quarantatreesimo capitolo

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Non c’avevo messo molto a capire quale fosse il mio compito quel venerdì mattina, perché era chiaro che dovessi tornare a Perth anche solo per respirare l’aria di quella città che mi aveva accolta per tutti quegli anni.
Avevo preso la macchina di riserva di mio padre e mi ero messa in viaggio portandomi lo stretto indispensabile.
Mi ero solo svegliata con la voglia di tornare a casa per qualche oretta, magari con lo scopo di salutare mia madre e mio fratello, oppure di passare qualche ora con Harry e gli altri. Chissà, magari sarei anche passata a salutare Ashton.
Sarei arrivata tra meno di mezz’ora quando incontrai un cartello neanche troppo grande che mi costrinse ad accostare.
Scesi dalla macchina e rimasi a fissare il cartello colorato sopra al mio naso. Ci misi un paio di minuti per collegare le cose, ma quando riuscii a trovare un filo logico mi spaventai.
Avevo passato la notte con gli occhi aperti a fissare il vuoto. I sensi di colpa mi impedivano di sognare.
Ma sensi di colpa per cosa?
Non ero mai stata una ragazza che si faceva problemi a distruggere la vita ad altre persone, anzi, trovavo la cosa molto divertente, ma era chiaro che non potessi più parlare della ragazza che ero, perché in quel momento, in quel letto, in quella cittadina, non ero più la Cassie Hemmings che ero solita ad essere.
Così avevo pensato, avevo pensato così tanto che alla fine, arrivata alla conclusione, avevo deciso che non potevo più restarmene con le mani in mano. Dovevo agire.
Ogni pensiero mi riportava al gruppo di mio fratello e alle loro difficoltà create da me. Non potevo restare a guardare la scena da lontano ritenendomi solo una spettatrice, perché se volevo aiutare mio fratello dovevo avvicinarmi così tanto da tornare a far parte della storia come protagonista.
Ecco il vero motivo per cui mi ero messa in viaggio. Forse volevo davvero parlare con la mia famiglia e sicuramente volevo salutare Ashton, ma il mio compito era molto più grande.
Per questo restai a fissare il cartello sopra la mia testa, perché finalmente realizzai che non era poi così difficile aiutare le persone, avevo la possibilità esattamente davanti a me.
Composi il numero scritto in bianco e aspettai con pazienza che qualcosa rispondesse alla mia chiamata.
‘pronto?’
‘salve’ dissi quasi saltando sul posto.
‘posso aiutarla?’
‘in realtà sì.’ Presi un respiro ‘voglio iscrivere un gruppo alla competizione di questa sera.’
L’uomo dall’altra parte del telefono fece un paio di respiri, poi finalmente parlò.
‘mi dispiace, ma i posti sono finiti giorni fa.’
‘dannazione.’ Tirai un calcio a una pietra facendola volteggiare a terra per qualche metro.
‘non so come posso aiutarla’
‘non esiste nessun modo?’
‘beh’ si schiarì la voce ‘come sa il concorso è gratuito..’
Qualche attimo di silenzio mi fece connettere il cervello realizzando cosa realmente volesse farmi capire.
‘e se non fosse poi così gratuito per me?’ incrociai le dita.
‘vuole dire che ha intenzione di pagare per far inserire la band senza alcun problema?’ chiese incredulo.
‘voglio dire che ha compreso al volo la mia necessità.’
Ridacchiai in silenzio per la mia band, ma tornai seria aspettando la sua conferma.
‘il nome della band?’
Rimasi in silenzio qualche secondo prima di decidere un nome alla svelta.
Ma avevano un nome?
Ripensai a loro, al loro aspetto fisico, ai capelli, all’abbigliamento, a qualcosa che potesse distinguerli tanto da donargli addirittura un nome. Quando arrivai all’abbigliamento mi illuminai.
Ripped Jeans.’ Dissi fiera della scelta.
‘bene.’ Qualche secondo di silenzio ‘devono portare un pezzo inedito e se andranno alla seconda manche dovranno scegliere una cover da suonare tra quelle che proporremo.’
‘perfetto.’ Sorrisi.
‘Per quanto riguarda il pagamento ci vedremo mezz’ora prima. Entri e chieda di Wade. Ne discuteremo in privato.’

