ATTO IV - Capitolo 47

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Frida provò a rimettersi in piedi dopo i due forti bombardamenti subiti dalla nave. Il primo la fece rimanere a terra per qualche minuto, il secondo, il più forte, la sballottò da una parete all'altra del lungo corridoio senza più illuminazione. Gli impianti elettrici erano saltati così Frida riuscì a orientarsi nella penombra grazie alle luci d'emergenza a intermittenza. Affaticata e tremante ebbe l'impulso di liberarsi dal mantello d'oro che le dava peso sulle spalle. Troppo di fretta per perdere quel breve tempo materiale per spogliarsi continuò a tenerselo addosso. Prestò poca attenzione a dove mise i piedi inciampando più volte in diversi pezzi di lamiere e calcinacci senza mai perdere l'equilibrio. Fu silenziosa per rimanere nascosta, ma quando vide una cerchia di creature aliene e minacciose puntare le loro armi contro Loki non poté starsene in disparte. Thor era in terra, quasi inerme, corpi di asgardiani giacevano moribondi e altri privi di vita tra la polvere delle macerie mentre un terribile uomo altissimo e possente, con un'armatura dorata, dava le spalle alla sua visuale.

Non appena i sequestratori di Loki si accorsero dell'impavida entrata in scena di Frida, sprovvista di armi ma ricca di coraggio, si precipitarono ad includere anche lei nella minaccia usata su Loki.

Frida fu afferrata per un braccio da quello più grosso, che rese vani i suoi tentativi di contrastarlo. La spinse facendola sbattere contro Loki che, per evitare che Frida si facesse male cadendo rovinosamente in terra, la placcò con le mani tremanti.

«Che succede?» domandò la ragazza a Loki, nel panico. Non appena aprì bocca la donna armata le puntò una lunga lama in direzione della gola. Frida si irrigidì alzando le mani in segno di resa momentanea.

Loki non riuscì a darle spiegazioni, fissando davanti a se quel nemico spaventoso distante da loro. Era sporco in viso coi capelli unti e arruffati. Frida non riusciva a stare ferma, con il collo sudato ed i capelli appiattiti sulla testa. Guardò con sconcerto Thor ancora e terra e poi si fissò su Loki, la sua unica certezza da cui sperava di ricavare notizie.

Una creatura dalla forma umanoide ma deturpata in viso, dalla pelle grinzosa e grigia -un alieno- si premurò di rispondere alla domanda di Frida.

«Sei al cospetto di Thanos, il glorioso e ineluttabile Thanos.»

Frida scosse il capo abbassando le mani lungo i fianchi. Tutto ciò non aveva alcun senso, anzi, Frida stessa non voleva metabolizzarlo.

Quell'inquietante essere magro che continuava a passeggiare attorno a loro riprese il suo sermone. Frida non ascoltò bene le sue parole, distratta dai versi di sofferenza degli ultimi asgardiani superstiti che venivano uccisi dietro di se.

«Poiché anche nella morte siete diventati figli di Thanos.» concluse quello.

Loki lo seguì con lo sguardo, serio e lucido di sudore. Con una mano, senza che nessuno riuscì a vederlo, sfiorò il ventre di Frida per dirle di star ferma lì dietro di se. Fece un passo avanti con la bocca semi aperta e dal linguaggio del suo corpo Frida capì che aveva qualcosa di rischioso in mente. Avrebbe voluto fermarlo ma fu paralizzata dalla paura. Se Thanos l'avesse anche solo sfiorata, lei che era tanto minuta e disarmata, l'avrebbe di certo fatta fuori in un batter d'occhio. Poco importava se Frida aveva già combattuto mostri e creature di diversi pianeti, quella faccenda era ben diversa dal resto.

Thanos parlò, smettendo di dar le spalle alle sue vittime. Sollevò Thor da terra con una mano, senza il ben che minimo sforzo, afferrandolo dal colletto della sua divisa.

Thanos camminò verso di Loki trasportando con se Thor, in preda ai lamenti. Thanos chiuse il pugno avvolto da un guanto di metallo forgiato in oro esclamando: «Eccomi.»

Frida - La runa di Loki ✔️Where stories live. Discover now