Capitolo 24. Il libro di Benji

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Con le auto tutti quanti seguirono Julian e l'ambulanza fino in ospedale.
Julian venne messo in terapia intensiva e per tutta la notte nessuno poté andare a vedere come stava.
Tom era il più in ansia di tutti.
Non riusciva a farsene una ragione e gemeva, andando avanti e indietro nella sala d'attesa.
Julian però non stava meglio.
Solo verso le cinque e un quarto della mattina successiva l'infermiera chiamò i giovani della New Team per comunicare le notizie su Julian.
-Cosa ha Julian?- chiese disperatamente Tom.
L'infermiera scosse la testa.
-Julian ha un problema al cuore, è cardiopatico. Lo stress e le emozioni forti o anche lo sport peggiorano le sue condizioni... Deve aver fatto queste cose e ora è a un punto di non ritorno.- disse calma lei.
Tutti rimasero in silenzio.
Solo Tom, che ora piangeva silenziosamente, balbettò una frase.
-Può guarire?- chiese in un roco balbettio.
L'infermiera esitò.
-Può darsi... In realtà solo se farà un operazione molto rischiosa... C'è anche la probabilità che però muoia in questa operazione...- spiegò lei.
Tom si morse la mano fino a farsi uscire sangue e poi gemette.
-possiamo vederlo?- chiese all'infermiera.
Lei scosse la testa.
-Per ora no... Magari tra qualche giorno... Ora vi consiglio di tornare a casa e rilassarvi. Non preoccupatevi, prima che l'operazione si faccia sarete chiamati a parlargli!- promise lei, ma tutta la New Team sapeva che "parlargli" voleva in realtà dire "salutarlo".
Tom provò a ribattere, ma alla fine se ne tornò a casa come tutti gli altri.
Durante il viaggio nessuno parlò e nemmeno all'arrivo.
Tutti troppo scioccati per proferire parola.

