Stitches

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Leo's Pov
-Andiamo! -mormorò Leo a denti stretti. -Andiamo! Posso farcela!
Le mani presero fuoco ma quest'ultimo si estinse subito.
Leo imprecò.
Era sul ponte della Argo II. Si era offerto di fare il turno di guardia e, dopo aver messo il pilota automatico, si stava esercitando a controllare il fuoco seduto a gambe incrociate per terra.
Da quando aveva lasciato Calipso su Ogigia, non era più sé stesso: non riusciva ad evocare il fuoco come prima, ma a fatica, cercava di sorridere ai suoi amici come se fosse il vecchio Leo di sempre con la battuta pronta senza successo e credeva che gli altri sei semidei se ne fossero accorti. Erano appena sopravvissuti alla Casa di Ade e avevano ritrovato Annabeth e Percy... ma Leo si sentiva strano: la "settima ruota", come aveva detto Nemesi.
"Tornerò per te, Calipso. Lo giuro sul Fiume Stige" aveva detto mentre la zattera lo portava via dall'isola.
Doveva tornare.
Calipso gli mancava. Terribilmente.
Quella sensazione di vuoto lo faceva stare male... e vedere i suoi amici insieme peggiorava la situazione.
Si alzò e si affacciò alla balaustra vicino a Festus, la polena.
E lì, da solo sotto il cielo notturno, Leo Valdez pianse.
Non era la prima volta che succedeva: a volte, quando era sicuro che nessuno lo stesse guardando o ascoltando, si lasciava andare e si sfogava.
Aveva perso sua madre, Calipso... le due persone a cui teneva di più.
Tra un singhiozzo e l'altro sentì dei passi.
Si asciugò gli occhi e si sedette nell'ombra: voleva stare solo.
-Leo? -era Jason. -Dove sei?
Leo soffocò i singhiozzi.
-Ehi, amico? -Jason lo cercava. Quando stava per rinunciare, Leo, senza volerlo, si lasciò sfuggire un gemito.

Jason's Pov
Aveva intenzione di parlargli.
Leo era strano e Jason se n'era accorto.
Sul ponte non c'era nessuno e Jason stava per tornare in cabina quando sentì un gemito.
Piano piano si avvicinò al punto da dove il suono proveniva e, nascosto vicino a Festus, trovò Leo: era seduto con le ginocchia al petto.
-Leo? -Jason si inginocchiò accanto all'amico, che gli dava la schiena. -Tutto ok?
Si maledisse mentalmente: era chiaro che Leo non stava bene.
-Ti va di parlarne? -chiese, ma il figlio di Efesto scosse la testa. -Posso aiutarti in qualche modo?
Leo sospirò e si voltò verso Jason.
-Solo... non dire agli altri che mi hai visto. -disse con voce tremante.
-D'accordo. -Jason gli sorrise.
-Grazie. -Leo cercò di sorridere, asciugandosi gli occhi.
Era la prima volta che Jason lo vedeva così.
-Leo, vai a dormire. Sono venuto a darti il cambio. -disse il figlio di Giove alzandosi. Stranamente il figlio di Efesto non protestò.

Leo's Pov
Leo si alzò e s'incamminò con la testa bassa. Sapeva di poter contare su Jason.
Arrivò nella sua cabina e si chiuse la porta alle spalle.
Accese la luce: la sua cabina disordinata era stranamente invitante.
Il figlio di Efesto si sdraiò sul letto. Guardò la sua sveglia che segnava le tre del mattino e spense la luce.
Solo una domanda gli ronzava nella testa: perché si era innamorato proprio di Calipso? Una ragazza immortale che era stata punita per l'eternità dagli dei per una stupida guerra.
-L'ho giurato sullo Stige. -disse all'oscurità. -Tornerò per te, Raggio di Sole.
E con quel pensiero, Leo Valdez si addormentò.

-Leo? -era la voce di Hazel. -Mi apri?
Leo si alzò dal letto dove era seduto ed aprì la porta: Hazel Levesque, con i suoi capelli castani e gli occhi oro, lo fissava con le braccia conserte, come a dire "Dimmi. Tutto. O. Sei. Morto."
-Ehm... che c'è? -fece Leo andando nel panico.
-Vuota il sacco. -disse semplicemente.
-Eh?
-Vuota. Il. Sacco. -scandì.
Da quel giorno, Leo vedeva Calipso ogni volta che si specchiava.

*perché, come raccontato in Sangue dell'Olimpo, Hazel fa un ritratto di Calipso per Leo, che lo tiene appeso allo specchio della sua cabina sulla Argo II

*perché, come raccontato in Sangue dell'Olimpo, Hazel fa un ritratto di Calipso per Leo, che lo tiene appeso allo specchio della sua cabina sulla Argo II

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