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<<Hai finito di farmi la radiografia, dolcezza?>>la sua voce calda e maschile mi riscuote dai miei pensieri, quando realizzo ciò che stavo facendo arrossisco. Non avevo mai visto un uomo così bello prima d'ora e il fatto che probabilmente sia il mio compagno mi destabilizza. Uno come lui merita di meglio, non una ragazza come me, che è solo uno scherzo della natura.
<<Senti bellezza non ho tempo da perdere! Ce l'hai la lingua o no?>> sbuffa alla fine, come se fosse arrivato al limite del fastidio.
Indugio a parlare all'inizio, ma poi riesco ad emettere qualche suono nonostante la gola secca: <<Si, ce l'ho la lingua.>> come immaginavo la frase esce quasi come un sussurro, non perché abbia paura di quest'uomo ma perché dopotutto sono ancora stanca.
<<Oh bene, ti sei decisa a parlare finalmente>> devo dire che questo suo sarcasmo incomincia a darmi su i nervi. <<Chi sei?>> chiede avvicinandosi al letto. <<Tranquilla non voglio farti niente, voglio solo sapere il nome della ragazza che mi ha rubato il letto questi ultimi giorni.>> sul suo viso compare un leggero sorriso.
<<M...Mi dispiace, non era mia intenzione rubarti il letto, io non so neanche cosa ci faccio più. Sono Jennifer, comunque>> non riesco ancora a distogliere lo sguardo da lui, continuo a studiare e a cercare di capire se anche lui sa che siamo compagni. Se lo sa di sicuro mi rifiuterà, perché non vorrà averci nulla a che fare con me.
Si siede accanto a me guardandomi attentamente e facendomi imbarazzare smisuratamente. Si avvicina sempre di più e prova a toccarmi il volto ma mi allontano di scatto. Mi guarda accigliato, non capendo il motivo del mio allontanamento.
<<Tu chi sei?>> chiedo, sta per rispondere quando però si apre la porta mostrando una giovane ragazza.
Lui la guarda, poi si alza e va da lei, sussurrandole qualcosa all'orecchio, la giovane ricambia lo sguardo ed annuisce. Viene verso di me mentre lui esce dalla stanza, non prima però di avermi lasciato un'ultima occhiata.
<<Ciao, io sono Becky, come ti senti?>> la sua voce dolce mi porta a volgere lo sguardo verso di lei. È davvero bellissima; il suo visino piccolo e delicato ospita due occhioni vispi azzurri e delle labbra carnose e rosee. Il tutto è incorniciato da quei capelli lunghissimi castani.
<<Meglio, grazie. Io sono Jennifer, piacere.>> le dono uno dei sorrisi più sinceri che possa fare, nessuno, infatti, si era mai interessato a come stessi. Si dirige verso l'armadio e prende qualche vestito da lì dentro, poi si dirige verso il bagno e accende l'acqua. Ritorna da me e si siede sul letto accanto alle mie gambe.
<<Andiamo a lavarci?>> chiede sorridendomi, annuisco e mi dirigo verso il bagno, che è enorme.  Becky mi fa segno di entrare nella vasca e così faccio, dopo essermi spogliata. Lei inizia a lavarmi i capelli mentre io insapono il mio corpo pieno di lividi e graffi.
<<Quanti anni hai Jennifer?>> mi chiede lei improvvisamente.
<<Ho diciotto anni... e tu?>> chiedo ingenuamente, non sono brava a fare conversazione e quindi di solito mi limito a rispondere semplicemente alle domande che mi vengono poste, ma questa ragazza mi incuriosisce e stranamente mi infonde calma e sicurezza. È vero non la conosco, ma non mi sembra essere come le altre ragazze che ho conosciuto fino ad ora.
<< Anche io.>> ammette sorridendo. <<Allora che cosa ne pensi di mio fratello?>> chiede ridendo.
La guardo con gli occhi sbarrati. Ci avevo pensato al fatto che potessero essere fratelli, ma ora che ne ho la conferma sono scioccata. Allora la bellezza è una cosa di famiglia...
<<Ehm... quello lì era tuo fratello?>> chiedo facendo fatica a parlare.
