CAPITOLO 14 - parte 3

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Ed ecco fatto, altri tre pazienti che tornano a casa!

La mia mattinata è iniziata in modo caotico, ma adesso tutto procede

per il meglio.

Finisco di compilare il referto dell'ultimo paziente sul tablet e mi guardo intorno.

Nessun Jarod, Will o Mike in vista. Ottimo!

All'improvviso sento qualcosa che mi tira il camice.

Che cosa può essere, mi sono impigliata in qualcosa?

Mi volto e vedo un paio di occhioni tristi che mi guardano dal basso.

Il mio cuore si stringe per lui.

"Ciao, giovanotto, cosa c'è? Non sai in quale box dovresti essere?

Dove sono i tuoi genitori?"

Il bambino mantiene un'espressione seria.

Raddrizza la schiena e mi mostra una faccia coraggiosa.

Mi sembra di vedere il coraggio del piccolo Jimmy riflettersi nei suoi occhi.

"Ciao, signora. Sono qui con la mia sorellina.

Abbiamo bisogno di aiuto, per favore."

Parla come se stesse recitando una poesia a scuola.

Mi accovaccio alla sua altezza per guardarlo meglio.

In piedi dietro di lui, la sorellina finalmente trova il coraggio di farsi vedere.

"Allora, cosa c'è che non va? Vi siete fatti male?"

"Sì, noi... Ci fa male dappertutto. Io mi chiamo Greg.

Ho sette anni, quasi otto. E mia sorella Mary-Ann ne ha cinque."

Che cosa?

Sembra che stia ancora recitando quella poesia che conosce a memoria.

Ho una brutta sensazione.

Vedo Olivia in lontananza e le chiedo se sa qualcosa di questi due bambini che voglio il mio aiuto.

"Olivia, sai se questi bambini sono passati dall'accettazione?

Sai chi li ha in cura?"

"Non ne ho idea... Non li ho mai visti prima.

Ciao, piccoli! Vi spiacerebbe venire con me? Ellen, ci penso io."

"Anche tu sei una dottoressa?

Io mi chiamo Greg e questa è la mia sorellina, Mary-Ann."

Si comporta come un robot... E' molto strano.

E' come se avesse memorizzato tutto quello che doveva dire prima di arrivare qui.

"Chi sono questi bambini? Sono tuoi pazienti, Ellen?

Non ricordo di averteli assegnati... E' stato Jarod?"

Camilla ne parla come se fossero oggetti che potremmo scambiarci, ma so che è il suo modo di mantenere una certa distanza emotiva dai pazienti.

"No, non so da dove siano sbucati.

Il bambino mi è venuto incontro nel corridoio e ha detto che a entrambi

fa male dappertutto."

IS IT LOVE? Blue SwanWhere stories live. Discover now