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Il citofono di casa Denbrough suona approssimativamente alle 17.00, la pioggia batte su Derry.

Ora, Bill si sente come Derry. I suoi genitori gli hanno permesso di stare a casa un altro giorno, dopo aver scoperto che Bill ha il raffreddore. Lui è stato in ansia tutto il giorno per le lezioni che ha perso a scuola, ma prova a non pensarci, principalmente dormendo e stando ranicchiato sul divano, guardando serie tv che lo fanno ridere. Il piano non ha funzionato come previsto, se mentre guardava "South park" all'entrata in scena di Stanley Marsh si è messo a piangere. Bill si sente come se tutti fossero contro di lui, qualunque cosa Dio stia progettando per Bill, pensa che per lui sia già abbastanza.

Mentre il citofono suona sta guardando "Mulan" perché la colonna sonora lo rende felice, sbuffando è mettendo in pausa il film si alza spostando il covo che si è creato con le coperte. Afferra il suo portafoglio dalla cucina, spostando delle monetine e scontrini. È molto positivo sul fatto che dietr la porta ci sia il ragazzo della pizza, che gli ha portato la pizza ai peperoni ordinata poco prima.

Quando Bill apre la porta sente freddo a causa del vento, ma si accorge che non è il ragazzo della pizza.

"S-S-S-Stan!" Squittisce Bill, si trova davanti l'adolescente magro in piedi sulla sua porche,  bagnato dalla pioggia. Offre a Bill un sorriso goffo. "E-Entra."

"Hey." Saluta lui, sistemando gli occhiali. Cammina dentro casa Denbrough, lasciando le sue scarpe sul pianerottolo. Si guarda intorno curioso. "Sei solo?"

"I miei genitori sono alla partita di Georgie." Stan fa un cenno per far capire al ragazzo che ha capito.

"Non sei venuto a scuola" dice con un tono inciso, "Beverly mi ha detto che hai il raffreddore."

"Si." Stan gratta il retro della sua testa.

"Ti sentirai meglio." Borbotta. "Assicurati di prendertene cura, Bill."

"Certamente, lo farò." Dice Bill. Stan sa che il ragazzo è a pezzi dopo gli ultimi due giorni, chiedendosi cosa abbia fatto di sbagliato e come poteva evitare di incasinare ciò che ha fatto. Stan prende un respiro profondo e lo stomaco di Bill va sottosopra. Non come le farfalle dopo che si sono baciati, ma come se qualcosa di brutto stesse per accadere.

"Abbiamo bisogno di parlare, Bill." Bill se ne sta lì con le labbra secche e gli occhi sgranati. Stan è precoce considerando che è successo tutto da poco. Cosa è cambiato?

"Oh okay."

"I credo-" inizia a parlare Stan prendendo un respiro, "io credo che dovremmo lasciarci"

Eccoci, pensa Bill.

Sente un umore indescrivibile, come se il suo cuore si fosse rotto. Come se Stan avesse preso quel fragile vetro che gli sta tra le costole e lo avesse distrutto, lasciando molte schegge dentro di lui. Si sente privo di emozioni, mentre Stan sta davanti a lui con i suoi ricci bagnati, occhiali e le guance rosee.

"Non riesco più." Dice Stan, Bill ignora il leggero gelo nella sua voce. Stan non vorrebbe farlo, lo sa. "Io solo- fanculo Bill io ho ingannato due ragazze con te, io-"

"Hai imbrogliato una sola ragazza." Lo corregge. Gli occhi di Stan lo scrutano. " Noi siamo usciti prima che arrivasse Patricia, q-quindi mi hai t-t-tradito."

"Non è questo il punto," borbotta Stan, "il punto è, credo che noi abbiamo commesso un errore."

Bill vorrebbe colpire Stan. Vuole colpirlo, o urlare, o dire qualcosa di così offensivo che i sentimenti di Stan provochini in qualche modo, il suo cuore spezzato. Ma Bill non ne ha la forza. Lui è semplicemente il ragazzo con la bulbuzie e mani tremanti, che deve subire tutte le stronzate che il suo ragazzo gli sta dicendo. Ex ragazzo, ora, si corregge.

"Non sono gay, Bill" è quello che dice.

"T-t-tu non sei gay?" Chiede, con gli occhi spalancati. "È un bello s-scherzo, Stan."

"Sono serio. Io credo che noi due insieme sia stato solo un periodo confuso nelle nostre vite. Noi eravamo ubriachi quando ci siamo baciati, veramente baciati, poi il bacio sul collo al tuo compleanno non eri completamente  te stesso. Io credo che l'alcool ci ha fatto fare ciò che abbiamo fatto. E credo che l'euforia era solo qualcosa che cercavo di provare. Credo che volessi fare qualcosa di ribelle, cercavo di sperimentare e vedere dove mi avrebbe portato."

"Mi hai usato." Dice Bill, sussurrando. "Mi hai usato?" Ripete, più ad alta voce, come se servisse a realizzare.

"Mi dispiace." Dice Stan, e Bill può vedere i suoi occhi vetrati oltre gli occhiali. Mentre i suoi sono già pieni di lacrime.

" Delle scuse non mi ripareranno, stronzo." Dice, con la voce rotta e le lacrime sulla faccia.

" Non dovevamo stare insieme." Dice velocemente Stan, facendo due passi verso Bill. Ricorda a Bill tutto il tempo che hanno passato insieme quando i suoi genitori e suo fratello erano fuori, Stan faceva un passo avanti e poi connettere le loro labbra, facendolo perdere in un solo tocco. Lo rendeva malato.

"Spero che t-tu ricordi ciò che mi feci p-provare dopo che t-ti sei preso la mia v-v-verginità." Sputa Bill, e colpisce la spalla di Stan , facendolo finire contro la porta. "T-ti voglio fuori da casa mia! Fuori dalla mia vita, Stanley Uris!"

Mentre lui ha gli occhi pieni di lacrime Stanley cammina fuori, bagnandosi con la pioggia. Bill Denbrough scivola lungo la porta, sul pavimento,  piangendo sulle sue ginocchia.

Non dovevamo stare insieme.

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Scusate il ritardo nella pubblicazione, ma ieri tra tutto me ne sono dimenticata, pardon

lipstick +stenbrough [Italian translation] Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon