quarantesimo capitolo

3.6K 224 15
                                    

Rimasi fuori qualche minuto respirando profondamente e cancellando ancora una volta il nome di Ashton dal mio cervello impazzito.
Avevo un rifiuto per quel ragazzo. La verità era che una volta che lo sentivo, continuavo a sentirlo a raffica fino a quando non mi costringevo a pensare ad altro.
Da quella sera non lo avevo più visto e mi ero convinta che fosse il meglio, ma ogni volta che qualcuno o qualcosa me lo faceva tornare in mente sentivo una fortissima nausea che mi faceva quasi impazzire.
Quando rientrai a casa i miei amici stavano facendo come a casa loro naturalmente. Harry e Louis erano accoccolati sul divano a guardare una delle tante telenovelas mattutine, Zayn e Liam stavano girando una canna e Niall si stava scolando una lattina di sprite.
‘fate pure come a casa vostra’ recitai e tutti risero.
‘festeggiamo per il tuo ritorno’ Zayn portò le mani al cielo come segno di vittoria.
Niall Cominciò ad applaudire e gli altri urlarono in coro.
Scoppiai a ridere guardando la scena.
‘quando torni allora?’ chiese Louis.
‘amh..’ mi grattai la nuca.
Come avrei potuto dirgli che sarei rimasta volentieri con mio padre e lontana da quella scuola e quella gente per tutta la mia vita?
‘stai aspettando che ti viene a prendere il principe azzurro?’ Liam rise.
‘sicuramente non stavo aspettando i miei amici con quantità industriali di erba dopo che sono finita per giorni e giorni in ospedale.’ Risi.
‘scusaci, cara’ Niall scherzò e tutti risero ancora una volta.
‘non abbiamo detto che quella roba è per te comunque.’ Harry si trattenne da una risata.
‘già, l’ho pagata io, dovrei fumarla da solo.’ Liam si imbronciò per finta.
Zayn diede uno schiaffetto in testa a Lui che continuò a rollare la canna sghignazzando.
‘non sei costretta a fumare.’ Louis fece spallucce.
‘penso che eviterò.’ Annuii.
Zayn strappò la canna dalle mani di Liam e la alzò in aria come segno di vittoria.
‘siamo a cinque.’ Niall prese tutte le altre in mano.
‘perché avete rollato cinque canne?’ scoppiai a ridere.
Liam si alzò a distribuirle ai miei amici e arrivato a me storse la bocca.
‘mi fa strano non vederti fumare con noi.’
Sorrisi divertita e mi sedetti accanto a Louis mentre tutti iniziavano a fumare.
‘scusate.’ Risi ‘chi vi ha detto che potete fumare dentro casa?’
‘Non c’è tuo padre.’ Zayn fece dei cerchietti col fumo.
‘come fai a saperlo?’ storsi la bocca.
‘tuo fratello ce l’ha detto.’ Niall rispose al posto di Zayn.
Rimasi a bocca aperta qualche secondo.
‘è tornato a scuola ieri’ Rispose Harry.
‘come.. sta?’ riuscii a parlare nonostante il groppo in gola.
‘sembra cresciuto’ Louis parlò confuso.
sei già fatto loulou?’ Niall scoppiò a ridere.
‘no, ve lo assicuro, sembra molto più grande.’ Scoppiò a ridere anche Louis.
Lo capii. Era la stessa sensazione che avevo avuto guardandolo all’ospedale.
‘è successo qualcosa?’
‘intendi chiedere se l’abbiamo preso a pugni?’ Zayn alzò il sopracciglio.
Io annuii in silenzio.
‘Dio, no.’ Rispose Liam.
‘è stato comunque..’ Harry si bloccò ‘gentile?’
Gli altri scoppiarono a ridere.
‘sembrava come se volesse farci venire qui.’ Il riccio alzò le spalle prima di prendere un altro tiro.
‘ha detto qualcosa di strano?’
tesoro, tuo fratello è strano.’ Niall Rimarcò le ultime due parole.
Mi ritornarono in mente i ricordi dell’ospedale, tutto quello che mi aveva detto e la paura che potesse dire qualcosa a chiunque si bloccò nel mio corpo.
Mi guardai intorno e una cappa di fumo copriva la stanza.
‘al diavolo l’ospedale.’ Gridai alzandomi dal divano e girandomi una canna.


