𝑂𝐶𝑑𝑃 𝑓𝑖𝑛𝑖𝑡𝑎 𝑚𝑎𝑙𝑒

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<Grazie. Grazie mille per avermi salvato.> dice Scott stringendomi la mano e finendosi di ripulire.

<È stato un piacere.
Magari la prossima volta evita di farti inghiottire da un pollo...> rispondo io sorridendo.

<Beh ero in crisi, pensavo fosse il nascondiglio più sicuro.>

Annuisco.

Hope nel frattempo porge a Scott qualcosa da mangiare.
Per non essere il solito terzo incomodo lascio la stanza.

<Non resti a parlare del tuo nemico con Scott e Hope?>

<No. Non si vedono da una settimana, poi lui ha rischiato di morire, non voglio rovinare il quadretto della famiglia perfetta in questo modo.>

Hank si siede vicino a me e mi offre un bicchiere d'acqua.

<Sai, all'inizio non pensavo venissi.
Insomma, dopo ciò che era accaduto l'ultima volta...
Ma siamo felici di vederti.>

<Pensavo vi foste tutti dimenticati dell'ultima volta.
Che poi è stata la penultima volta tanto per essere precisi.>

<L'ultima volta sotto la giurisdizione di Peggy sì però.>

Il battito del mio cuore inizia a rallentare in modo esponenziale.
E sì, prima che possiate farmelo notare, vi ho mentito.
Non è vero che non avevo mai lasciato Roma, o l'ex impero, prima della battaglia contro Thanos.
Anzi, nello scorso secolo ho passato più tempo in giro che a casa.

<Peggy non mi ha mai perdonata per ciò che ho fatto, c'è un motivo se non mi sono più presentata alla porta dello S.H.I.E.L.D. per quasi 40 anni.>

<Questo è ciò che credi tu.
Peggy aveva capito la situazione e ha provato a richiamarti, ma tu non hai mai risposto.>

Anche questo é vero.
Ma se vi foste trovati nella mia stessa situazione avreste fatto lo stesso.

<E se anche fosse?>

<Avevamo bisogno di te, ne abbiamo sempre avuto.>

•••

Dopo l' "allegra" chiacchierata con Hank mi sono ritirata subito in camera mia.

Sono quasi dieci ore che sono chiusa in quella che posso considerare camera mia per i prossimi giorni.

Ho pianto, tanto anche.

Ho ripensato alla fatidica ultima volta, cioè all'ultima missione da agente dello S.H.I.E.L.D.

E non voglio sentirmi dare della falsa.
Se vi ho omesso questa storia è perché credevo fosse un capitolo della mia vita oramai chiuso.

Ad un certo punto sento bussare.

<Avanti.> mugugno io con la testa letteralmente attaccata al materasso.

<Non vorrei disturbarti, ma ti ho portato qualcosa da mangiare e una spalla su cui piangere.>

<Grazie Janet.>

La moglie di Hank entra con un vassoio pieno di pietanze e con una scodella di brodo di pollo.
Ancora pollo.

<Hank mi ha raccontato della vostra discussione...
Io non so che cosa sia successo, ma voglio che tu sappia che è tremendamente dispiaciuto per oggi.>

<Non deve dispiacersi, lui non ha mai dimenticato.
Non come me.>

<Certe cose non si possono dimenticare Augusta.>

𝐴𝑢𝑟𝑒𝑎: 𝑁𝑒𝑙 𝑆𝑒𝑔𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝐼𝑚𝑝𝑒𝑟𝑜Where stories live. Discover now