Capitolo 33

599 29 8
                                    


L'unico posto sicuro, ma soprattutto più vicino, che Frida trovò in cui portare Loki fu una piccola cucina tutta in legno, una stanza dove gli odori delle spezie erano incollati alle pareti, ed un costante vapore usciva dalle pentole messe sul fuoco. Fece sedere il dio sul grande tavolo da lavoro al centro dell'ambiente, gettando a terra alcune pentole per fargli spazio.

Frida prese uno straccio pulito piegato con cura sul tavolo, bagnandolo in una caraffa d'acqua tiepida che aveva riempito frettolosamente.

«Farà un po' male.» sussurrò Frida con la gola secca. Annuì sicura, tamponando con la pezza bagnata le labbra di Loki, gonfie e sporche di sangue asciutto.
Loki mugugnò, forse a modo suo stava tentando di dir qualcosa, o probabilmente erano urla intrappolate nella serratura del filo. La ragazza liberò con delicatezza la bocca di Laufeyson dallo straccio, poggiandolo accanto a lui.

«Ci penso io adesso, d'accordo?» sorrise con voce rassicurante, mentre setacciò in fretta e furia i cassetti e le dispense, riuscendo a trovare una pesante forbice, che luccicò appena i raggi del sole che penetravano dalla finestra la incontrarono.

«Liberiamoci di questa diavoleria e vedrai che le cose si aggiusteranno, okay?» continuò Frida cercando di mantenere il suo tono più calmo e dolce possibile, intanto Loki indietreggiava terrorizzato sulla scomoda superficie di legno.

Frida gli accarezzò il viso, rilassando ogni muscolo contratto del dio del caos, che socchiuse gli occhi respirando violentemente con il naso.
«Non puoi rimanere con questo filo sotto la pelle, ti prometto che sarò delicata, non sentirai nemmeno un pizzico.» Frida ammiccò dolcemente, lasciando sciogliere fra le sue braccia Loki.

Con fermezza alzò il mento del dio accarezzandolo con le dita in modo dolce, alzando con l'altra mano la forbice; concentrazione e un enorme carico di coraggio fecero avvicinare pericolosamente le lame alle labbra di Loki, che strizzò gli occhi. Il rumore veloce delle forbici che si chiusero fece sussultare Loki, ma in un battere di ciglia il primo punto fu spezzato. Frida sorrise, liberandosi dalla tensione con un sospiro di sollievo, notando però, quanto Loki stesse soffrendo, quanto il suo dolore non si fosse attenuato, quanto lo stesse divorando anche in quell'atto di liberazione.

Mancavano ancora sette punti, sette colpi di forbice, sette volte lo stesso dolore, e stringere il bordo del tavolo con le mani non era un gran bel modo di distrarsi dalla sofferenza.

«Visto? Potrei fare l'infermiera, in quale pronto soccorso levano i punti con tanta maestria?» scherzò, distraendo Loki che, sotto le preghiere della terrestre forse non aveva sentito che anche il secondo punto era andato.

«Hai l'onore di essere il primo paziente della dottoressa Frida!» continuò con più convinzione, immaginando quali risposte sarcastiche e spiritose avrebbe potuto darle Loki.

«Allora, signor Laufeyson, è ancora convito di voler sposare questa macellaia armata di forbici?» domandò a testa alta Frida, spezzando con un veloce movimento il terzo punto, liberando metà delle labbra, che lentamente si aprirono in uno spiraglio minuscolo e sanguinolento.

«Non credo tu mi voglia così tanto bene in questo momento, so di essere piuttosto fastidiosa.» sdrammatizzò, gesticolando con la forbice tra le mani, e, senza che Loki nemmeno se ne accorgesse, levò il quarto punto da quella martoriata bocca.

«E poi che tipo di cerimonie fate qui ad Asgard? Ce li avete i testimoni? Thor sarebbe un buon candidato.» quelle chiacchere, quella voce, distolsero in una minima parte Loki dal dolore che lo stava tormentando, quella premura, tutta quella dolcezza messa in quei semplici gesti, erano la cosa più meravigliosa che lui avesse mai ricevuto.

Frida - La runa di Loki ✔️Όπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα