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"William, alzati."

Bill Denbrough mette la testa fuori delle coperte che sono aggrovigliate sul suo corpo. Spera che suo padre non lo avvisi che ha gli occhi gonfi e iniettati di sangue perché ha pianto tutta la notte. Sta realizzando che ha perso l'amore della sua vita per colpa di quella puttana di Patricia Bloom.

"Non mi sento bene." Dice, fingendo di tossire riuscendo ad essere quasi credibile. Suo papà sospira, stando sulla porta, vestito per il lavoro e le braccia incrociate.

"Quanti giorni hai perso?" Chiede.

"Nessuno."

"Puoi stare a casa, se preferisci." Per una volta in diciassette anni è grato a suo padre. "Tua madre è io andremo a vedere la partita di calcio di Georgie, con la sua squadra poi andremo a mangiare la pizza, quindi non saremo a casa presto. Non fare casino, chiamami se hai bisogno di qualcosa."

"Okay."

Con ciò, suo padre chiude la porta, lasciando un esausto e triste Bill Denbrough solo.

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L' ora segnata sulla sveglia è delle 12.04 è lui è ancora a letto. Ha intenzio di restarci tutto il giorno, ha prosciugato le lacrime e il suo stomaco brontola. Ha bisogno di alzarsi e andare al piano di sotto, ma è troppo stanco per farlo. Gli sembra di avere un peso di una tonnellata e inoltre non riesce a muovere la testa senza avvertire nausea. E tutto per colpa di un ragazzo, pensa.

Il suo telefono squilla, mettendolo sulla guardia. Non riconosce il numero, ma accetta la chiamata. Si aspetta che sia suo padre, ma la voce al telefono sembra molto più giovanile rispetto a quella di Zachary Denbrough.

"Bill! Grazie a Dio hai risposto. Dove cazzo sei, amico!?" Chiede Mike confuso.

"Sono restato a casa"

"Perché?"

"Non m-mi sento b-bene."

C'è una pausa, poi lentamente la voce di Mike chiede: " É per via di ciò che ha detto Patricia, è questo? Perché nessuno ti sta giudicando. E tutti noi sappiamo che eri ubriaco. Tutti commettiamo errori quando sia-"

"Non è stato un e-e-e-errore." Dice, interrompendo Mike. "Devo a-a-andare." Bill termina la chiamata,  respirando profondamente, non vuole sentire Mike, o i loro amici, o chiunque.

Si alza, ancora in mutande, ignorando il terribile mal di testa che ha è raggiunge il piano sottostante. Ha bisogno di qualcosa che gli faccia passare l'abbattimento, almeno per un pò. La sua fuga dalla realtà.

La camera dei suoi genitori ha esattamente lo stesso aspetto di quando aveva cinque anni. Il letto è nello stesso posto, in mezzo alla stanza, il comodino è decorato con foto di famiglia, l'armadio è  schiacciato contro il muro. La specchiera della madre di Bill è situata lì, in tutta la sua gloria. Bill cammina lentamente muovendo le braccia.

Muovendo le sue braccia, raggiunge il rossetto che conosce fin troppo bene, in un cassettino nero, è presente il rosso. Bill afferra il color rubino, evitando il tappo quel poco che basta per far uscire il rossetto.

Il suo riflesso gli mostra delle profonde e viola occhiaie, occhi gonfi e iniettati di sangue e pelle pallida e secca. I suoi capelli sono sparati in ogni direzione, ingarbugliati e unti. Non è un look molto attraente, spera che il rossetto possa aiutarlo. Mi ha sempre  aiutato, pensa Bill.

Si bagna le labbra per idratarle, l'umidità le ha rese screpolate, prima di avvicinarsi allo specchio della specchiera di sua madre e mettere il rossetto. Lo fa scorrere sulle sue labbra, tingendole di rosso e rendendole soffici, ma per riprendersi il suo amato servirà molto di più. Chiude il rossetto e ammira il suo lavoro.

Di solito si sente diversamente. L'umore di Bill quando mette il rossetto, o quando mette del trucco, è quello di cui vuole vivere. Come se nessuno potesse fermarlo, come se fosse indistruttibile. Ma ora, nel suo pigiama, con una maglietta stropicciata e calze sporche nella stanza dei suoi genitori, indossare il rossetto rosso, questo umore non esiste.

Bill si sente vuoto, triste e solo. L' umore che ha sempre provato con il rossetto ora sembra sparito, come suo fratello quando aveva dodici anni.

Prima ha perso Stanley, poi ha perso la famiglia e ora ha perso anche il trucco.

La magia è finita.

lipstick +stenbrough [Italian translation] Место, где живут истории. Откройте их для себя