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Jennifer's pov
Sono passati due giorni dall'attacco al branco RedMoon e Alex è ancora costretto a letto data la sua continua stanchezza, tant'è vero che dorme solo, si sveglia solamente per mangiare o andare in bagno.

Mi dirigo in cucina per prendere qualcosa da mangiare. In questi due giorni sono riuscita, fortunatamente, ad ambientarmi; ora so esattamente dove si trovino la cucina, la sala grande (nella quale si riunisce tutto il branco per mangiare e per le occasioni speciali), l' ufficio di Alex e la porta principale che affaccia al villaggio del branco.
Ania la capocuoca mi accoglie con il suo sorriso smagliante come ogni mattina e insieme a lei mi avvicino al tavolo centrale della cucina.
<<Buongiorno mia Luna, cosa desidera stamattina?>> mi chiede frugando nella dispensa.
<<Ania, quante volte ti ho detto di chiamarmi Jennifer o come vuoi tu eccetto Luna? E soprattutto quante volte ti ho detto di darmi del tu... Sono come tutti gli altri non ho nulla di speciale, inoltre non sono ancora "Luna" a tutti gli effetti...>> le dico accennando ad un lieve sorriso.
<<Oh cara, non devi assolutamente preoccuparti di questo. Quando il nostro Alpha si risveglierà sarà sicuramente la prima cosa che farà, renderti sua a tutti gli effetti. Fidati di me che lo conosco bene!>> esclama entusiasta facendomi un occhiolino.
<<Non so neanche se sono adatta a ricoprire questo ruolo Ania, di sicuro sia lui che il branco si aspetteranno grandi cose da me, ma io non ho idea di come si debba comportare la compagna di un capo branco. Per di più non è detto che voglia restare con me, alla fine non ci conosciamo nemmeno; abbiamo parlato si e no per cinque minuti... non riuscirò mai ad essere una buona guida per questo branco Ania, mi dispiace...>> sospiro con rammarico alla fine. Purtroppo del mio passato ho solo vaghi ricordi, la mia infanzia e la mia vita mi sono state strappate troppo presto; ho qualche ricordo vago di mia madre, la ricordo bella, dolce e con un sorriso contagioso, che riusciva a farti sorridere anche se quel giorno tutto era andato per il verso sbagliato, mentre mio padre... mio padre ricordo fosse il mio eroe. Ricordo la sua voce calda, i suoi occhi chiari e i capelli brizzolati, ricordo che tutte le sere mi raccontava una storia, invece quando non riuscivo a dormire per paura che qualche mostro uscisse dal buio, rimaneva con me e mi diceva che lui avrebbe sconfitto tutti i mostri del mondo, perché io ero la sua principessa e nessuno mi avrebbe mai fatto del male finché ci fosse stato lui. Ed io ci ho creduto, o meglio ci ho sperato fino alla fine...
I miei ricordi sfumano quando sento la mano di Ania appoggiarsi sulla mia guancia con delicatezza, rivolgo il viso nella sua direzione e la vedo guardarmi con un sorriso dolce e gli occhi che esprimono un profondo senso di affetto. <<Bambina mia, tu sarai perfetta. Non dubitare mai di te stessa, perché io so che sei molto più di quello che mostri. Tu sei speciale Jennifer, molto, ma credo che tu questo lo sappia già...>> si allontana e mi porge un piatto di biscotti e un bicchiere di latte caldo. Le sue ultime parole mi hanno lasciato perplessa, come se lei sapesse qualcosa di me ma ciò è impossibile, qui nessuno sa di me e del mio passato. Lei non può esserne a conoscenza!
Sto per chiederle di più ma mi accorgo di essere sola, così sempre più confusa mangio la mia colazione e poi torno in camera da Alex, che però non è più lì.