***
-Aspetta!-
Una mano prese Rebecca per il braccio, obbligandola a voltarsi.
Aveva il volto rigato dalle lacrime per Julian e voleva entrare in casa al più presto, ma Benji la teneva stretta.
Non sembrava intenzionato a lasciarla andare.
-Aspetta Rebecca! Hai visto Julian? La vita è così fragile, non va sprecata! Per questo ti invito a casa mia, vieni così possiamo risolvere i nostri problemi!- le propose lui.
Rebecca ebbe un guizzo negli occhi celesti poi sospirò.
-Avanti di di si! Non solo capiremo cosa è andato storto, ma per te cambierò anche il mio comportamento! Te lo prometto!- promise Benji.
Rebecca alla fine acconsentì stancamente e i due salirono in macchina.
Rebecca non sapeva dove abitava Benji, ma appena vide dove erano diretti capì.
Il sempre modesto portiere non poteva che abitare in una gigantesca villa.
Benji la fece scendere con cavalleria dalla macchina e entrò nell'immenso giardino della villa.
Arrivato alla porta bluastra aprì con delle chiavi che Rebecca non aveva mai visto.
La porta si aprì con uno scatto.
Dentro la villa era ancora più grande che da fuori, inoltre era bellissima.
-Wow!- esclamò Rebecca.
Benji annuì divertito.
-Già... Ben venuta a Villa Price!- allargò le braccia Benji.
Rebecca divenne tutta rossa.
-Vieni, sediamoci sul divano e parliamone!- la spronò Benji.
I due si sedettero e ognuno spiegò il perché delle sue azioni, senza segreti.
Da Philip Callaghan e Kiley a Clare e il patto che Benji aveva fatto con lei.
Alla fine sorrisero entrambi e Benji scoppiò anche a ridere.
-Io pensavo che tra te e Philip ci fosse qualcosa, ma non avrei mai pensato che quel qualcosa fosse una cheerleader!- rise divertito.
-Mi ero sempre chiesta perché fossi arrabbiato con me! Se avessi saputo prima di Kiley non sarebbe successo nulla!- ridacchiò Rebecca.
Poi smisero di ridere e si guardarono negli occhi per qualche secondo.
-La casa è grande... Ti va di vedere dove dormivo io?- chiese Benji.
Rebecca annuì e lui la fece salire su delle scale, verso il secondo piano.
Rebecca rimase ancora una volta sorpresa dall'immensa villa.
Arrivati in un corridoio Benji aprì l'ultima porta.
Entrambi entrarono.
Era bella, esattamente come l'aveva lasciata il portiere.
C'era un letto singolo con sopra un poster della Germania, affisso anni prima dal giovane e in procinto di partire Benji.
C'era un comodino con sopra dei guanti da portiere che ormai dovevano andargli stretti.
C'era una cassettiera e un armadio.
La luce sul comodino creava un atmosfera semi illuminata parecchio bella.
Nella stanza c'era anche una finestra, ma adesso era chiusa.
Rebecca raccolse un quadernino da terra e Benji divenne rosso.
-Quello era mio, l'ho scritto a dieci anni!- spiegò lui.
Rebecca sfogliò le pagine.
Era un racconto.
Il racconto di un ragazzo molto ricco, che però non aveva amici, poi incontrava un altro ragazzo, l'unica persona che vide oltre alle apparenze e lo apprezzò per quello che era. Alla fine i due andarono in Germania assieme e vinsero i mondiali grazie alla loro passione per il calcio.
Rebecca ci mise poco a leggerlo, era corto e scritto in corsivo minuscolo su fogli a righe.
Ogni tanto c'erano anche dei disegni.
I due ragazzi erano raffigurati uno come un ragazzino solare, con i capelli sempre in disordine e l'altro ben vestito con un espressione sempre arrabbiata, come se lo stare solo l'avesse reso triste.
-Bello- disse alla fine Rebecca.
Benji rise rocamente.
-Fa schifo, lo so. Me lo disse anche Holly, che faceva schifo. Glielo feci leggere, dandoglielo nelle vacanze che feci in terza media tornando qui... Avete ragione... È proprio brutto!- sussurrò il portiere, calandosi il cappellino rosso sugli occhi.
-No non è vero! È una bella storia!- cercò di aiutarlo Rebecca e si sedette vicino a lui, gentilmente.
Benji la guardò imbarazzato.
-Sarebbe stata bella... Ma la verità è che non si sarebbe mai avverata...- sussurrò lui.
Rebecca rimase interdetta.
-Cosa?!- chiese stupita.
-Quello sono io, vedi? Sono ricco e ho tutto ciò che mi può servire. A dieci anni Oliver e io, dopo che mi batté in una sfida, diventammo amici, più o meno... Lo ammetto non proprio amici, insomma ci parlavamo e... Beh era quello più vicino a un amico che avevo in quel momento. Scrissi la storia per lui, perché volevo chiedergli di venire in Germania con me, ero stufo di stare da solo. Lui ovviamente non accettò. Io sono sempre stato solo, per questo me ne andai anche senza di lui. Ora non importa più... Non sono più solo adesso!- decretò Benji.
Rebecca gli sorrise amaramente.
Era triste che fosse stato solo per tanto tempo.
-Meno male! Ora finalmente hai la New Team che ti è amica!- sorrise lievemente triste la manager.
Benji rise.
-La New Team? Io non ho amici tra di loro! Esco con Holly, si okay, ma tra noi non è cambiato nulla da prima. Ci sopportiamo e parliamo assieme, beh a parte nell'ultimo periodo ovviamente. Insomma di amici non ne ho!- sussurrò lui.
Rebecca lo fissò.
-e allora perché dici che non sei solo?- chiese.
Benji sorrise, mascherando le altre emozioni.
-Ho te! Sono venuto qui per riprendermi ciò che avevo perso... Te! Sei l'unica che mi sta vicino senza riserve, non sei mia amica e non voglio che tu lo sia, ma voglio averti accanto perché sei la persona più importante della mia vita adesso!- mentre lo diceva Rebecca divenne ancora più rossa.
Benji portò le sue mani sulle sue spalle.
-Per te abbandonerei tutto quanto! Il calcio, la famiglia... tutto! So che sembra strano, ma è così! Sono stufo di essere solo e avere tutto, voglio stare con te anche a costo di non avere niente!- detto qusto, senza preavviso, si chinò e la baciò lentamente, senza fretta.
Rebecca ricambiò, stringendosi a lui e finalmente lo sentì.
Era quel senso di pienezza che desiderava avere.
Affondò la testa nella spalla di Benji e lui sorrise.
-Ti amo- disse il portiere.
Rebecca rimase stretta a lui.
-Ti amo e ti voglio solo per me...- aggiunse Benji, accarezzando lentamente la testa di Rebecca.
Lei mugolò qualcosa.
Lui la guardò.
-Cosa?- chiese.
Lei alzò la testa da dove l'aveva affondata e rispose: -sono tua-


---angolo dell'autore---
E beh solo grazie a tutti ♥️

Holly e Benji: Back In FootballWhere stories live. Discover now