Capitolo 46

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Elanor's pov
Quella notte, dopo che Draco ebbe disintegrato il mio cuore, raccattai in fretta i miei bagagli e me ne andai.
Volevo scappare il più lontano possibile da lui, volevo fuggire dalle sue parole taglienti e dal suo sguardo glaciale.
Come aveva potuto farmi questo? Mi aveva trattata come una pezza sporca, usata come un paio di calzini.

Eppure non riuscivo a spiegarmelo, come aveva fatto quel giorno ad Hogsmead ad evocare l'Incanto d'Amore? Per quel che ne sapevo, era impossibile senza provare sentimenti veri e profondo verso un'altra persona.
Magari stavolta però anche i libri che tanto amavo mi avevano tradita.
Forse esisteva un modo, un tranello per evocare qualcosa di molto simile.

Eppure tutto mi era sembrato così vero, gli ultimi mesi passati assieme e tutte le carezze e le promesse parevano così sincere.
Per quanto mi sforzassi non riuscivo a comprendere cosa fosse andato storto, e comunque non avevo la forza di pensare lucidamente.

Il dilemma, mentre me ne stavo seduta sul grande letto della mia stanza al manor piangendo a dirotto, era semplicemente uno: dove sarei andata?
Sapevo di voler scappare da quel posto prendo di dolore il prima possibile, ma non aveva idea di dove andare.
Non volevo tornare dai miei, ci sarebbe stato troppo da spiegare e da chiarire e io non ne avevo le forze.

Così quando mi alzai per smaterializzarmi, mi venne in mente l'unico altro posto che percepivo come casa.

Quando atterrai sul prato davanti alla Tana, mollai i miei bagagli con un tonfo e mi lasciai cadere sull'erba uggiosa della notte.
Scoppiai a piangere più forte di prima, realizzando forse solo ora ciò che era accaduto.

Il rumore della materializzazione aveva svegliato alcuni abitanti della casa, che uscirono in fretta a controllare chi fosse l'intruso.

"Elanor per Merlino! Cosa ci fai qui?"
Un Ronald Weasley più che allarmato uscì in pigiama con la bacchetta alla mano.

Non risposi, i miei singhiozzi aumentarono e basta.

"Hermione! Venite e solamente Elanor!"
Urlò Ron per farsi sentire.

Al suo via libera uscirono dalla Tana anche Ginny ed Hermione.

"El! Cosa ti è successo?"
Mi chiese Hermione aiutandomi ad alzarmi.

"Portiamola dentro, diamole qualcosa di caldo e facciamola calmare un po'"
Suggerì Ginny.

Mi accompagnarono in casa mentre Ronald si occupava dei miei bagagli.
Ginny andò a prepararmi un the, mentre Hermione andò a svegliare Harry e la Signora Weasley.

"Cara ragazza, cosa ti successo?"
Mi chiese Molly Weasley col suo solito fare materno.

"Vuoi un altro po' di the? Te lo vado a preparare subito."
Concluse senza nemmeno aspettare una mia risposta.

"Elanor, dicci cosa è accaduto."
Disse Harry sedendosi accanto a me.

Raccontai loro della rottura con Draco e del modo in cui mi aveva trattata, provocando le reazioni rabbiose di tutti e quattro i ragazzi.

"Se gli metto le mani addosso è finito."
Minacciò Ronald.

Non potei fare a meno di sorridere al pensiero.
Improvvisamente però ricordai una cosa molto importante.

Era ormai la mattina del 31 agosto, e il giorno dopo saremmo tutti dovuto partire alla volta di Hogwarts.

"Mi scusi Signora Weasley, non volevo disturbarla. È solo che non riuscivo a pensare ad un altro posto in cui andare. Immagina che sarete già troppo indaffarati con le faccende per Hogwarts."

"Non dire sciocchezze cara, una persona in più non potrà certo fare chissà quale differenza."
Rispose Molly abbracciandomi.

"Puoi dormire nella vecchia stanza di Bill, te la preparo in un attimo."

