Rombo di fuoco

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Angolo dell'autrice:
Oggi inizia lo scontro vero e proprio, quindi senza aggiungere nulla vi lascio al capitolo ;)

Buona lettura ^-^

Il primo colpo fu sparato da Giada verso l'alto

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Il primo colpo fu sparato da Giada verso l'alto. Il proiettile sfrecciò colpendo una delle grosse lampade che illuminavano il corridoio, facendola scoppiare in mille scintille e facendo diminuire di colpo la visibilità.

Grazie alle altre lampade a neon del corridoio non fu buio completo, ma bisognava sforzare parecchio la vista per distinguere ogni persona.

Sentii la mano di Ran sfiorarmi, poi le sagome e i profili delle persone di quel corridoio aumentarono a vista d'occhio. Con quello sparo, il nuovo capo del Giardino, aveva richiamato i suoi fiori.

Passò poco più di qualche secondo, poi sentii Heiji urlare e il secondo sparo rombò nel corridoio.

«Hattori!» gridai.

«Tranquillo Kudo, stiamo bene.» sentii in risposta, da una delle due sagome che si erano buttate a terra.

Tirai fuori la pistola, che mi aveva ridato Ran, dalla tasca e la strinsi saldamente. Dopo quel breve dialogo nessuno parlò più, furono le pistole a parlare per noi.

...***...

Penso di non ricordare situazione più terrificante di quella. Il corridoio in pochi secondi fu inondato dai rombi delle pistole, attorno a noi solo le scintille e i proiettili che sfrecciavano da un lato all'altro.

Mi accovacciai impaurita, tappandomi le orecchie, come una bambina in mezzo a una guerra non sua. Non so con esattezza cosa mi era preso, così all'improvviso. Sembrava uno dei miei attacchi di panico, ma solitamente mi venivano solamente in piena notte svegliandomi di colpo, mentre in quel momento mi aveva preso all'improvviso e più forte del solito. A ciò che vedevo si sovrapposero le immagini di quella notte al Giardino in Giappone.

Lontana e ovattata, sebbene fosse vicino a me, sentii la voce di Kaito.

«Kiaretta, non puoi stare qui!» mi diceva, poi dopo aver disarmato con un gesto veloce un membro del Giardino che si era avvicinato, si mise davanti a me proteggendomi.

...***...

Avevo appena inserito alla pistola il nuovo caricatore, quando mi accorsi della situazione che si stava creando alla mia destra. Shiho stava dando le spalle ad un uomo del Giardino che stava per sparare nella sua direzione.

Con uno scatto veloce mi buttai su di lei, mentre il rombo di quel colpo si mischiò agli altri. Sentii una fitta alla spalla quando il proiettile sfrecciò verso di noi, mentre cadevamo a terra. Poi alzai a mia volta la pistola e sparai due colpi alle gambe del nostro aguzzino, mettendolo fuori gioco.

«Tutto bene?» chiesi a Shiho, alzandomi e aiutandola a fare altrettanto.

«Sto bene... e tu?» mi domandò lei guardando preoccupata la mia spalla destra.

«Ah non ti preoccupare! – la rassicurai – A quanto pare questo lato del mio corpo è destinato ad essere colpito dai proiettili... e poi mi ha preso solo di striscio.» conclusi con un sorriso.

...***...

Ormai era da più di venti minuti che quella guerra a colpi di pistola andava avanti, le orecchie iniziavano a dolermi per tutti quei colpi assordanti, ma non potevo certo arrendermi e scappare via. C'erano troppe persone a cui tenevo in quel corridoio e di certo non le avrei abbandonate.

Come la maggior parte dei miei compagni, che erano riusciti a procurarsi una pistola, cercavo sempre di sparare alle gambe o alla mano che teneva l'arma.

Ad un tratto, per l'ennesima volta, vidi qualcuno puntare quell'orrendo aggeggio metallico verso di lei. Appena in tempo le afferrai il braccio e la attirai verso di me, mentre il proiettile la mancò per un pelo, sfiorandole solo i capelli e colpendo qualcun altro dietro a noi.

Appena sentimmo il gemito di dolore ci voltammo entrambi, sperando non fosse uno dei nostri. Ebbi appena il tempo di vedere l'Angelo Nero accasciato a terra, subito dopo percepii uno strattone e vidi Chiara staccarsi da me e correre verso di lui.

A quell'evento tutto il corridoio sembrò essersi fermato e la cosa iniziò a innervosirmi , non ci volle molto per capire che i miei sospetti fossero fondati. Appena fu vicina a quel ragazzo biondo, lui alzò lo sguardo identico al mio su di lei.

«Non sei cambiata di una virgola... Anche se il tuo migliore amico fosse pronto a ucciderti, tu lo perdoneresti e lo difenderesti a costo della vita.»

La vidi sorridere, quel sorriso che mi scioglieva il cuore ogni volta. Fu solo un attimo, in cui potei ammirare quel viso poi, quando lei gli porse la sua mano, quel sorriso si trasformò in una smorfia di terrore. Lui si alzò di colpo, afferrando il braccio che lei gli aveva porto e, mettendoglielo dietro la schiena, la bloccò.

Mentre lui la teneva bloccata, Giada le puntò la pistola sul viso.

Il Segreto della doppia K _ TrilogiaWhere stories live. Discover now