Parcheggiai la macchina nel vialetto di scuola e corsi dentro.
Non mi preoccupai dei possibili sguardi che avrei ricevuto, l’unica mia preoccupazione era raggiungere l’armadietto di Madison senza attirare troppa attenzione dopo il suono della campanella che determinava l’inizio delle lezioni.
Presi un respiro e girai l’angolo trovandomi davanti a scuola, una quantità esagerata di persone si voltò nella mia direzione cominciando a parlottare. Molti di loro si allontanarono lasciandomi passare.
Non sapevo dove andare, ma quando vidi in lontananza il mio gruppo di amici nel loro solito posto tirai un sospiro di sollievo.
Mi incamminai per raggiungerli, ma intruppai contro un ragazzo che saltò.
‘oh mio dio, scusami Cassie, scusami, davvero.’ Si toccò i capelli più volte guardandosi intorno ‘non volevo mettermi in mezzo, davvero.’
Aggrottai la fronte. Ma cosa stava facendo?
Poggiai una mano sul suo braccio facendolo zittire improvvisamente.
‘non fa niente, ok?’ Sorrisi e continuai a camminare verso il mio gruppo.
Metà delle persone presenti rimase immobile, forse colpita dalla mia reazione fin troppo calma, forse colpita dal fatto che avessi appena parlato con un ragazzo comune senza andargli contro per qualche strano motivo.
Seppi che la campanella era suonata perché ognuno entrò lasciandomi sola lì fuori.
Entrai dentro all’edificio e l’odore inconfondibile della mia scuola mi fece sorridere. Potevo dire che mi mancava quel posto.
Quando arrivai all’armadietto di Madison infilai dentro il volantino che avevo stampato e mi allontanai a lunghi passi.
Non avevo un piano specifico, avevo sottolineato il numero di telefono che avevo chiamato io pochi minuti prima e avevo scritto ‘chiedi dei Ripped Jeans’ .
Non avevo intenzione di farmi riconoscere, ecco perché avevo cercato di camuffare in tutti i modi la mia scrittura e avevo deciso di far finta di non saperne niente mettendo in mezzo una persona come Madison, che sicuramente avrebbe capito che sarebbe stata la giusta occasione per far tornare il gruppo insieme.
Sapevo che ero la persona giusta per aggiustare le cose che avevo rovinato con le mie mani, ma non potevo mettermi in mezzo tanto da fargli capire le mie intenzioni.
Mi sedetti sul muretto accanto al bagno appoggiando la testa all’ultima fila di armadietti sbiaditi e congelati e aspettai il suono della campanella che arrivò preciso alla fine della prima ora. Non un minuto in più non uno in meno.
Mi nascosi e aspettai che Madison arrivasse per guardare la sua espressione una volta trovato il foglietto.
La mia amica arrivò puntuale ticchettando con i tacchi lucidi sul marmo e si fermò ad aprire l’armadietto, quando il foglietto le cadde davanti agli occhi e la costrinse ad indietreggiare per capire da dove provenisse.
Calum arrivò incappucciato dopo qualche minuto e mi presi un colpo, lui non era previsto nel piano.
‘cos’è?’ chiese prendendo in mano il foglietto pieghettato.
‘non so, era qui.’ Lo strappò dalle mani di Calum per aprirlo davanti ai suoi occhi.
‘Cos’è?’ disse sporgendosi, ma lei lo chiuse subito.
‘niente.’ Fece spallucce.
‘è un ammiratore segreto?’ Calum alzò il sopracciglio destro.
‘no, ti assicuro.’ Sorrise prima di guardarsi intorno e dirigersi verso la classe trascinando il ragazzo incappucciato con sé.

Trascinai i piedi fino alla mensa al suono della campanella e sorpresi l’altra metà della scuola che ancora non aveva avuto l’occasione di vedermi.
Un gruppo di ragazzi smise di parlare e mi fece passare, un altro cominciò quasi ad urlare, mentre ad una ragazza cadde a terra un libro subito dopo avermi vista.
Arrivai in mensa e vidi i soffici ricci di Harry da lontano, cominciai a correre e a nascondermi dietro alle cose per non farmi vedere e per sorprenderlo.
Arrivata in silenzio dietro le sue spalle mi schiarii la voce e lui si girò.