La mattina del primo settembre, la stazione di King's Cross era meno affollata del solito.
La gente aveva paura.

Io dal canto mio non riuscivo nemmeno a percepire il timore, essendo la mia anima satura di un altro sentimento chiamato tristezza.
Era forse questa la parola giusta? Credo non fosse sufficientemente esaustiva per descrivere la sensazione di vuoto che mi pervadeva il cuore.

Come se fosse un gesto automatico e fuori dal mio controllo, continuavano a scrutare la piccola folla sul binario in cerca di Draco.
Cosa avrei fatto se l'avessi visto? Avrei pianto? Probabilmente.

Ma nonostante sapessi di non dovermi rendere più vulnerabile davanti a lui, non riuscivo a fare a meno di cercare quegli occhi in cui così tante volte ero annegata.

Per fortuna, o magari no, non lo vidi quella mattina alla stazione. Magari si trovava già su qualche carrozza dell'Hogwarts Express.
Non era comunque qualcosa di cui dovermi preoccupare, non mi ero mai accomodata sulle carrozze adibite ai Serpeverde, preferivo la compagnia di Ron, Harry e Hermione.
Quel giorno non fece eccezione, salii sul treno che mi avrebbe riportata ad Hogwarts e mi sedetti dentro una carrozza libera, eccetto per la presenza di Neville Paciock.
Hogwarts...
Era un luogo in cui avevo lasciato così tanti ricordi felici che avevo quasi paura a tornarci, paura di interrompere quella magia che ormai viveva solo nella memoria, distrutta da parole meschine.

"El vuoi qualcosa dal carrello?"
Mi chiese Hermione interrompendo il mio soliloquio interno.

Non avevo affatto fame, ma sapevo che Ron e Ginny non avevano abbastanza soldi per potersi comprare qualcosa.
Così presi dal carrello una miriade di dolciumi, di cui riuscii a mandare giù soltanto una cioccorana.
Al resto ci pensò Ronald.

Le ore passavano ed era ormai tardo pomeriggio, ed era da quella mattina che Harry aveva qualcosa che non andava.

"Tutto bene Harry?"
Chiese Ginny amorevolmente.

"Sta ancora pensando a Malfoy ne sono certo."
Rispose Ronald con la bocca piena.

Hermione gli diede un calcio sullo stinco, intimandogli di star zitto.
Era evidente che non voleva che il suo nome fosse pronunciato davanti a me, per proteggermi.

"È tutto okay Hermione. Di cosa state parlando esattamente?"

Lei ed Harry si lanciarono una lunga occhiata per capire se fosse il caso di mettermi al corrente.
Alla fine Harry parlò.
"Ieri sul tardo pomeriggio io, Hermione e Ron eravamo tornati a Diagon Alley per le ultime compere. Ci siamo imbattuti in un Malfoy dall'atteggiamento molto sospetto."

"Definisci 'sospetto'"
Chiesi confusa.

"Era appena uscito da Borgin and Burke, un noto negozio di magia oscura. Ed era in compagnia di Fenrir Greyback, noto leccapiedi di Voldemort."

Rimasi interdetta per un bel po' di secondi.
Lui si era allontanato da quel mondo, non gli interessavano più certi ideali.
Ma ragionandoci meglio, il Draco che pensavo di conoscere era solo una facciata del vero Malfoy.

"E cosa ti impensierisci in particolare?"
Chiesi con timore della risposta.

"Harry crede che Draco Malfoy sia diventata un Mangiamorte."
Sbuffò Hermione.

Un Mangiamorte? Non poteva essere, non Draco.

"Andiamo Harry è assurdo, Malfoy è sempre stato un rompiscatole è vero. Ma diventare addirittura un Mangiamorte? È troppo anche per lui."
Disse Ron.

"Ha ragione Ron, Harry. Non dar troppo peso alla cosa."
Rincarò Hermione.

Da quel momento Harry sembrò arrendersi sulla questione ma dopo un po' di tempo sparì, portandosi dietro il mantello dell'invisibilità.

Amor Incantatio Where stories live. Discover now