quarantaduesimo capitolo

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Il citofonò suonò e fui costretta ad abbassare il volume della tv ormai troppo alto per le orecchie di chiunque. Harry si risvegliò e si tirò su dalla mia spalla ormai addormentata.
‘ma chi è?’ chiese strofinandosi gli occhi.
Sbadigliai guardando l’orologio e realizzando che era troppo presto per mio padre.
Harry si alzò dal divano trascinandomi con sé.
‘non mi va di camminare’ risi e lui mi prese in braccio senza darmi la possibilità di dire altro.
Eravamo sempre stati i due con il rapporto migliore nel gruppo, ma negli ultimi giorni sembrava migliorare sempre di più.
Il riccio aprì la porta al posto mio mentre io ancora mi strofinavo gli occhi e sbadigliavo a causa del sonnellino di due ore in cui eravamo crollati senza rendercene conto.
‘tu?’ disse Harry.
Fui costretta a voltarmi per capire di chi si trattasse e sgranai gli occhi quando realizzai che Ashton era davanti a quella porta ancora una volta.
‘Ashton’ gridai.
Lui chiuse gli occhi più di una volta e impiegai tre secondi buoni per capire quale fosse il suo problema. Poi quando realizzai di trovarmi tra le braccia di Harry che improvvisamente non aveva più una maglietta capii il motivo di quello sguardo perso.
Mi schiarii la voce e guardai Harry prima di scendere di mia spontanea volontà, visto che Harry si era praticamente immobilizzato davanti al biondo.
‘hey’ dissi sventolando una mano davanti agli occhi di Ashton.
‘c’è qualcosa che devo sapere?’ chiese.
‘tu? Perché dovresti sapere qualcosa tu?’ sibilò Harry che fulminai con lo sguardo.
Ashton annuì prima di voltarsi.
‘no, aspetta.’ Dissi prima di afferrarlo per un polso e prendendo una scossa così potente che mi fece saltare.
Lo guardai sconvolta.
‘che diavolo era?’ chiese il riccio avvicinandosi.
‘non lo so.’ Risposi in coro ad Ashton che mi stava scavando dentro con i suoi profondi fari verdi.
La sua presenza mi dava ancora i brividi ovviamente e il suo sguardo era più profondo e magnetico di quello che potevo ricordare.
‘lo chiederò ancora una volta, prima di pensare male.’ Il riccio si schiarì la voce ‘cosa ci fa lui qui?’
Non seppi cosa rispondere, perché il contatto fisico con Ashton mi aveva dato brividi che non riuscivo ancora ad allontanare.
Ashton trattenne il respiro, poi guardò Harry.
Non mi ero mai soffermata a guardarli vicini, erano entrambi così alti che riuscivano a farmi sentire bassa nonostante non fossi affatto bassa.
I ricci mori di Harry si scontravano con quelli biondi cenere di Ashton e le labbra carnose e dolci di entrambi erano piegate in una smorfia indefinibile.
Mi chiesi cosa stessero pensando della situazione, ma la verità è che nessuno conosceva i fatti come erano realmente, neanche io.
‘scienze.’ Disse il biondo serrando la mascella e probabilmente pregando che il riccio credesse alle sue parole.
‘oh’ Harry annuì prima di guardarmi.
‘già’ annuii a mia volta priva del dizionario che avevo accumulato negli anni, priva del dono della parola che mi veniva tolto ogni volta che mi immergevo in quei pozzi profondi.
Harry annuì ancora una volta prima di guardare Ashton e di farmi un cenno con la testa. Poi se ne andò.
Mi appoggiai allo stipite della porta e tornai a respirare regolarmente.
‘posso entrare o non me lo merito?’ chiese il biondo attirando la mia attenzione.
Io non risposi, semplicemente lasciai la porta aperta ed entrai in casa camminando lentamente verso il salone e restando con le orecchie ben aperte per ascoltare il suono della porta chiusa.
Quel suono non tardò molto ad arrivare e fu accompagnato dai passi secchi del biondo lungo il mio percorso.
Presi il telecomando e spensi la televisione prima di sedermi a gambe incrociate sul divano probabilmente aspettando qualcosa da parte sua.
‘sono tornato.’ Si appoggiò al muro tenendosi a debita distanza da me.
‘già’ tenni lo sguardo fisso sul terreno.
‘la scuola’ disse prendendo un respiro ‘è diversa’
Mi voltai verso di lui.
‘senza di te intendo.’
‘sei venuto a dirmi questo?’ mi morsi il labbro.
