Capitolo 45

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Draco's pov

La sera stessa decisi di strappare il cerotto.
Avrebbe fatto male certo, ma se avessi rimandato ancora sarebbe stato un tormento.

Salii fino alla sua stanza ed entrai senza chiedere il permesso, era meglio fingere sin da subito un atteggiamento strafottente.

"Elanor? Sei in bagno?"
Gridai per farmi sentire.

"Arrivo subito, stavo sistemando il vestito che mi ha regalato tua madre nell'armadio."
Rispose uscendo dalla stanza adiacente con un sorriso raggiante.

Mi si ruppe il cuore a vederla così felice sapendo che da lì a poco avrei trasformato quella gioia in lacrime.

"Elanor devo parlarti."
Dissi serio, evitando accuratamente di guardarla negli occhi.

"Che succede? C'è qualcosa che non va?"
Si stava preoccupando parecchio, come se percepisse la tempesta in arrivo.

"Esatto, c'è qualcosa che proprio non mi va."
Risposi mentre gli occhi cominciavano a pizzicare.
Se avessi pianto mi sarei tradito da solo, e per il suo bene dovevo fingere alla perfezione.

"Cosa Draco? Parlami ti prego."
Rispose lei sedendosi accanto a me.

"Sei tu quello che non va."
Improvvisamente riuscii a guardarla negli occhi, il mio sguardo era duro e glaciale.

"Cosa vorrebbe dire?"
Chiese allontanandosi da me.

Percepii una fitta terribile allo stomaco alla vista del suo sguardo a metà tra il guardingo e il ferito.

"Vuol dire che mi sono reso conto di aver fatto una follia ad andarti dietro. Pensavo di provare chissà quali sentimenti nei tuoi confronti, ma in realtà era solo una mera attrazione fisica. Ora che l'ho ampiamente soddisfatta non provo altro che indifferenza nei tuoi confronti. Per tale motivo è imperativo che le nostre strade si separino."

Con ogni parola pronunciata, sentivo il mio cuore che si rompeva in piccoli pezzetti, che divennero polvere quando vidi le prime lacrime solcare il suo viso.

Mi ripetei che era tutto per il suo bene e per la sua sicurezza, e che solo amandola davvero potevo lasciarla andare per questo. Però non potevo fare a meno di sentirmi un bastardo per la maniera in cui avevo deciso di lasciarla, ma forse era l'unica via.
Non avrebbe creduto a null'altro se non a questo, e ovviamente se le avessi spiegato la situazione lei non avrebbe mai acconsentito a separarci per il suo bene.
Sarebbe stata la solita testarda che per amore mette tutto in gioco ed è pronta a rischiare, proprio come stavo facendo io.

Lei non disse nulla, così dopo un paio di minuti imbarazzanti decisi di andarmene e lasciarla da sola ad elaborare il dolore.
Quello stesso dolore che mi attanagliava l'anima.

Quella notte non riuscii a prendere sonno, e intorno alla mezzanotte udii il suono inconfondibile di una smaterializzazione.
Elanor se ne era andata, e stavolta sentivo che sarebbe stato per sempre.

Perché non poteva mai andare tutto liscio? Perché per poter amare una persona bisognava soffrire così? Perché non si poteva stare semplicemente insieme?

Il mattino dopo mi svegliai, per quanto avessi potuto dormire, con un mal di testa e con un vuoto irreparabile dentro.

Quando scesi al piano di sotto vidi qualcosa di totalmente inaspettato e terribile.

Il Signore Oscuro in persona si trovava nel soggiorno, con mia madre prostrata davanti a lui.

"Buongiorno Draco, dormito male stanotte? Ti vedo un po' provato."
Sibilò con quella sua voce penetrante.

Mi inginocchiai anch'io immediatamente.
Non perché credessi davvero più agli ideali che voleva imporre al mondo magico, ma per salvaguardare me e mia madre.

"Mio Signore, la vostra visita è tanto apprezzata quanto improvvisa. Sono lieto di mettere a disposizione la mia dimora quale vostro umile servo."
Risposi senza mai guardarlo negli occhi.

Voldemort era pericoloso in ogni situazione, era in grado di leggere i pensieri con la stessa chiarezza con cui una qualsiasi persona riesce a leggere un libro per bambini.

"Suvvia Draco, saltiamo questi squisiti convenevoli. Anche tu Narcissa, puoi alzarti. Non vorrei che il tuo bel vestito ne risentisse"
Rispose con un sottile sarcasmo da serpe velenosa.

"Come tutti ormai sappiamo il nostro compianto Lucius è stato rinchiuso ad Azkaban. E purtroppo la mia cerchia di servitori fedeli si trova a corto di un membro fondamentale."
Disse facendo qualche passo verso il camino spento.

Ne io ne mia madre emettemmo alcun suono, immaginando quale sarebbe stata la conclusione del suo discorso.

"L'aiuto della famiglia Malfoy è sempre stato prezioso durante questi lunghi anni, e non vorrei privarmene proprio ora. Inoltre il caro vecchio Lucius ha combinato un bel pasticcio al Ministero. Speravo che tu, Draco, potessi rimediare agli errori di tuo padre."

Mi so gelò il sangue nelle vene, e voltandomi notai lo sguardo pietrificato di mia madre.
Era una trappola, una vendetta per gli sbagli e l'inettitudine di mio padre.

Ma cosa avrei potuto fare se non accettare? Non c'era alcuna scelta nella decisione che presi quella mattina di fine agosto.

"Ne sarei onorato, Mio Signore."
Rantolai con l'ultimo briciolo di coraggio rimasto nel mio animo.

"Eccellente. Sii gentile, porgimi il tuo braccio sinistro."
Soffiò estraendo la bacchetta.

Con riluttanza alzai la manica della mia camicia e misi in mostra la pelle del mio avambraccio sinistro.
Il dolore che provai fu intenso e straziante, come se un male mi stesse divorando il braccio dall'interno.

Quando tutto finii, Voldemort si voltò verso mia madre che nel frattempo fissava il Marchio Nero come se ne fosse ipnotizzata.

"Narcissa, non sei fiera del tuo giovane Draco in un giorno importante come questo?"
Mia madre sembrò risvegliarsi dalla trance e sfoderò un finto e tiratissimo sorriso.

"Non sono mai stata più orgogliosa."
Voldemort parve essere soddisfatto, oppure semplicemente decise di sorvolare sulle debolezze e i timori di una madre.

"E tu Draco? Non sei emozionato? Sto per affidarti il tuo primo incarico quale mio fedele servitore."
Sorrise malignamente.

"Sarò lieto di adempiere a qualsiasi vostra richiesta, Mio Signore."
Risposi cercando di tenere a freno la mente. Non ero per niente male in Occlumanzia.

"Allora sarai felice di sapere che puoi svolgere il tuo compito direttamente standotene comodo ad Hogwarts."
Rise maliziosamente.

"Posso chiedere di cosa si tratta, Mio Signore?"
Domandai avvertendo una brutta sensazione allo stomaco.

"È molto semplice, non importa nemmeno il come."
Rispose allontanandosi di qualche passo per smaterializzarsi.

"Devi uccidere Albus Silente."

E con un'ultima risata terrificante, Lord Voldemort sparì.

Amor Incantatio Where stories live. Discover now