ventinovesimo capitolo

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Varcai la porta di casa alle quattro e mezza precise di pomeriggio con la testa in aria, i capelli arruffati, otto buste in una mano e un pacchetto di sigarette vuoto nell’altra.
Sbattei contro il mobiletto vicino all’entrata e feci una grande confusione, ma nessuno sembrò accorgersene, così mi avvicinai alla cucina per prendere il bicchiere d’acqua che sognavo da un’oretta buona.
Mi avvicinai a passi pesanti al rubinetto quando un rumore di chitarre colpì in pieno il mio orecchio destro costringendomi a fermarmi.
‘ok, questa canzone l’abbiamo scritta da poco’
‘L’hai scritta, Ashton, l’hai scritta tu.’
‘già, neanche ci hai voluto dire a chi è riferita.’

Ma chi stava parlando?
Mi avvicinai alla cantina prima di aprire la porta e di prendere uno scalino in pieno rotolando giù per un paio di scalini e attirando l’attenzione su di me.
‘Per l’amore di Dio, eccoti’ strillò Madison.
‘quando l’hai organizzata questa festa?’ mi grattai la nuca mentre terminavo a gattoni le scale.
‘Cassie?’ Michael mi osservò dall’alto con un’espressione shoccata e divertita.
‘si, mi chiamo così’ Raccolsi le buste sempre gattonando.
‘ma che hai fatto?’ Luke posò la chitarra prima di tirarmi su.
‘shopping’ sorrisi mentre cercavo di trovare l’equilibrio nonostante mio fratello mi stesse tenendo in piedi.
Madison si avvicinò a me prima di aprirmi bene un occhio e poi l’altro.
‘no.’ Incrociò le braccia ‘tu sei fatta.’
‘Ma dai?’ Calum scoppiò a ridere.
Mi girai a guardarlo ma il mio sguardo venne catturato da Ashton senza maglietta seduto sulla batteria.
Non riuscii a controllarmi, così rimasi a guardarlo in silenzio mentre la testa formulava frasi senza senso solo per confondermi ancora di più.
Luke mi guardò confuso prima di seguire il mio sguardo e incontrare Ashton.
Il biondo alzò finalmente lo sguardo dalla batteria e mi guardò. La sua espressione di trasformò da rabbia a tristezza a odio e a compassione con pochi secondi.
Vidi la compassione riflettersi nei suoi occhi accompagnata alla mia immagine distrutta con mille buste in mano, diecimila capelli arruffati e un milione di pensieri che mi stavano mangiando le interiora.
Mi odiai più delle altre volte perché non volevo che qualcuno provasse compassione nei miei confronti. Io non ero una tipa da compassione, io ero una stronza ed era giusto che restassi così per tutti, anche per Ashton.
Mi staccai dalla presa di Luke e camminai fino a raggiungere il minifrigo. Presi una birra e cominciai a bere mentre avevo lo sguardo di tutti ancora puntato addosso.
‘Ma che le sta succedendo?’ Madison sussurrò a mio fratello, ma io riuscii a sentirla.
‘ti sento, sai?’ feci spallucce, alzai la birra e mi sedetti sul divano ringraziando dio per avermi trovato finalmente una posizione dove potevo essere sicura che non sarei caduta da un momento all’altro.
‘possiamo iniziare la ricerca adesso?’ Ashton si sistemò i capelli spogli e sospirò scuotendo la testa.