Mi spiegate per cortesia come fa un mezzo lupo zombie a sparire così, nel nulla?
Come una furia apro tutte le porte presenti su questo piano per poi scendere al piano di sotto sperando che sia qui. Quando l'ho lasciato stava dormendo e non aveva intenzione di svegliarsi, ora invece a quanto pare è così arzillo da andare in giro per tutta la casa come se nulla fosse.
Dopo essere uscita dalla cucina continuo a camminare, ritrovandomi in un'ala della dimora che non avevo ma visto prima d'ora. Alla fine del corridoio scorgo una porta, la apro e vedo delle scale che portano di sotto. Man mano che scendo sento delle voci che si fanno via via più limpide, tuttavia non riesco ancora a capire cosa stiamo dicendo.
Scendo tutte le scale e mi avvicino di più per sentire meglio, tanto da riuscire a riconoscere anche le persone dalla loro voce; sono quattro persone ma ne riconosco solo tre: Alex, Michael e Jason, il quarto purtroppo non ho idea di chi sia...
<<Prima che la cosa prenda una piega irreversibile, che ne dici di dirci chi è che ti ha mandato?>> chiede Jason con fare calmo.
<<Non ve lo dirò mai... cani!>> dice il quarto uomo sprezzante.
<<Avete sentito come ci ha chiamati?>> chiede ridendo in modo sarcastico Michael<< Se fossimo dei cani saremmo di certo più docili amico... te lo richiedo gentilmente prima che il mio amico qui ti squarci la gola, per chi lavori?!>>
Mi sporgo leggermente per vedere con chi stanno parlando, vedo un uomo legato ad una catena che pende dal soffitto e loro tre intorno. Alex sta fumando di rabbia, riesco a capirlo dal suo respiro irregolare, ma non emette un fiato.
<<Andiamo amico, fa questo piacere a te stesso. Parla o incomincerà a torturarti e credimi è anche peggio delle torture normali.>> dice Jason.
Il cacciatore non sembra voler cedere e rimane in silenzio. Jason e Michael sospirano e scuotono la testa con disapprovazione, come se sapessero che il peggio sta per arrivare e forse è così. Alex sembra essere fuori di se, sembra addirittura non essere più lui.
<<Pessima decisione cacciatore...>> dice Michael per poi allontanarsi e far spazio all'Alpha, che in mano tiene una sorta di coltello.
<<Toglietegli la maglietta!>> ordina lui con un timbro di voce duro, direi quasi oscuro che non è il suo.
I due beta eseguono il suo ordine, il petto del giovane è in bella vista e su di esso è tatuato un simbolo che conosco molto bene.
<<La tua fedeltà ti tradisce cacciatore...>> dice Alex mentre incide il simbolo con il coltellino provocando così grida strazianti da parte del prigioniero. Continua con la sua opera con diversi arnesi ed io stento a riconoscerlo. In questi ultimi giorni è stato così dolce con me, ma devo dar ragione a tutte le voci che ho sentito su di lui. Dal suo volto non traspare il ben che minimo dispiacere per le sue azioni, sembra quasi divertirsi a torturarlo, a sentire le sue grida e a vedere il suo sangue sgorgare dalle ferite.
<<Spiegami, come mai voi Vardass, una comunità di cacciatori cosi antica e soprattutto così astuta, che io ricordi, ha deciso di compiere una mossa così stupida?>> chiede ancora, posando l'ultimo arnese per la tortura.
Il cacciatore si ostina a non cedere e nonostante il dolore rimane fedele alla sua gente, la trovo una caratteristica degna di nota ma in questo momento è una mossa alquanto stupida.
<<Non mi lasci altra scelta ragazzo...>> sospira Alex prima di fare dei tagli profondissimi nello stomaco del ragazzo con gli artigli. Il cacciatore boccheggia e sembra quasi voler confessare ma le parole non gli escono. Il lupo ringhia seccato e infila gli artigli nuovamente nel suo stomaco.
<<Parla!!>> tuona lui, i suoi occhi non sono più di un rosso normale, ma sono di un rosso talmente scuro che sembra essere sangue.
<<Siamo venuti qui per lei... siamo venuti qui per la lupa di fiamme!>> dice il povero torturato con un filo di voce.
Succede tutto molto velocemente il resto, Alex perde il controllo e riduce il corpo del cacciatore a brandelli, io soffoco un grido ma con scarsi risultati e scappo da lì. Ma anche ciò non va a buon fine poiché mi ritrovo Alex davanti che mi sbarra il passaggio.
<<Ciao bellezza.>>

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Angolo autrice
Ehi yo! Spero che la storia vi piaccia, le cose man mano si faranno sempre più complesse ma soprattutto la storia tra Alex e Jennifer inizierà a consolidarsi.
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti e votate.❤️

My mysterious mateWhere stories live. Discover now