<<Si lo so, io sono molto più bella di lui. Quando sono entrata ho visto che era di nuovo qui e volevo sapere se fosse tutto okay...>>
<<Si, è tutto okay. Mi ha solo chiesto chi fossi, niente di più. Ma perché hai detto di nuovo?>>
<<Perché negli ultimi due giorni è rimasto qui dentro con te e di solito è sempre nel suo ufficio a lavorare. Mi è sembrato strano, devi piacergli molto.>> dice con aria sognante.
La guardo ancora più sorpresa. Io, piacere ad uno strafigo come lui? Impossibile.
<<No impossibile... insomma ma mi hai visto, non sono minimamente alla sua altezza.>> dico abbassando lo sguardo e scuotendo la testa.
<<Spero tu stia scherzando... amica mia tu sei uno schianto.>>
Sorrido per il suo complimento, poi esco dalla vasca e avvolgo  il mio corpo magro in un asciugamano che mi ha dato. Mi guardo allo specchio e non riesco a vedere ciò che vede lei. La mia pelle olivastra è segnata da numerose violenze subite in questi anni, il viso è pieno di graffi, che pian piano stanno scomparendo, fortunatamente. I cappelli scuri, finalmente puliti, arrivano quasi a metà schiena mentre gli occhi altrettanto scuri stanno ritornando ad essere normali e non arrossati come al solito.
<<Vieni in camera ti ho portato la biancheria, così ti vesti e ti asciugo i capelli.>> dice sempre gentilmente. Vado in camera con lei, metto i vestiti che mi ha portata e poi mi siedo sulla sedia mentre la mia nuova amica, se così la posso definire, mi asciuga i capelli, che poco dopo sono lisci ed asciutti.
<<Vieni andiamo, mio fratello ha chiesto di vederti appena fossi stata pronta.>>
Mi alzo e la seguo fuori dalla stanza che fino ad ora era stata il mio rifugio. Mi trovo in una casa enorme, con numerose stanze e corridoi. Quello in cui siamo ora è molto ampio e sulle pareti vi sono molti quadri raffigurati donne e uomini.
<<Quelli sono tutti gli alpha e le Lune del nostro branco.>> mi spiega Becky, la quale mi conforta dicendo che siamo ancora in America più precisamente in Oregon. Arriviamo davanti una porta lei mi incita ad entrare così busso e aspetto che mi sia dato il permesso di entrare. Sento un "Avanti" così entro e chiudo la porta dietro le mie spalle. Davanti a me c'è una grande scrivania dietro la quale c'è il fratello di Becky. La stanza è piena di libri disposti in modo ordinato sugli scaffali delle librerie. Mi dice di sedermi e così faccio, noto poi sulla scrivania diversi piatti con del cibo sopra e allora sento il mio stomaco brontolare e anche molto rumorosamente.
<<Qualcuno qui ha fame...>> dice sorridendo <<... mangia tutto ciò che vuoi, l'ho fatto portare qui per te. Immaginavo avessi fame ma non sapevo cosa ti piacesse...>>
Gli sorrido ma non tocco ancora nulla.
<<Su dai! Prendi quello che vuoi.>> mi incita in modo dolce.
Questo qui deve essere davvero strano, prima mi fa del sarcasmo e poi è dolce come il cioccolato...
<<Tu non mangi con me ?>> gli chiedo, dopo aver preso un poco di coraggio.
<< Certo.>> solo quando lui afferra un piatto con della torta dentro, decido di prenderne uno anche io con dentro uova e bacon. Incomincio a mangiare voracemente, con l'eleganza di un elefante, ma in questo momento poco mi importa erano dieci anni che non mangiavo un piatto completo ed ora ero affamata più di un lupo.
"Ha ha ha, hai fatto la battuta..."
"Tu sempre simpatica eh Angel?"
"Guarda che lo hai detto tu, mica io Jen..."
"Sparisci!"
"Poi sono io eh..."
Decido di interrompere la conversazione con la mia lupa e di ricompormi, lo guardo e gli pongo la stessa domanda di poco fa.
<<Prima non mi hai risposto... tu chi sei ?>> chiedo lentamente sperando in una risposta stavolta.
<<Hai ragione non mi sono presentato: sono Alex RedMoon, alpha del branco RedMoon, nonché tu compagno piccola.>> dice sorridendo sull'ultima frase. Io lo guardo scioccata.
Non ci posso credere, sono la compagna di un alpha, e non di uno qualunque ma di uno dei più potenti e crudeli d'America.
A quanto pare la dea Luna mi vuole morta...

My mysterious mateOnde as histórias ganham vida. Descobre agora