‘oddio.’ Gridò attirando l’attenzione dell’intera mensa e mi abbracciò lanciando il vassoio ancora vuoto.
Mi accoccolai tra le sue braccia per qualche secondo per poi ricordarmi che ero davanti a chiunque e in molti avrebbero pensato sicuramente qualcosa di sbagliato. Prima che potessi allontanarmi da lui qualcun altro si lanciò sulle mie spalle, mi voltai e trovai Zayn e tutti gli altri. Non mi diedero neanche il tempo di realizzare, mi abbracciarono tutti insieme facendomi quasi commuovere.
‘Cassie, santo cielo’ Disse Zayn stringendomi ancora più forte.
‘sei tornata?’ gridò Louis.
‘non ancora lou’ sorrisi.
‘tornerai vero?’ gridarono Liam e Niall in coro.
Io feci spallucce, ma un sorrisino mi spuntò sulle labbra, così tutti iniziarono a gridare e schiamazzare dalla felicità.
Non presi niente per pranzo, il mio obbiettivo non era quello ovviamente.
Quando mi sedetti al tavolo fui felice di ritrovarmi di nuovo lì, ma lanciai comunque qualche occhiata in giro per trovare il vero motivo che mi aveva spinta lì quel giorno.
Ci misi qualche secondo ad individuare Michael, questa volta con i capelli biondi e neri e qualche metro più in la mio fratello che entrava in mensa.
Mi alzai di scatto.
‘hey’ mi richiamò Liam aggrottando la fronte.
‘torno subito.’ Risposi velocemente prima di raggiungere mio fratello.
Luke si appoggiò al muro e osservò qualcosa da lontano, ma non riuscii a capire cosa stesse osservando, perché ormai ero troppo vicina a lui, così la mia presenza chiamò i suoi occhi.
‘Cassie?’ disse confuso.
‘Luke?’ Risposi.
‘che ci fai qui?’ giurai di vedere i suoi occhi illuminarsi mentre si avvicinava a me.
‘sono..’ mi grattai il mento ‘sono tornata a prendere qualcosa da portarmi da papà.’
Fece un passo indietro e non aggiunse altro.
‘che ci fai qui da solo?’ chiesi guardandomi intorno.
‘non ho voglia di pranzare.’ Mentì, ovviamente.
‘non hai nessuno con cui pranzare perché non parli con gli altri?’
‘parliamo, ok?’ rispose acido ‘non suoniamo più insieme, ma parliamo.’
La mia attenzione fu catturata dalla presenza di Calum e Madison che oltrepassavano la porta della mensa. Madison mi vide e si bloccò sul posto, Calum vide prima Luke, poi me.
‘Cassie’ sussurrò appena Madison.
‘hey’ sussurrai appena, salutando tutti e due con la mano.
Calum mi salutò con un gesto veloce e Madison rimase a fissarmi in silenzio.
La situazione diventò imbarazzante per qualche secondo, poi peggiorò ancora di più quando Michael si avvicinò al gruppo.
‘queste sono le schede da studiare.’ Disse così a bassa voce che dovetti avvicinarmi per capire.
‘dalle anche a lei.’ Rispose Luke freddo.
Michael alzò lo sguardo e mi vide.
‘bentornata Cassie.’
Sorrisi debolmente e annuii.
Michael prese delle schede di carta e cominciò a distribuirle a noi, poi guardò Luke e fece spallucce.
‘La dai te ad Helena?’
‘non se ne parla neanche.’ Rispose bruscamente mio fratello.
Mi voltai di scatto e lo fulminai con lo sguardo. Avevo intenzione di capire cosa stesse succedendo, se qualcuno sapeva qualcosa riguardo a me oltre che a Luke e Ashton.
‘bene, gliela darò io.’ Rispose Calum e la strappò dalle mani di Luke prima di camminare velocemente verso il tavolo.
‘Cassie’ Qualcuno mi chiamò da lontano, così fui costretta a girarmi e vidi Niall che mi faceva segno di tornare.
‘vai pure.’ Sussurrò mio fratello.
‘ci vediamo dopo.’ Dissi guardandolo negli occhi.