‘la canzone, ash’ una voce poco conosciuta mi risuonò nelle orecchie fino a farmi girare completamente. Accanto a me, seduta proprio alla mia sinistra, c’era la rossa Helena che non staccava gli occhi da Ashton e aveva una paralisi facciale a causa del sorriso a trentadue denti.
‘Helena’ sussurrai realizzando che si trattava proprio di lei che probabilmente era l’amica della ragazza del blog anonimo. Della ragazza che mi avrebbe portato via l’unica persona che non avrei mai voluto vedermi portare via in quel momento.
Un brivido mi attraversò la schiena quando lei si girò a guardarmi e fece un sorriso che mi immobilizzò completamente.
‘Cassie, vedo che stai meglio.’ Mi fece un occhiolino e tornò a sorridere ad Ashton che adesso stava parlando con i suoi amici.
‘tu..’ sussurrai avvicinandomi, ma non potei continuare perché Madison si sedette alla mia destra.
‘di che parlate?’ sorrise radiosa.
‘le stavo giusto dicendo che Ashton è davvero sexy quando suona.’ Helena sussurrò.
Madison ridacchiò probabilmente non capendo di cosa stesse parlando o quasi sicuramente pensando che fosse pazza.
Per un attimo pensai di trovarmi in un film horror infinito, ma non riuscii a finire il pensiero perché Ashton cominciò a battere le bacchette tra di loro e il silenzio calò nella stanza.
Ashton guardò gli altri e batté ancora tra volte prima che gli altri cominciassero a suonare insieme a lui la canzone di cui stavano parlando fino a poco prima.
You walked in, everyone was asking for your name’ mio fratello sorrise a Michael prima di continuare la strofa e di avvicinarsi a lui.
‘I'm pressed against the wall just watching your every move’ Calum andò verso il batterista tenendo il tempo con la testa.
How did we end up talking in the first place, you said you liked my Cobain shirt.’Il ritornello iniziò e Madison sorrise cominciando a muovere la testa a ritmo come Calum.
‘You're telling me how you love that song about living on a prayer.’
il cappellino di Michael volò via.
‘Everybody thought you were so insane 'cause you were so far out of my league’
Helena batté le mani a ritmo agitandosi sul divano.
Il ritornello ritornò ancora una volta e cominciai a muovere anche la mia testa.
‘Call me lucky 'cause in the end I'm a six and she's a ten’ Ashton si avvicinò al microfono cantando la sua parte a squarciagola mentre le mani continuavano a muovere le bacchette così agibilmente che rimasi senza fiato guardando la perfezione di ogni suo movimento.
Il ritornello suonò ancora una volta prima di terminare la canzone.
‘How did we end up, how did we end up here?’
I ragazzi rimasero in silenzio a riprendere fiato per qualche secondo mentre Helena si alzò dal divano e cominciò a saltare e ad applaudire come una pazza.
Madison sorrise annuendo ed applaudendo, mentre io posai la birra per terra e annuii sorridendo a mio fratello che illuminò la stanza con i suoi occhi che avevano preso a brillare senza sosta forse a causa della mia approvazione.


