Continue trappole

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Angolo dell'autrice:
Mentre Shinichi e Ran cadono in trappola, Kaito rinsavisce grazie a Kiaretta, Shiho scopre i progetti del Giardino, ecco cosa accade alle altre due coppie e a Lodovico, che per chi non l'ha capito si è perso XD (come al solito la sua parte l'ha scritta lui).

Buona lettura ^-^

«Kain, abbassa quella pistola e smettila di fare lo stupido

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«Kain, abbassa quella pistola e smettila di fare lo stupido.» dissi avvicinandomi a lui con passi lenti.

Sapevo che non avrebbe mai sparato, non ne avrebbe mai avuto il coraggio, perciò continuavo ad avvicinarmi a lui mostrandogli che ero tranquillo. La sua mano tremava, come le sue labbra che sembrava tentassero di dire qualcosa.

«Tu... tu... ci hai traditi...»

«Kain, io non ho tradito te, io ho tradito loro! Ho tradito coloro che mi hanno rovinato la vita, coloro che per vent'anni hanno tenuto in pugno la mia esistenza e ci hanno giocato, coloro che mi hanno costretto ad odiare l'unica persona a cui volevo bene dopo Alice. Io non ho tradito te, ho tradito loro!»

Dopo quella frase però il mio vecchio amico non ebbe il tempo di rispondere, perché dagli altoparlanti collocati sulle pareti risuonò la risata di Giada e poi la sua voce.

«Kudo, pensavi davvero che ti avrei sottovalutato in quel modo? Io so esattamente come trattarvi e come incastrarvi. Mi dispiace, ma siete caduti in trappola, mia cara rosa rossa.»

Il cielo sembrò crollarmi addosso, eppure feci un profondo respiro pregando con tutto me stesso che si salvasse, poi mi rivolsi di nuovo a lui.

«Kain, ti prego, devi credermi...»

...***...

Continuavo a camminare velocemente, appoggiandomi con le mani a tutte le pareti, come se stessi per cadere, continuando a domandarmi come cavolo si uscisse da quel posto, ed era l'unica domanda che avevo in mente e che mi martellava nella testa impedendomi di ragionare più di quanto avrei voluto per trovare una soluzione.

Il mio respiro era pesante e sentivo il sangue gelato nelle vene perché non riuscivo a trovare l'uscita. Il che per me era anche frustrante in quanto ho un ottimo senso dell'orientamento e riesco sempre a ritrovarmi, in qualunque posto, ma quella volta era come se la bussola della mia mente fosse andata perduta.

Quelle pareti sembravano volermi mangiare e un sacco di ricordi mi ritornarono alla mente, nonostante la mia confusione mentale e, a dire la verità, anche i ricordi causavano più trambusto del dovuto. Avrei voluto aprire la bocca e inghiottire quanta più aria potevo per poter lanciare uno degli urli più grandi che avessi mai fatto, per scaricare la tensione e mettere a tacere il casino che avevo in testa.

Il mio cervello era come se rimbombasse e si schiantasse contro il mio cranio, ma ad un tratto qualcosa mi spense ogni pensiero. Una frase che mi lasciò di stucco, in mezzo al corridoio, prima di girare l'angolo. Deglutii parecchia saliva continuando a ripetermi a bassa voce quello che avevo sentito, come se avessi dovuto ricordarmelo.

Ancora oggi quella frase, ogni tanto, mi tormenta!

«Kudo, pensavi davvero che ti avrei sottovalutato in quel modo? Io so esattamente come trattarvi e come incastrarvi. Mi dispiace, ma siete caduti in trappola, mia cara rosa rossa.»

...***...

Quella frase mi rimbombò nella testa, come probabilmente successe a tutti.

Ci misi qualche secondo a realizzare cosa realmente significava ciò che avevo sentito e velocemente mi voltai verso Kazuha, incrociando il suo volto spaventato e preoccupato, che probabilmente rispecchiava il mio.

Successe tutto in qualche minuto. Decisi di tornare indietro a dare man forte al mio amico, così presi la mano di Kazuha e iniziai a correre tornando indietro.

Ma quella maledetta parete d'acciaio bloccò di nuovo la mia corsa e per un pelo non mi tranciò il naso di netto. Decisi così di andare dall'altra parte e trovare un'altra strada, ma accadde di nuovo. In un attimo ci trovammo bloccati in un corridoio di due metri e mezzo senza via d'uscita.

Kazuha lanciò un urlo terrorizzata ed io le strinsi la mano. Dovevo trovare una soluzione.

Alzai lo sguardo. Al contrario di quello in cui c'eravamo imbattuti appena entrati al Giardino, questo corridoio era molto più basso, non più di due metri e il soffitto sembrava...

«Heiji!» urlò lei bloccando i miei pensieri.

«Kazuha, che c'è?» chiesi esasperato.

Lei impaurita indico la parete del corridoio, che si avvicinava pericolosamente a noi, dovevamo agire e in fretta.

«Kazuha sei brava nei calci verso l'alto?» domandai.

«Non quanto Ran, ma li so fare, perché?»

«Sali sulle mie spalle, devi rompere il soffitto...»

«Che cosa?»

«Muoviti!» dissi mentre con un braccio cercavo di fermare la parete almeno il tempo di uscire da lì, mentre con l'altro braccio mi puntavo contro l'altra.

Kazuha salì sulle mie spalle, sentii il suo respiro affannato.

«Heiji non riesco... la tua spalla non è come il pavimento, cadrei.»

«Prova a tenerti con le mani alla mia testa.» le suggerii, dopodiché sentii la botta secca del calcio di Kazuha che colpiva le assi di legno.

«Ci sei riuscita?» chiesi, le braccia ormai doloranti.

«Non ancora...» mi rispose.

Ci vollero altri tre colpi prima che esclamasse:

«Ci sono riuscita!»

«Muoviti sali!» le urlai.

Le pareti ormai le tenevo coi gomiti. La vidi salire e poi allungarsi verso di me per prendermi.

Qualche minuto dopo, mentre il tonfo delle pareti che si scontravano rimbombò, noi, un po' affannati ci ritrovammo in una stanza, sotto tiro da due del Giardino.

Il Segreto della doppia K _ TrilogiaWhere stories live. Discover now