetto trasandato, tanto che probabilmente stenterei a riconoscermi.
<<Purtroppo non ho molto tempo, ci dispiace di avervi lasciato così ma era necessario. Non avete idea di quanto ci siate mancati, ma abbiamo vegliato ogni giorno su di voi; mi dispiace talmente tanto che tu abbia dovuto soffrire tanto bambina mia, molte volte sarei voluta intervenire ma non mi era concesso. Un giorno però saremo di nuovo insieme posso assicurartelo, ora però ascoltami bene: non fidarti di nessuno Jennifer, fidati solo di te stessa e del tuo compagno, dovete far affidamento l'uno sull'altro; non tutti i vostri amici possono essere definiti tali. Presto verrà a prenderti, tieniti pronta alla guerra Jennifer... tieniti pronta!>> svanisce lentamente dalla mia vista, così come la sua voce che si affievolisce sempre più.

Ritorno in quella cella buia e grigia, anche se effettivamente non mi sono mai mossa da lì. Gli allarmi sono spenti, ma noto un grande via vai di cacciatori che urlano determinati ma al tempo stesso, dalle loro facce trasparisce il terrore che provano.
"Jennifer lo sento! Sento che è qui, che è venuto a salvarci."
"Angel è impossibile, è passato troppo tempo di sicuro si sarà dimenticato di noi..."
"E invece ti dico di no, sono qui e sono venuti per noi!"
"Loro chi?"
"Alex e Shadow."
Se Shadow è tornato, se lui è qui, significa che Alex ha perso il controllo e ciò non doveva accadere perché se cede troppo alla sua tentazione il mio compagno potrebbe non tornare mai più da me, lasciando alla luce del sole, solo quel pazzo di suo fratello gemello.
Se ciò che la mia lupa dice è vero, il motivo di tale agitazione sarà sicuramente dovuta alla sua presenza, sarà successo qualcosa di grave. Il lupo di Alex esce solamente quando il suo animo è talmente arrabbiato da non riuscire più a contenere i suoi sentimenti, ma a quel punto non si può fare più nulla per fermarlo, l'unico modo è portare a termine il suo obiettivo.
I miei compagni di prigionia, incominciano ad agitarsi anche loro, domandandosi cosa sia successo da scatenare una tale confusione. Mi avvicino alle sbarre cercando di spingere lo sguardo al di là delle barriere per vedere se arriva qualcuno; cala il silenzio, improvvisamente tutti tacciono, non si sente più una mosca volare. Carcerari e carcerati in silenzio, una quiete troppo strana per un posto come questo, in cui le urla sono all'ordine del giorno. Poi un boato, seguito da urla agghiacciati, che a causa del rimbombo del suono sulle pareti, sembrano provenire da ogni direzione. Tutti i cacciatori ritornano all'interno della struttura, correndo, spingendosi, alcuni cadono a terra e si coprono con le braccia per non essere schiacciati, altri caduti a terra strisciano per continuare a scappare e non rimanere fermi in quel punto.
Giro lo sguardo verso la direzione da cui ritornano i cacciatori e vedo un onda anomala proseguire fino a qui, raccogliendo tutti coloro che incontra lungo la strada. Improvvisamente questa si divide mentre continua la sua avanzata lasciano passare un enorme lupo scuro dagli occhi così rossi che sembra quasi che il sangue fuoriesca. Si lecca i baffi grondanti di sangue con la lingua lunga; le zampe, la coda e tutto il pelo sono così sporchi di sangue che cade a grosse gocce per terra. Dietro di lui avanzano visi a me familiari: Becky, Hazel, Jason, Jenna e molte guardie del branco, infine c'è Michael, mio fratello, che a quanto pare è l'artefice dell'onda gigante.
Arretro fino alla parete più vicina, accasciandomi a terra più spaventata che mai. Quello che ho appena visto non può essere il mio compagno, il mio dolce e gentile Alpha; quello lì è solamente un mostro assetato di sangue e morte. Tremo per la paura, per paura che tutta la dolcezza di Alex ormai sia svanita nel nulla, che tutti quei momenti che abbiamo passato insieme ormai siano solo un lontano ricordo; tremo per paura di dover passare il resto della mia vita, al fianco di un essere così spregevole, di un essere che ha avuto il coraggio di togliere la vita a così tante persone. Persone che se pur cattive, non meritavano una fine così brutale, non tutti i cacciatori sono uguali, non tutti qui dentro torturano e lasciano morire i prigionieri, alcuni di loro sono buoni e l'unico loro rimorso è essersi uniti ad un'associazione del genere.
"Te lo avevo detto che sarebbero arrivati" dice la mia lupa contenta di riavere il suo compagno, eppure io non riesco ad essere felice quanto lei, anzi la trovo quasi pazza quanto lui a questo punto.
"Spiegami Angel, come fai ad essere così felice, dopo averlo visto in quello stato?!" le urlo mentalmente.
"E' semplice stupida, perché ciò che ha fatto lo ha fatto per noi, ed è stato così romantico..."
Chiudo immediatamente la conversazione, rendendomi conto che anche lei è uscita fuori di testa stando qui dentro, tanto da farmi accapponare la pelle per le sue parole espresse con tanta gioia.
Sono immersa nella mia preoccupazione e tra i miei brividi di terrore quando sento un forte ululato seguito dal rumore forte di una cancellata sbattuta contro il muro, che mi fa sobbalzare e sgranare gli occhi.



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Angolo autrice
Ecco finalmente il nuovo capitolo, spero vi piaccia.

My mysterious mateWhere stories live. Discover now