Capitolo 38

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Sorgeva solamente un problema a quel punto, ma in mezzo a tutti quei guai cosa poteva essere mai un altro piccolo intoppo?

Frida si era ripresa fisicamente e mentalmente dal trauma avuto nello spazio. Loki le aveva spiegato che era stato lui a cambiarle gli abiti così da farla apparire più consona all'ambiente rigido e stravagante in cui erano finiti. 

Frida si accorse di quanta fretta avesse Loki nel portarla dal Gran Maestro, nome insolito per colui che sembrava essere il patriarca del pianeta discarica. Frida, confusa, non riuscì a farsi spiegare subito il motivo di tanta foga da parte di Loki. 

Il dio del caos dall'aspetto fresco e tramutato in una falsa leggerezza intimidì Frida di star ferma davanti a lui. Confusa, la giovane si irrigidì come un tronco tra le mani nervose di Loki che le sistemò gli abiti, i capelli ed il viso.

Frida capì di essere ferma davanti ad una porta che l'avrebbe immessa al cospetto del Gran Maestro.

«Puoi spiegarmi cosa succede?» domandò Frida a bassa voce mentre Loki le sistemava le sopracciglia con i pollici.

«Il Gran Maestro è un tipo strano con delle regole piuttosto rigide.» spiegò Loki.

«Devo preoccuparmi?» chiese ancora Frida.

Loki esitò per un istante guardando Frida in viso. Le accarezzò una guancia e come se le avesse detto la cosa più rassicurante del mondo le rispose: «Probabilmente, ma se lasci fare a me saprò come prenderlo, me lo sono fatto amico.»

«Ti sei per caso prostituito?!» sbottò Frida incrociando le sopracciglia.

«No! Ma che vai pensando?!» sbottò Loki con voce stridula.

Entrambi, provando a rimanere il più possibile disinvolti, si voltarono verso la porta che con un veloce scatto si aprì scorrendo.

Sorridendo, Loki camminò un passo più avanti di Frida, sudata e nervosa. Il Gran Maestro era davvero un tipo piuttosto molesto. Un uomo di mezza età, con i capelli grigi ed il viso colorato da un curioso trucco luccicante. Gli occhi vivaci erano ricalcati da una linea di mattina nera ed il labbro inferiore diviso da una riga verticale di colore azzurro che terminava nel mento. Sfoggiava un vistoso completo tra le tonalità di oro, rosso e celeste. Frida adocchiò immediatamente la corposità della sua anima. Era piccola e sottile, per nulla compatta, sfilacciata in un colore verde scuro e grigio.

Rivolse a Frida un sorriso sinistro mentre la ragazza si avvicinava a lui, sempre più intimorita e per niente convinta di presentarsi.

«Mio adorato Loki, allora è lei la bella fata di cui mi hai parlato.» cinguettò come se fosse in balia di sostanze inebrianti.

«Sono rammaricato del ritardo, ma ha ripreso i sensi a fatica.» spiegò Loki prima di avvicinarsi all'uomo e baciargli una mano. Frida osservò quella scena con un pizzico di indignazione e sconcerto.

Mantenne il silenzio salutando quella sottospecie di sovrano con un inchino devoto.

«E' piccolina ma ben proporzionata.» commentò il Gran Maestro osservando meglio l'intera figura di Frida. Lei ribollì di rabbia nell'essere analizzata come una merce, non più convinta di potersi fidare di Loki. Con la stessa gelosia e collera il dio del caos trattenne il suo disappunto stringendo i pugni.

«Una bellezza unica.» fece eco Loki, fingendo visibilmente il suo tono soave.

«Quei disegni sulle gambe e le braccia poi, una rarità! Da dove provieni tesoro?» le domandò l'uomo chinandosi con il busto in avanti. Frida si catturò le dita lasciandole distese sul ventre e roteando gli anelli in argento per scaricare i nervi.

Frida - La runa di Loki ✔️Where stories live. Discover now