Adrison: idea originale

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Come dice il titolo, questa piccola OS sulla Adrison era l'idea che avevo originariamente per terminare Daughter of a God. Non so a quanti di voi possa interessare, però è un modo che ho per festeggiare il fatto che la mia amata storia ha raggiunto i 10k❤️



*Allison*

Uscii dal Senato. Diluviava, ma non mi importava.
Dovevo trovarlo.
Dovevo dirgli che lo amavo.
Sì. Io mi ero innamorata di Adrian.
Quel figlio di Zeus che aveva rinunciato all'immortalità per me ed io lo avevo respinto solo perché Leo era al Campo.
Lo cercai per tutta Nuova Roma sotto la pioggia battente.
Nulla. Era sparito.
O forse era andato agli alloggi dei semidei.
Mi diressi verso quella direzione, senza smettere di correre.
Entrai nell'alloggio della Quinta Coorte, dove Audrey stava sistemando le sue cose per andare al Campo Mezzosangue.
-Si può sapere che ti succede? Che ci facevi fuori con questa pioggia? -mi chiese squadrandomi.
-Dov'è Adrian? -ignorai la sua domanda.
-Come?
-Dov'è Adrian? Il figlio di Zeus e di Eos che ha rinunciato all'immortalità per me, hai presente?
-L'ho visto andare al Piccolo Tevere, ma...
Prima che Audrey potesse finire la frase, mi rimisi a correre.
Se fosse uscito da Caldecott Tunnel lo avrei perso per sempre. Mancavano pochi minuti alla scadenza.
Arrivai al Piccolo Tevere, ma di Adrian nessuna traccia.
-No... -singhiozzai. -Ti prego, non anche tu...
Mi lasciai cadere sulle ginocchia mentre le lacrime mi scendevano sulle guance confondendosi con la pioggia battente.
-Io... io ti amo. -mormorai abbassando la testa e lasciandomi andare in un pianto disperato.

*Adrian*
Mi diressi verso il Piccolo Tevere, deciso a tornare sull'Olimpo.
Allison. Il suo nome mi rimbombava nella testa come una canzone.
Beh, ci avevo provato, no? Tentar non nuoce.
Se Allison era felice, io ero felice. Non mi importava più essere ricambiato da lei.
"Se davvero la ami, devi volere la sua felicità." Mi aveva detto mia madre in sogno.
Aveva ragione.
Sorrisi al solo pensiero del sorriso di Allison: era bellissima quando rideva.
Arrivai al Piccolo Tevere e trovai l'ultima persona che mi sarei mai aspettato di vedere lì.
-Allison. -dissi, stupito.
La figlia di Apollo mi dava la schiena e singhiozzava. Indossava lo stesso vestitino verde che aveva quella mattina, i capelli castani erano sciolti come era solita tenerli quando non si allenava.
-ALLISON! -urlai per farmi sentire sopra il rumore della pioggia.
Allison alzò la testa e si voltò. Spalancò gli occhi.
-Si può sapere cosa ci fai qui? -le chiesi inginocchiandomi accanto a lei e togliendomi la giacca per poi mettergliela sulle spalle. -Ti ammalerai!
Mi rialzai e le porsi la mano. Allison la prese e si mise in piedi.
I capelli bagnati le incorniciavano il viso, che lei teneva basso.
-Non... non tornare sull'Olimpo. -disse singhiozzando.
Le sue parole mi lasciarono spiazzato: -Co... cosa?
Allison alzò gli occhi sui miei: -Non anche tu. Ti prego.
Capii subito a chi si riferiva.
La abbracciai e, con mia grande sorpresa, Allison seppellì il viso nel mio petto e ricominciò a piangere.
-Ehi, shhh... -le dissi stringendola a me.
E poi arrivò mio padre.
Si sentì un tuono e mi comparve alle spalle in una luce abbagliante. Mi parai davanti ad Allison per evitare che le succedesse qualcosa.
-Adrian. -mi chiamò Zeus.
Aveva smesso di piovere, forse perché mio padre era lì.
-Padre. -dissi.
Sentii Allison trattenere il respiro, stupita.
-Il tuo tempo è scaduto. Devi tornare sull'Olimpo.
Abbassai la testa: -Sì, padre.
-No... -mormorò Allison.
La guardai da sopra la spalla: si tratteneva dallo scoppiare a piangere di nuovo.
E presi una decisione,
Mi voltai verso Allison e le alzai il mento con due dita.
-Allison, guardami.
La figlia di Apollo aprì gli occhi nocciola, che aveva chiuso per trattenere le lacrime.
-Va tutto bene, Sbuffo di Nuvola. -le dissi.
-Adrian, no. Io... io...
-FERMI. -tuonò una voce femminile. Mi voltai: Afrodite in persona era apparsa accanto a Zeus.
-Afrodite? -chiese Zeus.
-Esatto, caro mio. -La dea era visibilmente arrabbiata. -Tu non stai rispettando i patti.
-I patti? -chiesi io.
-Tuo padre aveva fatto una promessa, ricordi? -disse Afrodite, ma vedendo la faccia perplessa di Zeus aggiunse: -Meglio se andiamo sull'Olimpo.
La dea dell'amore schioccò le dita e mi ritrovai nella sala del trono sull'Olimpo. Il Consiglio degli Dei era al completo.
-Ciao papà. -Allison salutò Apollo, che le sorrise.
Ero troppo confuso per capire come mai anche Allison fosse lì.
-Cosa succede? -chiesi ad Afrodite, che era seduta sul suo trono con espressione omicida che Atena poteva solo accompagnare.
-Zeus aveva fatto un patto. -spiegò lei. -Se la ragazza ti avesse ricambiato entro la fine del tempo a tua disposizione, allora saresti rimasto mortale.
-Ma infatti... -iniziai.
-Infatti lei ti ama. -mi disse la dea.
Mi voltai verso Allison, che era arrossita di colpo e si tormentava le mani imbarazzata.
-Allison... -le presi una mano e lei mi guardò. -Sta dicendo la verità?
La figlia di Apollo si sistemò i capelli dietro l'orecchio: -Volevo dirtelo, ma...
-Ma non ne avevo il coraggio blah blah... -la interruppe Dioniso con una vocina stridula. -Sappiamo la storia. È sempre così.
Il dio del vino si beccò un'occhiataccia da parte di Afrodite (e Ares - esatto, avete capito bene!): -Shh! Stai rovinando il momento! -sibilò la dea, poi si rivolse a me, con un'espressione più dolce. -Aw, baciala e basta.
Guardai Allison e le sorrisi.
Sorrise anche lei.
Successe in un attimo, eppure mi sembrò che il tempo rallentasse: misi una mano sulla guancia di Allison, mentre mi avvicinavo a lei e posavo le labbra sulle sue.
Allison sorrideva. E in quel momento c'eravamo solo io e lei. Non mi interessava dei dodici dei che ci stavano guardando.
Ero con lei. Con la mia Sbuffo di Nuvola.
Questo mi bastava. Il mondo poteva anche finire in quel preciso istante, eppure non mi sarebbe importato.
Allison teneva le mani sul mio petto e stringeva la maglietta che indossavo, come se avesse avuto paura di lasciarmi andare.
Ma non me ne sarei mai andato.
E lei non sarebbe andata via da me.
-Ok, va bene. Basta così! -intervenne Apollo, che era sceso dal suo trono e aveva raggiunto un'altezza umana.
-Sempre ad interrompere, tu. -fece Afrodite incrociando le braccia e mettendo il suo classico broncio.
Zeus attirò la nostra attenzione tossicchiando.
-Adrian. -mi chiamò.
-Sì, padre?
Il dio si alzò e si rimpicciolì.
-Avvicinati. -disse allargando le braccia.
Guardai Allison, che mi sorrise incoraggiante, e lasciai la sua mano per andare da mio padre.
-Mi mancherai, figliolo. -Zeus mi abbracciò come non aveva mai fatto prima, lasciandomi di stucco.
Dopo qualche secondo ricambiai l'abbraccio: -Anche tu, papà.
Quando mi scostai, Zeus mi diede una pacca sulla spalla. Dietro di lui era arrivata mia madre, che mi abbracciò a sua volta. Poi tornai da Allison.
-Buona fortuna, Adrian. -disse mia madre con un sorriso.

*Allison*
Quando la porta della sala del trono si richiuse alle nostre spalle, Adrian mi prese entrambe le mani.
-Quindi... ora sei mortale... per sempre? -chiesi.
-Sì. -rispose lui.
-E... non ti mancherà essere un dio?
Adrian mi baciò: -Ora ho te. Sono più potente di un dio.
Gli sorrisi. Era davvero dolce.
Fui io a baciarlo stavolta.
-Allora... cosa ti va di fare? -chiesi.
-Prima di tutto devo far vedere a James chi è il più fantastico tra noi due.
-Davvero?
-Mi servono cinque minuti al massimo. Poi... non lo so... non ho mai avuto una ragazza prima.
Risi.
-Andiamo, Saettaman. -dissi e ci avviammo verso l'ascensore, mano nella mano.

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