3 2 1 Si va in scena

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Angolo dell'autrice:
Ormai abbiamo dato ufficialmente il via alla seconda saga, cosa accadrà?
Molti di voi potranno essersi chiesti cosa c'entra Shinichi con la storia. Scoprirete che "Due imprendibili amici" è stato solo una specie di prologo per introdurvi a questa saga, e sebbene i protagonisti rimangono Kaito e Kiaretta, le loro storie sono costantemente intrecciate con quelle di molti personaggi. Per questo motivo questa saga ho deciso di prenderla alla lontana, così intanto capite cosa è successo agli altri personaggi nel lasso di tempo che è passato.
Un'altra cosa che mi è stata chiesta era il significato di ACSS 1242, beh la sigla sta per Ai Conan Shinichi Shiho, il numero per un orario, ma ancora non posso dirvi di più.

Buona lettura ^-^

Il giorno dopo al liceo Teitan, con la classe di teatro, la professoressa fece un annuncio

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Il giorno dopo al liceo Teitan, con la classe di teatro, la professoressa fece un annuncio.

«Lo spettacolo dell'anno scorso è piaciuto molto al pubblico, che è rimasto molto dispiaciuto per non aver potuto vedere il finale. Quindi, quest'anno lo ripeteremo con qualche innovazione.»

«Cosa?» sussurrò Ran stupita.

Ricordava benissimo lo spettacolo dell'anno precedente, quel giorno stava per baciare Shinichi. La ragazza divenne leggermente rossa a quel pensiero, poi Sonoko la riportò alla realtà rispondendo a bassa voce alla sua domanda.

«Lo sapevano tutti, tu sei l'unica che non l'aveva capito.» le disse con un sorriso sornione.

In quel momento un ragazzo alzò la mano.

«Propongo che i protagonisti li facciano Ran e Kikuito.» disse tranquillo poi fece l'occhiolino al vicino di banco.

«Chi è d'accordo alzi la mano.» disse la professoressa e quasi tutti alzarono la mano, tranne alcune ragazze che volevano la parte di Ran.

Dopo una buona mezz'ora i personaggi furono assegnati e la professoressa chiese chi si sarebbe occupato di riscrivere il copione.

«Io e Sonoko!» si propose Kikuito.

La ragazza lo guardò dubbiosa, perché aveva fatto anche il suo nome?

«Ok, – rispose la professoressa – mettetevi subito a lavoro nell'altra classe. Ecco il vecchio copione.» concluse porgendo al ragazzo, che si era già alzato, il blocco di fogli.

Arrivati alla classe accanto, Kikuito chiuse a chiave la porta e solo allora si rivolse alla compagna di classe.

«Ok Sonoko, quello che decideremo qui, a meno che non si tratti di ciò che scriviamo sul copione, non lo devi riferire a nessuno, soprattutto a Ran.»

«Va bene!» accettò Sonoko con il suo solito sorriso beffardo, probabilmente aveva già capito che Kikuito stava escogitando un piano per far imbarazzare la sua amica e lei non avrebbe chiesto altro.

Il ragazzo prese il cellulare, digitò un numero e mise il viva-voce.

«Pronto?» risuonò una voce nella stanza.

«Shin, siamo qui io e Sonoko, Ran è sicura che io faccia il Cavaliere Nero e dobbiamo aggiustare il copione, ci dai una mano?»

«Volentieri.» rispose ridendo Shinichi.

Alla fine della giornata scolastica Sonoko e Kikuito rientrarono in classe, soddisfatti del loro lavoro.


Intanto dall'altra parte del quartiere di Beika, Shinichi chiamò Heiji.

«Pronto?» rispose il ragazzo dell'ovest.

«Hattori, ti devo chiedere un favore...» disse lui tutto d'un fiato.

«Kudo? Ma come...»

«Non è il momento Hattori, poi ti spiego. – rispose l'amico che aveva compreso subito il motivo del suo tono sorpreso, probabilmente non si spiegava come mai avesse la sua voce da adulto – Ora devi andare da mia madre, che è qua in Giappone e dirgli che ti deve aiutare a renderti identico a me come alla festa di Halloween e dille che dovrete venire entrambi alla recita scolastica.»


Quel mese per Shinichi sembrò volare: era stato la maggior parte delle giornate chiuso in camera a leggere una copia della sceneggiatura dello spettacolo fino a quando non arrivò il fatidico giorno.

Mancavano poche ore all'inizio della recita e la platea si stava riempiendo pian piano di gente.

Shinichi, Kikuito ed Heiji erano nel camerino del Cavaliere Nero, pronti a creare la loro messa in scena, il loro spettacolo dentro lo spettacolo.

«Ok Hattori, rimani qui finché non torno, vado a salutare Ran e poi inizia il piano.» disse al suo sosia.

Heiji, infatti, era la copia identica di Shinichi, la carnagione scura era sparita, i capelli più chiari del solito pettinati in modo diverso, persino gli occhi erano di un azzurro intenso, molto diversi dal loro colore naturale.

«Chiaro!» rispose il ragazzo dell'ovest.

Ran aveva appena salutato Sonoko e Kazuha. Quest'ultima le aveva detto che Heiji si era inventato una scusa per non venire e che quindi era rimasto a casa.

La ragazza, già nervosa per la recita imminente, guardava irrequieta attraverso le tende di velluto rosso, con aria triste. Neanche un mese prima Conan aveva deciso di tornare dai suoi genitori e, solo ora che non l'avrebbe vista recitare, si rendeva conto di quanto le mancava quel piccolo visetto da bambino dietro agli enormi occhiali. Solo una persona avrebbe potuto tirarla su di morale, eppure tra il pubblico non la vedeva.

«Chi cerchi?» disse una voce dietro di lei, mentre sbirciava ancora tra le tende.

La ragazza si girò di scatto riconoscendo la voce e senza neanche vederlo in faccia gli gettò le braccia al collo abbracciandolo. Dopo neanche un secondo sentì le braccia di lui stringerle le spalle in un ricambio di abbraccio.

«Ciao Ran...» disse il ragazzo con un filo di voce.

«Mi sei mancato!» disse lei con gli occhi già lucidi.

Io sono sempre stato vicino a te pensò lui, ma dalla sua bocca uscì spontaneamente altro.

«Anche tu mi sei mancata Ran.»

I due si staccarono dall'abbraccio che li univa e Ran sorridente gli disse.

«Poi me lo racconti questo caso così complicato per il grande Shinichi Kudo.»

«Promesso! – rispose lui – Ora devo andare, mi raccomando recita bene.» e si congedò, salutando la ragazza.
Quanto era stupido, avrebbe potuto dirle la verità ora che l'organizzazione non poteva più nuocere, glielo aveva suggerito persino Ai... E invece...

A quel pensiero però si bloccò, ricordava perfettamente lo sguardo della ragazza quando le aveva detto che se lui avesse voluto Ran avrebbe potuto sapere tutto sull'organizzazione. Qualcosa gli diceva che quella ragazza aveva sofferto più di tutti in quella storia. Si ricordò dell'antidoto, quella sigla, quei numeri. Non avrebbe mai pensato che solo con i suoi sentimenti avrebbe potuto far soffrire così una persona.

L'arrivo al camerino bloccò i suoi pensieri. Appena entrato diede uno sguardo d'intesa a Heiji che uscì dirigendosi verso la platea e verso il posto che l'amico aveva prenotato per lui. Si sedette al fianco di Yukiko Kudo che, con un sorriso soddisfatto, lo salutò, dicendo che avevano fatto proprio un ottimo lavoro.

Il Segreto della doppia K _ TrilogiaWhere stories live. Discover now