Capitolo 52. La lettera di Jason

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-Ci ho pensato a lungo e hai ragione... Ciò che stiamo facendo è da idioti immaturi. Dobbiamo smetterla!-
Rebecca lo guardò sorpresa.
James abbassò lo sguardo, imbarazzato dagli occhi di lei.
-Hai vinto, andrò a scusarmi con Philip!- sussurrò James.
Rebecca sorrise piano, quasi imbarazzata della vittoria.
-No James, hai vinto tu. Sei tu che qui sta facendo la cosa giusta e questo vale più di mille dei miei consigli!- replicò lei.
-Ci ho pensato su a lungo, ho deciso di fare come mi hai detto. Io sono più maturo di Philip, devo dargli un buon esempio!- spiegò James.
Rebecca gliene tu grata, sapeva quanto diveva essere stato difficile per lui arrivare a quella decisione.
L'umiliazione di ammettere i propri errori davanti al rivale e ai propri sostenitori doveva pesargli, ma alla fine aveva fatto ciò che andava fatto.
Aveva preso la strada giusta.
Questo o faceva vincere, in un certo senso.
-Ti ringrazio molto James, se tutti qui fossero come te la situazione si sarebbe già risolta!- lo lodò lei.
James sorrise fiero, meno nervoso per la sua scelta.
Poi, salutata Rebecca si incamminò verso la cucina, da Philip.
James avrebbe voluto confrontarsi con suo fratello prima di andarci, ma Jason era di nuovo sparito nel nulla.
Non sapeva certo che era appoggiato ad una siepe, con carta e penna, a leggere.

***
Jason sospirò, rigirandosi tra le mani un aeroplanino di carta.
"Jason, tu sai come ci si fa ad innamorare?"
"Si, mi è successo un paio di volte"
"Ci si può innamorare di qualcuno che non hai mai visto"
"Non lo so, a te è successo?"
"Io mi sono innamorata una volta, ma non è finita bene..."
"Forse non era quello giusto"
"Chi è quello giusto Jason?"
Quella era più o meno stata la loro conversazione quella mattina.
Ora toccava a Jason rispondere a quella domanda.
Il cuore gli batteva forte, aveva voglia di scriverle "sono io".
Non l'aveva mai vista, non sapeva il suo nome, ma ci aveva parlato, avevano discusso e scherzato da un lato all'altro della siepe e avevano in comune così tante passioni che Jason voleva semplicemente urlarle il suo amore.
Prese la penna e si decise a scrivere.
"Senti, io non so chi tu sia, come ti chiami o cosa fai nella vita, ma so che mi hai ascoltato, mi hai consigliato, hai condiviso con me le tue passioni e quindi voglio dirti una cosa. Non c'è amore più grande del mio per te, anche se non ci conosciamo io sento che ti amo! Se ricambi anche tu, allora potremmo incontrarci e sarà bellissimo uscire assieme vedendoci in faccia!" Jason scrisse tutto di getto.
Poi rilesse imbarazzato il prodotto del suo amore e della sua penna.
-È bruttissimo...- sussurrò piano, strappando il foglio in piccoli pezzetti.
Ne prese uno nuovo e scrisse semplicemente.
"Quando troverai quello giusto te ne accorgerai"
Tirò l'aeroplanino oltre la siepe e aspettò una risposta.
Jason si sentiva in colpa, avrebbe voluto dire qualcosa, ma non poteva era troppo imbarazzato.
Poi una voce lo fece voltare.
Era esile, imbarazzata e femminile, anche un poco familiare.
-Jason...?- chiese la voce.
-Sei tu?- chiese in risposta Jason.
-Sono io...- rispose lei.
-Che bello sentire la tua voce!- si lasciò sfuggire lui.
-Eheh- ridacchiò sommessamente la persona dall'altra parte.
-Non mi avevi mai parlato così prima!- esclamò lui.
-Uh, bhe è perché sono timida, non mi fido facilmente, ma... volevo davvero tanto che sentissi la mia voce almeno una volta...- borbottò lei.
-Sono contento che ora ci possiamo parlare in questo modo!- sussurrò Jason.
-Sai, era un poco che volevo dirtelo... Sei un caro amico Jason, sei simpaticissimo! Chi ti ha intorno è fortunato!- Jason arrossì, ma lei questo non poteva vederlo.
Nessuno aveva mai detto qualcosa di così puramente sincero e carino a lui e ne rimase colpito.
Forse, dopotutto, il suo era un amore ricambiato...
-Anche tu sei fantastica, insomma giochi a calcio, ti piacciono gli horror, fai ginnastica artistica! Sei troppo brava e determinata! Scommetto che se volessi potresti anche scrivere tu stessa un romanzo, sei meravigliosa!- esclamò Jason, tutto d'un fiato.
-Sei troppo dolce Jason! Se solo ci fossimo incontrati prima...- biascicò lei.
Jason non capì quella affermazione.
-Scusa ora devo scappare, ciao Jason a domani!- disse lei, prima che lui avesse tempo di chiedere alcunché.
Jason salutò piano, ma lei era già andata.
Sospirò e si sedette, prendendo in mano il suo nuovo libro.
-Un giorno glielo dirò, ciò che provo...- borbottò piano e sorrise al pensiero, prima di immergersi nella lettura.

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