Un’ora più tardi eravamo di ritorno dal mare completamente vestiti e zuppi.
Zayn fu il primo ad entrare in casa e Niall lo seguì con me sulle spalle.
Harry e Louis continuavano a spintonarsi da quando erano usciti dall’acqua e Liam non faceva altro che ridere. Se qualcuno c’avesse visti in quel momento avrebbe chiamato qualche esorcista dati gli occhi rossi e i visi pallidi.
Quando Niall mi mise giù cominciai a slittare sul pavimento a causa dell’acqua che avevamo trasportato dentro casa con i vestiti completamente bagnati.
Mi alzai la maglietta fino al petto e la legai lateralmente facendo scoppiare a ridere tutti.
‘sei praticamente nuda’ Harry mi indicò sdraiato a terra.
Io feci spallucce e presi un paio di lattine di coca cola che misi sul tavolo.
Zayn fece ritorno dalla sua macchina con una cassa gigante che accese subito dopo aver chiuso la porta dell’ingresso. I bicchieri da collezione di mio padre tremarono pericolosamente, ma i miei occhi rossi parlavano più del dovuto, così ovviamente me ne fregai e cominciai a trascinare tutti al centro del salone per ballare.
Liam mi fece girare più di una volta e gli altri applaudirono afferrandomi mentre stavo per cadere dritta sul tavolino.
Le pareti della stanza si ristringevano e cambiavano forma in continuazione facendomi perdere il controllo della situazione.
Quando partì s&m di Rihanna Louis cominciò a saltare e ad urlare. Da lì capii sempre di meno, sentivo solo i vestiti bagnati attaccarsi addosso al corpo e i capelli arricciarsi in testa.
Restammo così per un tempo indeterminabile, poi la musica si interruppe.
‘no’ battei i piedi a terra piagnucolando come una bambina e abbracciando Liam.
‘tesoro, chi è quello?’ scoppiò a ridere mentre nella stanza si aprì il silenzio.
Mi girai e trovai mio padre accigliato con le braccia conserte e una busta del supermercato in mano.
‘chi sono questi ragazzi, Cassie?’
‘chi?’ Alzai il sopracciglio non riuscendo a capire di cosa stesse parlando.
‘questi’ scandì bene ‘ragazzi.’
Mi voltai e capii che stava parlando dei miei amici.
‘io sono Zayn’ Alzò la mano cominciando a scuoterla.
‘no, tu sei fatto’ rispose Niall scoppiando a ridere.
Io feci lo stesso coprendomi la bocca.
Mi padre spalancò gli occhi e poi cominciò ad annusare la stanza come un cane antidroga in pieno servizio.
‘stia tranquillo, non abbiamo fumato.’ Disse Harry aprendo bene gli occhi e mostrando tutto il rosso che circondava completamente le iridi verdi.
‘cassie’ mio padre mi afferrò per un braccio ‘dobbiamo parlare.’
‘di cosa?’ risi.
‘andiamo, cassie.’ Disse a bassa voce tenendo la presa ben salda.
‘cosa c’è?’ continuai a ridacchiare senza motivo.
Lui lasciò la presa, fece un respiro e poi guardò Harry.
‘non so chi siete e cosa state facendo qui. Ma ve ne state andando adesso.’ Rimarcò l’ultima parola prima di indicare la porta.
Louis mi guardò indeciso sul da farsi.
‘non se ne vanno invece’ incrociai le braccia.
‘ho detto di si.’ Rispose calmo mio padre.
‘no’
‘si’
‘no!’ gridai
‘fuori di qui.’ Questa volta gridò così forte che mi coprii istintivamente le orecchie e rimasi in silenzio.
I miei amici scoppiarono a ridere e mi salutarono velocemente prima di correre fuori casa. Quando si chiusero la porta alle spalle riuscii a sentire chiaramente la risata di Harry.
Io non riuscii a ridere come loro, perché in quel momento provai un odio così forte nei confronti di mio padre che dovevo allontanarmi all’istante prima di fare qualcosa di cui mi sarei pentita.
Lo guardai e poi camminai fuori dal salone.
‘dove stai andando?’ disse senza girarsi.
‘non sono problemi tuoi.’
‘lo sono invece.’ Mi guardò.
‘perché non la smetti di fare il padre apprensivo?’ gridai.
‘perché non puoi impedirmelo un’altra volta.’
‘mi basta mia madre. Tu sei solo un passante nella mia vita.’ Sputai veleno non tenendo conto che avrei potuto ferire i sentimenti di qualcuno. Mio padre non si perse d’animo e continuò.
‘se sei venuta qui è perché volevi allontanarti dai tuoi problemi a Perth.’ Scosse la testa indicando la porta ‘ma non ti sei resa conto che ti hanno seguita fino a qui.’
‘Tu non puoi parlare, ok?’ gesticolai.
‘è per colpa loro che ti droghi?’
‘papà, non mi drogo!’ tirai un calcio al muro.
‘come la chiami questa?’ Prese un mucchietto di erba tritata sul tavolo e me la tirò sparpagliandola sul pavimento.
‘sono venuta qui per non avere rotture di coglioni. Ma a quanto pare non è servito a niente.’ Lo indicai lo braccio prima di girare i tacchi ancora una volta.
‘perché non ammetti che sono loro il tuo male?’
‘perché se solo tu sapessi la verità capiresti che loro non sono il mio male, ok?’ alzai la voce.
‘allora perché non la dici questa verità?’ sussurrò appena guardandomi negli occhi e avvicinandosi.
Avrei potuto dirgli la verità. Era una persona relativamente lontana dai fatti e probabilmente parlarne con qualcuno mi avrebbe aiutata in qualche modo.
Mi grattai la nuca.
Come avrei potuto dirgli la verità? Era mio padre, avrebbe saltato la parte interessate e sarebbe passato direttamente alla droga, all’erba, al sesso e alla scuola.
Scossi la testa.
‘non ne ho voglia.’ Guardai in basso e camminai lontana da lui velocemente.