‘forse..’ si grattò la nuca ‘o forse ho preparato un discorso che ho dimenticato varcando quella soglia.’
Tornai con lo sguardo fisso a terra, davanti a me.
Il passo dolce di Ashton non tardò a seguire il mio sguardo. Si accovacciò con le ginocchia piegate proprio ai piedi del divano, davanti a me.
‘forse dovrei iniziare a chiedere scusa.’ Mi alzò il mento con le dita.
Aprii la bocca per parlare, ma poi la chiusi.
‘mi sei mancata davvero.’ Sussurrò guardandomi negli occhi.
Io annuii facendo svolazzare le ciglia chiare contro il suo pollice.
‘mi sono fermato fuori da quell’ospedale tutti i giorni aspettando di vederti uscire’ sorrise malinconico ‘aspettando le tue magliettone larghe di quando stai male o le tue code approssimate in testa.’
Sorrisi.
‘Ho aspettato lì fuori perché non avevo il coraggio di entrare dopo tutto quello che ho fatto.’ Deglutì tornando serio.
‘Ashton’ soffocai un respiro che mi si bloccò in gola.
‘non ti ho visto per giorni interi.’ Scosse la testa ‘non so come ho fatto.’
Sbattei le ciglia più volte.
‘sono andato a scuola tre volte.’ Fece spallucce ‘non è la stessa cosa senza di te.’
Indicò lo zigomo ancora nero.
‘non è la stessa cosa senza le tue mani fredde contro il mio livido, o senza i tuoi sensi di colpa nonostante non sia mai stata tu a colpirmi.’
Mi accarezzò la guancia.
‘lo so che ti ho fatto del male. Probabilmente l’ho fatto alla persona che se lo meritava di meno.’ Deglutì ‘ma tutto quello che ho fatto, ho cercato di farlo per te. Ho cercato la soluzione giusta, ho trovato tante soluzioni sbagliate che sono andate contro di te, che ti hanno resa più debole.’
Fece un altro respiro.
‘mi dispiace.’
Scossi la testa abbassando lo sguardo, ma lui mi costrinse ad alzarlo di nuovo.
‘sono venuto qui perché dovevo vederti e dovevo assicurarmi che stai bene. Non ti chiederò se stai bene, perché lo leggo dai tuoi occhi che ti faccio solo del male.’
Scossi debolmente il capo.
‘mi dispiace se ti faccio del male, ma non riesco a starti lontano.’ Deglutì rumorosamente abbassando lo sguardo.
‘hey’ sussurrai cercando i suoi occhi.
‘Un altro motivo per cui sono venuto qui è perché devo chiederti una cosa.’ Annuì, ma rimase in silenzio aspettando una mia risposta.
Lo guardai negli occhi.
‘torna, Cassie.’ Chiuse le palpebre per qualche millesimo di secondo, poi tornò a guardarmi.
Afferrai la sua mano salda sul mio viso con la mia mano, incapace di parlare.
‘adesso che so la verità non ho intenzione di arrendermi.’ Accarezzò le mie dita con il suo pollice.
Rimasi confusa dalle sue parole, così aggrottai le sopracciglia.
‘so la verità. Questo basta per scusarmi ancora.’
Così capii che si riferiva probabilmente ad Helena e Charlie.
‘chi te l’ha detto?’ sussurrai.
‘Luke’ si morse la guancia dall’interno della bocca.
Sorrisi spontaneamente guardando in basso. Mio fratello aveva fatto un altro passo esatto.
‘Ho capito il problema alla fine.’ Sospirò ‘hai paura e ti capisco.’
Passò le mani sulle mie ginocchia avvicinandosi ancora di più al divano.
‘ma ti prego, voglio una possibilità con te.’
Il mio cuore si fermò improvvisamente facendo una capriola nel petto e scuotendomi tutto il cervello. Improvvisamente sentii una sensazione indescrivibile nello stomaco, come una miriade di farfalle liberate da una gabbia che le rinchiudeva e le rendeva incapaci di muoversi liberamente.
‘ho cambiato tante volte idea su di noi, ma adesso ho capito cosa voglio e perché lo voglio.’ Serrò la mascella.
Non riuscii a dire nulla, perché lo stomaco non me lo permise.
‘non rispondermi subito.’ Si alzò in piedi.
‘dove stai andando?’ riuscii a parlare.
‘non vorrei restare qui, tra un quarto d’ora torna tuo padre.’ Guardò il telefono.
‘come fai a saperlo?’
‘Luke.’ Disse ancora.
Annuii combattuta da cosa dovessi dire o fare o anche addirittura pensare in quel momento.
Lui mi guardò un’ultima volta prima di avvicinarsi e di lasciarmi un bacio lento sulla guancia. Chiusi gli occhi quando i capelli mi solleticarono il naso e il profumo rese l’aria più leggera.
Quando si allontanò non aggiunse nulla, raggiunse la porta del salone, poi si girò, mi guardò per l’ultima volta e uscì.

