•21•

5.2K 196 8
                                    

Jennifer's pov

E' passata una settimana ormai da quando Hazel è scappata da quell'orribile posto e fino ad ora nessun segno di cacciatori, sembra quasi che non si siano accorti di nulla e pure è strano. Quando sono scappata io non è passato molto tempo prima che si mobilitassero per cercarmi, in lungo e in largo ed in poco tempo ci sono riusciti. Fin dal primo giorno in cui mi rinchiusero nel posto che sarebbe stata "casa mia" per nove lunghi anni, i miei rapitori mi ripetevano spesso quanto fossi speciale ed importante per loro; ma queste parole non erano rivolte solo a me. Accanto alla mia cella, c'era quella di una piccola bambina dai capelli rossi, Hazel: la definivano il loro rubino prezioso. L'avevano catturata circa un'anno prima ed effettivamente era davvero così preziosa come dicevano; la bambina era infatti la figlia di una delle più potenti streghe al mondo, purtroppo sua madre e la sua congrega fu mandata rogo da alcuni fanatici, fortunatamente lei era piccola e riuscì a nascondersi evitando di morire prima del tempo.
Durante questa settimana Hazel ci ha raccontato tutto quello che ha sentito riguardo l'imminente guerra che vogliono dichiararci i Vardass, in un mese hanno elaborato un piano perfetto sotto ogni punto di vista, non hanno lasciato nulla al caso.
In questo tempo lei e Michael hanno imparato a conoscersi anche se lei è ancora restia sul voler essere legata a qualcuno per la vita, e tutto a causa di una "stupida legge suprema dei lupi". Nel frattempo mio fratello fa di tutto per starle vicino e conoscerla il più possibile, è diventato molto protettivo nei suoi confronti tanto che ringhia a qualunque ragazzo le si avvicini o a chiunque le rivolga uno sguardo ostile.
Jenna non appena l'ha vista l'ha subito riconosciuta, lei e sua madre erano amiche da bambine ma appartenendo a due congreghe diverse era inevitabile che i rapporti si allentassero, ma nonostante ciò hanno comunque cercato di mantenere i contatti. La strega infatti in più di un'occasione le ha fatto visita, diventando poi la seconda insegnante della piccola Hazel, almeno così è stato fino al giorno del genocidio.
Nonostante sia stata una settimana alquanto tranquilla, la quiete è stata spezzata ormai da un paio di ore. Una delle guardie del confine è arrivata con una lettera chiusa con lo stemma del branco Blodmåne combinato con quello dei Vardass, ora siamo infatti tutti radunati nell'ufficio di Alex per capire al meglio come muoverci in questa situazione.
<<Non ci posso credere che l'abbia fatto davvero!>> esclama Jason fuori di sé.
<<Jason...>> il tono dolce di Becky prova a confortare il suo fidanzato, ma lui non sente più nulla se non la rabbia scorrergli nelle vene.
<<No Becky! E' sempre stato un uomo senza palle, e adesso solo perché ha voglia di fare il padre con il suo figlio bastardo, si allea con i nostri peggiori nemici per attaccare l'unica persona che mi ha dato una nuova opportunità di vita. Avrebbe preferito vedermi morto! Scommetto che non ci dorme la notte al solo pensiero che sono ancora vivo.>> scoppia a ridere con rabbia. Ci scambiamo tutti noi uno sguardo di intesa; il biondo dalla ricomparsa del padre è sempre più agitato e bisogna tenerlo in ogni possibile occupato, cosicché lui non pensi a suo padre e a tutto il male che gli ha arrecato.
<<Io non credo che sia stato lui a volersi alleare con loro. Dai miei ricordi Kenneth è sempre stato un uomo pacifico, non ha mai voluto immischiarsi in nessuna faida, quindi credo che dietro tutto questo ci siano solamente i Vardass. Purtroppo devo concordare con Jason, se davvero ci avesse tenuto a lui come dice si sarebbe fatto vivo prima e non dopo tutti questi anni. Se davvero vogliono dichiararci guerra così come hanno scritto faremmo bene a prepararci in ogni modo possibile, non ho nessuna intenzione di perdere nessun altro membro del mio branco.>>  dice l'Alpha dai capelli neri tenendo stretta nella mano destra la lettera. La stringe nel pungo con rabbia, riesco a percepire ogni sua emozione e il solo pensiero di una battaglia lo getta in un fosso senza fondo.
<<E allora perché mai allearsi con quella mandria di idioti? Non sposano neanche la loro causa, non conoscono nemmeno Jennifer, perché mandare a morte i suoi soldati?>> chiede mio fratello, le sue domande sono più che lecite; nessuno sano di mente manderebbe in guerra il suo popolo per una causa di cui non sa nulla.
<<Io forse so il perché...>> dice Hazel sottovoce mentre si alza dal divano. <<Qualche settimana fa mentre ero nel posto che noi chiamavamo mensa, portarono un ragazzo nella zona speciale della sede, di solito lì ci portavano solo le persone che loro ritenevano davvero indispensabili, persone come me o Jennifer. Senza farmi scoprire sono andata a curiosare e a vedere chi fosse il inuovo arrivato, sembrava un damerino, un ragazzo ricco che di solito non vine mai lasciato da solo perché è continuamente circondato da guardie. Aveva i capelli castani e gli occhi chiari, lo hanno legato ad una sedia e gli hanno strappato tutti i vestiti di dosso, poi gli hanno gettato dell'acqua gelata sul corpo e da lì quasi ogni sera si sentivano le sue urla di dolore. Inizialmente non sapevo chi fosse, ma poi sentii alcuni di loro vantarsi di come erano riusciti a catturare il figlio prediletto del grande e pacifico Kenneth Blodmåne, solo allora ho capito che fosse Thomas, il tanto atteso successore dell'Alpha.>>
<<Ma non mi dire, il fratellone è stato così stupido da farsi rapire.>> Jason scoppia nuovamente a ridere e stavolta con ancora più gusto di prima. <<Sapevo che fosse debole ma non credevo fosse così stolto da non opporre resistenza neanche se lo rapiscono...>> fa un sospiro frustrato scuotendo la testa con dissenso. <<Io ho un'idea, uccidiamo il paparino e conquistiamo il suo branco, nemici in meno e vittoria assicurata. >> si alza in piedi ed esce velocemente dalla stanza sbattendo la porta. Dopo questo gesto Alex dichiara la riunione chiusa concordandosi poi con i restanti di rivedersi l'indomani mattina a mente fresca.