Passai il resto della giornata nel letto a non fare niente.
Le coperte erano soffocanti e la luce era troppo luminosa per i miei occhi che desideravano solo buio in quel momento.
I pensieri si confondevano in testa creando strani giochi di parole e soluzioni che avrei potuto trovare tempo prima se solo fossero state possibili.
Mio padre non faceva altro che traficcare con qualcosa in cucina che continuava a sbattere da ore.
Sbuffai per la quindicesima volta e mi ritrovai a pensare all’argomento che mi ero promessa di cancellare definitivamente dal mio repertorio.
Le immagini di quella sera mi ritornavano in mente a volte, erano come flash e ogni volta riuscivo a sentire le stesse emozioni provate in quell’istante mortale.
Sentivo la paura, il sudore che mi bagnava i capelli, la nausea, le pasticche che mi scendevano in gola.
Non riuscivo a smettere di pensare a cosa fosse scattato nel cervello di Ashton, ma in parte gli ero debitrice, perché era stato lui a trascinarmi in ospedale.
Non sapevo cosa pensare al riguardo, ma non riuscivo a non provare una rabbia incontrollabile quando qualcuno nominava il suo nome.
A volte la mente lo ricollegava a un argomento e arrivavo ad odiarmi da sola. Era chiaro che ancora non avevo il pieno controllo sulla mia testa e soprattutto sulla mia vita, ma come potevo essere sicura di quello che provavo dopo tutte le emozioni contrastanti che mi aveva dato?
Sbuffai per la seconda volta e sentii qualcosa di scomodo sotto alla schiena. Quando mi spostai e afferrai l’oggetto capii che si trattava del telefono di Harry, ma prima che potessi sbloccarlo per chiamare qualcuno e avvertirlo che il telefono era con me il campanello di casa suonò e la mia testa si girò automaticamente verso la porta che dava al corridoio.
‘Harry’ sussurrai sbuffando e scendendo dal letto.


Angolo di Claire 
Salve a tutti, mi scuso per non aver potuto correggere gli errori, ma ho una mia amica accanto che sta cercando di leggere in francese (fa lo scientifico............)
Vi ringrazio cento volte per i likes e per i commenti e  per la quindicesima volta mi scuso perché non ho potuto aggiornare prima.
Fatemi sapere cosa ne pensate.

Vi amo!
Claire♥☻

ripped jeans || ashton irwin♡Where stories live. Discover now