Tornai al tavolo, ma mi voltai ancora una volta. Luke e Michael neanche si rivolsero uno sguardo, si separarono andando in due posizioni completamente diverse, mentre Madison continuava a guardare nella mia direzione come ipnotizzata.
Pensai di aver capito il motivo di quello sguardo, probabilmente aveva capito chi era stata a mettere il bigliettino nel suo armadietto ma le sembrava troppo surreale per essere vero.
La guardai un’altra volta prima di deglutire e di sedermi sulla sedia.  
‘che facevi?’ chiese Harry, poi si avvicinò ancora di più ‘ho visto che distribuivano fogli, allora era vera la cosa della ricerca con Ashton.’
‘ricerca con Ashton?’ dissi sovrappensiero prima di saltare sul posto ‘si, si, certo che era vera.’
Harry mi sorrise e tornò a mangiare la carne spezzettata nel suo piatto.
Qualcosa attirò di nuovo la mia attenzione, non qualcosa, ma qualcuno.
Questa volta i miei occhi guizzarono veloci verso il tavolo dei dolci e per poco non mi sciolsi quando intravidi Ashton con i suoi occhiali intento a tagliare una torta alla frutta.
Sorrisi spontaneamente e restai a fissarlo in silenzio.
‘oh, dannazione, l’acqua.’ Gridò Louis.
Mi alzai di scatto.
‘ci penso io.’ Dissi prima che qualcuno potesse aggiungere altro.
Il tavolo delle bevande era esattamente difronte a quello dei dolci, non erano vicini, ma probabilmente mi avrebbe vista.
Mi avvicinai lentamente all’acqua e cominciai a riempire la brocca lucida tenendo gli occhi fissi su un altro soggetto ovviamente.
Il biondo riuscì finalmente a tagliare la torta e sorrise tra sé e sé alzando lo sguardo nella mia direzione e poi abbassandolo di nuovo.
Non seppi cosa gli fece cambiare idea, perché il suo sguardo guizzò di nuovo verso di me e questa volta si fermò.
Aprii leggermente la bocca sorpresa dal suo sguardo profondo a distanza, lui tenne la mascella serrata e deglutì prima di sorridermi.
Sperai con tutto il cuore che venisse lì in quel momento, così continuai a guardarlo e lui sembrò quasi leggermi nel pensiero, perché si voltò e poi si avvicinò al mio tavolo cercando di non attirare l’attenzione di nessuno.
‘Cas’ ormai vicino a me mi sfiorò il braccio facendomi prendere la scossa.
‘hey’ dissi alzando lo sguardo verso di lui che continuava a tenerlo basso.
‘forse dovresti togliere la brocca.’ Annuì.
Tornai con lo sguardo sulla brocca e mi resi conto che avevo lasciato l’acqua aperta e avevo fatto un disastro sul tavolo.
‘dannazione.’ Dissi lanciando qualche tovagliolo qui e lì senza preoccuparmene più di tanto.
Un ragazzo si avvicinò distrattamente a noi.
‘hai finito con l’acqua?’ chiese il biondo adottando un tono serio e distaccato.
‘si’ risposi fredda quasi quanto lui.
Poi mi guardò, gli sorrisi e tornai al mio tavolo seguita dal suo sguardo.


Angolo di Claire
Rieccomi qui, come promesso, ho aggiornato!
Il capitolo è abbastanza tranquillo, Cassie è tornata per una buona causa e sembra che sia davvero cambiata.
A quanto pare il titolo di questa fan fiction ha trovato un senso in questo capitolo! Chissà cosa succederà in questa band nel prossimo?
Gli sguardo Cassiton sono da spararsi in bocca per non urlare dai feels e io mi sto rendendo conto che shippo due personaggi creati da me e questa cosa non mi rende per niente sana mentalmente.
La fan fiction si avvicina alla fine, ma tranquille, perché manca ancora un po'! 
Come ho già detto, vi devo minacciare per i likes, quindi 75 likes o non aggiorno! 
Grazie ai nuovi lettori e ai nuovi commenti, sono arrivata a 90 likes in un capitolo e stavo per commuovermi, giuro.
Non potrei essere più felice di così, ho iniziato da 0 e sono finita a 90 solo grazie a voi!
Ci vediamo presto con un nuovissimissimo capitolo, stay tuned.
Claire ♥

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