Quando mio padre mise piede in casa giurai di essere più morta che viva, perché ero rimasta sul divano a fissare il vuoto per istanti interminabili.
‘Cassie? Sei a casa?’ chiese mio padre chiudendo la porta e sentendo un silenzio tombale, poi raggiunse il salone e quando mi vide sul divano, immobile, saltò sul posto mettendosi una mano sul cuore a causa dello spavento.
‘certo che sono a casa’ dissi con un unico tono di voce ‘dove vuoi che vada?’
‘hai la febbre?’ si avvicinò mettendomi una mano in fronte.
‘no.’ Risposi con la stessa tonalità.
‘è successo qualcosa?’
‘si’
‘immagino che tu non voglia parlarne.’ Posò la valigetta accanto al divano e si mise nella stessa posizione di Ashton.
‘hai presente quando decidi di fare una cosa che poi scopri che ti ha fatto solo male, ma poi questa cosa ritorna più di una volta e tu continui a fare l’errore che hai fatto in precedenza facendoti solo più male?’ sospirai ‘poi arriva il punto in cui decidi che non lo farai più, perché hai oltrepassato decisamente il limite..’
‘ma?’ chiese l’uomo brizzolato.
‘ma questa cosa.. questa persona ritorna.’
‘e non sai come reagire?’
non so neanche cosa pensare, perché è l’unica persona che mi ha fatto del male volendomi solo salvare e non volendo stravolgere la mia vita.’ Scossi la testa.
‘quindi hai paura di farti male ancora una volta?’
‘si, ma questa volta non so se potrei riuscire a riprendermi.’
‘ne vale la pena?’ chiese quasi sussurrando e io non riuscii a fermare il mio cervello che mi riportò a qualche settimana prima.
‘Ma non è affatto sbagliato provare un sentimento.’ Scosse la testa mentre milioni di goccioline venivano cacciate dai capelli volando via. ‘perché anche se te ne pentirai, un giorno, hai comunque provato qualcosa che ti ha dimostrato di essere vivo.’
Cercai il suo sguardò che era finito a terra, ma quando lo trovai mi sciolsi per colpa di quegli occhi ancora una volta.
‘ne vale la pena.’ Annuì ‘vale la pena mettersi in gioco.’
Mio padre aggrottò le sopracciglia probabilmente chiedendosi dove fosse finito il mio cervello.
‘probabilmente ne vale la pena, ma ho paura di essere..’ mi morsi il labbro ‘giudicata.’
Mio padre emise una risatina, poi scosse la testa.
‘sai cosa mi hai appena ricordato? Da piccola ti piaceva vestirti di nero, all’inizio era abbastanza strano, ma alla fine io e tua madre ci siamo abituati. Non ti vestivi completamente di nero, è chiaro, ma avevi questa mania per i braccialetti, le collanine, i polsini, le gonne e tutto questo ovviamente nero.’
Lo guardai incuriosita dal racconto e dal motivo di questa storia in quel momento.
‘comunque, le tue amiche ovviamente vestivano tutte di rosa, avevate nove anni, era normale.’ Sorrise. ‘un giorno sei tornata a casa piangendo, io e tua madre ci siamo chiesti il motivo e tu hai raccontato che le bambine, che erano tue amiche, ti avevano presa in giro. Da quel giorno ti sei vestita di rosa anche te, ma questo è durato due giorni, perché una mattina ti sei svegliata e sei tornata con la gonna e i braccialetti neri.’ Scoppiò a ridere e io feci lo stesso.
‘La settimana dopo avevi cambiato amiche, loro si vestivano di tutti i colori, anche di nero.’ Fece spallucce.
‘quindi ho continuato a vestirmi come volevo io?’ sorrisi.
Sei sempre stata determinata, Cassie, quando vuoi una cosa te la prendi.
‘e i giudizi?’
‘ti faccio la stessa domanda di prima dopo questo racconto. Ne vale la pena?’
Rimasi in silenzio a fissare il soffitto. Non risposi per tutta la sera anche se la risposta la conoscevo bene.

Angolo di Claire
ADESSO DITEMI, NE è VALSA LA PENA ASPETTARE UNA SETTIMANA PER QUESTO CAPITOLO MELENSO?
Prima di commentare la dolcezza di Ashton e i discorsi smielati di Cassie ci tengo a dire una cosa. 
Non riesco a capire perché i voti siano diminuiti e le letture no. Forse questi capitoli non vi sono piaciuti, forse vi siete stancate e lo capisco, ma so che non è così per tutti, perché molte volte leggete senza esprimere la vostra opinione e la cosa mi rende triste, perché se scrivo (oltre a farlo per me) lo faccio anche per voi.
Per questo, per spronarvi, ho deciso di continuare solo con 70 likes.
Ritornando al capitolo, ASHTON IS BACK e Cassie sembra apprezzarlo molto.
Non mi soffermo a parlare dell'incontro e la descrizione di un NakedHarry! e un OcchialutoAshton! perché sennò partono le bestemmie. (OTP)
Fatemi sapere cosa ne pensate! Aspetto con ansia.
Vi adoro.

Claire♥

ripped jeans || ashton irwin♡Where stories live. Discover now