‘Prova a guardare qui, dannazione, renditi utile’ Madison urlò in faccia a Calum mentre Michael continuava a strimpellare con la sua chitarra e a canticchiare canzoncine sul nostro futuro 2 a scienze.
‘non troveremo niente se continueremo a pensare negativo.’ Luke prese a scarabocchiare su un foglio ‘non funziona neanche più la penna.’
Io scoppiai a ridere guardando la scena troppo divertente per poter essere tralasciata.
‘Ho portato le birre’ Ashton apparve dalle scale con due buste in mano che sbattevano tra di loro provocando ancora più confusione.
‘Dannazione, ci sei stato due ore!’ Luke sclerò alzandosi dal tappeto e prese le bottiglie distribuendole a tutti.
‘ashton io ti avevo chiesto una heineken’ Helena si alzò dal divano.
‘oh, ho preso tutte beck’s, solo una heineken per me.’
‘aspettate, qui parla dei batteri’ Calum chiamò a sé Madison che cominciò a scrivere qualcosa su un foglietto.
‘no, no’ scossi la testa ‘non avete capito nulla.’
‘qui c’è scritto resistenza batterica’ Michael posò finalmente la chitarra.
‘batterica..’
‘oh, beh, significa che berrò qualche sorso dalla tua’ Helena ridacchiò.
‘dobbiamo pur parlare di batteri’ Calum tornò a insistere.
‘tieni’ Ashton si sedette accanto a lei porgendole una bottiglia.
ma che diavolo fate?’ pensai forse un po’ troppo ad alta voce a causa della confusione.
Tutti si girarono verso di me in silenzio.
‘no’ sbarrai gli occhi ‘dovremmo parlare degli antibiotici’
Luke tirò un sospiro di sollievo inspiegabile e tornò al computer.
sai, la cosa divertente è che pensavo che ti stessi riferendo a noi.’ Helena mi fulminò con un sorriso falso e fece gelare Ashton.
‘Antibiotici’ Madison indicò lo schermo.
Mi alzai improvvisamente, avevo bisogno di una sigaretta.
Ashton fece lo stesso tirando fuori il suo pacchetto.
Ci guardammo sbattendo le palpebre lentamente e capii che era stata solo telepatia inspiegabile.
‘dove andate?’ Michael chiese curioso.
‘ho bisogno di una sigaretta’ dissi in coro con il biondo che si girò di scatto a guardarmi chiedendosi cosa stesse succedendo nei nostri cervelli in quel preciso istante.
Tutti ci guardarono perplessi.
Sorrisi e mi avvicinai alle scale seguita da lui.
Uscii in giardino e mi sedetti sull’amaca accendendo la sigaretta e aspirando il fumo violentemente.
‘Cassie’ Ashton si appoggiò all’albero davanti a me prendendo una sigaretta.
Alzai lo sguardo verso di lui aspettando che continuasse il suo discorso.
‘non voglio vederti così.’ Si avvicinò all’amaca.
‘così come?’ mentii
‘dopo il mio discorso all’ospedale sei’ si schiarì la voce ‘strana’
‘non è vero.’
‘senti’ si sedette con me sull’amaca incrociando le gambe e trovandosi esattamente davanti a me ‘mi dispiace vederti così, ok?’
‘non ho mai detto di stare così per colpa tua’ risposi acida
‘e allora spiegami il motivo.’ Mi prese il viso e mi costrinse a guardarlo negli occhi.
Rimasi a guardarlo in silenzio per qualche secondo, poi lui lasciò il mio mento e io potei tornare a guardarmi i piedi.
Potei vederlo annuire silenziosamente.
Ma cosa si aspettava? Non potevo semplicemente dirgli che lui era la causa del mio cambiamento.
Quei discorsi, quelle domande, quel tutto era inutile. Il punto era che non riuscivo più a sopportare la situazione e lui non faceva altro che peggiorare il tutto trattandomi male una volta e poi dicendomi che gli dispiaceva.
‘Ashton’ dissi senza pensarci due volte.
Lui alzò lo sguardo e mi guardò negli occhi.
Ma cosa mi costava dire la verità una volta per tutte?
‘ascoltami, io..’ iniziai un discorso quando lui mi fermò con la mano.
‘so già cosa vuoi dirmi.’
‘davvero?’ lo guardai sorpresa.
‘Mettiamoci una pietra sopra, il passato è passato, ora stiamo bene, ora possiamo essere amici, non so, conoscenti’ sorrise ‘compagni di scienze.’
No. Non era quello che avevo intenzione di dire.
Si. Sarebbe stato meglio così per tutti.
Annuii in silenzio abbozzando un sorriso.
‘Dammi il cinque, compagna di scienze’ scherzò alzando la sua mano estremamente grande.
Avvicinai la mia mano alla sua facendole scontrare, ma ancora una volta presi la scossa.
Lo guardai divertita e spaventata allo stesso tempo.
‘ok, questo ancora non me lo spiego.’ indicò le mani prima di scoppiare a ridere seguito da me.


Angolo di Claire
buona domenica a tutti, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che abbiate passato un bel weekend.
Non è niente di che, niente di così tragico o terribile e niente che non sia già successo nella 'storia' dei Cassiton. Infatti Cassie continua ad ubriacarsi e Ashton è inutile che sbrocca, perché si è capito che non riesce a stargli lontano per più di mezzo capitolo.
Cassie ha capito che l'amica della ragazza del blog è proprio quella [...] di Helena che adesso si sta accollando ad Ashton manco fosse na cozza al compleanno di uno scoglio.
La canzone che i ragazzi suonano è proprio end up here e il testo leggetevelo bene, perché vi ricorderà qualcosa, soprattutto il bacio alla festa: il famoso bacio.
Come ultima cosa dico che dovete assolutamente leggere una fan fiction, si chiama 

Darling, you'll be okay || Michael Clifford, ovviamente è su Michael e la scrittrice è 27california, nonchè una mia carissima amica che amo con tutto il cuore e che merita decisamente qualche voto o commento, perché scrive divinamente.
Non deludetemi!
vi amo.

Claire ♥

ripped jeans || ashton irwin♡Where stories live. Discover now