quarantacinquesimo capitolo

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Versai del caffè nella tazzina di Ashton prima di lasciarlo parlare.
‘ti troverò a scuola lunedì?’ bevve, ma si scottò e saltò sul posto lasciando la tazzina sul tavolo.
‘può essere, dipende’ trattenni un sorriso.
‘da cosa?’ 
‘devo trovare una ragione per tornare’ feci spallucce incrociando le gambe sullo sgabello.
‘la ricerca di scienze?’ 
‘ti sembra una ragione valida?’ aggrottai la fronte.
‘si?’ si grattò la nuca ‘o vuoi farti bocciare?’ 
‘probabile.’ Tossicchiai.
Inclinò la testa di lato.
‘non penso proprio.’ 
‘davvero Ashton? Quando hai perso il cervello?’ feci una finta espressione preoccupata prima di scoppiare a ridere.
Lui mise il broncio e allontanò la tazzina.
‘non sei capace a preparare il caffè comunque.’ 
‘oh, fai silenzio.’ Risi.
‘eri tu ieri sera, vero?’ mi guardò negli occhi cambiando improvvisamente argomento.
‘dove?’ chiesi abbassando lo sguardo.
‘dove sei stata ieri sera?’ 
‘dove sono stata ieri sera?’ poggiai la testa sul tavolo.   
‘vuoi che te lo dica io?’ 
Scossi la testa abbandonandomi al fatto che mi aveva vista chiaramente.
‘avete vinto?’ chiesi alzando lo sguardo verso il suo che si illuminò.
‘si.’ Annuì.
Sorrisi a mia volta, avevo aspettato la chiamata di Madison con quella notizia tutta la serata, ma non mi aveva avvertita.
‘beh, stiamo mettendo da parte i soldi per il basso di Cal che è decisamente vecchiotto per un gruppo attuale come il nostro.’ 
Lo spinsi dolcemente e scoppiammo a ridere insieme.
‘mi scusi, signor Irwin, potrei chiederle una sigaretta?’ tossicchiai ‘o è troppo popolare e famoso per darmene una?’ 
‘che strano.’ Disse bevendo finalmente il suo caffè ‘qualche mese fa le parti di questo discorso erano invertite.’ 
Alzai un sopracciglio.
Non hai mai sentito parlare di Cassie Hemmings? La gente in mensa pagherebbe per avere anche solo una mia sigaretta.’ Gesticolò imitandomi.
‘il nostro primo discorso.’ Annuii rendendomi conto di quante cose fossero cambiate.
‘teneri, no?’ disse serio prima di scoppiare a ridere così forte che dovette tenersi la pancia.
‘sei venuto qui per dirmi questo?’ incrociai le braccia.
‘in realtà sono venuto qui per chiederti di uscire con me.’ Fece spallucce.
La testa cominciò a girarmi così forte che vidi appannato e giurai di sentirmi a testa in sotto.
Ashton si alzò improvvisamente e si avvicinò.
‘stai bene?’ 
‘un calo di pressione’ dissi toccandomi la testa e maledicendo il fatto che fosse a pochi centimetri da me e quindi potevo sentire il suo profumo.
Alzai lo sguardo, che ero tornato nitido, e lui mi teneva ancora per un braccio. Era vestito di nero e aveva delle decorazioni rosse sulla maglietta e sulla bandana che faceva esplodere i ricci verso il basso.
‘che c’è?’ sorrise notando il mio sguardo ipnotizzato da così tanta bellezza e perfezione.
‘pensavo solo..’ scossi la testa ‘no niente.’ 
‘dai’ sorrise.
Un riccio cadde davanti al suo occhio destro e distrattamente lo spostai con la mano.
‘sei bello..’ dissi timidamente e con un tono quasi infantile. Potevo essere paragonata ad una bambina con un giocattolo che aspettava da tanto tempo. 
