Capitolo 59

370 20 8
                                    


E' questa la fine.

Finalmente, per sfortunata, Frida vedeva la morte. Aveva le sembianze della persona che più amava, certamente un inganno per trarla via dalla vita. Lei però ne era comunque terrorizzata.

Chi mai era quell'uomo? Poteva davvero essere una resurrezione? Come il Salvatore?

L'avrebbe salvata o portata via con sé?

Frida iniziò a piangere, nello stesso modo in cui di sicuro Axel avrebbe fatto al suo funerale.

No, non era Loki, quell'uomo che le si stava avvicinando era la morte travestita come l'ingannatore. Ma Frida l'aveva scoperta prima che potesse approfittarsi della sua debolezza; Loki i capelli li aveva neri, mica rossi.

Strinse forte il braccio di Axel per provare a rimare stretta a qualcosa di reale, così se proprio la mietitrice avesse voluto prenderla avrebbe dovuto usare la forza per tirarla via.

Frida era stremata ma non voleva comunque morire, ne era terrorizzata. Il suo istinto di sopravvivenza si era fatto molto più prepotente di qualsiasi altro pensiero di accettazione e rassegnazione.

E continuava a ripete contro l'addome di Axel con la debole voce rimasta «Sto per morire, lui è qui, vuol dire che sto per morire.»

A Loki tremavano le gambe, non aveva la minima idea di cosa le avrebbe detto. Esistevano davvero delle parole adatte? Giuste? Non la ricordava affatto in quel modo, a dire il vero ormai per lui Frida era un lontano spettro vestito con l'abito da lui creato sulla cima del grattacielo di New York.
Nell'eterna dannazione di Loki Frida era catalizzata nel suo dolore muto come la ragazzina ingenua e casta che lui aveva ingannato reclamandola come sua runa.

Frida era sempre stata una bellezza inusuale, ma ora che aveva affinato i tratti adulti ed esperimenti si era impadronita di una maestosità tale da non renderla credibile. Loki lo ammetteva senza inadeguatezza, la bellezza di Frida non era facile come quella di Thurisaz, di Ràn, o di qualsiasi altra dea nata per essere incantevole.
Frida era magnifica senza canoni pittoreschi e mitologici. Quel tipo di donna che porta gli occhi di tutti su di sé senza nemmeno farci caso. Il suo fisico, la sua pelle, il portamento e l'abbigliamento; i capelli e le ciglia, la cura del trucco leggero, gli occhi, le labbra, e persino quel naso di dune, con le sue piccole gobbe che lo facevano stare poco all'insù.

La si guardava amaramente, incantandosi, per quanto obbiettivamente fosse irraggiungibile. Chissà quanta invidia veniva rivolta ad Axel, Loki si sentì quasi piccolo piccolo a doversi avvicinare mentre lui stringeva la povera Frida moribonda. Gli sembrava un momento tanto intimo da sentirsi fuori luogo.

Non poté fare altro che sorride, comunque era felice. Stava andando tutto troppo velocemente per rendersi conto davvero che finalmente era tornato da lei, soprattutto per salvarle la vita e mettere al mondo il loro bambino.
Le parve vagamente somigliante a Sigyn, e questo lo infastidì di riflesso; ricoperta di evidenti tatuaggi nel petto in quel modo Loki la collegò alla sua prima moglie, che di simboli runici e disegni spessi ne aveva a bizzeffe sul corpo.

No, Frida era diversa, tutto l'opposto. Era elegante persino ad un passo dalla morte.

Lui le era ormai abbastanza vicino da poterla sentire singhiozzare. Axel non si era accorto di lui, stava con il viso nascosto tra i capelli di Frida, abbracciandola. Non sapeva cosa fare, quella situazione era molto più grande di lui; se avesse abbandonato Frida per cercare aiuto -difficile da trovare- forse al suo ritorno l'avrebbe trovata morta, ma allo stesso tempo Axel fremeva, volendosi muovere alla svelta per tentare di far qualcosa.

L'unica soluzione sembrava starle vicino e annusarla per l'ultima volta. Chi gli avrebbe decodificato l'anima una volta morta lei?

Axel non riuscì nemmeno a sentire i lamenti terrorizzati di Frida che lo avvertivano della comparsa di Loki.

Frida - La runa di Loki ✔️Where stories live. Discover now