<<Sei stata silenziosa oggi, va tutto bene? Sembrava avessi la testa altrove...>> chiede lui mentre entriamo nella nostra stanza. Effettivamente oggi la mia testa era altrove, non so come mai ma è da questa mattina che mi sento diversa; ogni volta che posavo lo sguardo su di lui infatti mi sentivo avvampare, sentivo uno strano calore invadermi tutto il corpo, avrei voluto saltargli addosso e baciarlo con foga. Questi pensieri poco casti hanno continuato ad affollarmi la testa per tutta la durata della riunione e sono convinta che lui lo sappia, difatti di tanto in tanto vedevo che poggiava lo sguardo su di me.
<<Smettila di pensare certe cose piccola, o potresti pentirtene.>> dice avvicinandosi a me che sono seduta ai piedi del letto, si abbassa alla mia altezza e avvicina il viso al mio, manca poco perché le nostre labbra si sfiorino ma ciò non accade poiché si allontana di scatto da me sorridendo consapevole dell'effetto che ha su di me. Decido così di prendermi ciò che voglio, lo afferro per la maglia nera e lo tiro verso di me; in men che non si dica le mie labbra sono sulle sue, lo bacio con passione, approfondendolo sempre di più.
<<Jen... Jennifer...>> dice lui tra un bacio e l'altro. Il mio nome esce come un sospiro, quasi come a prendere fiato. Mi distacco di poco ma subito mi afferra per il collo e mi attira a lui, gli sfilo velocemente la maglia che finisce sul pavimento così come la mia. In pochi minuti siamo privi di qualunque cosa che intralci l'incontro dei nostri corpi; le sue labbra percorrono ogni centimetro di me.
<<Non credo di riuscirmi a contenere questa volta, sei pronta?>> chiede con il respiro ansimante.
<<Per te? Sempre>> a queste parole resta interdetto, ma in pochi secondi ritorna a baciarmi e finalmente mi rende di nuovo sua, ma questa volta tutto sembra amplificato, ogni spinta è più profonda e più passionale della precedente. Il suo lato "animalesco" prende il sopravvento il che rende tutto più intenso e travolgente.

Dopo un tempo interminabilmente bello, il letto è completamente distrutto, le coperte ormai sono completamente per terra, così come tutti i cuscini che prima decoravano il letto. L'unica cosa che è rimasta ancora qui sopra, sono le lenzuola nere che coprono i nostri corpi.  Siamo stremati ma con il sorriso sul volto, sono accoccolata a lui, che mi accarezza e mi lascia dei teneri baci sulla testa. Negli ultimi tempi è sempre molto sereno e Shadow non si fa quasi più vivo da un po',  è questa cosa non può che rendermi felice.
<<Sei magnifica piccola, tu non hai idea di quanto tempo ti abbia aspettato ed ora che sei qui con me... sono l'uomo più felice di questo mondo.>> mi volto per guardarlo negli occhi che mi guardano con amore. Ancora non ce lo siamo mai detti, ma è così io lo amo, lo amo più della mia stessa vita e farei di tutto per lui, per renderlo felice.




~~~~~~~

My mysterious mateWhere stories live. Discover now