Lui rimase probabilmente sorpreso, perché non riuscì a nascondere lo stupore che si aprì sul suo volto dolce.
‘era un sì quindi?’ 
‘mh?’ domandai ancora distratta dalla sua espressione.
‘vuoi uscire con me stasera?’ 
‘si’ annuii convinta.
‘bene’ alzò il tono della voce.
‘bene’ gridai io per superarlo e per prenderlo in giro.

Il campanello suonò per la seconda volta quel giorno.
Poche ore prima Ashton era venuto fino a qui per chiedermi se volessi uscire con lui, poi era scappato via nonostante il mio invito a pranzo e ora era tornato qui. Era iperattivo o cosa?
Corsi ad aprire la porta, ma mi guardai allo specchio prima di uscire. 
Mio padre apparve dalla cucina sorridendo.
‘stai uscendo?’ 
Annuii sorridendo.
‘portati qualcosa da mettere sopra, questa sera farà un po’ freddo.’ 
Mi misi in punta di piedi per prendere il maglioncino largo attaccato accanto alla porta e mi sporsi verso di lui per ricevere un bacio in testa prima di uscire.
Quando mi chiusi la porta alle spalle e mi voltai, Ashton era esattamente lì, con un maglione beige in mano e una camicia addosso.
‘wow, addirittura la camicia?’ sorrisi prima di avvicinarmi a lui.
‘addirittura il vestito?’ mi guardò dalla testa ai piedi, poi fece un passo verso di me e mi diede un bacio sulla guancia.
Camminammo fino a raggiungere la strada in silenzio, la tensione era troppa anche per respirare in quel momento.
‘dove mi porti?’ mi guardò curioso.
‘io?’ aggrottai la fronte.
‘questo posto lo conosci tu o sbaglio?’ sorrise.
Annuii.
‘pensavo che avessi qualche idea’ 
‘beh, un’idea mi è appena venuta’ dissi sorridendo e avvicinandomi.
Lui continuò a seguirmi in silenzio prima di sbuffare e di prendere un respiro lunghissimo. 
Mi voltai di scatto a guardarlo.
‘non riesco a pensarci, sai?’ 
‘a cosa?’ inclinai la testa.
‘cioè..’ scosse la testa ‘stiamo uscendo insieme?’ 
‘stiamo uscendo insieme’ ripetei convinta quando mi resi conto che eravamo arrivati dove volevo portarlo.
Improvvisamente cambiai rotta e lui mi seguì scoppiando a ridere.
‘ok, chiudi gli occhi.’ Dissi mettendomi in punta di piedi per coprirglieli.
Feci qualche passo in avanti spingendolo con me e mi fermai di botto.
‘non venivo qui da un bel po’’ ammisi.
‘posso guardare?’ chiese.
Tolsi le mani e ritornai accanto a lui guardando la sua espressione sorpresa.
‘ti piace?’ 
‘diamine, sì!’ sorrise debolmente prima di camminare in avanti.
La spiaggia si apriva oltrepassato il ponticello di legno e la sabbia era più bianca e colma di pietre che creavano un laghetto artificiale di acqua cristallina.
Mi tolsi le scarpe e le lasciai accanto a quelle di Ashton.
‘come fai a conoscere questo posto?’ si guardò intorno ancora senza parole.
‘in realtà non ho ricordi particolari legati a questo posto, venivo qui quando papà si era trasferito e io ero costretta a passare del tempo con lui e Luke.’ 
‘non ti piaceva?’ 
‘lo odiavo. Perciò mi nascondevo e passavo quasi tutta la giornata qui a pensare e a piangere in silenzio.’ Guardai il mare lasciandomi cullare dal rumore delle onde.
Lui si sedette sulla sabbia e mi tirò leggermente per il vestito per farmi sedere.
Mi poggiai sulla sabbia ancora calda e sentii la differenza dell’aria che adesso si faceva più fresca.
‘avresti dovuto dirmelo’ parlò finalmente Ashton dopo qualche secondo di silenzio.
Lo guardai confusa.
‘di Helena’ si morse il labbro.
‘ah’ distolsi lo sguardo.
‘perché non le hai fatto capire subito chi sei?’ 
‘chi sono?’ questa volta non era una domanda retorica.
sei Cassie Hemmings.’ Disse convinto e io seguii la sua voce fino a tornare al suo viso.
‘e chi è Cassie Hemmings?’
‘Cassie Hemmings è la ragazza che è sempre stata, solo che è più matura adesso.’ 
‘non so proprio dove sia finita la ragazza che sono sempre stata.’ Feci spallucce.
‘è proprio qui davanti a me.’ Sorrise ‘con i soliti capelli biondi, i vestiti firmati, il trucco impeccabile e il rossetto irremovibile.’ 
Sorrisi istintivamente.
‘che c’è? Non mi credi? Sono sicuro che sei ancora tu, ma un po’ meglio.’
‘cioè?’ 
‘cioè mi piaci più così.’ 
‘Ho paura, Ashton.’ 
‘eccoti. Ecco Cassie Hemmings.’ 
Lo guardai confusa.
‘tu hai sempre avuto paura, ecco perché ti sei sempre tenuta i tuoi amici stretti.’ Prese un respiro ‘il fatto è che ancora doveva succedere che te ne rendessi conto.’
‘dovevo rendermi conto che avevo paura?’ 
‘avevi paura di essere giudicata.. hai paura.’ Mi guardò negli occhi.
‘già, forse è per questo che non ti ho detto di Helena.’ 
‘è per questo che hai fatto così tanti sbagli che alla fine ti hanno portata ad essere dove sei ora.’ Si guardò intorno e decisi di fare lo stesso.
Avevo capito le sue parole.
‘sono comunque qui con te nonostante gli sbagli.’ 
‘sono gli sbagli che ti portano sulla via giusta.’ 
Annuii lentamente e lui passò un braccio dietro la mia schiena. Poggiai la testa sulla sua spalla e guardai il mare.
‘non so se sono pronta a tornare.’ 
‘devi trovare una ragione per tornare.’ Ripeté le mie parole di quello stesso pomeriggio.
‘ma..’ 
‘non devi avere paura, perché come ti ho detto sei sempre Cassie Hemmings.’ Sospirò ‘troverai un modo.’ 
‘da sola?’ 
‘se vuoi posso aiutarti.’ 
Alzai istintivamente la testa e mi ritrovai a pochi centimetri dalla sua bocca che guardai per secondi interminabili.
‘voglio uscire ancora con te.’ Pronunciai a bassa voce come per paura che qualcuno potesse sentirmi.
‘sarà il nostro segreto.’ Sorrise.
Il mio sguardo tornò immerso nei suoi immensi occhi verdi e mi persi lì per una manciata di secondi.
‘perché lo fai?’ 
‘perché se vuoi ottenere una cosa devi fare qualche sacrificio.’ Disse convinto.
Annuii e lui mi stampò un bacio sulla mascella che rilassai subito.

Angolo di Claire
Fatemi sapere cosa ne pensate, perché a me questo capitolo piace veramente molto.
Cassie e Ashton parlano di loro e della loro vita e io sono così felice che siano finalmente riusciti ad uscire insieme come due ragazzi normali che si piacciono forse da troppo tempo e un po' troppo.
Ashton mi uccide, sarebbe disposto a fare di tutto per stare con lei ormai, la cosa è diventata chiara anche a Cassie che per una volta nella vita sembra non approfittarsene, ma anzi, sembra domandarsi il motivo di tanta 'disponibilità.'
Presto arriverà il prossimo capitolo che vi piacerà sicuramente.
Expect the unexpected.
vi adoro!
Claire♥☺

ripped jeans || ashton irwin♡Where stories live. Discover now